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Autore: ourloveisacrime    19/09/2015    1 recensioni
Inspired!AU
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«Tu... lo ami? » chiede schiettamente la moglie al proprio re.
«Lui è Harry», risponde semplicemente. Come se quella frase racchiudesse in sè mille significati differenti.
Genere: Malinconico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU, Cross-over, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Did We Create A Modern Myth?
 

Aristotele, riferendosi al rapporto tra Alessandro Magno ed Efestione, parlò di “una sola anima dimorante in due corpi”.


Vi siete mai chiesti cosa pensa un condottiero la notte prima della battaglia? Che pensieri potranno mai passare per la sua testa? Rimpianti per le battaglie passate? Speranza di poter sopravvivere per vedere la prossima luna? Smania di aggiungere un’altra vittoria alla lista di successi?
Tutte risposte apparentemente corrette, ma Louis, re di Macedonia, la notte prima della battaglia di Guagamela ha solo un pensiero in mente: passare la notte con il suo migliore amico e consigliere fidato. É la sua àncora da quando erano ragazzi, il suo porto sicuro, e prima di una battaglia é l’unico che possa tenerlo ancorato alla realtà.

Prima ancora che possa abbandonare i suoi soldati intenti a pregare, e avviarsi al suo accampamento, Harry si avvicina a lui cogliendolo alla sprovvista.
«Chi preghi stanotte, mio re?» chiede il riccio stringendosi nella propria veste.
«Phobos.»
«Paura? Questo é un brutto presagio»
«Per Dario, non per me», risponde il re macedone, invitando l’amico a seguirlo tra i vari accampamenti. «Sto iniziando a credere che la paura della morte guidi tutti gli uomini, Harry. Questo non ce l’hanno insegnato a scuola, ed é la causa di tutti i nostri mali».
Harry non trova le parole per ribattere e si limita a fermarsi accanto a lui, davanti il possente Crateros.
« Quindi Crateros...», inizia il re, catturando l’attenzione dell’uomo dinnanzi a lui.
«Sua Maestà»
«Siete pronti per l’alba di domani?»
«Ci mette troppo tempo ad arrivare, se devo essere onesto. Gli uomini sono volubili come puledri»
«Bene, la paura fa combattere meglio i soldati. Dì ai tuoi uomini di stare all’erta, ma che riposino bene, mi raccomando»
«Non si preoccupi, generale. Sono noto per dormire con gli occhi aperti come il culo di un bambino».
Le risate si diffondono tra i soldati ancora svegli.
« Solo perché qualcuno potrebbe rubare il suo bottino, sire», fa notare un giovane soldato.
«Dopo domani, anche il più parsimonioso tra voi sarà re», risponde Louis sorridendo ai propri guerrieri.
«Gli déi sono con noi, Sua Maestà»
«Sì, lo sono», annuisce il re.
Improvvisamente l’atmosfera si fa più seria a causa delle parole di un uomo: «Potrete macchiare il suolo con il sangue persiano, mio re. Ho sempre avuto fiducia in voi, Louis, ma tutto questo sembra più grande di noi».
«Ha Patroclo dubitato di Achille quando stavano fianco a fianco all’assedio di Troia?»
«Patroclo é morto per primo», fa presente Harry, guardando l’amico dritto negli occhi.
Louis lo fissa di rimando e gli fa cenno di seguirlo, una volta distanti dai soldati, davanti al proprio accampamento, si decide a rispondergli: «Se accadrà a te, se dovessi cadere Harry, anche se la Macedonia dovesse perdere il suo re, io ti vendicherò e ti seguirò fino alla casa della morte».
«Farei lo stesso, lo sai».
«Alla vigilia della battaglia é più difficile stare da soli».
Harry sa che quello é il modo del suo re per invitarlo a passare la notte con lui, come sempre prima di ogni battaglia, con addosso l’incertezza che sia l’ultima occasione per stare insieme. «Sì. Allora forse... forse questo é un addio, mio Louis».
«Non temere, Harry. Siamo solo all’inizio di questa avventura», risponde il re macedone abbracciando il riccio, e spostandosi all’interno della propria tenda.

