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Autore: CaptainJollyRoger    19/09/2015    1 recensioni
-Sicuro di essere un cervo e non una talpa, Ramoso?
-Almeno quanto sono sicuro che tu sei un rognosissimo cane, Felpato. Che ci fai qui a quest’ora?
[...]
-Non lo so...- ammise, -Forse volevo che fossi il primo a sapere che il rognosissimo cane è ufficialmente diventato un randagio.

Conosciamo tutti la storia di Sirius Black, e del rapporto contrastato con la sua famiglia. Così come tutti noi sappiamo che, a quindici anni, scappò di casa per trovare asilo dal suo migliore amico, James.
Piccola panoramica della notte in cui tutto accadde, dal punto di vista -ovviamente- del mio cagnaccio preferito.
Enjoy!
Capt'n.
(Recensioni di anche solo mezza riga (positive quanto negative) sono graditissime~)
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlus Potter, James Potter, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius sbuffò, rendendosi conto che il luogo in cui si era materializzato non era affatto quello in cui si sarebbe dovuto trovare. Sarebbe dovuto andare al Paiolo Magico a cercare una stanza da affittare, oppure alla Testa di Porco, era certo che il vecchio Aberforth gli avrebbe trovato un letto in cui dormire, in quella specie di baracca. Oppure sarebbe potuto andare a dormire nella Stamberga Strillante, sicuramente nessuno avrebbe mai messo piede lì. Ed invece, si trovava sul pianerottolo della casa di quella piaga del suo migliore amico. Non sapeva perché si fosse ritrovato proprio lì, dal momento che non aveva la benché minima intenzione di parlare con qualcuno di quel che era appena successo, eppure aveva la sensazione che non sarebbe potuto scappare in nessun altro posto se non in quello.
Rimase per qualche secondo a fissare la porta di legno levigato, chiedendosi se non fosse meglio andar via in quel preciso istante, ed immaginando le maledizioni di Dorea o Charlus per quell'incursione notturna del tutto imprevista. Dopotutto, ne avrebbero avute tutte le ragioni.
Invece, si ritrovò a bussare alla porta, per poi distogliere immediatamente lo sguardo, in attesa, lasciando vagare gli occhi sull'enorme e curato giardino che circondava la villa con espressione tesa.
Si chiese distrattamente che ora fosse, e di nuovo si disse che sarebbe decisamente dovuto andare via. Probabilmente non l'avevano sentito bussare, faceva ancora in tempo ad incamminarsi e far finta di niente. Si era già voltato verso la strada quando sentì la serratura scattare, e un sospiro silenzioso attraversò il suo petto mentre una voce ben conosciuta lo faceva bloccare sui propri passi.
-Ok, non porto gli occhiali, ma l'unico che potrebbe suonare a quest'ora e provare ad andarsene subito dopo è quell'idiota del mio migliore amico.
Un sorriso esasperato attraversò il volto di Sirius, e lui si costrinse a voltarsi nuovamente verso James.
-Sicuro di essere un cervo e non una talpa, Ramoso?
-Almeno quanto sono sicuro che tu sei un rognosissimo cane, Felpato. Che ci fai qui a quest’ora?
Sirius vide James abbassare la bacchetta -con i Mangiamorte in giro ed un padre Auror, nemmeno lui era così ingenuo da aprire senza precauzioni di sorta- ed usarla per richiamare quei fondi di bottiglia che si ostinava a chiamare occhiali.
Una specie di ghigno attraversò il suo volto, mentre spostava la sua attenzione su qualcos'altro per evitare lo sguardo penetrante dell'amico.
-Non lo so...- ammise, -Forse volevo che fossi il primo a sapere che il rognosissimo cane è ufficialmente diventato un randagio.
Il sorriso che dardeggiava ancora sul suo volto non riuscì ad ingannare James; se ne accorse dai suoi occhi increduli e dalla mascella spalancata. Quella reazione lo irritò: era andato da lui per... non lo sapeva, in effetti, ma non certo quella sottospecie di... cos'era?  Sconvolgimento?
-Cazzo, Ramoso, chiudi la bocca! Come se non te lo aspettassi!
-Ti hanno cacciato?
