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Autore: G RAFFA uwetta    19/09/2015    2 recensioni
Pietr Dement'ev cresce fino all'età di quattro anni convinto di non avere un padre, finché sua madre Malinka, l'ultima Veggente della sua casata, decide di rivelargli le sue origini. Scopre, non solo che suo padre è vivo, ma anche di essere un Mago. Dedidecherà la sua vita affinché la sua famiglia possa riunirsi.
Dal testo:"Hai vissuto tutta la vita sapendo della sua esistenza senza ricevere la concretezza di uno sguardo, di un abbraccio, di una parola di conforto. Sei cresciuto con gli occhi colmi di un futuro che solo con tua madre potevi condividere. Non è amore ciò che ti ha spinto ad accettare - come potevi amare il fantasma che abitava i sogni di tua mamma? - e nemmeno la devozione verso di lei, ma quell'assoluto bisogno infantile di avere vicino un padre."
Questa storia si è classificata quinta al contest "Diamo Lustro al Personaggio Originale - 1 edizione" indetto da L@dyriddle sul forum.
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Potter, Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia partecipa al contest "Diamo Lustro al Personaggio Originale - 1 edizione" indetto da L@dyriddle sul forum.

 

Come per tuo padre

Lasciare la fredda Siberia è stato doloroso così come veder sfumare il viso scavato dal tempo di tua madre. Sei rimasto ad osservare gli amati cani da slitta rincorrerti lungo la Strada Ferrata fino a quando non gli si è spezzato il fiato. Comunque non hai ripensamenti e stringi i pugni sulle ginocchia ossute quasi a voler strappare le lunghe vesti calde. Rannicchiato dal lato del finestrino, chiuso in uno scompartimento riservato, giochi a fare arabeschi sul vetro appannato. Ti rifiuti di pensare a cosa stai andando incontro, vuoi solo assopirti e sognare di lande infinite: bianche come la luna, fredde come il marmo, taglienti come il diamante. Eppure non puoi far a meno di risentire, come un'eco nostalgica, la voce di tua madre che ti cantilenava la stessa storia tutte le notti. Una storia triste e di forte presagio, una fiaba sul destino di un uomo che cambierà il mondo. Chiudi gli occhi assaporando le parole, abbeverandoti di quel dolce canto.

- Sulle basse rive del Volga incontrai un ragazzo. Seppi che era grande leggendo la profondità dei suoi occhi. Avrebbe smarrito la via per chiedere silenzioso aiuto. Così baciai il suo coraggio ed amai il suo Amore Boschivo. Mi inchinai al suo Sacrificio donandogli la Vita. In un campo fertile di un luglio afoso cambiai per sempre il suo futuro. -

Il treno impiega una settimana ad attraversare la Russia. In mezzo alle lande desolate non è facile rimanere in contatto, nemmeno se possiedi un cellulare. Ci sono delle zone franche in prossimità delle stazioni e grazie a queste hai modo di comunicare con Tatiana, la tua futura moglie. Non è molto alta e ha qualche anno più di te. Ha due occhi limpidi come il cielo invernale russo e i capelli sono castani, quasi biondi. All'apparenza sembra una ragazza timida, ma ha dimostrato di avere un carattere forte, sebbene abbia accettato passivamente la decisione di tuo nonno di farvi sposare. Anche tu hai lungamente protestato, indignato che esistesse ancora questa barbara usanza, ma alla fine hai ceduto. Esiste un vincolo imprescindibile nella tua casata: l'obbligo di tramandare il seme della Veggenza.

Alla stazione di Yaroslavsky, a Mosca, scendi impettito, chiuso in un lungo pastrano ricamato d'argento. La cappa è tenuta ferma in alto, sulla spalla sinistra, da un gioiello di straordinaria fattura. Cesellato nelle botteghe oscure di Vladivostok da abili artigiani è stato commissionato dall'ultimo Veggente della tua stirpe: tua madre, Malinka Dement'ev. L'oro e l'argento formano uno splendido intreccio a sostegno dell'aquila in giada purissima, tra gli artigli un serpente mozzato con in testa una corona di diamanti. Antiche rune formano la scritta: Орел доминирует принц(*1).

