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Autore: SweetPandemonium    10/02/2009    2 recensioni
Spin-off I Will Never Give Up
Chi non segue la fic, forse non ci capirà nulla =D
Beh si, non era necessario cercare troppo lontano, forse bisognava semplicemente guardarsi intorno.
Forse la felicità era sempre stata li, accanto a lui.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Will Never Give Up'
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Allora, in questa shot c’è un personaggio di una mia long-fic che è scomparso circa nel decimo capitolo quindi volevo dare l’idea di che fine abbia fatto!

Naturalmente chi non segue la mia fic non ci capirà un cavolo di questa shot! xD

 

Close To Me

 

 

Thomas uscì di corsa da un palazzo nella periferia di New Orleans.

La mascella contratta per il nervosismo e le mani, tremanti, chiuse a pugno.

Non poteva crederci. Non si era mai sentito…rifiutato.

Entrò in macchina e poggiò le mani e la fronte al volante.

Sentiva una strana sensazione nel petto.

Anche se Brian gli piaceva particolarmente, quella sensazione che sentiva non aveva molto a che fare con quello che era appena successo. Brian forse aveva trovato l’amore e, con il modo in cui guardava quel ragazzino che ora era il suo ragazzo, era riuscito a metterlo, finalmente, a contatto con la realtà.

Quello che avevano appena fatto a lui…lui lo faceva da molto ormai e mai, mai aveva pensato che potesse essere così…doloroso.

Sbattè con rabbia le mani sul volante e poi mise in moto la macchina, partendo a tutta velocità.

Non avrebbe mai voluto fargli del male.

Qualche minuto fermò la macchina in seconda fila davanti ad un palazzo dalla facciata un po’ rovinata.

Gli voleva bene. Non avrebbe davvero voluto fargli del male.

Corse a perdifiato per le scale, mentre i capelli rossicci si scompigliavano al vento, prima di bussare freneticamente ad una porta.

Qualche minuto dopo un ragazzo dai capelli castano scuro, disordinati, ed occhi neri come la pece, andò ad aprire.

- Thom…che ci fai qui? – chiese, con un espressione divenuta improvvisamente triste, mentre si puliva le mani sporche su una camicia altrettanto sporca di ogni sorta di colore.

Thomas non riuscì a parlare a causa del fiatone e quindi si appoggiò allo stipite della porta per riprendere fiato.

Quale fiato? Quello che si era sentito spezzare davanti ai suoi occhi.

Scusa, scusa...mi dispiace.

Il ragazzo si portò indietro i capelli un po’ lunghi sulla fronte, sbuffando.

- Thom…ho da fare. Devo consegnare una tavola domani. Non ho tempo. – disse, facendo per chiudere la porta, ma il rosso la bloccò con il piede.

- Oh insomma. Che vuoi ancora? Non hai un ragazzo ora? Cosa vuoi ancora da me? – chiese, improvvisante innervosito, voltandosi verso l’ospite indesiderato.

Mi dispiace, mi dispiace...

- Mi dispiace…- soffiò Thomas. – Mi dispiace davvero tanto, Col. –

Colin sentì un brivido percorrergli la schiena. Sentiva il bisogno di spalancare quella porta e abbracciare l’uomo che amava con tutto se stesso.

Ma no, non poteva. Non dopo tutto quello che gli aveva fatto, quello che gli aveva permesso di fare.

- Perché ti scusi? – chiese, abbassando lo sguardo e lasciando la presa della maniglia, così da dare la possibilità al ragazzo di entrare e chiudersi la porta alle spalle.

- Perché ho capito che sono un coglione. Che non avrei dovuto fare quello che ho fatto. Io…io lo so che hai sofferto a causa mia…e io pensavo solo a cercare di dimenticarlo. Non avrei dovuto usarti in quel modo dopo che la mia storia con Adrian era finita. Anche se stavo male…non ho scusanti – disse, appoggiandosi alla porta e abbassando lo sguardo.

