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Autore: shinytiny    20/09/2015    1 recensioni
Ciao a tutti. Io mi chiamo Luna (contrariamente a quello che molti potrebbero pensare, mi chiamo proprio Luna. Non è un soprannome). Vorrei dirvi che questa è la mia prima fan fiction, perciò recensite... voglio solo migliorare. Questa è un'altra versione della morte di Newt, con un'ambientazione totalmente diversa da quella del libro. Non c'è molto da dire, Newt è sempre stato il mio personaggio preferito, insomma, il mio Newtie. E quando beh, è successo quel che è successo, non sapete come sono stata male. Davvero. E poi niente, spero che vi piacerà e... se riceverò abbastanza recensioni positive, comincerò a scrivere una storia a capitoli.
Baci baci,
×Luna×
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Newt, Rat Man/Janson, Thomas
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Erano giorni, forse settimane, che Newt era chiuso in quella stanza. Quella maledettissima stanza, da cui non entrava mai nessuno, se non l'Uomo Ratto. Quello stupido ometto mezzo calvo che lo trattava come se non sapesse cosa stava accadendo dentro il suo corpo. Lo sentiva, che nella sua mente stava accadendo qualcosa di strano. A volte non si sentiva più se stesso, come se lui fosse solo un involucro con all'interno qualcosa di poco umano. Di animale. Altre volte, semplicemente non riusciva a controllarsi e un piccolo fastidio si trasformava in una rabbia sovrumana. Oppure una cosa che normalmente avrebbe solo portato il ragazzo a sorridere lievemente, in quei momenti gli provocava una risata isterica, da pazzo. Sapeva che la follia era in agguato dentro di lui, la sentiva. Avrebbe solo voluto finirla più in fretta. Comunque, anche quel giorno l'Uomo Ratto era entrato nella stanza e si era seduto davanti a Newt. 《Come ti senti, oggi, ragazzo mio?》 Cioè... stava scherzando? 《Beh, secondo lei come mi sento? Sto diventando pazzo, violento. Sa, ho quella cosa... com'è che si chiamava? Eruzione? Ecco, quella.》 L'ometto davanti a lui si mosse, irrequieto, e poi ricominciò a parlare a vanvera. 《Devi capire, Newt, che anche se hai la malattia, non vuol dire che morirai. Troveremo una cura, te lo abbiamo già detto.》 Ah, già. La magica cura della W.C.K.D. Certo, come no. Newt sbuffò, annoiato. Sapeva da tempo che la suddetta cura non avrebbe funzionato. E comunque, a cosa serviva vivere a questo punto? 《E lei deve capire, Janson, che non sono ancora del tutto rincaspiato》cominciò Newt. 《Secondo lei, dopo quello che ho passato, la morte mi spaventa? Ma mi faccia il piacere!》 L'Uomo Ratto non aveva battuto ciglio, ma sembrava scocciato, come se quella visita annoiasse lui quanto annoiava il diretto interessato. 《Comunque, qui c'è qualcuno che ti vuole vedere》disse Janson. Newt era colpito: chi poteva essere così stupido da venirlo a trovare? Se lo scopo dell'Uomo Ratto era di attirare l'attenzione di Newt, beh, caspio se c'era riuscito! La porta alle spalle di Janson si aprì, e sulla soglia si stagliò una figura familiare. Un ragazzo con i capelli scuri, tagliati corti, aveva forse l'età di Newt. Un anno in meno, a occhio e croce. Thomas. Newt scattò in piedi e con due lunghe falcate attraversò la stanza e si parò di fronte all'ultimo arrivato. Non poteva certo dire di essere più muscoloso di Thomas, ma almeno poteva sfruttare quei sei o sette centimetri di altezza che aveva in più rispetto a lui per squadrarlo dall'alto in basso. Poi semplicemente gli disse una parola. 《Entra.》 Thomas sembrava deluso da quel saluto freddo, ma fece come gli era stato detto. Il moro lanciò un'occhiata eloquente a Janson, che si alzò e in silenzio lasciò la stanza, chiudendosi la porta alle spalle. Poi Thomas disse una cosa, che fece riflettere Newt. 《Amico, sono venuto ad aiutarti.》 Newt non ce la faceva più. 《Aiutarmi? E come vorresti aiutarmi? Lasciandomi in questa topaia a crogiolarmi nella mia bellissima pazzia? Beh, sai che ti dico, pive? Non mi aiuti!》. La voce di Newt era salita di tono: ora stava praticamente urlando. Thomas lo guardò addolorato, prima di rispondere. 《No, Newt. Speravo che tu mi avresti detto cosa potevo fare per aiutarti.》 Certo che lo sapeva. Lo sapeva benissimo. Da tempo. C'era andato vicino molte volte, negli ultimi giorni. Una pistola, nell'angolo della stanza. Carica, oltretutto. Aveva provato molte volte a rigirarsela tra le mani, cercando il coraggio per farlo. Un movimento dell'indice, e sarebbe tutto finito. Ma non ce l'aveva mai fatta: era troppo debole. Magari, Thomas non era debole. Poteva farlo. Mettere fine a tutto. A tutta questa vita del caspio che era toccata a Newt. Una vita, poi, che non sarebbe stata ricordata da nessuno, quindi che senso aveva andare avanti? Una voce... Newt la sentiva. Una voce. Cosa stava dicendo? Cosa...? 