Con un gesto brusco alzi sulla testa il largo cappuccio impellicciato per nascondere i lunghi capelli scuri, intrecciati alla moda araba. Il viso troppo pallido mette in risalto i profondi occhi neri che sovrastano il naso adunco. Attraversi la grande sala dal lucido pavimento, gli stivali militari risuonano sinistri mentre muovi nervoso le gambe magre. Con finta casualità sfiori la bacchetta posta in una tasca segreta, toccare il guscio di tartaruga con cui è fatta ti dona un senso di pace.

Sorridi al pensiero di tua madre Malinka quando, con il viso ricolmo di gioia, ti rivelò la tua vera natura. Dopo l'ennesimo fatto inspiegabile, stavi letteralmente lievitando sul ghiaccio spaccato del laghetto dietro casa, si è convinta che era giunto il momento di rivelarti che eri il primo mago - dopo più di mille anni - a nascere nella vostra comunità, se non si conta il tuo avo, il grande Grigorij Rasputin(*2), anche se poi si rivelò essere solo un Magonò. In molti ti hanno ritenuto un vero prodigio, ma negli occhi di tua madre era nascosta un'altra verità.

Sul muro verso cui ti dirigi, proprio sulla grande Stella Rossa comunista, si delinea una porta; la luminescenza verde dei bordi contrasta con il candore dei muri. Preso da un finto interesse per un volantino propagandistico, che un burbero uomo chiuso nel suo pastrano ti ha messo in mano, ti appoggi casualmente tra i riverberi per venire trasportato oltre. La станция магия (stazione magica) è un luogo estremamente polveroso. Degli sbuffi di fumo denso si elevano dalle ruote di una motrice blu cobalto in attesa sull'unico binario. I pochi viaggiatori camminano a testa china, cercando di passare inosservati: il Regime Babbano ha fatto una silenziosa e spietata caccia ai maghi. Si narra che gli esigui sopravvissuti alla cattura siano morti in cella, tra atroci torture e sevizie, per carpirne i segreti. Prendi posto in uno dei comodi divani del treno e, sospirando, ti appresti al lungo viaggio che ti farà attraversare l'Europa portandoti fino alla città di Calais, nel Nord della Francia: lì ad attenderti ci sarà un amico di famiglia, un certo Tunderlooff. Stanco chiudi gli occhi, mentre ti fai cullare dal dondolio del treno in movimento.

Tua madre, all'età di quattro anni, ti portò in una comunità di Indiani Sioux - l'unico gruppo indigeno d'America ad essere sopravvissuto al massacro del Wounded Knee(*3) - in una regione sperduta dell'Alaska. Loro ti hanno accolto come un figlio insegnandoti a destreggiare la magia. Nelle notti di luna piena ti lasciavano solo in una piccola conca baciata dai raggi opalescenti . In quelle notti diventavi un tutt'uno con la Natura condividendone i segreti. Non praticavano incantesimi, ma la loro capacità di entrare in simbiosi con l'universo scatenava forze straordinarie, molto più potenti. Erano in grado di trarre da ciò che li circondava il meglio per la sopravvivenza, non trascurandone mai lo spirito e non abusandone. Ritenevano che ogni creatura avesse un nucleo che andava preservato e, se opportunamente manipolato, gli si poteva ridonare la vita. Questa loro credenza ti ha affascinato fin da subito portandoti a studiare la trasmigrazione. Al villaggio fu invitato un vecchio saggio bianco per aiutarti a padroneggiare, attraverso la bacchetta, il tuo dono. Lo sciamano scelse personalmente gli elementi dopo aver consultato per giorni gli Spiriti: un osso di balena come cuore - un cetaceo millenario spiaggiatosi nella loro riserva - e un guscio di tartaruga al posto del classico legno(*4).

Il viaggio è spossante e cominci a risentire del cambiamento climatico.

Non sei mai stato un bambino facile da gestire. Le lunghe notti invernali ti facevano paura perché popolate da sogni non tuoi. Passavi ore con gli occhi sbarrati cercando di non cedere finché stremato ti addormentavi abbracciato a Kendal, uno dei tuoi cani Husky. Spesso tua madre, in piena notte, ti trovava acciambellato sulla pietra del camino mentre singhiozzavi disperato. Eri troppo piccolo per riuscire a capire che i demoni, che visitavano le tue notti innocenti, non avrebbero potuto farti del male.

Non hai il dono della Veggenza come tua madre però, attraverso i sogni, entri in contatto con le anime dei vivi. Furono la pazienza e l'amorevole costanza dei Sioux a guidarti nell'intricato labirinto dei sogni, aiutandoti a distinguere l'Assoluta Verità dall'Ingannevole Bugia.