Il cuore di Colin aumentò i suoi battiti, ma scosse la testa e andò velocemente verso la tela che si trovava al centro della suo salotto disordinatissimo.

Prese in mano il pennello e continuò quello che aveva interrotto.

- Dì qualcosa per favore…- mormorò Thomas alle sue spalle.

- Cosa dovrei dirti, eh? – sbottò, girandosi verso di lui – Io ero qui, per te, ti ho consolato, pensando che forse, quando saresti stato meglio, ti saresti accorto di me. Invece tu che fai? Scopi con il primo ragazzo carino che incontri in una fottuta biblioteca. – continuò mentre, se possibile, gli occhi si scurivano ancora di più a causa della rabbia.

Thomas si vergognò come mai in vita sua, e abbassò lo sguardo.

- è troppo tardi ora. Non sono qui ai tuoi comodi…- disse allora il moro, vedendo che l’altro non aveva nulla da ribattere. – Ora, per favore, lasciami solo. – gli chiese, tornando a lavorare sulla sua tela, mentre sentiva il suo cuore andare a pezzi.

Il rosso sospirò, sentendo il bisogno viscerale di una sigaretta.

Guardò le spalle minute che Colin gli mostrava.

Gli tornò alla mente lo sguardo con la quale Brian aveva guardato quel ragazzo con il volto da bambino mentre gli diceva di stare calmo, e ricordò il modo in cui il ragazzo aveva ricambiato il suo sguardo.

Paura, aveva letto in quello sguardo, paura di perdere una persona importante per lui.

Quello sguardo ora…caratterizzava anche lui.

Paura, indicibile, profonda paura di perdere una persona importante che gli aveva donato amore senza volere nulla in cambio, rispettando i suoi tempi e soddisfando i suoi bisogni.

Come quel ragazzo non avrebbe esitato un secondo a combattere per Brian, anche lui ora, doveva fare qualcosa, qualsiasi cosa, per fare in modo che sia lui, sia Colin, vivessero felici.

Coprì velocemente lo spazio che lo separava dal ragazzo e lo abbracciò da dietro, circondando la sua vita.

Colin sobbalzò. – Che fai? – chiese, nel panico, muovendosi per liberarsi dalla sua stretta.

- Non posso credere che sia troppo tardi. Possiamo ancora tentare di essere felici e io devo essere ancora in tempo per farti capire quanto sei importante per me. Quanto significhi per me. – sussurrò, appoggiando stretto la sua guancia contro una spalla del moro.

Il ragazzo sentì gli occhi farsi lucidi e coprì con una sua mano quelle di Thomas posate sulla sua pancia.

Forse quello che aveva sognato per così tanto tempo si stava avverando?

Forse, finalmente, Thomas si era accorto di lui?

Che non era necessario cercare tanto lontano per trovare una persona in grado di amarlo senza farlo soffrire, come aveva fatto Adrian?

- Solo qualche giorno fa, mentre mi parlavi di questo Brian, non mi prendevi neanche in considerazione. Cosa è successo? – gli chiese, abbassando lo sguardo sui suoi piedi scalzi e iniziando ad accarezzare con il pollice le sue mani.

Il rosso lo strinse ancora più a se e fece spallucce.

- Ho visto due persone innamorate che, molto probabilmente, non sanno neanche di esserlo. – rispose con un filo di voce.

Colin abbozzò un sorriso. – Io so di essere innamorato di te…-

- Io forse sono riuscito a scoprirlo. – sorrise lui, dandogli un bacio dietro la nuca che fece rabbrividire il moro.

- Non posso crederci di averti avuto sempre qui, accanto a me…sono stato uno stupido. – sospirò poi.

Colin si voltò velocemente nel suo abbraccio e chiuse le sue braccia intorno al suo collo.

Le loro labbra erano li, a meno di un centimetro di distanza, ma ancora separate.

