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Autore: Vanel    19/09/2015    0 recensioni
John, il classico ragazzo che vedrai una notte per poi non rivederlo più.
John, che il giorno dopo ti avrà già dimenticata.
John è il classico ragazzo che tu odierai per averti intenzionalmente dimenticata.
Ma John non era il ragazzo di una notte e via invece, John non faceva finta di non ricordarti.
John era malato di una rarissima malattia:Dopo aver anche solo sfiorato le tue labbra, John non ricorderà più niente di te, neanche il nome.
"Dopo l'ennesima serata passata con gli amici, John cercherà qualcuna con cui passare la notte.
Jen (Abbr. di Jenessa) entrerà nella sua camera.
E senza volerlo, Jen entrerà anche nella sua vita."
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
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Buonaserata a tutte voi.
Ancora una volta mi scuso per questo disagio, è assolutamente una sorpresa vedere che nonostante ciò ho voi che mi sostenete e seguite la storia con tanto amore e passione.
A breve penso che trasferirò la storia su wattpad che mi permette facilmente di aggiornare utilizzando il cellulare.
Durante il capitolo scorso c'è stata una digressione dovuta alla mia distrazione, riparerò al più presto.
Qui non manca niente, buona lettura!
Vanel






Il giorno dopo, a scuola, Jen si sentì estranea.
Tanti occhi famelici che la fissavano, Dio quanto odiava essere fissata in quel modo!
Jen aveva ormai imparato a ignorare quelle occhiate, specialmente quelle perfide, e cercava di passare sopra anche ai deboli bisbigli delle sue compagne di classe non appena passava.
Danila le aveva dato un buon consiglio raccontandole della metafora della famiglia con l'asino, facendole capire che in ogni caso le persone l'avrebbero criticata, sempre.
Lei però non aveva mai capito perchè. Come mai era sempre lei quella criticata?
Invidiava Danila, la sua migliore amica, lei era simpatica, attraente e nessuno osava dire A, mentre con Jen tutto altro discorso.
La biondina D le stava venendo incontro con un bel sorriso.
-Ohi Danny!
-Ma allora? Eh? Cosa hai fatto sabato?
Jen le sorrise sorniona e pensando al sabato ebbe un vuoto di memoria.
-Ehm... e perchè? Tu piuttosto... cosa hai fatto?
-Ma quale io! E' di te che dobbiamo parlare, Jenessa. Mica sono io quella che è uscita con il ragazzo più cool della scuola!
-Ma cosa dici?
-Eh? Scherzi, vero? Che è successo? Almeno puoi dirmi se è andato tutto bene?
-Danny, non c'è stata nessuna uscita sabato!-esclamò Jen impaziente.
-Oh, non arrabbiarti Jen... non pensavo...
-Non preoccuparti, Danny! E' solo che sono agitata questi giorni...-Jen si morse un labbro vogliosa di rivelarle del ragazzo.
Ma la campanella suonò, e le due amiche si divisero. 
Danny era bravissima in Matematica, non a caso frequentava il corso di Algebra avanzata, invece Jen era amante della letteratura in ogni sua forma.
Quando arrivò in classe incontrò chi davvero non avrebbe voluto incontrare.
Il ragazzo dagli occhi azzurri.
Lui la fissò con un leggero tremolio nelle labbra, Jen notò che aveva due occhiaie belle evidenti ed era vestito in maniera trasandata.
Nonostante ciò era bellissimo.
Jen si chiese se fosse il caso di andare da lui e parlare... ma di cosa poi?
Jenessa Green senza rendersene conto si era ritrovata a casa di un ragazzo con la bocca protesa verso la sua, e poi era uscita.
Insomma... poi rammentò! Lei era uscita sabato sera... con un ragazzo, questo sì...
Ma come faceva ad essere tanto confusa?
Aveva bevuto?
Si sedette in prima fila colta da una marea di paranoie, perché la stavano guardando?
Perché non ricordava nulla?
La lezione iniziò introducendo la tragedia dell'Amleto, la professoressa parlò della funzione della "consapevolezza" e della "coscienza"-
-Quando siamo consapevoli agiamo con razionalità, mentre la coscienza è un ideale, un qualcosa che noi ci imponiamo... ecco, vi faccio un esempio...
Se c'è questa persona che deve commettere qualcosa di orrendo, come uccidere, in quel momento la persona è consapevole, sa come deve usare le armi e come azionare il tutto, ma non è cosciente, perché se lo fosse il suo io chiederebbe "ma cosa sto facendo?"
-E dimentica di averlo fatto?-chiese d'un tratto Jen a voce roca e sommessa.
-Non precisamente, Miss Green, dimentica chi è mentre lo fa, dopo averlo fatto comprende le sue azioni... in qualche modo questo meccanismo è strettamente connesso con "Essere o non essere, questo è il dilemma"...
La professoressa guardò fugace la fila dietro e poi interruppe la sua spiegazione:-Mr Bell, sta bene?
-Posso essere congedato, Mrs?
-...Certo, è piuttosto pallido.
Jen ebbe un tuffo al cuore non appena riconobbe quella voce distrutta, guardò il ragazzo dalle meravigliose iridi azzurre uscire dalla classe, e in qualche modo si sentì distrutta anche lei, in qualche modo era colpa sua.