Finalmente giungi a Calais. La lunga cappa invernale è stata sostituita da un giubbotto che tenta inutilmente di proteggerti dal vento forte. Raggiungi il luogo d'incontro - il faro in fondo al lungo pontile del porto - tenendo legato al polso un foulard arancione. I lunghi capelli scuri frustano il viso addomesticati dalla forte brezza marina. Il sole incendia il cielo di colori caldi, mentre i gabbiani stridono volando rasenti sulle acque agitate. Appoggiato al parapetto, intento a scrutare l'orizzonte che sta appassendo, c'è un uomo tarchiato dal viso scolpito nelle rughe. Gli occhi castani portano il peso di una vita passata a combattere demoni.

Tunderlooff, figlio di purosangue consanguinei, nacque a Glasgow ed è l'ultimo discendente di una nobile casata caduta in disgrazia. All'età di undici anni venne istruito in privato da un precettore e diventato ragazzo fu assunto come fattorino in una bottega a Londra dove frequentò i bassifondi, mischiandosi con i peggiori malfattori. Una notte, ubriaco, picchiò e uccise tre ragazzini perché lo derisero in quanto Magonò. Catturato finì ad Azkaban dove tre anni dopo ebbe come vicino di cella Sirius Black. Ti raccontò come fu difficile, in quel luogo tetro, non cedere alla pazzia, degli scambi di confidenze avuti con Sirius venendo così a conoscenza di Hogwarts, dei Maladrini e dei loro scherzi. Infine seppe di Voldemort e delle stragi perpetrate in nome della purezza del sangue, quello stesso sangue che per lui era sinonimo di discriminazione. Suo padre, nel frattempo, riuscì a corrompere la Corte, giocando sulla sua condizione di Magonò, facendolo liberare ed esiliare in Russia come addetto alla manutenzione della Transiberiana. Fu lì che conobbe tua madre Malinka - quindi nulla è stato lasciato al caso, pensi meravigliato. Prima di congedarsi si raccomanda di non rivelare a nessuno i segreti di Sirius, lui non li aveva nemmeno svelati a suo nipote Neville Paciock malgrado sia uno studente della prestigiosa scuola.

Lo guardi allontanarsi piegato su se stesso. Non puoi fare nulla per cambiare le scelte sbagliate, ma attraverso i suoi sogni puoi solo esorcizzare i demoni. Ti concentri chiudendo gli occhi, estraniandoti da tutto. Il fruscio del vento diminuisce, mentre i colori della notte si amalgamano alle acque salmastre diventando un unico abbozzo. Come un esperto pittore smussi le linee ed offuschi i colori: rimarrà consapevole di aver fatto del male, ma sarà un ricordo sfuggente, impalpabile e polveroso come una patina su un vecchio quadro.

La passaporta che ti è stata consegnata - comprata illegalmente - è un calzino di lana avvizzita. Dopo un viaggio breve, ma scombussolante, ti lascia alle porte del villaggio di Hogsmeade. L'allarme scatta immediato insieme all'eco di un altro. Vedi tre ombre scivolare lungo i muri e sorridi perché hai la conferma di essere nel luogo giusto al momento giusto. Non hai tempo di indugiare, devi sfruttare la leggera confusione creatasi e risalire lungo il sentiero per il Castello, lasciandoti alle spalle le viuzze sorvegliate dai Dissennatori. Con gli Sioux hai imparato l'arte del camuffamento e la magia che scorre in te, ti permette di trasfigurarti in una libellula(*4) che si libra leggera nell'aria. Trovi la Stamberga Strillante esattamente nel luogo descritto da Sirius: una costruzione fatiscente prossima al crollo. Scardini le assi e ti intrufoli silenziosamente in quel regno polveroso. Percepisci, quasi come una lieve carezza, l'incanto protettivo alla vecchia catapecchia. Non te ne curi, il Preside penserà che sia stato Potter a far scattare l'allarme. Raggiungi velocemente il passaggio segreto perché vuoi arrivare al Castello prima che scoppi la Battaglia: è la tua unica occasione per vederlo in tutta la sua magnifica struttura. Grazie alle preziose indicazioni avute da Tunderlooff, individui il ramo giusto per bloccare lo scontroso Platano Picchiatore. Al mondo esistono solo tre di questi esemplari e gli altri due sono posti a guardia della Camera Funeraria del primo Re dei Vichinghi che toccò il suolo americano.

