Fanfic su artisti musicali > Oasis
Segui la storia  |       
Autore: Jude02    18/09/2015    1 recensioni
Non siamo nell'Inghilterra degli anni 90 e Veronica non è la groupie nè la roadie degli Oasis.
Era iniziato tutto con una serata sbagliata, quell'incontro sulla terrazza sarebbe dovuto restare sospeso a 5 piani da terra, libero di essere dimenticato, eppure sembravano destinati a incontrarsi nuovamente..
Era solo desiderio di vendetta il sentimento che spingeva Liam verso di lei?
Ma un altro incontro era pronto a sconvolgere nuovamente la vita di Veronica..
Era soltanto desiderio di sicurezza e protezione quello che la spingeva verso Noel?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 6

Ripercorsi lo stesso tragitto di un'ora prima, ma impiegandoci la metà del tempo. Come mi capita sempre quando sono stizzita e contrariata, camminavo a passo veloce, scansando a malapena le persone che mi si paravano davanti, come uno slalom o una corsa a ostacoli. 
Arrivata in fondo alla piazza, tirai un sospiro di sollievo scorgendo il volto familiare di Cam e la raggiunsi trafelata.
-Veronica, c'è qualcosa che non va?- mi chiese, scrutandomi. -Hai una faccia...
-Niente di che!- mi affrettai a rispondere.
Liam Gallagher non era niente di che; sconosciuto era e sconosciuto sarebbe rimasto, nonostante il turbinio di emozioni contrastanti e di domande che il solo pensiero di quegli occhi azzurri mi provocava. Scrollai la testa, reprimendo immediatamente quell'ultimo pensiero.
-Niente di che- ribattei fermamente, più a me stessa che a Cam, poi sfoderai un sorriso rassicurante: -Ho soltanto corso come una matta per arrivare qui, pensavo di essere in ritardo.
Eccomi in scena, Veronica Cellini, campionessa di bugie inutili, innocenti verità raggirate e modellate a proprio piacimento, per nascondere, reprimere, segregare i più banali sentimenti umani nell'angolo più remoto della mente.

"Perché sei così chiusa nei confronti di te stessa e del resto del mondo?" Mi sento domandare di tanto in tanto dalle persone che mi sono più vicine. E, di fronte alla mia alzata di spalle incurante, sento le stesse ripetermi il solito "utilissimo" consiglio: "Vi, ti ci vorrebbero anni dall'analista o una profonda conoscenza della psiche umana per risolvere i tuoi problemi".
Beh, della seconda sono attualmente sprovvista e, riguardo alla prima soluzione.. non ho intenzione di abbandonare i miei risparmi nelle mani di qualcuno che sta comodamente seduto su una poltrona e cerca di scavare nel mio passato alla ricerca di traumi infantili.
La mia filosofia è più pratica e relativamente semplice: Hai un problema? Individualo, riconoscilo, accettalo e poi cerca di risolverlo da solo, provando e riprovando strade diverse finché non riesci a notare un cambiamento. 
No, sono abbastanza scettica sul fatto che qualche sconosciuto con una laurea in psicologia possa risolvere i miei problemi.
Soltanto io posso agire sulla mia stessa mente. Beh, sempre che riesca a trovare il tempo per dedicarmi a una dilettantistica autoanalisi, cosa che al momento non potevo permettermi, constatai sentendo Cam che mi tirava per un braccio, incitandomi a seguirla.

Così, abbandonai le mie elucubrazioni e trascorsi le tre o quattro ore successive a camminare in lungo e in largo, sfoderando i sorrisi più convincenti per pubblicizzare l'imminente sfilata.
Nel primo pomeriggio, ci buttammo su una panchina con le gambe che ci dolevano; stavo per accendermi una sigaretta quando il mio sguardo si posò su un'insegna in legno recante la scritta "Disco d'oro", che indicava un negozio di vinili nella parte opposta della strada.
Scambiai uno sguardo di intesa con Cam e ci fiondammo all'interno, pronte a dare fondo agli ultimi spiccioli.
Il negozio non era grandissimo, ma così ben fornito da rendere quasi impossibile scovare una superficie che non fosse coperta da decine di dischi. Eravamo appena entrate in Paradiso.
Ci perdemmo in quel labirinto di scaffali e banconi, e il tempo sembrava essersi fermato.
Sfioravo indecisa gli album dei Guns n Roses, Aerosmith, Bon Jovi, Nirvana...alla ricerca di quei pochi che ancora mi mancavano. Feci per passare al reparto dove avrei trovato l'intera raccolta degli Who, quando vidi il commesso esporre sul bancone un'edizione limitata di un vinile dei Beatles, con tanto di cartello "Ultima copia rimasta". L'avevo appena puntato e già i miei occhi luccicavano.
Cominciai a fare lo slalom tra banchi e banchi di dischi, che sembravano non finire più; mi mancava solo qualche passo, ma un ragazzo dalla camicia azzurra mi aveva preceduto alla cassa.
Mi allungai in avanti per posare la mano sul disco, ma inciampai nei miei stessi piedi e capitombolai addosso a lui. 
-Ma si può sapere perché voi italiani non state mai attenti a dove diavolo mettete i piedi? Ma che cazzo...! -mi apostrofò costui. Poi si girò a squadrarmi e non terminò la frase.
Restai un attimo interdetta: parlava con un forte accento inglese. Di nuovo quel dannato accento inglese. Era mai possibile che tutti gli inglesi emigrati in Italia dovessero capitare sulla mia strada?
-Noto con piacere che invece voi inglesi siete il massimo dell'educazione -ribattei, affrettandomi a tirarmi indietro, mentre mi massaggiavo il naso.
In risposta, ricevetti un suono simile a un grugnito, e si voltò a pagare il vinile, che già veniva porto al suo acquirente.
-Aspetta! -mi piangeva il cuore a dover salutare il disco a quel modo.
Il ragazzo si voltò nuovamente verso di me: -Che diavolo vuoi?
Lo guardai meglio: non tanto alto, occhi azzurri, sopracciglia folte. Neanche a dirlo, mi affiorò alla mente il ricordo di...
-Allora ragazzina, hai intenzione di startene lì imbambolata o devi chiedermi qualcosa?
Mi riscossi. -Io..il disco! E' l'unico che mi manca, se fossi così gentile da...
Scrollò la testa -Pensavo fosse chiaro, la gentilezza non fa per me. E gli atti di carità nemmeno. Ora, se mi vuoi scusare..
Mi aggirò con un ghigno, ignorando il mio sguardo supplicante, nascose il vinile sotto la giacca e, con aria beffarda e soddisfatta uscì dal negozio.
-'Fanculo! -sbottai, in un moto di stizza.

