After that
night
Aprì un occhio
cercando di capire perché il cellulare si ostinasse a suonare, non lasciandolo
continuare a dormire. Sentì Sammy mugugnare qualcosa, mentre allungava un
braccio e recuperava l’aggeggio infernale da sopra il
comodino.
Poteva essere
importante. Poteva essere Bobby. O qualcuno che aveva bisogno di aiuto.
Ma dormiva da
meno di due ore e sperava ardentemente che fosse semplicemente un disgraziato
che avesse sbagliato numero.
“Sì?” borbottò
rauco, facendo ripiombare la testa sul cuscino con un basso sospiro. Si passò
una mano sulla faccia, cercando di cancellare gli strascichi ancora molto
evidenti del sonno per capire qualsiasi cosa l’altra persona in linea gli stesse per dire.
“Stavi
dormendo?” disse una voce notevolmente compiaciuta di averlo svegliato.
Non c’era
possibilità che ci fossero errori o interferenze.
Avrebbe drammaticamente riconosciuto quell’accetto e quella
sfumatura di arroganza anche privato del timpano, dell’orecchio e.. beh
di qualsiasi altra cosa facesse parte dell’impianto uditivo.
Si coprì gli
occhi con una mano, imprecando mentalmente. Sospirò forte, indeciso se chiudere
la comunicazione e riprendere a dormire.
Ancora non
capiva perché il mondo si divertisse così tanto a
prenderlo per il culo.
“Cosa vuoi, Bela?” brontolò, sperando di riaddormentarsi senza
dover sentire le sue stronzate. Intanto non le avrebbe creduto, non si sarebbe fidato e gli sarebbe venuta solo
un’incazzatura colossale, quindi perché perdere tempo?
Era meglio
salutarsi subito e tornare al mondo dei sogni.
“Sapere se ti
andava un altro...incontro” disse la
ragazza senza tentennamenti.
Dean si trovò
di colpo molto, molto più sveglio di prima. Bela che chiamava tendergli
un’imboscata e per rubargli qualcosa di vitale era molto plausibile, Bela che
chiamava per farsi scopare di nuovo da lui… no, c’era
qualcosa che non andava.
Si tirò su,
appoggiando la schiena contro la testiera del letto, mentre lanciava un’occhiata
all’orologio posato comodino. Mancavano solo pochi minuti alle 3 del mattino.
Finse di non
sentire su di sé lo sguardo indagatore di Sam, che ormai si era svegliato del
tutto.
“Dean, ci sei ancora?”
Chiuse gli
occhi per non essere costretto a subire il peso dello sguardo di Sam. Non poteva
andare in bagno un attimo, ad esempio?
Non voleva far
sapere a suo fratello che si era fatto Bela. E
soprattutto non voleva fargli sapere che una piccola…
okay no! Una parte di lui, che sapeva incutere
un certo timore reverenziale per la sua imponenza, stava seriamente riflettendo sulla possibilità che la
cosa potesse succedere ancora.
Si schiarì la
gola, facendo una piccola smorfia.
“Sì, sì”
mormorò. Si umettò le labbra, cercando di assumere un’aria scocciata.
No,
forse era meglio un’aria professionale, erano solo due professionisti che
parlavano di lavoro.
Alle tre del
mattino gli fece
presente una vocettina fastidiosa nella sua testa.
“Perché dovrebbe interessarmi una cosa del genere?” disse
sperando di riuscire a tenersi ancora sul vago.
Scoccò
un’occhiata alla porta del bagno, prendendo in considerazione l’idea di
chiudersi lì dentro per parlare con la stronza al
telefono.
Sarebbe ancora
più sospetto gli
fece presente
sempre la solita voce.
“Perché ti è piaciuto” la sentì rispondere.
Aggrottò le
sopracciglia, già pronto a dirle quanto si sbagliasse, quanto fosse stata una scopata senza importanza... quando lei
proseguì “E perché sono seduta sulla tua macchina”.
Ecco, quello
era già più interessante. Molto più interessante.
“Hai lasciato
qui la cartina stradale. E così siete diretti a
Noxville” commentò Bela con una certa soddisfazione nella
voce.
“Fucking Bitch”
ringhiò, scostando rabbiosamente le coperte. “Non muoverti. E non toccare niente” scandì secco, prima di interrompere la
comunicazione.
Prese i jeans che aveva lasciato sulla poltroncina, mentre anche
Sam si rimetteva in piedi.
“Cosa succede?” gli chiese il fratello, cercando i suoi
pantaloni.
“Niente”
borbottò, chiudendosi in fretta i bottoni e infilandosi le scarpe. “Solo una
rottura di palle. Torna a dormire. Me ne posso occupare da
solo”.