• • • •

La notte é arrivata da poco a Babilonia e Harry si sta recando nelle stanze del suo re, é stato convocato con urgenza, e ogni volta che succede non é mai una buona cosa.
Le stanze del re, Harry le visita quotidianamente, Louis lo vuole al suo fianco in ogni momento, il giorno per confidarsi e pianificare attacchi, la notte per stringerlo e respirare il profumo della sua pelle, perciò non gli serve qualcuno che lo inviti a entrare o che gli indichi la strada, arriva semplicemente alla porta e la spalanca, senza chiedere il permesso, non ne ha bisogno, non ne ha mai avuto il bisogno.
«Resta con me questa notte Harry», é l’unica cosa che dice il re appena scorge il suo migliore amico sulla porta.
Harry probabilmente avrebbe voluto rifiutare, avrebbe voluto dirgli che rimanendo o tornando da lui tutte le notti si facevano solo del male, ma il povero riccio non é mai stato capace di negare alcunché all’uomo dagli occhi di ghiaccio di fronte a lui. Perciò si limita solo a sviare il discorso: «I generali discutono della tua ossessione per Dario. Dicono che non era nei piani che diventassi re dell’Asia».
Louis sospira e afferrando un calice di vino si reca sul balcone della sua stanza, seguito da Harry.
«Naturalmente. Vogliono solo tornare alle loro case, ricchi d’oro possibilmente. Ma io ho visto il futuro, Harry. L’ho visto ora e un migliaio di volte, su mille volti diversi. Queste persone vogliono... hanno bisogno di un cambiamento» afferma con enfasi Louis, volgendo lo sguardo alle fioche luci che si scorgono dal balcone. «Aristotele aveva sbagliato su di loro».
«In che modo?»
«Guarda quelli che abbiamo conquistato: lasciano i loro morti insepolti, fracassano i teschi dei loro nemici, si accoppiano in pubblico. Che cosa possono pensare, o cantare o scrivere, quando nessuno sa leggere? Ma come esercito di Louis, possono andare dove mai avrebbero pensato fosse possibile. Le Louisiane¹ , dall’Egitto verso l’oceano, potremmo collegare queste terre, e il popolo...»
«Alcuni dicono che le Louisiane sono diventate estensioni di Louis stesso. Attirano persone nelle città in modo da renderli schiavi».
«Ma noi li liberiamo, Harry! Li liberiamo dalla Persia, dove tutti vivono come schiavi. Io voglio liberare i popoli del mondo, così d’avere più gloria di Achille o di Eracle, una prodezza che potrebbe rivaleggiare con Prometeo».
«Ricorda il destino di questi eroi, Louis. Hanno sofferto notevolmente»
«Tutti noi soffriamo»
Harry tira un sospiro e ruota tutto il corpo verso il suo re. «Una volta hai detto “La paura della morte guida tutti gli uomini”. Non c’é amore nella tua vita Louis?»
Il re di Macedonia avrebbe voluto voltarsi a sua volta verso il giovane accanto a sè e liberare i sentimenti che gravano sul suo cuore, ma é sempre stato più facile tacere, e ancora una volta é ciò che fa.
«A volte mi domando se non sia tua madre quella da cui fuggi, così tanti anni, così tanta distanza fra voi due. Di cosa hai paura?»
«Chi puo’ saperlo? Quando ero bambino mia madre mi credeva divino, mio padre dobole. Quale dei due sono, Harry? Debole o divino?» gli domanda tristemente.
Il riccio non é capace di reggere quello sguardo di cristallo che l’ha sempre lasciato inerme, e inevitabilmente si ritrova ad allontanarsi da lui.
«Io so solo che l’unico di cui mi fido a questo mondo sei tu. Mi sei mancato. Ho bisogno di te. É te che amo te, Harry. Nessun altro».
Con il cuore che rischia di trapassargli la cassa toracica e le lacrime che gli rigano il volto,  Harry tira a sé l’altro risucchiandolo in un abbraccio.
«Mi ferisci ancora ogni giorno, Louis, ma sei tutto quello a cui tengo. E per il dolce respiro di Afrodite, sono geloso di perderti a causa di questo mondo che desideri così fortemente».
«Non mi perderai mai. Sarò con te sempre, fino alla fine».

