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Autore: LorasWeasley    19/09/2015    7 recensioni
AU [Solangelo|Caleo|Percabeth|Frazel|Jasper]
"-Prima di iniziare voglio ricordarvi che questo non è un gioco, non vi state allenando, qui se sbagliate siete morti. Siete i migliori ragazzi in addestramento che siamo riusciti a trovare, venite da diverse parti del mondo, ma ci servite tutti.
...
Spero di non aver sbagliato a fidarmi di voi. Riuscite a portare a termine questa missione e tutto il mondo vi ricorderà come degli eroi."
Genere: Azione, Romantico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank/Hazel, Jason/Piper, Leo/Calipso, Nico/Will, Percy/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'CIA'
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1.Prime impressioni


1° Giorno.
Jason si stava allenando con i coltelli, non mancò neanche un centro.
Tra un tiro e l’altro si guardava intorno, cercando di studiare e capire che tipi fossero il resto dei ragazzi di li dentro.
Fino a quel momento non aveva scambiato una parola con nessuno.
La ragazza bionda, Annabeth, gli si avvicinò con una pistola.
Colpì tutti i bersagli, che lui aveva precedentemente infilzato con i coltelli, con le pallottole.
La sua mira non era proprio precisissima come quella di Jason, ma se la cavava.
-Sembri quello più razionale qui dentro. L’unico che pensa prima di agire.
Aveva parlato senza guardarlo, tutta la sua concentrazione era alla mira per il suo prossimo tiro.
-Insomma, uno di quelli che preferisci avere come amico che come nemico- constatò il biondo.
Lei fece un sorrisetto, aveva subito capito tutto –Esattamente.
Premette il grilletto e Jason lanciò il coltello.
Prendendo in pieno e deviando la pallottola in movimento.
Si compiacque di se stesso. Ci aveva messo anni per padroneggiare una mira del genere.
Si permise un sorrisetto che scomparve velocemente quando lanciò un nuovo coltello contro un nuovo bersaglio al quale arrivò, però, un secondo coltello infilzandosi perfettamente al centro, rubandogli il posto.
Jason si girò di scatto, qualche metro dietro di lui c’era Percy Jackson, stava facendo roteare in aria un altro coltello.
Aveva un sorriso in volto.
-Oh, scusa Grace, stavi cercando di fare colpo? Troppo prevedibile, non trovi? Inoltre, due biondi insieme? Nah, troppo banale come coppia.
Né Jason né Annabeth dissero una parola.
Diversi metri più in la Hazel e Leo erano seduti a un tavolo, uno di fronte all’altra.
-Stai mentendo.
Leo sbuffò e riprovò – Una volta ho dato fuoco a una scuola.
Hazel sorrise – Questa è la verità.
-Ma come fai?- Si lamentò allora il ragazzo alzando le mani al cielo esasperato.
-Raccolgo tutti i piccoli e insignificanti segnali che inviano le tue mani, il tuo modo di parlare e le tue espressioni.
-Prova con me.
I due ragazzi sussultarono, nessuno dei due si era accorto che Nico Di Angelo si era avvicinato.
La ragazza annuì e Leo si alzò lasciandogli prendere il suo posto.
-Dimmi tre cose di te, io ti dirò se sono vere o false.
Il moro annuì e ci pensò un attimo su, quando la sua frase fu pronta guardò Hazel dritto negli occhi.
-Ho passato questi 17 anni della mia vita senza problemi e senza pensieri.
-Falso.
La ragazza aveva risposto di getto solo perché sapeva che era impossibile, nessuno di loro aveva avuto una vita semplice, o non avrebbero mai deciso di entrare nella CIA. Che stava mentendo l’avrebbe potuto capire qualsiasi persona di la dentro.
Il problema era che Hazel non aveva captato nessun segnale della sua bugia.
-Vengo dal sud Italia.
Hazel rimase impassibile, non poteva mostrare che non riusciva a capire quel ragazzo.
-Vero- provò.
Lui fece un ghigno.
-Sbagliato. Vengo da Venezia, quella si trova a Nord.
La ragazza cercò di scrutarlo più in profondità.
-Ho avuto svariati pesciolini rossi, restavano in vita per un massimo di 3 giorni.
Hazel stava letteralmente entrando nel panico.
Non lo capiva, non riusciva a capire in nessun modo se quella fosse la verità o meno.
E questo non gli era mai capitato con nessuno.
