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Autore: Shayleene    20/09/2015    1 recensioni
Molti sono fermamente convinti che, quando si nasce, il futuro di ognuno sia già stati segnato da ció che prende il nome di Fato o Destino.
Guerre, trattati, alluvioni, terremoti, virus, tutto controllato da un'unica entità. Ció significherebbe la totale assenza di libero arbitrio per l'intera specie umana, e non solo quella.
Un'entità talmente superiore da condizionare miliardi di menti, persino le catastrofi naturali.
E se un'unica persona riuscisse in qualche modo a controllare quel potere immenso e distruttivo?
L'era del cambiamento é ormai giunta.
Genere: Mistero, Science-fiction, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1


Jocelyn si precipitó in camera sua subito dopo che i suoi le avevano rivelato che c'era il suo regalo di compleanno ad attenderla pronto ad essere utilizzato, senza quasi fermarsi a ringraziarli. Sapeva già che cosa avrebbe trovato perché era più di un anno che insisteva per comprarlo, anche a costo di spendere tutti i risparmi che aveva accumulato facendo lavoretti estivi da vari conoscenti che possedevano dei negozi.
Arrivata sulla soglia lo vide: eccolo là il suo computer nuovo di zecca e soprattutto di ultima generazione. Lanciò un piccolo strillo di eccitazione, avvicinandosi quasi timorosa alla scrivania in legno chiaro piena zeppa di oggetti. Con l'età era diventata molto più ordinata rispetto quand'era bambina, ma quell'angolo era perennemente in un disordine quasi totale, visto tutto il tempo che ci passava. Peluche, gufi di varie forme e materiali, matite, penne, segnalibri fatti a mano o acquistati, cartoline: ogni cosa seguiva una specie di "disordine organizzato". Era così che lo definiva lei quando sua madre brontolava per quel "campo di battaglia", cosa che avveniva come minimo una volta alla settimana senza sortire grandi risultati.
Scostò la sedia dai cuscini azzurri, accomodandosi sopra e legandosi i capelli in una coda come faceva automaticamente ogni volta che si sedeva alla scrivania. Odiava che i ciuffi di capelli neri le andassero negli occhi mentre leggeva o disegnava. Diede un'ultima occhiata al cellulare, trovando un messaggio della sua migliore amica Stephanie. Quel giorno era letteralmente scappata via da scuola senza neppure darle il tempo di salutarla da lontano, ma sapeva che se si fosse fermata a chiacchierare con lei sarebbe tornata a casa come minimo per cena. Steph era davvero una persona fantastica, tuttavia non sapeva proprio cosa significava essere sintetici.
"E figuriamoci poi oggi che è il mio diciannovesimo compleanno" pensò Jocelyn divertita sollevando lentamente lo schermo del PC portatile color turchese, il suo preferito, e premendo il tasto di accensione. Finalmente avrebbe potuto lavorare decentemente ai progetti scolastici senza temere che tutto si resettasse da un momento all'altro come le era capitato fin troppe volte, ma soprattutto l'ottima webcam le avrebbe permesso di fare delle video-recensioni di alta qualità rispetto alla precedente.
La lettura aveva sempre fatto parte del suo essere, e da un anno aveva creato un blog in cui pubblicava dei video dove dava le sue opinioni su ciò che leggeva. Gli utenti fissi non erano moltissimi, ma dato che il suo obbiettivo era solo diffondere quella sua passione non le importava più di tanto.
La musichetta che segnalava l'accensione del dispositivo le fece illuminare gli occhi dall'aspettativa: non vedeva l'ora di scoprire tutti i nuovi programmi che l'attendevano. Sapeva che doveva essere stato un grosso sacrificio economico per i suoi, anche perchè con tutte le volte che si era fermata a guardare le vetrine del negozio di elettronica conosceva quasi a memoria i prezzi degli articoli esposti.
Lanciò un rapido sguardo all'orologio a forma di piuma appeso sopra l'enorme letto violetto, e vide con piacere che erano solo le cinque e diciassette: ancora due ore prima che avesse inizio il bombardamento di messaggi con gli auguri. Era infatti fermamente convinta che nessuno dovesse farglieli nemmeno un minuto prima dell'orario esatto in cui era nata, per evitare ogni sfortuna. Ormai amici e parenti l'avevano capito, e non facevano neppure più caso a quella stranezza. Ed era sempre per superstizione che si era riempita la camera di gufi di ogni tipo, dai pupazzi alle statuine ai disegni realizzati da lei stessa.
Analizzò com'era strutturato il nuovo sistema operativo cercando di familiarizzare con tutte quelle nuove icone e menù, inserendo poi una chiavetta rossa nella presa USB e trasferendo tutti i suoi file e immagini che aveva nel vecchio PC. Esultò estasiata vedendo tutte le nuove funzioni aggiuntive presenti, e si affrettò a collegarsi ad internet per comunicare la fantastica notizia sul suo blog, "Living inside books".
Le sue mani scorrevano rapide e sicure, mentre la mente lavorava per conto suo. "Cari utenti, il mio super computer è finalmente arrivato! E per festeggiare questo evento insieme al mio compleanno non c'è nulla di meglio di un nuovo video, quindi stay tuned!"
Premette invio per pubblicare il post, allungando poi il braccio per prendere il libro che aveva terminato ieri sera e che doveva ancora essere recensito. Dopo essersi data una sistemata ai capelli e aver tossito un paio di volte per schiarirsi la voce, accese la webcam dando inizio al video.
-Buon pomeriggio readers! Essendo un giorno speciale volevo celebrare con un libro altrettanto speciale, per cui ecco a voi "Il dono delle furie" di Elizabeth Miles! Come avrei potuto non apprezzare un romanzo così inquietante, struggente e intenso? Una visione davvero moderna e realistica delle Erinni. Per chi non lo sapesse, nell'antichità le Erinni erano...-
Quando le sembrò che fossero passati all'incirca tre minuti, concluse con un "Alla prossima lettura!" e premette stop. Era abbastanza soddisfatta dal risultato, ma come ogni volta decise di riguardare il video ottenuto per verificare di non aver fatto errori.
Tuttavia, quando cliccò su play ciò che vide non fu affatto quello che ricordava. L'angolazione della ripresa era la stessa, ma la sua camera era cambiata totalmente. Tutti i mobili erano coperti da un telo bianco, e quasi tutti i suoi libri e oggetti erano spariti dagli scaffali. Quello che però la sconvolse maggiormente era quella che teoricamente avrebbe dovuto essere lei, ma che allo stesso tempo non lo era. Sembrava più vecchia di almeno tre anni, e il suo viso era contorto in una smorfia di terrore.
-Verrà a cercarti anche questa volta, non credergli!- si sentì dire dalla sua stessa voce che in quel momento percepiva come qualcosa di estraneo. La Jocelyn del video iniziò a piangere, stringendo così forte i braccioli della sedia che le sue mani sbiancarono. Sembrava quasi pazza, terrorizzata a tal punto da qualcosa da aver perso il controllo. I capelli erano tutti arruffati come se si fosse appena risvegliata da un incubo, e il trucco le stava colando come lacrime nere sulle guance pallide. -Non fidarti di lui, o ti ucciderà! Devi ribellarti, liberarti dalle sue catene! Ti supplico, non lasciare che ti...-
Lo schermo nel computer si annerì di colpo, e quando si riaccese il video era scomparso. Jocelyn rimase per qualche secondo immobile, fissando sconcertata lo schermo senza muovere il muscolo. Doveva essere stato uno scherzo organizzato dai suoi insieme a qualche suo amico, non poteva esserci un'altra spiegazione plausibile, non poteva essere altrimenti. Si portò una mano alla bocca, rendendosi conto solo in quel momento di stare tremando come una foglia.

