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Autore: arpilinde    19/09/2015    3 recensioni
Scritto in occasione dell'anniversario della tragedia di Superga, incidente aereo cui trovarono la morte 31 persone tra membri dell'equipaggio, dirigenti e giocatori del Torino FC. "Forse era troppo meravigliosa questa squadra perché invecchiasse: forse il destino voleva arrestarla nel culmine della sua bellezza" (cit.)
Prima classificata al Premio Letterario Nazionale "Poesia Granata" per la sezione in lingua italiana
Genere: Drammatico, Malinconico, Sportivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Superga, 04 maggio 1949


 
Venne a prendermi sul tetto d’Italia
che ormai aveva il mio nome
la sola, fredda Rivale che non seppi battere.
Svanii nel cielo plumbeo
saturo di nebbia e speranze
– non cielo granata ma granata nel cielo,
i miei giorni di gloria ridotti
in frammenti di ferro caddero
come neve di maggio a coprire
la collina infelice che mi spense la via.
Ma guardatemi ora mentre siedo nel mito:
sono il vento che spira
tra le punte d’orgoglio d’inflesse bandiere.











 
N.B. L’epitafio (in greco antico ἐπιτάφιον, ossia "ciò che sta sopra al sepolcro") è un'iscrizione funebre molto spesso in versi avente come scopo la celebrazione e la commemorazione del defunto. Uno degli espedienti più usati è quello di parlare direttamente a chi legge attraverso l'immedesimazione nel defunto stesso, rievocandone così la vita, i successi, le circostanze della scomparsa. 
  
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