Sobbalzò quando si accorse di aver appoggiato il pennello sporco che aveva ancora in mano sulla spalla del ragazzo.

- Oddio, mi dispiace, ti ho sporcato la maglia. – sussurrò, preoccupato, allontanando il pennello.

Thomas non fece una piega, totalmente preso nell’osservazione del ragazzo bellissimo che era tra le sue braccia.

- Non mi importa…- disse, prese il pennello dalla sua mano e lo gettò a terra prima di posare le sua labbra su quelle di Colin.

Il ragazzo non ci poteva davvero credere. No che non l’avesse mai baciato, anzi, avevano fatto anche qualcosa in più. Ma ora lo stava facendo con tutt’altro significato.

Ora quello che avrebbe fatto con lui non sarebbe stato sesso, o amore a senso unico…ora si poteva davvero definire: fare l’amore.

Quella mattina, quando si era svegliato aveva immaginato un’altra pesante giornata passata in casa davanti a quella maledetta tela che non gli piaceva neanche un po’.

Era qualche tempo ormai, che sentiva la sua ispirazione correre via da lui quasi a volergli fare un dispetto. Nessuna, nessuna delle tele che aveva dipinto si erano avvicinate a quelle che lui, con il suo talento, aveva fatto e che avrebbe ancora potuto fare.

Anche il suo maestro all’università se ne era accorto e gli aveva sorriso in modo paterno, toccandogli una spalla come per consolarlo.

Forse, aveva pensato, stava solo passando un momento che ogni artista, prima o poi, deve affrontare nella sua vita.

Sorrise invece, mentre le sue labbra continuavano a muoversi contro quelle del compagno, con le braccia legate dietro il suo collo, quando si rese conto che l’ultima tela decente per i suoi standard l’aveva creata il giorno dopo aver passato l’intera notte tra le braccia di Thomas. E…il giorno prima che lui gli dicesse di aver incontrato una persona che gli piaceva.

Dopo di che…era stato il vuoto.

E ora…ora invece rivide il suo mondo riprendere i suoi colori, ancora più vispi e accesi di prima.

Si alzò sulle punte, per cercare di eguagliare l’altezza del compagno e lo strinse ancora più forte quando furono costretti a staccarsi per riprendere fiato.

Sorrise, facendo toccare i loro nasi e le fronti. Sentiva il bisogno, quasi fisico, di sentirlo li vicino a lui. A strettissimo contatto con lui.

- Ti amo. Ti amo tanto. – gli sussurrò sulle labbra, mentre teneva i suoi occhi scuri fissi in quelli un po’ più chiari del suo ragazzo. Avrebbe voluto urlarlo quel suo!

Thomas sorrise.

Si era dimenticato quanto potesse essere bello sentirselo dire. Ed era anche più bello perché la persona che gliel’aveva detto lo pensava davvero e lui lo poteva vedere dai suoi occhi, lo poteva sentire dal suo tocco, lo poteva saggiare dalle sue labbra e sentì come un bomba, scoppiargli nel suo cuore ed inondarlo completamente.

Beh si, non era necessario cercare troppo lontano, forse bisognava semplicemente guardarsi intorno.

Forse la felicità era sempre stata li, accanto a lui.

 

 

 

Okay, non so cosa ne sia uscito. All’inizio, quando ho dato l’idea per uno spin-off ero nel panico perché davvero, non sapevo che fine avrei potuto far fare a Thomas.

Poi, qualche giorno fa, mi è venuta quest’idea, incentrata sulla ricerca della felicità. In questa shot, poi, ho voluto dare un idea, forse, completamente diversa da quella che ho dato di lui in I Will Never Give Up.

Okay, non so davvero se sia leggibile o se faccia davvero schifo. Non lo so sinceramente, l’ho scritta domenica pomeriggio di getto e spero che non faccia poi così tanto schifo!

–///-

 

 

Vale

  
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