Camilla mi raggiunse al bancone, ignara del battibecco che avevo appena avuto con Mr Cortesia. Si svuotò le tasche in cerca degli spiccioli per pagare un cd dei Muse e, così facendo, mi porse l'ultimo volantino della sfilata rimasto.
Uscimmo dal negozio a nostra volta: lei gongolando per il nuovo acquisto e io... insolitamente scocciata.
-Vi, te lo chiedo di nuovo, c'è qualcosa che non va?
-No. -risposi secca; poi mi strinsi nelle spalle e aggiunsi borbottando: -Non sopporto gli inglesi.
Cam mi scrutò con uno sguardo interrogativo, mentre mi accendevo l'ennesima sigaretta della giornata, poi scoppiò a ridere e mi mostrò i palmi, arrendevole: -Va bene, hai vinto tu; non ti chiederò nient'altro per oggi, non mi sembra la tua giornata.
Stavolta le rivolsi un sorriso sincero e la presi sottobraccio -No, davvero, non lo è. Non so come tu riesca a sopportarmi quando sono di malumore.
-Semplice: sei dannatamente buffa quando metti il broncio! -aggiunse, imitando le mie sopracciglia aggrottate.
Scoppiammo a ridere e mi interrogai mentalmente sul perché al mondo non potesse esserci più gente come lei: allegra, ottimista, paziente (tutti requisiti che avrei tanto voluto avere) ma soprattutto, degna della mia più cieca fiducia.
-Ora muoviamoci però, non vorrai perdere l'autobus! Si è fatto tardissimo.
Un'occhiata all'orologio mi confermò che avremmo dovuto sbrigarci; accelerammo il passo il più possibile, stavamo quasi correndo quando, svoltando di fretta un angolo, andai dritta dritta a sbattere contro qualcuno.
-Ma guarda chi si rivede...Hai sempre l'abitudine di saltare addosso alla gente o devo supporre che tu ci stia provando con me?
Feci un passo indietro e, neanche a dirlo, mi trovai di fronte al Mr-Zitella-Scorbutica del negozio di dischi.
Alzai gli occhi al cielo, infastidita da quel tono supponente: -E tu? Hai sempre l'abitudine di essere così cortese o stamattina ti è andato di traverso il tè?
Stranamente, questa volta non emise alcun grugnito, ma il suo volto si distese in un sorriso, mentre continuava ad osservarmi: -Allora, mi stavi seguendo? -domandò dopo alcuni attimi.
-Sì, per derubarti. -gli risposi sarcastica.
-Tentativo di borseggio miseramente fallito, meglio che me ne vada prima che ci riprovi. -così dicendo, fece per allontanarsi e tornare sui suoi passi.
-Aspetta!- lo richiamai indietro, senza pensare.
Si voltò alzando un sopracciglio -Vuoi darmi una lezione sul galateo, ragazzina? Cosa c'è ancora?
Già Veronica, cosa c'è? Non sapevo perché mi stessi prestando a quello scambio di battute da due soldi con quello scontroso individuo, ma i suoi occhi, il suo viso... mi parevano tremendamente familiari. Possibile...?
Senza sapere realmente cosa rispondere, abbassai lo sguardo e, tra le mie mani trovai la risposta.
-Domani sera al Blitz si terrà una sfilata organizzata dal negozio di abbigliamento per cui lavoro, The Yellow Submarine e..
-Frena, The Yellow Submarine? Hai chiamato un cazzo di negozio The Yellow Submarine? E' un'eresia! 
Avvampai, anche io ero inizialmente contraria al nome, ma Maura, la mia eccentrica datrice di lavoro, si era mostrata irremovibile in proposito. E, d'altronde, nessuno si era mai mostrato così esplicito nell'esprimere il proprio disappunto.
Mi schiarii la voce, che uscì comunque palesemente irritata: -Esattamente. Come stavo dicendo, The Yellow Submarine organizza una sfilata al Blitz domani sera e, presentando questo invito all'entrata -gli porsi il biglietto che avevo tra le mani - potrai accedere gratuitamente al buffet e partecipare alla serata. 
Lui sollevò nuovamente un sopracciglio e sorrise, ironico, rigirandosi il biglietto tra le mani: -Mi stai invitando formalmente ad uscire con te?
-Sto solo facendo il mio lavoro -risposi d'un fiato, arrossendo.
Poi gettai un altro sguardo all'orologio: ero dannatamente in ritardo! -Ora devo scappare.
E, senza attendere risposta, girai sui tacchi e mi allontanai seguita da Cam, che aveva assistito in silenzio a quello strano incontro.
Avevamo voltato l'angolo velocemente, ma non abbastanza per non fare in tempo a sentire un -Ci sarò, cazzo!
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Oasis / Vai alla pagina dell'autore: Jude02