Una leggenda narra che Thorned scoprì l'entrata per una regione sconosciuta le cui incisioni sul portale asserivano fosse Atlantide, la Città degli Dei. Deciso a conquistare anche queste terre, si addentrò con il suo piccolo ma tenace esercito, non tornando più indietro. La moglie, antenata dei Nibelunghi, pianse lacrime di cristallo e stille di rubino, che si mischiarono al fertile terreno. Una notte di tempesta e fulmini si abbatté per tutta la regione, facendo tremare la terra e franare le alte montagne. Quando tornò il sereno, tre germogli erano spuntati ai piedi delle rocce, uno dei quali fu trafugato anni dopo da un giovane esploratore e portato in Europa.

Finalmente davanti agli occhi si rivelano le alte mura di cinta ed a sovrastarle spuntano le guglia come dita rattrappite dal gelido inverno. Ti alzi in volo tra i rami infastiditi, mentre la grande cupola si illumina a giorno. Intuisci, dalle piccole ombre che scivolano leggere sui vetri, che il castello si è svegliato e si prepara alla Battaglia. Da una torre uno sbuffo di fumo si allontana guizzando come un nero pipistrello, mentre il tuo cuore ha il primo spasmo d'affetto. Hai promesso e giurato che non saresti intervenuto per nessun motivo a cambiare gli eventi, ma è difficile rimanere impassibili a guardare la battaglia infierire su cose e persone. La foresta, che si stende alle spalle, brulica di creature arrabbiate che sgusciano quasi vomitate dalle sue profondità. Lamenti ed incantesimi sibilano nell'aria diventata elettrica, mentre ombre indistinte vengono abbattute come fuscelli nella tempesta. Avverti l'avvicinarsi del Vuoto che riempie ogni spazio, il respiro ti si condensa in gola mentre cerchi di tenere salda la mente che lentamente scivola nel baratro. Nulla è paragonabile all'immenso abisso che circonda l'anima di Voldemort. Le desolate tundre della Siberia non reggono alla devastazione di un'anima frammentata e, il grido di dolore di ciò che ne rimane, ti fa vacillare per il ribrezzo. Rientri furtivo per lo stretto passaggio e stringi i denti nascosto nei pertugi di un cassetto. Guardi senza emozione quella Creatura effimera, indegna di calpestare il suolo. Intorno ad essa la natura si ritira urlante e inorridita, spezzata dal dolore per tanta iniquità.

Ti sei preparato per anni ad affrontare questo momento.

Sulla pelle rivivi le lunghe notti passate a sognare il suo viso - così simile al tuo -, mentre il riflesso che la pallida luna ti permetteva di scovare sbiadiva all'incedere dell'alba. Le spossanti letture sui libri antichi, ereditati dal tuo avo Rasputin, con la sola conseguenza di affaticare le iridi scure come la notte più buia, mentre strattonavi con le dita diafane i lunghi capelli lisci. La paura di non riuscire a cristallizzare il sogno di tua madre, che scelse fra tanti l'unico degno di diventare tuo padre. Il dubbio del fallimento che corrode la carne sviandoti dall'unica certezza: donerai una vita degna di essere rivissuta per mezzo della trasmigrazione.

Eccolo infine tuo padre, entrare regale con il manto nero ad ombreggiare le pareti e gli occhi attenti fissi sul suo Signore e Padrone. Inchiodato nella tua forma Animagus smetti di respirare. Hai vissuto tutta la vita sapendo della sua esistenza senza ricevere la concretezza di uno sguardo, di un abbraccio, di una parola di conforto. Sei cresciuto con gli occhi colmi di un futuro che solo con tua madre potevi condividere. Non è amore ciò che ti ha spinto ad accettare - come potevi amare il fantasma che abitava i sogni di tua mamma? - e nemmeno la devozione verso di lei, ma quell'assoluto bisogno infantile di avere vicino un padre. Per un lungo istante l'hai odiata, ancora te ne vergogni, in quel lontano giorno che ha fatto cadere ogni barriera. Era estate con il sole caldo alto nel cielo che scaldava la pelle in modo lieve; come una delicata piuma che, leggera, sfiora il collo. Stavi composto al tavolo apparecchiato in giardino, all'ombra di un albero, intento a scacciare i fastidiosi insetti - strano come assurdi particolari rimangono impressi, mentre l'espressione di tua madre diventa sfocata come il frammentarsi delle onde che lambiscono un pallone fluttuante a pelo d'acqua -. Indossavi la magliettina blu dai disegni viola acceso, la tua preferita, e i sandaletti marroni dalla suola consunta. Le parole, prima dolci poi sempre più reali, ti vorticavano in testa creando un senso di panico e di abbandono. Non ne afferravi il pieno significato perché ti eri bloccato nella certezza che la figura paterna era - ed è - tangibile, non più un disegno su un foglio intonso voluto da un bimbo affamato d'affetto.