• • • •

Harry sapeva che quel giorno sarebbe arrivato prima o poi, ma serebbe una menzogna dire che sperava non accadesse mai. Si era preparato anni prima a questa eventualità, ma tra dire e il fare... .
Louis, il suo Louis, si è sposato questa mattina, e tra poche ore proverà a concepire un erede. Com’è giusto che sia, si ripete mentalmente. Eppure la consapevolezza che il suo re debba toccare un altro corpo, debba baciare altre labbra, debba unirsi a qualcun altro, gli fa venire la nausea, ma deve ricordarsi che è giusto così. Il re ogni notte tenterà di dar vita a un possibile erede, mentre lui l’aspetterà nelle sue stanze per dargli l’amore che solamente Harry è in grado di trasmettergli.
Tra le altre cose che Harry sa, c’è la consapevolezza che non dovrebbe trovarsi davanti la porta della camera nuziale di Louis, ma sa anche che è il momento più giusto per parlare con lui. Deve ricordargli che nonostante tutto sono sempre loro due contro il mondo, che non ha importanza chi altri entri nella loro vita, l’avventura è solo loro, e loro continueranno a viverla fino alla fine.
Facendosi coraggio Harry oltrepassa l’entrata e si trova davanti Louis. Chissà, magari anche lui stava per andare a cercarlo?
Louis è pronto a parlare, ma Harry lo interrompe sul nascere: «Shhh», estrae dalla propria veste un anello d’oro con un enorme rubino screziato «L’ho... L’ho trovato in Egitto. L’uomo che me l’ha venduto ha detto che proviene da un tempo in cui l’uomo adorava il sole e le stelle, e io ho sempre pensato a te come il sole, Louis». Si ferma per asciugarsi le lacrime che gli solcano il viso e per infilare l’anello al dito del suo uomo, poi riprende: «E... Pregherò affichè il tuo sogno si realizzi, ti auguro di avere un figlio maschio. Sei un grande uomo, molti ti ameranno, Louis, ma nessuno in maniera così pura e profonda come ho sempre... »
Lo sproloquio del riccio viene interrotto dall’arrivo della nuova giovane moglie del re. Harry si sente a disagio, lo sguardo di quella donna gli oltrepassa le ossa provocandogli brividi su tutto il corpo. Si volta nuovamente verso Louis e cerca di comunicargli tutte le cose che ancora aveva da dirgli con lo sguardo, sa che lui capirà. Infine lascia la camera senza più voltarsi.
«Tu... lo ami? » chiede schiettamente la moglie al proprio re.
«Lui è Harry», risponde semplicemente. Come se quella frase racchiudesse in sè mille significati differenti.

