Anime & Manga > Naruto
Ricorda la storia  |      
Autore: Mirin    17/09/2015    1 recensioni
“Sei sveglia?” chiese di nuovo. Shikamaru.
“Sì, sono sveglia” rispose, poggiando la testa sulla spalla del quasi-uomo. Era rotta, ma lui non l’allontanò. Magari sentiva anche lui qualcosa, stando così: forse la sofferenza per le ossa ancora spezzate, forse il profumo acre dei suoi capelli bruciati.
“Non chiudere gli occhi, non puoi dormire.”

Are you with me after all? Why can't I hear you?
Are you with me through it all? Why can't I feel you?
[ShikaIno - indeterminato dopoguerra - non so cosa sia, amatemi lo stesso.]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Shine until there’s nothing left but you.
[Breaking Benjamin – Ashes of Eden]

Ino inspirò. Era un salto nel buio, un completo, totale, incontrollabile salto nel buio.
Un baratro sotto i suoi piedi squarciava il solido pavimento di terra e sassi, ondeggiava sfocata ai suoi stessi occhi sul limitare della notte nera implacabile che dominava nel centro del mondo.
Prese un altro respiro e decise.
“Svegliati” una mano la scrollò dal sonno in cui era caduta senza nemmeno accorgersene, dopo aver chiuso gli occhi. Si era addormentata in piedi.
La notte dominava sopra la sua testa, ma non era nera e basta, come l’indelebile macchia d’inchiostro sul legno bruciato. Era punteggiata di piccoli focolari lontani, come i falò accesi nelle antiche civiltà dei re barbari per lanciare un appello d’aiuto, brillavano abbastanza da essere notabili ma non così tanto da poterne percepire il calore. Ino avrebbe voluto avvicinarsi a quelle luci, sentirne l’ardente realtà tra le dita che si sarebbero bruciate. Era ricoperta di ferite addormentate dagli antidolorifici e dalle bende strette, ma avrebbe quasi voluto percepire un dolore vivo, un dolore che non fosse sordo, un dolore che esistesse davvero.
“Sei sveglia?” chiese di nuovo. Shikamaru.
“Sì, sono sveglia” rispose, poggiando la testa sulla spalla del quasi-uomo. Era rotta, ma lui non l’allontanò. Magari sentiva anche lui qualcosa, stando così: forse la sofferenza per le ossa ancora spezzate, forse il profumo acre dei suoi capelli bruciati.
“Non chiudere gli occhi, non puoi dormire.”
Ino non li aveva chiusi. Guardava il mondo da lì, con il capo inclinato quasi a centottanta gradi. Il mondo avrebbe potuto apparirle meno storto, se l’avesse guardato con la testa storta. Dopo dieci minuti, le faceva solo male il collo.
“Io mi sarei buttata.” “Lo so.”
Ino si permise di essere sorpresa. Da quando doveva permettersi di essere sorpresa e non poteva esserlo e basta? Da quando le faceva male il cervello ad essere umana.
“Come fai a sapere di che parlo?” sussurrò, ma l’intonazione da domanda vibrava solo leggermente nelle ultime due sillabe, ‘par-lo’. Forse si era anche fermata prima di pronunciarle. Non ci aveva fatto caso.
“Parli nel sonno, Ino” la guancia di Shikamaru si contrasse, Ino lo percepì con la sommità della propria cute. Era un sorriso, forse, o forse digrignava i denti. Ino non lo sapeva.
“Tu ti saresti buttato, Shika?”
Le sue spalle si alzarono a ritmo di un respiro profondo che anticipava, partecipava o forse seguiva una riflessione: pensava così in fretta… Ino non era capace di seguire i processi della sua mente attraverso i suoi occhi, come lui faceva con lei.
“In una voragine nera come la morte che probabilmente precedeva la mia dipartita fisica?”
“Non farla apparire come una decisione stupida” lo rimproverò Ino con una scintilla della sua solita veemenza, “sei sull’orlo di un baratro, devi saltare oppure no. Decidi.”
“No, non avrei saltato. Io non sono coraggioso” Shikamaru si arrese a dire la verità, Ino capì che guardava il cielo stellato.
Ora era un cielo stellato? Quando era diventato un cielo stellato?
Avvicinò le proprie dita nello spazio compreso tra il suo busto ed il braccio, sfiorò la pelle dei suoi polpastrelli con la punta delle unghie, gli prese la mano. Una freccia di dolore incandescente si fece strada nei nervi che entravano ed uscivano dalla sua spina dorsale e le fece vibrare il cervello. Provava qualcosa.
“Non importa. Lo impareremo insieme.”

ladie’s a gentleman! (author’s corner):
Una oneshot al pelo per la Ladie. Fanculo: liceo 0 – 1 Mirin.
Incredibile che la scuola mi faccia venire voglia di scrivere, ma a sentir parlare di tutti questi autori che lasciano un segno nella storia con le loro opere mi fa venire voglia di essere importante. Chissà, forse un giorno anche io scriverò qualcosa che cambierà il mondo. Sognare è lecito, no? :)
Piccolo appunto: Ino dice ‘lo impareremo insieme’ perché per lei saltare sarebbe stata codardia. Non voleva affrontare il domani, quindi preferiva fuggire da quella realtà che odiava alla scoperta di qualcosa di diverso invece di combattere e resistere.
Molto senza pretese, è una fic abbastanza furba, me ne rendo conto. Spero che nonostante la brevità si capisca il significato e l’impronta che volevo dare allo scritto.
Non ve lo scrivo molto, lettori, ma vi voglio bene. Grazie di perdere tempo a leggere quello che scrivo. Ultimamente sono troppo sensibile ed emotiva, mio Dio, sono patetica. Tronco qui le note perché se no ho bisogno di un’altra fic di spazio.
Amore imperituro ai lettori e venerazione per i recensori.
Kiss,
la vostra un po’ malinconica, un po’ invadente, un po’ esaurita Ladie.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Naruto / Vai alla pagina dell'autore: Mirin