John pianse sommessamente nel bagno.
Iniziò ad autocommiserarsi.
"Tutta colpa dell'amore se sono qui!" 
Lui, il famoso e bellissimo John Bell quella mattina era ridotto a poco più che uno straccio con le gambe.
Quella domanda... lei ci ha pensato...
L'Amleto per John era collegabile al bel giardino berlinese e alla sua conversazione con Jen riguardo Ofelia, e già per sè sapeva che quella lezione sarebbe stata devastante, ma poi... poi lei ha chiesto.
Si sentiva perso, assolutamente perso.
L'unica possibilità che aveva per conquistare Jen era farla innamorare di nuovo di lui, ma per John era già una battaglia persa, e lui si sentiva incredibilmente abbattuto.

Quando l'ultima campanella suonò Danila attese fuori il cancello.
Jen era uscita prima visto che le sue lezioni per quel lunedì erano già concluse, ma Danny sapeva chi attendere.
Appena lo vide uscire ne restò paralizzata.
Aveva un aspetto alquanto trascurato, ma manteneva la sua bellezza naturale che lo rendeva ancor più irresistibile.
Nonostante ciò, Danila si rese conto che non andava tutto alla perfezione, e che sabato doveva essere accaduto qualcosa.
E dal momento che la sua amica faceva la finta dimenticata, l'unico a cui restava chiedere era proprio lui, John Bell.
Danila gli andò incontro e lo guardò un po' a disagio, ma puo si fece forza e parlò.
-Cosa succede?
John fu colto alla sprovvista, Danny non aveva mai parlato con lui però la conosceva vista la stretta amicizia tra lei e Jen.
-Intendo... Jen è stata molto strana questa mattina e so che non sono propriamente affari miei ma... sono preoccupata, lei non mi dice nulla, ma tu mi aiuterai?
John la guardò e capì che in Danny poteva esserci la figura di un'aiutante, e lui aveva urgentemente bisogno di aiuto.
-Devi aiutarmi. Ma mi manderai a fanculo e non mi crederai se non sei almeno un po' folle.
-Ti crederò, se serve per Jen, ma non raccontarmi cazzate.
-Jen mi ha dimenticato.
-Oh, avete litigato quindi?
-Aspetta, non come credi tu. Io ho una malattia, è rarissima  e colpisce 1% della popolazione mondiale, è chiamata mononucleosi amnetica, questa malattia fa dimenticare a chi ne è affetto la persona con cui ha avuto un contatto con le labbra. Jen domenica ha parlato con il mio Dottore e ha scoperto che l'unica via di fuga era quella di rischiare, secondo il ragionamento del mio dottore se baciavo chi amavo e chi mi amava la malattia andava via, è accaduto così, ma adesso è lei ad averla presa. Il mio dottore dice che non ha la malattia, ma solo un residuo, quindi lei può baciare chi vuole senza dimenticarlo, e l'unico modo che ha per ricordarmi è innamorarsi di me, di nuovo, e baciarmi, di nuovo.
Danny restò in silenzio pensando a quelle parole.
Inizialmente pensò fosse uno scherzo e voleva scoppiare a ridere, ma l'espressione seria  e sofferente di John le fecero passare la risata.
-E lei non ricorda nulla? Neanche i momenti?
-Probabilmente adesso è confusa, da come ho capito presto collegherà i nostri ricordi e momenti ad un'altra persona, qualcuno che le è stato vicino al cuore per molto tempo.
-Oh no...
-E' una situazione davvero devastante, davvero. Non ho chiuso occhio stanotte e inizio a chiedermi se sono vittima di una tragedia attuale di Shakespeare...
-Io... cosa posso fare per te? Per voi?
-Aiutarmi. Aiutarci.

  
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