Un rumore ovattato ti giunge da dietro la sottile parete di legno ridestandoti dai tuoi pensieri e hai la certezza che anche i tre ragazzi sono presenti. Riporti l'attenzione su quel volto pallido scrutandone pensieroso gli occhi. Vi leggi la crescente agitazione nell'apprendere che ormai è prossima la fine. Intuisci che sotto la cenere la rabbia vuole esplodere: non è riuscito a portare a termine il compito affidatogli e l'amara verità bussa alla porta, facendogli comprendere che non gli è bastata una vita di rimpianti per riuscire a riscattarsi. Chiudi gli occhi impotente, mentre il grosso serpente attacca la gola dell'uomo, tuo padre. Il cuore trema e per un attimo cessa di battere. Senti su di te la morsa mortale e la vita che sgocciola in pesanti tonfi sordi. Attraverso la nebbia del dolore, in un silenzio agghiacciante, assisti all'impietosa agonia dei suoi ultimi istanti di vita: nemmeno hai avuto tempo per assaporare la gioia che ti è stata strappata.

Ora che tutto è concluso affidi le tue speranze al giovane ragazzo che sta entrando: la decisione di aiutarvi spetta unicamente a Harry Potter. Nemmeno il potere di tua madre è stato in grado di vedere oltre il buio che è calato dopo la visione della morte di tuo padre. Potter non è come te lo aspettavi. Lo immaginavi alto e biondo; un aitante guerriero greco, un eroe come nei film che trasmettono in tv. Invece è un ragazzo normale: non molto alto, capelli indomabili, corpo magro e un'andatura quasi esitante come se chiedesse sempre il permesso. Ciò che lo distingue è l'espressione risoluta contenuta negli occhi più belli che tu abbia mai visto. Non è solo l'insolito colore ad attrarre, ma l'anima che si intravvede risplendere, nonostante il dolore che ne deturpa il candore. Aspetti nervoso l'attimo propizio per rivelare la tua presenza. Secondo le ricerche fatte, l'anima può impiegare tre giorni a lasciare il corpo e in quel lasso di tempo alcune sue parti possono andare perdute: più lento è il processo, più orfana sarà l'anima. Potter si inginocchia e, all'ordine perentorio di quell'uomo - che anche davanti alla morte rimane fedele a se stesso -, raccoglie in una fiala le sue ultime volontà. I suoi due compagni di viaggio lo lasciano da solo e tu non puoi fare a meno di osservarlo, mentre porta omaggio ad un uomo, ne è ben consapevole, che lo ha disprezzato per tutta la sua breve esistenza. Approfittando di questo momento ti riveli tendendo in avanti, ben lontane dal corpo e visibili, le mani vuote. Lo vedi sussultare spaventato e sguainare la bacchetta che ti viene puntata sul candido collo. Immergi gli occhi in quel bosco tetro cercando di trasmettergli fiducia. Attraverso il tuo dono, entri nei suoi sogni rivelando la parentela con Severus. Condividi le emozioni vissute negli ultimi giorni e parte delle conoscenze acquisite. Infine gli consegni la fiala contenente il fluido azzurrino dei tuoi pensieri, dicendo semplicemente:

- Guardami. -

Per un lungo istante rimane immobile, estraniato, lo sguardo stanco e appannato di coloro a cui non importa più nulla. Poi, dopo aver lanciato un veloce sguardo al corpo martoriato che giace in terra, mi prende la fiala dalla mano e i suoi occhi sono illuminati da una nuova determinazione. Esce dalla stanza per andare incontro al suo destino, fiero e combattivo come pochi. Senza indugiare ulteriormente, accosti il medaglione alla spaziosa fronte di tuo padre. Vorresti abbracciarlo ed accarezzarlo, dargli quell'infinità di baci che invidiavi ai tuoi amici. Vorresti parlargli di te, della mamma, delle tue speranze e delle sue angosce. Vorresti condividere la gioia di averlo finalmente trovato e il rammarico di non averlo avuto accanto. Vorresti tante cose, invece rimani congelato a guardare il suo cadavere venire spogliato del bene più prezioso.