• • • • 

Louis non era preparato a questa eventualità. Era sempre stato convinto che il primo ad andarsene sarebbe stato lui, era il re dopottutto, chiunque attentava alla sua vita, era pronto alla prospettiva che sarebbe morto giovane, senza magari poter avere un erede e vederlo crescere, ma non era decisamente pronto a trovarsi seduto al capezzale del suo secondo in comando, del suo migliore amico, dell’amore della sua vita.
Da quando Harry ha iniziato a stare male, Louis si era adoperato per chiamare a raccolta tutti i medici e guaritori possibili, lo voleva in forze al più presto, lo voleva in salute e al suo fianco.
«Solamente l’altra sera lui stava...»
«É l’acqua, Sua Maestà. L’ha mischiata con il vino», cerca di spiegare l’ultimo medico consultato.
«Ma com’è possibile?»
«Oh, non si preoccupi, Sua Maestà. Poche notti a completo riposo e starà meglio, ma niente vino o...»
Stanco di sentire l’ennesima falsa spiegazione con tanto di raccomandazione priva di senso, Louis manda fuori dalle stanze del riccio tutti quanti, servitori compresi.
«Mi sento meglio. Presto sarò in piedi», cerca di rassicurarlo, nonostante la voce tremante e gli occhi innietati di sangue.
«Dobbiamo partire per l’Arabia in primavera e io non posso partire senza di te»
«L’Arabia...», sospira sognante.
«Da ragazzi eravamo soliti travestirci da sceicchi... e combattere con le nostre scimitarre di legno. Eri l’unico che non mi ha mai lasciato vincere, l’unico che è sempre stato onesto con me. Mi hai salvato da me stesso. Per favore non lasciarmi, Harry», lo implora il re, accarezzandogli il volto dolcemente.
«Mio Louis, mi ricordo del giovane uomo che voleva essere Achille»
«E tu Patroclo. E poi cosa è successo? Il nostro è un mito in cui solo i giovani uomini credono»
«Ma com’era bello quel mito!»
«L’abbiamo eguagliato e poi siamo caduti», risponde il re prima di alzarsi dal letto e avvicinarsi alla finestra. «Oh, Harry», sospira ancora, dando le spalle all’amico.
«Mi preoccupa saperti senza di me»
«Non sono niente senza di te. Forza, combatti Harry. Moriremo insieme. É il nostro destino. Avremo dei figli con le nostre mogli...e i nostri figli giocheranno insieme come abbiamo fatto noi. Un migliaio di navi faremo salpare da qui, Harry. Gireremo l’Arabia, e risaliremo il golfo d’Egitto. Da lì costruiremo un canale attraverso il deserto... e verso il Mare di Mezzo². E poi ci sposteremo a Cartagine, e quella grande isola, la Sicilia. Dopo di che, la tribù romana, bravi guerrieri, ma noi li batteremo. E poi esploreremo le foreste del nord e attraverseremo le Colonne d’Ercole spostandoci verso l’oceano occidentale. E un giorno, Babilonia, con il suo porto, sarà il centro del mondo. Le Louisiane cresceranno, la popolazione sarà mista e libera di viaggiare. L’Asia e l’Europa si riuniranno. E noi invecchieremo, Harry... guardando fuori del nostro balcone questo nuovo mondo che costruiremo insieme». Si volta nuovamente verso il ragazzo steso sul letto. Alcuna risposta proviene da lui. «Harry? Harry? », lo chiama a gran voce avvicinandosi.
Il riccio ha gli occhi chiusi, un leggero sorriso accennato sulle labbra e una lacrima che ancora gli riga il volto.
«Noooooo!»
Le grida di dolore del re gelano tutto il palazzo. Chiunque le puo’ udire, dai soldati nei giardini pensili ai prigionieri nei sotterranei.
«Dov’è il dottore?!», sbraita ancora il re.
Nelle stanze di Harry accorrono subito il medico e i guerrieri più fidati di Louis.
«Non so spiegarlo, Sua Maestà. Non è possibile. Io...io lo giuro su Apollo», cerca di giustificarsi il medico.
«Uccidetelo! Portatelo fuori adesso e uccidetelo!»
«Andate via, andate via!» si appresta a cacciare il medico uno dei soldati.
Ma Louis è ancora in preda al dolore, non vuole nessuno in torno. Chiunque potrebbe essere il responsabile della prematura dipartita del suo Harry. «Bugiardi, bugiardi! Lo odiavate tutti, tutti voi! Uscite! Uscite!»
Rimasto solo con il suo amato cerca di ritrovare la calma, anche se sa che non durerà molto, ma ne ha bisogno per poter salutare il suo piccolo guerriero. Si concede un ultimo sguardo a quella pelle nivea che amava accarezzare, a quelle labbra rosse come il sangue che mordeva ogni notte, e a quei ricci che tanto adorava stringere tra le dita. Gli sfiora il volto un’ultima volta in una muta carezza, sotto i suoi polpastrelli la pelle del riccio è già più fredda del normale. Sembra che stia riposando beatamente, come in quelle sere che giacevano insieme, ma stavolta non si risveglierà, non riaprirà nuovamente quegli smeraldi incastonati negli occhi. Questa è la fine. La fine della loro avventura.
Il re macedone viene riscosso dall’ennesimo moto di rabbia, ci ha ragionato, è certo che Harry non sia morto a causa di una malattia, i medici erano tutti ciarlatani, e le guardie, i soldati e persino i servitori sono troppo schivi per poter pretendere di non sapere cosa fosse successo realmente. Loro sanno, e ora anche lui ha capito. Solo una persona avrebbe potuto avvelenare Harry, non ha dubbi a riguardo, e proprio da lei ora si sta dirigendo.
«Andatevene, andatevene tutte! Arpie! Uscite ora!», grida il re alle ancelle della moglie appena mette piede nelle sue stanze.
«Sei ubriaco di nuovo?», chiede la regina.
«É morto»
«Chi?»
«Molti lo odiavano, ma non credo che nessun altro avrebbe osato»
«Harry è morto?»
«Sei un mostro!»
«Ma sei impazzito?»
«Mi hai portato via l’unica persona che abbia mai amato. Possano tutte le furie dell’inferno attraverso il tempo dannare il tuo miserabile cuore!»
Louis è accecato dalla rabbia e dal dolore. Gli hanno portato via la cosa più importante della sua esistenza, e la responsabile è lì davanti ai suoi occhi. Ne è certo. E la pagherà cara per questo affronto, pagherà con la sua vita. Gli stringe le dita al collo e inizia a stringere. La ucciderà lentamente, in modo tale che possa soffrire come lui stesso sta soffrendo.
«Louis, aspetto tuo figlio... Louis, avremo un bambino...», cerca di dire la donna con quel poco di fiato che ancora le rimane. 
«Sua Maestà, no », una delle ancelle, accorsa a causa delle urla, cerca di fermerlo invano.
«Louis, aspetto tuo figlio. Louis, marito mio, mio re... avremmo un bambino» 
«Mio povero, povero, sfortunato figlio!», sussurra il re allentando la presa sul collo della donna. «Non avvicinarti mai più a me».
«Nooooo! » grida la regina mentre Louis la guarda con disprezzo per l’ultima volta per poi andarsene.

