“Non abbandonarmi.”
Lo chiedo, al cielo, alla terra, all’aria, ad ogni elemento che sento sotto le mie dita.
“Non abbandonarmi.” Il mio cuore è svuotato.
I tuoi occhi freddi sono la lama più ardente che potesse perforarmi il petto. Le mie lacrime bruciano mentre mi muovo a stento tra queste strade.
Mi hai tolto tutto con quelle parole. Mi hai svuotato di ciò che mi fa muovere.
Sono come un burattino senz’anima adesso. Tutta la mia vita ha come perso il sole all’orizzonte che gli segna la via.
Per cosa poi?
E’ veramente quel Dio che tu vuoi accanto, e non me?
Del resto cosa potevo aspettarmi? Come posso pretendere che una donna come te, una Dea come te, possa volere al proprio fianco un uomo comune, magari al di fuori delle capacità umane, è vero, ma comunque un uomo comune.
Mi hai voltato le spalle, ho visto solo i tuoi capelli volteggiarmi davanti come a volermi schiaffeggiare, e dopo sorridere a lui.
A lui, Febo.
Qualcosa che io non sarò mai.
Eppure ancora non mi arrendo. Eppure ancora vago tra le vie cittadine e penso ad un modo per raggiungerti.
Saori.
La mia Saori. La mia fonte di vita, il bagliore che da forza alla mia esistenza, la mia ragione per combattere …
Il mio … cosa?
Cosa sei tu per me oltre a questo?
Perché il mio cuore brucia di un dolore che sembra tanto distaccato dal mio essere cavaliere?
Non capisco o forse ho paura ad ammetterlo, perché sarebbe rischioso … per entrambi.
Perché non capisci che in questo modo mi hai tolto tutto?
Perché sei stata tanto crudele?
Provo così tanta rabbia verso di te.
E allora perché sto continuando a cercarti? Perché continuo a camminare davanti questa darsena in piena notte, aspettandomi di vederti di nuovo accanto a me, sapendo che tu mi hai voltato le spalle e sei fuggita tra le braccia di qualcun altro?
La sola risposta che mi viene in mente è: perché  io vivo per te.
Non importa cosa io debba fare, io vivo … solo per te …
Qualcuno potrebbe non capirmi, ma è ciò che io sento.
Io vivo per la donna … chiamata Saori Kido.