《NEWT! Ti prego, alzati! Newt!》 Alzarsi? In che senso? All'improvviso, Newt riprese coscienza di sé. Era disteso sul pavimento della stanza, in una strana posizione. Era tutto strano. Perché era sdraiato? Cosa era successo? Thomas, Tommy, il suo migliore amico, era di fianco a lui, e lo fissava preoccupato. Newt non ci pensò due volte e abbracciò il suo amico, incurante del l'impressione che avrebbe fatto. Appoggiò il mento sulla spalla di Thomas e sentì una lacrima solcargli la guancia e cadere, lasciando una piccola chiazza rotonda e bagnata sulla camicia pulita del suo amico. Questo, poi, era sbalordito. Fino ad un attimo prima Newt era stato così freddo, così poco se stesso. E ora, eccolo li. Non era esattamente il Newt forte della Radura che aveva conosciuto, ma era già più "lui". Una mano di Thomas corse istintivamente alla nuca di Newt, come a volerlo consolare. Però poi appoggiò delicatamente una mano sul petto di Newt, che proprio in quel momento era scosso da quello che poteva solo essere un singhiozzo trattenuto, e lo allontanò un po'... quel tanto che bastava per guardarlo negli occhi. 《Newt...》sussurrò Thomas, ora seriamente preoccupato per il suo amico. 《Oh, Tommy.》Rispose Newt, tirando leggermente su col naso. 《Ti prego, mi devi fare un favore. Lo so che non ti piacerà, ma ti prego. Ti supplico, devi fare questa cosa per me.》 Thomas non vedeva alcun modo per dire di no al suo amico, quindi, anche se riluttante, annuì. Newt si alzò in piedi e, zoppicando più del solito, si avviò verso l'angolo più buio della stanza. Si chinò, raccolse la pistola. Se la rigirò tra le mani, ne toccò ogni centimetro. Prima di voltarsi e mostrarlo a Thomas, il quale, inorridito, arretrò. 《N-no. Tu n-non me lo p-puoi chiedere. I-io...》 Newt non voleva sentire il resto della frase, quindi si affrettò a raggiungere il suo amico, seduto con la schiena appoggiata al fondo della parete. Thomas tremava leggermente, perché poi? Stava per liberare il suo amico. Era la cosa più balla che potesse fare per Newt. Il ragazzo più grande si inginocchiò di fronte al suo amico, e gli mise la pistola in mano. Poi si portò la bocca di questa alla fronte con una mano, e con l'altra sollevò quella di Tommy fino a fargli posare l'indice sul grilletto. 《Fallo. Ti prego, Tommy. Fallo.》 Thomas era scioccato: come poteva Newt, proprio lui, chiedergli di fare una cosa tanto abominevole? 《Cosa? No, Newt! Non posso perdere anche te! Tu... tu non capisci...!》Thomas non sapeva come continuare la frase. Gli occhi di Newt si riempiono di lacrime: si sentiva tradito, incompreso. 《Non capisco? Che cosa non capisco? Cosa vuol dire perdere un amico? Credo di saperlo, Tommy. Oh, si che lo so.》 Thomas non sapeva come replicare. Vedere il suo amico in quello stato gli stava spezzando il cuore. 《Non lo capisci, Tommy, che è colpa tua? - riprese Newt - se non fosse stato per te, io non sarei qui. Ci hai torturati tutti, in quel caspio di Labirinto. Non ti basta? Vuoi... vuoi continuare anche ora? Per quanto tempo ancora mi vuoi fare questo?》 Thomas non capiva, era sempre più confuso. 《Newt, io non...》 《Non capisci? Cosa c'è da capire? Non lo capisci che morirò? Sto già morendo, vedi? Aiutami, falla finita ora. Non farmi soffrire. 》 Newt era scosso da singhiozzi sempre più forti. Perché Thomas non capiva? Perché non poteva entrargli nella testa come aveva fatto quel virus, e capire cosa provava? Perché Tommy non poteva fargli quest'ultimo favore? La sua vita era tutta fatta a "Perché" in quel periodo. Solo che... non c'erano risposte. Domande su domande, che si accumulavano alle altre mille domande che affollavano la testa di Newt in quel momento. 《Ti prego, Tommy. Fai quest'ultima cosa per me. Ti prego. Ti prego...》non ce la faceva a dire di più. Aveva fallito, non era riuscito a convincere Thomas a fare qualcosa che lui era troppo debole per fare. Newt abbassò lo sguardo sul pavimento liscio della stanza. Bianco, immacolato. Vide il pavimento riempirsi di goccioline che arrivavano simultaneamente a quelle che si staccavano dal suo viso. Poteva sentirle partire dall'angolo dell'occhio, scendere fino allo zigomo, tracciare il contorno della guancia. Alcune arrivavano fino alla punta del mento, poi cadevano. Cadevano e bagnavano il pavimento bianco della stanza. Newt rialzò lo sguardo su Thomas. Questo tremava da capo a piedi, ma teneva la pistola sollevata, puntata contro il maggiore. Newt ebbe solo una decina di secondi, nella quale realizzò che ce l'aveva fatta. Era finita. E allora sorrise, per la prima volta da chissà quanto tempo. Fece anche in tempo a sussurrare un mesto 《grazie》a Thomas, prima che il dito di questo avesse uno scatto. Newt non sentì niente. Solo felicità. Il pavimento bianco si macchiò di rosso. Ora era libero.
   
 
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