-Falso.
-Non sei male- disse alla fine Nico – Ne hai indovinate due su tre.
Hazel gli sorrise quando in realtà tutte e due le aveva azzeccate per intuito o per caso.
Leo, che era rimasto tutto il tempo a fissarli, si allontanò borbottando.
Si sedette dietro un computer e iniziò a digitare qualcosa cercando di entrare nel sistema centrale.
Non sapeva che utilità potesse avere, ma forse sarebbe stato divertente spiare qualche conversazione privata.
Will Solace si sedette nella sedia accanto alla sua posando due boccettine sul tavolo, accanto alla sua tastiera. In entrambe c’era la stessa dose di un liquido verde. Erano praticamente identiche.
-Secondo te, qual è succo di mela e qual è un acido che potrebbe farti morire in si e no 10 secondi?
Leo staccò gli occhi dal monitor solo per fissarle per bene.
Era impossibile definirlo solo guardandole, così si avvicinò e le annusò entrambe.
Una aveva un leggero odore di mela in effetti, l’altra era completamente inodore.
Mentre parlava tornò al computer, era finalmente riuscito a entrare nel sistema.
-Quella a destra è il succo- naturalmente si stava riferendo a quella che aveva il leggero odore di mela.
-Sei appena morto- commentò Will felice che fosse riuscito nel suo esperimento.
-Sono riuscito a far avere all’acido questo odore, per trarre in inganno.
-Hai anche tolto l’odore al succo.
-In realtà no, ti stupiresti se ti dicessi che è un semplice succo del supermercato? Di sicuro li dentro c’è di tutto, meno che mela.
-Perché non offri un po’ di succo al nostro nuovo amico che ieri voleva cavarti un occhio? Penso che l’apprezzerà molto.
Will sorrise mentre con lo sguardo cercava il diretto interessato.
Anche Leo si distrasse un attimo, idea decisamente sbagliata.
Il suo sguardo si posò su Calypso, era sola diversi tavoli più avanti, stava smontando un qualcosa con un sacco di fili, impossibile capire cosa da quella distanza.
Leo pensò che fosse bellissima, aveva le mani sporche e sembrava non importarle, i capelli raccolti in una coda alta, la maglietta piena di macchie e la fronte corrugata per la concentrazione.
Si distrasse così tanto che cliccò un tasto che decisamente non doveva toccare.
Tutta la corrente nella stanza andò via.
Molto probabilmente aveva mandato via la luce in tutta la struttura.
-Ehm … colpa mia.
 
2° Giorno.
A Frank era finita con il fare l’allenatore.
Quel giorno aveva deciso di allenarsi per conto suo nelle arti marziali, poi era arrivato Percy e l’aveva sfidato.
Dopo che Frank l’aveva battuto, il ragazzo dagli occhi color del mare si era rialzato tranquillamente chiedendogli se gli potesse insegnare qualche trucco.
L’asiatico non era riuscito a dirgli di no.
Così adesso si stavano allenando, anche se Percy faceva quasi sempre la fine peggiore, fortunatamente quella parte di pavimento era ricoperta di materassini.
Alcuni si erano anche avvicinati per seguire l’allenamento.
-Mi fai rivedere come hai fatto quella mossa?- Era la voce di Nico, aveva gli occhi nascosti dietro i lunghi ciuffi corvini, li stava fissando anche se loro non riuscivano a fissare lui negli occhi, aveva le braccia incrociate al petto quasi come se fosse annoiato.
Frank lo accontentò ripetendola molto più lentamente.
Era tutta una questione di saper afferrare per bene l’avversario, mettere le braccia nei punti giusti e spingere all’indietro con la giusta forza.
In un attimo Percy si ritrovò a terra.
-Che nessuno chieda più di rifarlo- minacciò chiunque avesse provato a riaprire bocca.
Frank sorrise e si rivolse a Nico – Capito?
Il moro annuì guardandosi intorno. Doveva pur provarlo o non avrebbe mai saputo se l’avesse capito davvero o meno.
-Hey, Solace!
Fu lui la prima persona che vide, non era neanche troppo lontana.
Lo chiamò mentre gli correva contro, il biondo non fece neanche in tempo a girarsi che si ritrovò a terra, dolorante, con Nico che sedeva sopra il suo stomaco bloccandogli entrambe le braccia con le ginocchia.