Ci mancava solo
suo fratello in circolazione con quella cagna in calore seduta sulla sua
macchina. Gli aveva già sparato a un braccio e lo aveva
fatto palpare abbondantemente da una vecchia maniaca. Non voleva che Sammy si
avvicinasse di nuovo a lei. Anzi, voleva che le stesse il più lontano
possibile.
Quella è pericolosa
pensò, uscendo dalla
stanza dopo aver detto a Sam di non preoccuparsi.
Se aveva rotto
un vetro dell’Impala, o se solo aveva forzato la
serratura…
Scese i gradini
a due a due, arrivando nel piazzale antistante il motel come una furia. Sentiva
il cuore pompare furiosamente mentre si avvicinava alla
macchina, fortunatamente spenta.
Vide la
portiera spalancarsi, senza che nessuno scendesse dal
veicolo.
“Che cosa vuoi?” ripeté fermandosi davanti alla portiera
aperta.
Stava per
ringhiare qualcos’altro di poco gentile, quando il suo sguardo si posò sulle
gambe snelle di Bela, lasciate quasi del tutto scoperte
della gonna corta.
La situazione
stava decisamente peggiorando. Se si faceva trovare in
quella posizione, semicoricata sulla sua macchina, vestita in modo molto provocante.. beh era solo un uomo. Anzi un uomo
che difficilmente diceva di no a una scopata con una
bella ragazza.
Anche se la ragazza
in questione è una stronza puntualizzò
mentalmente.
Fece scivolare
lo sguardo per tutta la lunghezza delle sue gambe, soffermandolo poi sui suoi seni pieni.
Ricordava la
sensazione di sentirli morbidi e ansanti sotto le sue mani, premuti contro il
suo petto.
Ricordava
perfettamente il sapore della sua pelle, il modo in cui il suo corpo si tendeva
e si muoveva sotto al suo, adattandosi splendidamente ai suoi movimenti,
accogliendolo in modo invitante. Ricordava il suono eccitante dei suoi gemiti, la sensazione di avvertire le sue
dita conficcate nei muscoli della sua schiena, mentre si avvicinava
all’orgasmo.
E soprattutto
ricordava quanto si fosse sentito vivo facendo sesso
con lei.
Le accarezzò il
collo con lo sguardo, soffermandolo poi per qualche istante sulla sua bocca,
arricciata in un piccolo sorriso di trionfo.
Quando incontrò i
suoi occhi con i propri, Dean seppe con precisione che cosa sarebbe
successo.
Seppe con
clinica esattezza che qualsiasi rimostranza, qualsiasi battibecco, scenata o
recriminazione si fossero sputati addosso in quel momento non avrebbero influenzato la fine del loro incontro.
Solo una poteva
essere la conclusione di quella serata.
Con un basso
ringhio le intimò di spostarsi per poter salire anche lui in
macchina.
Cazzo, quanto sono fregato pensò un
secondo prima di catturare le sue labbra con le proprie per un lungo
bacio.
“Mi hai
strappato la spallina del reggiseno” disse Bela, esaminando la spallina
di pizzo, rotta alla base. “Sei veramente un animale”
“Credevo che
fosse per questo che continui a inseguirmi” replicò
lui, scoccandole un’occhiata scocciata.
Aveva ancora i
capelli scompigliati. Alcune ciocche ondulate le ricadevano morbidamente sulle
spalle, donandole un aspetto più dolce e rilassato.
L’elaborata
acconciatura si era quasi del tutto disfatta durante il
loro selvaggio amplesso sul sedile anteriore dell’Impala e i suoi vestiti
sembravano meno stirati rispetto a prima.
Tutto sommato,
Dean doveva ammettere di preferire di gran lunga questa
versione della ladra.
“Non ti sto
inseguendo!” rispose lei, lanciandogli un’occhiata che avrebbe potuto
incenerirgli le palle. Prese una spazzola dalla sua borsetta e iniziò a
rassettarsi i capelli con poche mosse esperte. “Eravate sulla strada per
Chicago” aggiunse, abbassando il parasole per usare lo specchietto.
Dean decise di
non chiedere altre spiegazioni, non gliele avrebbe date in ogni caso, o gli
avrebbe raccontato solo un mucchio di menzogne. E comunque non gliene importava granché di quello che facesse..
quella lì, come si ostinava a
chiamarla nella sua testa, quando non le dava della stronza arrivista.
A lui era
sufficiente che si tenesse alla larga da lui e da suo
fratello.
Tornò a fissare
un punto indistinto di fronte a sé, aspettando con insospettabile pazienza che
Bela finisse di prepararsi.
