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Autore: DarkLatias2000    20/09/2015    1 recensioni
La figura dell'Oscuro leggendario Darkrai è da sempre avvolta in una coltre di mistero; nessuno ha mai saputo veramente quale sia la sua vera natura: spietata? Fredda? O semplicemente piegata ad una realtà spietata che non può accettarlo?
I fatti rivelati nell'Ascesa di Darkrai' sono estremamente contraddittori. Inizialmente quest'essere sembra avere un'indole ostile, ma ciò che è scritto nel diario di Godey sembra spiegare che si tratta solo di una mera apparenza: si tratta forse invece di un essere solitario e ferito, rifiutato da mondo a cui appartiene e che tuttavia sembra incapace di sopportarlo, che ha forse più bisogno d'amore di quanto non lo abbia qualunque altra creatura vivente che lo abita?
Cosa ha determinato l'incontro tra l'Oscuro leggendario e una ragazzina diversa e innocente che si rivelò la chiave per salvare la propria patria dalla furia dei titani leggendari del Tempo e dello Spazio?
Ciò che mai fu raccontato del passato fra Darkrai e Alicia è qui raccolto e ideato dalla mia immaginazione, se siete pronti a scoprirlo, procedete pure...
Genere: Dark, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Darkrai, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Anime, Videogioco
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Dodici. Era la dodicesima volta che gli arrivava una richiesta di intervento: sempre lo stesso testo, sempre dalla stessa persona. Non ne voleva proprio sapere di mollare, quel rompiscatole. Eppure quelli che quel rognoso mandante insisteva nel voler far risolvere da lui erano problemi che lo riguardavano neanche un po': lui non intendeva immischiarsi e soprattutto non aveva alcuna voglia di perdere tempo con simili sciocchezze. Molte volte gli avevano dato un motivo estremamente infantile per iniziare un incarico: desiderio di aumentare la reputazione, collezionismo sfrenato, consapevolezza della rarità della merce, o anche semplice, abnorme superbia. Ma superstizione… faceva fatica a credere che qualcuno si ostinasse tanto a infastidirlo per una sciocchezza del genere. Eppure la paga era parecchio buona per essere un semplice capriccio da superstiziosi. Tutto sommato a lui non interessava più di tanto il motivo, dato il premio che c'era in palio non avrebbe dovuto aver problemi ad accettare... ma l'obiettivo in questione lo preoccupava. Sempre se una bestia simile a quella descritta fosse esistita davvero, in effetti in condizioni normali non era poi così strano che i residenti di quella zona volessero liberarsene: ma non era un lavoro di cui lui potesse occuparsi con piacere. Era un compito snervante, che non sarebbe riuscito a completare affatto velocemente. La cosa lo faceva spazientire... però, una richiesta inviata per la dodicesima volta…
Mah, in fondo che aveva da perdere? E lui aveva bisogno di soldi, il mercato e gli scambi non andavano avanti da soli. Forse una missione di quel tipo avrebbe anche potuto contribuire a fargli dimenticare una oramai fin troppo consueta noia.
“Scommetto che è il solito insistente, vero?”
“Credo che tu non abbia bisogno di spiegazioni.” Fu la risposta della sua diligente, anche se alquanto appiccicosa, assistente Leara:
“Come assistente, ti posso solo ricordare che dodici richieste hanno superato da molto tempo la linea di record. Allora… che vogliamo fare?”
Lui fu di nuovo preso da un senso di fastidio estremamente poco piacevole: era veramente necessario sprecare il suo armamentario per verificare una superstizione? D'altra parte però c'era anche la certezza che se fosse partita la tredicesima richiesta i dubbi sul suo conto avrebbero iniziato a circolare e avrebbe potuto dire addio al lavoro nel mercato nero: come se non fosse stato già abbastanza instabile di per sé. Si alzò dal tavolo e appallottolò in fretta e furia la lettera in una tasca casuale:
“E va bene, d'accordo: andiamo a dare un'occhiata a questa strana bestiolina.”
“Allora, Mott? Che vuoi fare?”
“Secondo te che dovrei fare? Dov’è l’X201?”
“E me lo chiedi? Fuori, dove lo hai parcheggiato proprio ieri.”
“Sì, sì. Per quanto riguarda le restrizioni su cosa fare con la nostra preda una volta conclusa la caccia, quel tipo può anche andare a farsi friggere. Volente o nolente, la pelle come minimo me la prendo io. Hai idea di a quale prezzo potrebbe essere rivenduta?”
“Certo, ma ho anche idea del perché la taglia che gli hanno assegnato stia diventando sempre più alta,” Gli aveva rimbeccato quella donna puntigliosa che era Leara fissandolo con quella sua sua tipica occhiata da consigliera: “Senti, lo sai che puoi tappare la bocca senza problemi, a quel riccone insistente che non fa dormire da un mese neanche me: ho già sentito parlare della bestia di cui parla, non è solo una superstizione. E ti assicuro che non è niente con cui scherzare o da trattare alla leggera. Dammi retta, Mott, lascialo perdere: fidati, con questa missione rischi il fallimento. Evitiamo di mandare in giro a ruota libera la prima critica negativa sul nostro servizio? Sei già quasi finito sui giornali per bracconaggio, l'ultima volta, ormai camminiamo tutti sul filo del rasoio!”
Mott l'aveva completamente ignorata mentre usciva e inseriva la chiave nel suo amato cattivone a motore a cui purtroppo si era dimenticato di dare una ripulita dopo l'ultimo incarico:
“Al diavolo, se arriva la tredicesima la tua 'critica negativa' partirebbe comunque, e un silenzio forzato al riguardo sarebbe comunque sconveniente.” Al rumore secco di Leara che batteva il tacco a terra con evidente irritazione per non essere stata minimamente considerata, lui le aveva risposto con uno sguardo borioso e un tono provocatorio allo scopo di farle chiudere la bocca: “Cos'è, mi prendi in giro? Scusami, tesoro, mi hai mai visto tornare a mani vuote?”
“Per ora no, va bene, ma pensa a quanto potrebbe essere pericoloso quel…”
“E allora non rompere e vai a sistemare le tue patetiche formalità, che è l'unica cosa in cui non hai rivali di bravura.” Aveva infine borbottato lui tra una manovra e l’altra, prima di salire, accendere il motore e partire a tutta velocità verso il nuovo incarico sotto lo sguardo offeso e irritato della sua assistente.
   
 
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