 
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Il giovane continuava ad urlare ordini ai supervisori di tutte le sale computer dal microfono sulla sua scrivania. Non riusciva ancora a capire cosa fosse appena successo: il momento prima stava osservando come tutti gli altri la stessa scena che si ripeteva come sempre, e quello dopo tutti gli schermi di ogni singolo computer dell'edificio si erano oscurati per almeno un minuto.
Non era mai accaduto prima e la cosa lo aveva gettato nel panico più completo, sebbene nel profondo stesse esultando. Perchè un segnale come quello poteva significare solo una cosa: il corso degli eventi stava finalmente per subire una svolta. Tuttavia non poteva permettere che le cose sfuggissero al suo controllo, e pertanto doveva assolutamente scoprire cos'era accaduto in quel lasso di tempo.
Si alzò di scatto dalla sedia recandosi con passo marziale nella sala di controllo. Quando i supervisori lo videro entrare, sui loro volti comparve immediatamente la paura.
"Ed è giusto che sia così, perchè tra poco tempo sarò in grado di spegnere le loro vite con un minimo gesto" pensò freddamente, controllando tutto ciò che stava accadendo attorno a lui.
-Ebbene, avete scoperto cos'è successo? Spero per voi che non sia stato un guasto tecnico, o il responsabile ne pagherà care le conseguenze.- sibilò, facendo rabbrividire tutti i presenti. Un uomo canuto probabilmente vicino alla settantina, gli si avvicinò. -No signore, non è stato affatto un problema tecnico.- mormorò, scartabellando tra numerosi fogli. -Abbiamo notato che durante il presunto black-out la sua attività cerebrale si è intensificata quasi del doppio, raggiungendo dei picchi assolutamente fuori dal normale.- Il giovane guardò attentamente i grafici che l'uomo gli stava mostrando, tentando di comprendere dove volesse arrivare.
-E questo cosa significa?- gli chiese.
Il supervisore si aggiustò il colletto della camicia con nervosismo. -E' solo una supposizione, tuttavia... è possibile che il suo subconscio sia riuscito ad intuire parte di ciò che le sta accadendo, e stia cercando in qualche modo di avvisarla.-
Il giovane rimase sbalordito da quella possibilità. Non credeva che sarebbe mai stata capace di una cosa del genere, ma a quanto sembrava era ancora più speciale di quanto se ne fosse reso conto lui stesso.
-Questo non deve assolutamente accadere!- gridò, tirando un pugno sull'armadio alla sua destra. -Voglio che chiamiate tutti i medici dell'organizzazione, tutti gli psicologi, chiunque! Aumentate il dosaggio di medicinali, se necessario, ma impedite in ogni modo possibile al suo subconscio di ottenere altre informazioni.-
Tornò nel suo ufficio, preparandosi a fare una telefonata importante. Si sarebbe aspettato qualsiasi cosa da lei, ma non certo che si ribellasse. Non a lui. Tuttavia non le avrebbe permesso di deluderlo, non giunti a quel punto.
   
 
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