Sentiva il suo
profumo, era come se avesse impregnato tutta la macchina.
La mattina
successiva si sarebbe svegliato strategicamente prima di Sammy, avrebbe
abbassato i finestrini e comprato un nuovo deodorate
per auto per coprire il profumo di Bela. Un deodorante molto maschio. Pino, il
pino era un odore molto da uomo.
Poteva andar bene per coprire quel tanfo
nauseabondo, che doveva essere un profumo molto costoso.
“Potremmo
essere amici” la sentì mormorare assorta.
Dean fece
schioccare la lingua, arcuando un sopracciglio. La guardò mettersi il rossetto,
attenta a non fare la più piccola sbavatura.
“Cosa?” disse per essere sicuro di aver capito bene. Bela
sollevò il parasole, dopo essersi data un’ultima
occhiata per essere sicura che il trucco e l’acconciatura fossero
perfetti.
“Ho detto che potremmo essere amici” ripeté nel tono conciliante
che avrebbe usato una maestra per spiegare un concetto molto facile a un alunno
un po’ ritardato.
Dean fece una
smorfia. Odiava quando lo trattava con
accondiscendenza. “E perché dovrei volere questo?”
ribattè per nulla convinto. Essere amico di Bela Talbot
era completamente fuori discussione.
Vide i suoi
occhi indurirsi e la sua bocca assumere una smorfietta
oltraggiata.
“Beh, visto che
abbiamo fatto sesso due volte, stavo pensando che
potremmo diventare amici…”
Dean sollevò
molto le sopracciglia mentre la mano di Bela si
spostava sulla sua spalla e le sue dita gli accarezzavano leggermente il
collo.
“Amici molto particolari. Tipo amici
che vanno a letto insieme” spiegò lei.
Sì, questo
posso capirlo facilmente si disse Dean,
senza lasciarlo trasparire dalla sua espressione.
“Io non voglio
essere amico tuo. Nessun tipo di amico” replicò,
meditando quanto sarebbe stato scortese buttarla giù dalla macchina cinque
minuti dopo aver finito di farlo. “Hai sparato a Sammy” disse, come se fosse necessario esplicitare almeno in
parte i suoi pensieri.
“Un colpo di
striscio” sbottò lei offesa.
Chiuse gli
occhi, rilasciando rumorosamente il respiro, sforzandosi chiaramente di non
iniziare a litigare.
Dean rimase
fermo ad osservarla per qualche istante. A volte riusciva quasi a dimenticare
quanto fosse antipatica, manipolatrice e truffatrice. A
volte quando i capelli le ricadevano liberamente sulle spalle e il suo viso era
arrossato dal piacere riusciva a trovarla bella. Molto
bella.
Strinse le
labbra, scostando lo sguardo.
Tutta quella
storia era una pessima idea. Avrebbe dovuto dirle esplicitamente di non
telefonargli più per nessuna questione. E soprattutto
di restare lontano dalla sua macchina.
“Potremmo
essere nemici” disse all’improvviso. Si umettò appena il labbro superiore,
tornando a guardarla. Una ciocca di capelli sfuggiva ancora dalla sua
acconciatura, sfiorandole la guancia e posandosi sulla sua spalla. “Nemici che
vanno a letto insieme” specificò accompagnando le sue parole con un piccolo
cenno della mano.
Nemici che
vanno a letto insieme era molto più fattibile che amici
che vanno a letto insieme.
Dean trovava che fosse una definizione che si adattava alla
perfezione alla loro situazione.
Vide
Bela raggrumare le
labbra in un’espressione di trionfo, prima di distenderle in un piccolo
sorriso.
“Bene allora”
disse lei, prima di aprire la portiera. Stava per scendere
quando si voltò di nuovo verso di lui. “Come vuoi tu, Dean” aggiunse con
il chiaro intento di dargli sui nervi.
Gli rivolse
ancora un sorriso veloce e molto soddisfatto prima di
scendere.
Dean si passò
una mano sugli occhi, senza guardala allontanarsi
dall’Impala.
Quello era
seriamente un gran casino.
***
Grazie a tutti
coloro che hanno letto le mie
storie.
Per ora sono
soltanto tre, ma spero di aggiungerne altre, anche se ho pochissimo tempo per
scrivere.
Ringrazio
moltissimo Elsie (grazie mille, sei davvero
molto gentile! Le tue recensioni mi hanno fatto davvero molto piacere), SiJay, _Cobain_, tusike6speciale per le recensioni che
mi avete lasciato!
Spero che continuerete a leggere le mie
storie!
Grazie
ancora!
Baciotti!