Creare il medaglione ed inserire i giusti incantesimi si è rivelato piuttosto facile. Benché gli scritti fossero antichi, e quasi illeggibili, non richiesero un grande dispendio di Magia: bisognava combinare alcuni elementi precisi, conferire loro la forma preferita e purificare l'oggetto con una pozione tratta dalla linfa di un unicorno. Il rituale per attivare il medaglione prevedeva un sacrificio: la vita stessa del donatore. - Un esempio è il Dalai Lama, la cui anima eterna trasmigra. (*5) - Questa clausola è imprescindibile. Affinché il sortilegio possa avvenire correttamente, l'essere a cui l'anima viene tolta, deve essere morto: l'anima si deve preservare nella sua pienezza. Studi successivi, intrisi di Magia Oscura, hanno modificato ed evoluto il procedimento creando gli Horcrux: particolari oggetti che contengono una parte di anima lasciando "in vita" il donatore. Ma come in tutte le cose, la Natura richiede sempre il giusto contrappeso: in questo caso il donatore offre un'altra vita in cambio della sua eternità.

La parte più difficile è ridare un corpo all'anima. Generalmente si sceglie un neonato, già morto alla nascita, in cui l'anima può attecchire e svilupparsi simultaneamente alla crescita del bimbo. In questo caso io volevo mio padre con tutto il suo bagaglio di emozioni e di sbagli, di scelte affrettate e amore incondizionato. Lo volevo con i suoi difetti e i suoi molteplici pregi, il carattere schivo e duro di chi è abituato a combattere oltre che a difendersi. Insomma volevo un Severus Piton integro.

Nei fascicoli di Rasputin si accenna ad una Bacchetta in grado di esaudire ogni più piccolo desiderio: venne donata dalla Morte stessa ad uno dei tre fratelli che l'avevano sfidata. Negli appunti vi è descritto il passaggio di mano in mano fino all'ultimo possessore ai tempi del mio avo: un certo Gellert Grindelwald. Fu facile scoprire il seguito e, sorprendente, capire come tutti i pezzi del puzzle si stavano incastrando. Ora che avevi tutto il necessario - i tuoi sogni ti hanno rivelato che l'ultimo ed unico possessore dei tre Doni della Morte sarà Potter -, il medaglione purificato e l'incantesimo per ricreare un corpo, eri pronto a darti la possibilità di amare tuo padre e a lui una vita degna di essere rivissuta.

Aspetti Potter, sperando in un suo ritorno, vegliando il cadavere. Nei tuoi sogni lo vedi affrontare il Pensatoio e cedere ai dubbi, arrabbiarsi per l'inganno e scoprire di dovere molto a Piton, desiderare di essere lontano mille miglia e prendere la decisione più sofferta: sacrificarsi per il Bene Superiore. Lo segui lungo il suo personale Inferno e aspetti paziente il risveglio, vivi con lui la Battaglia e senti sulla tua pelle la lacerante sensazione di aver privato della vita un altro essere vivente. Ed ora è di nuovo qui con te, al tuo fianco, inginocchiato a porgere il giusto rispetto a quell'uomo che l'ha protetto, piangendo calde lacrime. Lo osservi in silenzio mentre, lentamente, alza il braccio con cui impugna la Bacchetta di Sambuco. I suoi occhi non hanno espressione: vuote voragini di chi ha vissuto ed è morto per un ideale. Gli porgi l'amuleto che sembra intensificare il bagliore a contatto con le sue dita. Un movimento rapido e la potenza dell'incanto Sculpt Corporis Humani(*6) illumina la piccola stanza. Fuori il lago rumoreggia gonfiando le onde, mentre il sole si risveglia dal suo sonno. Sospeso nell'aria, tra di voi, l'amuleto esplode in milioni di schegge che cominciano a roteare vertiginosamente. I suoi occhi, di un verde cupo, ora riluccicano come le stelle del firmamento. Il vortice di luce si chiude su se stesso facendo cadere per contrasto le tenebre. In quel silenzio surreale vi giungono i suoni sommessi del risveglio della Natura. Nel buio più totale un piccolo nucleo riluce al centro della stanza, lentamente si espande fino a diventare un bozzo. Con uno scatto fulmineo lo afferri e te lo stringi addosso. Incateni gli occhi ai suoi: vi è un morbido riflesso di foglie cotte al sole, che morenti guadagnano il terreno. Avvicini il viso cercando di cogliere l'aroma speziato di aghi di pino. Lo osservi socchiudere le palpebre come in attesa, le labbra screpolate leggermente inumidite. Accosti lentamente la bocca alla sua, respirando il suo respiro. Ed ecco che intravvedi il guizzo argentato: il riflesso di puro desiderio nascosto nelle profondità del cuore. Senza indugiare oltre lo baci e capisci che sei perduto. Come per tuo padre, il fato non ti ha concesso un'anima gemella, solo il terribile destino di amare senza essere corrisposto. La magia intorno a voi compie l'impossibile. All'ombra delle vostre ciglia, in bagliori affievoliti, un corpo prende forma, si plasma, si arricchisce dell'anima che era chiusa nell'amuleto: come un feto nell'utero materno si evolve fino a diventare concreto. Continui a baciarlo conscio che non ci sarà un'altra possibilità. Quegli occhi verdi nascosti dagli occhiali tondi saranno la tua condanna per aver voluto sfidare la Morte. Per aver voluto donare un'altra vita a tuo padre. Per aver reso giustizia ad un uomo che, pur avendo perso tutto, ha saputo rialzarsi e riprendersi la sua dignità sebbene nessuno ne decanterà mai i meriti. Lentamente fai scemare il bacio anche se continui a stringertelo addosso in modo doloroso. Avvicini le labbra gonfie al suo orecchio e sussurri delicatamente:

- Grazie. -

Non aggiungi altro, mentre i suoi occhi si riempiono di consapevolezza. Ti allontani e con amorevole cura avvolgi il corpo nudo di tuo padre in un sudario, mentre pensi che sarà dura spiegargli la scelta fatta anni prima da tua madre. Come irragionevolmente abbia voluto strapparlo all'agognata morte per donargli una seconda possibilità.

Ora che hai finito guardi con malinconia Harry. Negli occhi hai il riflesso di un amore che avresti voluto vivere, mentre lo implorano di lasciarsi andare alla vita che vorrebbe davvero vivere. Sai che è inutile perché nei tuoi sogni sai già la scelta che farà. Accarezzi lievemente il contenitore vuoto che era stato Piton e, dopo un ultimo sguardo, una lacrima scivola lungo le guance pallide.

- Addio - soffi angosciato.

Afferri la Bacchetta di tuo padre e la fai diventare una Passaporta. Mentre svanisci Harry si accascia a terra conscio del peso che gli grava sulle spalle e, quegli occhi così limpidi, ora sono l'Inferno di un'esistenza che non vorrebbe vivere.


 

Note autrice: prima di tutto ringrazio la beta che si è presa sulle spalle il compito di correggere e revisionare questo deli... storia: grazie!

(*1) ossia in italiano AQUILA SOVRASTA PRINCIPE. L'aquila è l'animale che rappresenta la casata dei Dement'ev.

(*2) mi sono servita del personaggio di Rasputin in quanto più persone, nella sua vita, lo hanno davvero reputato un Mago.

(*3) notizia confermata da Google, io ho aggiunto la loro possibile sopravvivenza e il trasferimento in Alaska - quanto mi piacerebbe viverci.

(*4) ho scelto gli animali secondo la descrizione trovata in un sito (questo http://indianiamerica.it/totem-animali/serpente-totem-animale )

(*5) lasciatemela come licenza poetica.

(*6) dal latino scolpire corpo umano: è un incantesimo inventato da me. paksA thadò wichasta in lingua dakota.

 

ulteriori note: Malinka Dement'ev è una giovane Veggente di un'antica casata russa. Durante un suo viaggio incontra un ragazzo e per lui emette una Profezia. Potrebbe ignorarla, invece decide di cambiagli il destino concependo con lui un figlio. Pietr Dement'rv crescerà prodigandosi per portare a termine il compito di dar un futuro a suo padre.

Oltre ad essermi informata sui riferimenti storici, ho voluto arricchire la storia con leggende completamente inventate che mi auguro risultino gradite.

Spero si intuiscano tutti gli incastri voluti con la storia originale e mi scuso in anticipo nel caso sia uscito un pasticcio.

Buona lettura e mi farebbe piacere ricevere commenti, critiche e quant'altro riteniate opportuno. Grazie.


 


 


 

   
 
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