Lo sguardo di Sirius si fece più affilato, ed alzò il mento, altezzoso. -Ti pare? Me ne sono andato io.
Per qualche secondo calò un silenzio carico di tensione, mentre i due si squadravano, uno ancora altero, l'altro pensieroso.
Infine, con immensa meraviglia di Sirius, l'altro si aprì in un sorriso spontaneo e contagioso, che lo lasciò interdetto.
-Cazzo, amico, era ora! Entra dentro, su, sono in pigiama, e stai prendendo freddo anche tu!
-...Come?
Non era quel che si era aspettato. Fiumi di domande a cui non avrebbe dato risposta, o vuote parole per consolare una tristezza che non sentiva. Ma in fondo -e se ne rese conto solo in quel momento- era per quello che era andato proprio da James, tra tutti i posti che avrebbe potuto trovare. Perché lui era l'unico in grado di capirlo senza nemmeno una parola, che sapeva quando parlare e quando invece stare zitto, quando ridere e quando essere serio. Almeno, sapeva quando farlo con lui. E -doveva ammetterlo- non era affatto un'impresa semplice.
-Entra dentro, ti ho detto! Allora, cosa vuoi fare ora?
-Beh, pensavo di andare al Paiolo Magico e...
-Ma sei scemo?
-...Eh?
James lo squadrò, ancora sorridendo, anche se stavolta con meno enfasi.
-Hai battuto la testa uscendo da casa, fratello?
-James, dannazione, vuoi parlare chiaramente?
Il ragazzo alzò le mani, scompigliandosi distrattamente i capelli.
-A cuccia, Fido! Intendevo chiederti se vuoi giocare a scacchi, bere qualcosa, andare a dormire, o cosa vuoi fare! Perché è dannatamente ovvio che resti qui.
-D'accordo, Ramoso, non è divertente. Non posso restare qui, andiamo!
-Perché no?
Sirius sbuffò, chiedendosi chi diamine lo avesse convinto a diventare il suo migliore amico. Si tirò indietro i capelli in un gesto di stizza, un sopracciglio pericolosamente alzato.
-Primo, non voglio dar fastidio ai tuoi genitori.
-Ma loro mi hanno sempre detto ch...
-Secondo, non voglio darne a te.
-Sai che novità, lo fai nove mesi su do...
-Terzo, non sono certo venuto qui in cerca di elemosina!
A queste parole, buttate fuori più per frustrazione che per reale intenzione, James si azzittì, guardandolo fisso negli occhi impenetrabili.
Conosceva quello sguardo, Sirius, e non gli piaceva. Era quello con cui di solito James gli faceva notare quanto fosse nel torto, prima  di lasciarlo a fare i conti con la sua coscienza. Era quello che gli aveva rivolto quando aveva messo in pericolo la vita di Mocciosus, ad esempio.
-...Mi sono sempre chiesto come un ragazzo stupido come te potesse riuscire in un'arte tanto difficile come quella di diventare animagus.
Quelle parole presero Sirius in contropiede, ma la tempesta non era affatto passata. James sembrava davvero offeso.
-Non so che cavolo ti abbiano ficcato in testa quegli idioti dei tuoi genitori in questo mese e mezzo, ma di certo tu non sei il mio migliore amico, perchè lui non avrebbe mai pensato una simile idiozia. Elemosina? Tu non hai bisogno di elemosina da nessuno, tantomeno da me! Il punto è che questa, dannato cane, è casa tua come è casa mia. Sei il mio migliore amico da cinque anni, no!, sei il fratello che non ho mai avuto, e ti conosco più di quanto non conosca me stesso. So che non vuoi domande nè compassione, so che sei felice di esserti liberato da quella prigionia ma ti senti spaesato e senza meta. E allora, per una volta, accetta il mio aiuto invece di insistere nel sopravvivere con le tue sole forze, razza di scemo!
-Ha ragione, devi restare qui.
La voce del signor Potter lo fece sobbalzare; concentrato com'era ad ascoltare la filippica di suo figlio non aveva notato l'uomo che scendeva le scale.
-Signore...
Fu l'unica parola che Sirius riuscì ad articolare, troppo stordito dalla predica di James e dall'intervento sibillino di Charlus per concepire altro. Aveva la strana sensazione di essere decisamente di troppo, ma al contempo sentiva che non sarebbe dovuto essere in nessun altro posto se non in quello. E la cosa lo sconcertava.