Molto probabilmente non ci sarebbe mai riuscito se il biondo fosse stato consapevole di quello che voleva fare, Nico era troppo basso e magrolino in confronto a lui ma aveva avuto dalla sua parte l’effetto sorpresa.
Dalla bocca di Will uscì un mugolio di dolore e Nico sorrise puntando lo sguardo su Frank.
Lui e Percy erano rimasti a guardarlo con le labbra leggermente aperte.
-Così?
-Ehm … - Frank si riscosse dal suo stordimento – Okay si, wow, l’hai capito benissimo, ma … forse era meglio se lo provavi sui materassini, ecco.
-Si può sapere che hai contro di me?- Borbottò Will con uno sguardo curioso, lo stordimento iniziale era passato, più o meno, anche a lui.
Nico alzò le spalle –Ti sei trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Will non staccò i suoi occhi blu neanche un secondo dai suoi neri.
Molto probabilmente per questo Nico non si accorse che pian piano era riuscito a liberare le braccia, centimetro dopo centimetro.
Quando lo fece era ormai troppo tardi, Will lo afferrò velocemente per i fianchi e lo fece rotolare di lato, facendogli sbattere la testa nel pavimento duro.
Nico si lamentò per il dolore e il biondo si permise un sorrisetto vittorioso, poi entrambi furono distratti dalla voce di Calypso.
-Adesso basta giocare, tocca a me.
La ragazza si stava avvicinando a Frank e Percy spazzolandosi le mani. Scostò gentilmente quest’ultimo mettendosi in posizione di combattimento davanti a Frank.
Il ragazzo rimase spiazzato per qualche secondo, non solo era la metà di lui, ma era anche una ragazza. Non voleva farle male.
Calypso lo capì subito – Avanti! Se riuscirai a farmi qualche livido giuro che non me la prenderò.
-Okay- disse alla fine Frank anche se non iniziò.
Calypso sospirò esasperata e diede il primo pugno, che Frank riuscì a evitare facilmente, da quel momento in poi lui si svegliò e lei non attaccò più, mettendo in atto la sua tecnica.
Quel ragazzo avrebbe dovuto riflettere di più, quando Era li aveva presentati aveva detto di lei che era svelta e agile, era normale che avrebbe usato quelle sue capacità.
Andarono avanti per diversi minuti, Frank non riuscì mai a toccarla, Calypso non lo attaccò più, ma era chiaro che stesse vincendo lei, l’aveva fatto stancare parecchio.
Quando decise che era il momento giusto gli diede un calcio allo stomaco, Frank gli bloccò il piede e la fece cadere a terra.
Calypso sorrise, era andato tutto come aveva progettato.
Gli passò sotto le gambe e si rialzò dietro di lui, era stata così veloce che Frank non aveva avuto il tempo di girarsi che la ragazza gli era saltata addosso facendolo rotolare a terra.
-Hai vinto! Mi arrendo.
La ragazza si alzò in fretta pulendosi le mani nei pantaloncini – Sei bravo, ma la prossima volta non farmi vincere arrendendoti solo perché sono una ragazza.
Frank si mise seduto e la guardò dal basso –Non ti ho fatto vincere perché sei una ragazza.
-Certo. Hazel?
La ragazza si girò con un sorriso cercando con lo sguardo l’amica.
La canadese le rispose tenendo gli occhi su Frank – Sta mentendo.
Calypso sorrise vittoriosa e si allontanò.
Quasi tutti i ragazzi si erano messi a fissarli, ma a quel punto seguirono il suo esempio.
Solo Hazel si avvicinò a Frank e gli porse la mano per aiutarlo a rimettersi in piedi.
-Sei stato … uhm … carino a non volerle fare male.
Frank arrossì, balbettò un “grazie” e fuggì via.
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Ciaooo! Eccomi qui, esattamente dopo una settimana come vi avevo promesso (fino a prova contraria è già sabato).
Che dire? Esattamente come il titolo qui abbiamo i loro primi giorni insieme, quindi le loro prime impressioni. Forse è un tantino confusionario, ma volevo mettere tutti.
Naturalmente non vanno tutti d'amore e d'accordo, non subito almeno, ci sono le prime preferenze e le prime antipatie, anche se le cose possono cambiare, chi lo sa.
Penso di non scordare nulla d'importante... vado che fra qualche ora mi aspettano 4 ore tra i banchi di scuola... T-T Voi come ve la passate?
Alla prossima, Deh <3
  
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