• • • •

Nella sua breve vita, Louis, è riuscito ad eguagliare, senza dubbio, la mitica gloria del suo antenato Achille, e il sacrificio per ciò è stata una morte precoce. Molti dicono che sarebbe potuto restare a casa, in Macedonia... sposarsi, formare una famiglia, e morire più in là, per poi essere celebrato come degno sovrano. Ma questo non era Louis. Per tutta la sua vita ha lottato per liberarsi dalla paura, e da questo, questo solamente, è stato reso libero. L’uomo più libero che  abbia mai conosciuto.  La sua tragedia è stata dettata da una crescente insofferenza di coloro che non potevano capire i suoi piani, e se il suo desiderio di unire i greci e i barbari si è concluso con un fallimento, non ha importanza,  perchè il suo fallimento sovrastava successi di molti altri. Ma la gloria e la memoria dell’uomo apparterranno sempre a quelli che seguono la loro grande visione, e il più grande  di questi è quello che chiamano Louis Il Grande. Il più grande Louis di tutti i tempi.
Il 10 Giugno, un mese prima del suo 33esimo compleanno, il cuore di Louis si è fermato. 
E come anni prima giurò, potè ricongiungersi alla sua metà, Harry.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Louisiane¹: mi sono presa la libertà di cambiare il nome delle Alessandrie. Il motivo mi sembra alquanto ovvio: Alessando Magno chiamò le città da lui erette con il proprio nome, in questo caso il nostro eroe è Louis, perciò la modifica era inevitabile
Mare di Mezzo²: nel film in lingua originale parlano di “Middle Sea”, nella versione italiana sinceramente non ricordo come l’abbiano tradotto, dunque nel dubbio io l’ho tradotto letteralmente 






>>HERE WE ARE<<
Dunque, innanzitutto buongiorno, e grazie per essere arrivati fino alla fine di questa storia.
L’idea di partenza era scrivere una FlashFic incentrata sulla scena del balcone di Babilonia, chi ha visto almeno una volta il film Alexander (2014) puo’ capire il turbinio di emozioni di quella determinata scena e la mia conseguente scelta. Ma alla fine mi sono ritrovata a scrivere degli stralci di varie scene del film. 
Il titolo è preso dalla canzone A Modern Myth dei Thirty Seconds to Mars di cui Jared Leto è l’autore (tra l’altro è l’attore che interpreta Efestione nel film a cui mi sono rifatta). Perciò facendo il punto della situazione direi che ho semplicemente deciso di mettere per iscritto delle scene di uno dei miei film preferiti trasformando quella che per me è l’otp delle otp (Alessandro×Efestione) in una fanfic Larry. I dialoghi sono quasi gli stessi del film (mi riferisco a quello in lingua originale, perchè in italiano non lo vedo dal 2013), mentre le eventuali modifiche sono volute. Mi scuso qualora siano presenti errori, nei prossimi giorni la rileggerò e provvederò alla correzione. Chiunque volesse farmi sapere la propria opinione, si senta libero di recensire, accetto ogni genere di commento. Spero di tornare presto con qualche altro scritto.
Grazie ancora, lots of love. Xx
R.
  
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