-Ha ragione, e devo dire che ha ripreso la dialettica della madre -ma con troppe imprecazioni, figliolo!-, e mi spiace avvertirvi che sono le tre di notte ed io sto morendo di sonno. Quindi, ragazzi, chiudete le bocche ed andate a letto, avrete tempo a sufficienza per discutere della vostra reciproca idiozia domattina.
Con quelle parole scomparve di nuovo, avvolto in una vestaglia dal dubbio gusto, per tornare a dormire.
Sirius lo seguì con lo sguardo per qualche secondo ancora, prima di  tornare a guardare James, che ora sorrideva trionfante, come se avesse sempre avuto ragione. Cosa che in effetti sembrava essere vera. Sirius alzò gli occhi al cielo, irritato da quella sensazione di strana commozione che si agitava da qualche parte dentro di sè quasi quanto lo era dall'atteggiamento di James. Sapeva che non avrebbe dovuto accettare. Nonstante avrebbe voluto credere con tutto il cuore a quello che aveva appena ascoltato, sapeva che in fondo erano tutte bugie. E per quanto avrebbe desiderato il contrario, James non era davvero suo fratello, come il signor Potter non sarebbe mai potuto essere suo padre. Anzi, era quanto di più lontano dal suo vecchio lui potesse immaginare.
Tuttavia, fermo sulla soglia di quella dimora tanto diversa da Grimmauld Place, davanti ad un ragazzo dai tratti talmente diversi dai suoi che mai, se non conoscendo ciò che li legava, qualcuno avrebbe potuto scambiarli per fratelli, si sentì stranamente a casa.
E, non trovando più nulla da controbattere nè a James, nè tantomeno a Charlus, esplose in un secco: -Solo per stanotte, Ramoso. Domattina andrò al Paiolo Magico.
-Certo, Sir. Certo.
Sirius distolse lo sguardo, sentendosi stranamente in imbarazzo, lui che non lo era mai. Sapeva che avrebbe dovuto dire qualcosa, in quel momento, ma sapeva altrettanto bene che non sarebbe riuscito a farlo. Così, si limitò a guardare l'altro con un mezzo sorriso colpevole e complice al tempo stesso, sperando che capisse tutto quello che avrebbe voluto dire.
E, ovviamente, James capì, e rispose al sorriso, con l'aria di chi la sapeva lunga.
-Non c'è di che, fratello. Davvero, non c'è di che.





NdA:
...Io amo troppo questi due piccoli malandrini adorabili ç_ç Sono la cosa più bella del mondo, la loro amicizia è la cosa più bella del mondo, e per me i libri si sono conclusi il 30 ottobre 1981 <3
Ciancio alle bande, passiamo alla fic. SPERO DI NON ESSERE ANDATA OOC, è il mio più grande terrore.
Probabilmente qualcuno si aspettava anche il litigio tra Sirius e famiglia, e la sua fuga, ma di quello ho scritto talmente tante volte che, ormai, l'ho immaginato in ogni salsa possibile. Ovviamente, tutto è ben sigillato nel mio computer; forse prima o poi ne pubblicherò qualcuna, chissà.
Per il resto, c'è poco da dire:che amo Sirius il personaggio di Charlus e dovevo infilarlo per forza, che adoro James, e che amo Sirius immagino un giovane Sirius esattamente come ho provato a ritrarlo qui: scanzonato e noncurante, arrogante e sicuro di sè, ma anche restio a confidarsi con chicchessia (anche con James) e con un grande peso dentro di cui non riesce mai a liberarsi, quello del suo odiato cognome (e, sì, anche un tantino altero, perchè in fondo è e resta un Black). E CHE SPERO DI NON ESSERE ANDATA OOC.
Siccome non sono mai stata brava a parlare delle mie storie, la chiudo qui (e siamo anche troppo in là), dicendovi soltanto che una piccola recensioncina mi farebbe TANTO TANTO felice. 
Ah, il titolo è una frase della canzone 'Hey brother', mi sembrava azzeccata B)

See ya, wizards!
Captain.
  
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