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Autore: mizuki95    18/09/2015    0 recensioni
[BL\\\\Otome games]
[Class Trip Crush]
[Taketo x Kanji]
L'ultima notte della gita è sempre un momento speciale per gli studenti, e in spiaggia verranno a galla sentimenti inconfessati...
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Buongiorno a tutti! Ho scritto questa fan fiction un annetto fa, quando entrai per la prima volta nel magico (?) mondo degli Otome, e scrissi questa fan fiction in onore di "Class Trip Crush" della Voltage, il mio primo Otome! L'ho riveduta e corretta (=tolto le scene spinte), quindi spero che vi piaccia! Ho cercato di essere il più possibile IC, ma con personaggi come Kanji è davvero dura! Ora vado, ditemi cosa ne pensate! Buona lettura! Se vi va, recensite! :D

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Era l’ultima notte della gita. Il giorno dopo, infatti, sarebbe stato l’ultimo, dopodiché sarebbero tornati a casa. Taketo e Kanji passeggiavano lungo la spiaggia dell’isola di Shodoshima, illuminata dalla luna. Kani si era tolto le scarpe, che teneva con l’indice e il medio della mano destra, per poter sentire sotto i piedi nudi la freschezza della sabbia umida. Con il viso rivolto verso la luna, il ragazzo scalzò esclamò «Certo che questa gita rimarrà nella storia! Siamo in compagnia di ragazze di un liceo femminile, ti rendi conto? Ragazzi, non lo avrei mai immaginato! Tu che ne pensi, Taky? »
 
 «Non mi sembra tutta questa gran cosa» disse l’altro, alzando le spalle «Le ragazze le vedo anche fuori, e tu hai fatto una strage di cuori al Seiho. All’inizio non la vedevo una cosa buona, ma ora mi sono abituato all’idea» «Grazie a Heroine?» domandò Kan, sorridendo e guardandolo in viso «Che vuoi dire?» «Dai, si vede anche da lontano che lei ti interessa».
 
Taketo non rispose, poi improvvisamente si fermò. Anche Kanji si fermò, voltandosi a guardarlo mentre l’altro gli domandava «E allora? Interessa anche a te, no?» «Forse sì … o forse no» rispose ambiguo il più basso. Questi lasciò cadere le scarpe sulla sabbia, mentre con l’altra mano sfiorò il petto dell’altro «Ma guarda, sei geloso? Non dirmi che ti sei interessato a lei per questo~». Taketo gli afferrò la mano che lo aveva toccato, e stringendola nella propria chiese con aria di sfida «E se anche fosse?». Dopo aver detto ciò, con un forte strattone tirò a sé il ragazzo.
 
Prima che l’altro potesse reagire, appoggiò le proprie labbra sulle sue e lo costrinse ad aprire la bocca, infilandogli poi la lingua per farla incontrare con quella dell’altro. Con l’altro braccio circondò la vita di Kanji per stringerlo a sé, ignorando il suo tentativo di liberarsi da quella presa. Kanji, dimenandosi, tentò di indietreggiare, ma con scarso successo. Sentendo la testa alleggerirsi, sentendo il calore delle labbra del calciatore sulle proprie, sentendo la lingua di quello muoversi insieme alla propria e a suo piacimento, sentendo il conosciuto calore crescere sotto la cintura, Kanji tentò di muoversi con più forza di prima.
 
Riuscì ad indietreggiare di pochi passi, ma invece di liberarsi cadde all’indietro, trascinando con sé il ragazzo. Questo non ostacolò il bacio, anzi con la mano del braccio che prima circondava il ragazzo, ora lo toccava da sopra i vestiti bagnati, cercando freneticamente il contatto con la pelle del ragazzo. Kanji lentamente smise di ribellarsi, per poi stringere a sé l’altro afferrandolo per la schiena. «Lo prendo per un “sì”?» domandò Kanji ansimante, quando Taketo iniziò a fare delle piccole pause tra un bacio e l’altro per potergli baciare anche la clavicola, il collo, il petto.
 
 I vestiti, sempre più bagnati, non erano più una barriera che divideva i loro corpi. Kanji poteva sentire sulla pelle il calore del corpo dell’altro ragazzo, così come ne sentì il rigonfiamento tra le gambe quando aprì le proprie per avere il ragazzo più vicino. Taketo iniziò a leccargli i capezzoli e contemporaneamente lo toccò nella zona d’interesse sotto la cintura. Quel contatto inaspettato fecero uscire dalle labbra del più basso un sonoro gemito, che l’altro accolse con un sorriso. Ma proprio in quel momento udirono la voce del professore chiamarli da lontano «Ehi, ragazzi! Niente risse!».
 
I due, quasi colti sul fatto, si alzarono e sistemarono velocemente, per poi avviarsi verso il professore «Stavamo solo giocando, dai!» esclamò amichevole come al solito Kanji, mentre Taketo non riusciva a distogliere lo sguardo dalla sabbia sotto ai piedi. Aveva il viso in fiamme, fortunatamente nascosto dall’oscurità, ed il cuore che batteva all’impazzata.
 
Non si era dichiarato, non c’era stato nulla che potesse far cambiare la situazione da così a così. Eppure l’aveva fatto, spinto da qualcosa che ignorava. Mentre pensava a ciò, una mano strinse la propria. Sollevò la testa di scatto, e vide che il proprietario della mano era Kanji, che camminava di diversi passi dietro al professore. Il ragazzo gli sorrideva con uno di quei sorrisi genuini che raramente aveva potuto vedere. Dato che Kanji era illuminato dalla luna, ne vide anche il viso arrossato, proprio come il suo. Taketo sorrise e strinse la mano del ragazzo nella propria.
 
Kanji indietreggiò quel che bastava per potergli camminare accanto, e guardandolo dritto negli occhi esclamò a voce alta «Professore, credo che l’acqua del mare ci abbia fatti raffreddare un po’ … quindi probabilmente domani per la colazione saremo un po’ stanchi!».
 
Quella notte, e la successiva mattina in cui arrivarono nella grande sala un po’ trasandati e rossi in viso, fu per entrambi indimenticabile. Anche per Homare, che sfortuna volle che si svegliasse nel cuore della notte a causa degli strani gemiti e ansimi che udiva.
 
THE END
  
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