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Autore: solomonty    20/09/2015    9 recensioni
Lei è sfacciata, lui agitato.
Lei più di così non può fare e a lui tocca l’iniziativa.
Un film, un divano, brodo di pollo, battibecchi e un febbrone inaspettato.
Come si prenderà cura di lei?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Questa storia è per te, Hadaka.
 
 
Medicine per l’influenza
 
«Quale film hai portato?»
«“Moulin Rouge”, mademoiselle… va bene?»
«Sì, Ewan McGregor è molto bello… ti ho preparato qualcosa da mangiare… da bere c’è vino, birra; vedi tu!»
«Che tono è? Se non ti va facciamo domani.»
«Sì, che mi va… scusami; è che non mi sento molto bene.»
«Allora dai, facciamo domani.»
«Te ne vuoi andare perché non sono simpatica?»
«Magari vuoi riposare.»             
«Magari non ti va di stare qui… puoi dirlo.»
«Mi va di stare qui anche se sei antipatica.»
«Sono antipatica perché ti ho detto di prendere quello che vuoi o perché trovo Ewan McGregor molto bello?»
«Hm… ti sono venute le tue "cose"?»
«Arrivate e partite… prendi la birra e facciamola finita, su!»
«Non mi comandare!»
«Ma se ti piace un sacco, quando ti comando…»
 
Si gira andando verso la cucina e gli viene da ridere. Ha ragione: gli piace quando lo comanda.
Prende le birre e mentre torna indietro fa sparire il sorrisetto perché vuole stuzzicarla un altro po’.
Prepara il dvd mentre la guarda: segue i suoi movimenti senza dire una parola, poi va a spegnere la luce grande e accende la piantana.
Si guardano e scatta la corsa a chi arriva prima al divano: è più veloce e si siede quasi al centro, lei lo travolge e, praticamente, gli atterra sopra.
La sente accomodarsi e adeguarsi al suo corpo, neanche fossero tessere di un puzzle a due pezzi. Antipatica o no, trova che è bellissimo sentirla su di sé.
Quel tira e molla va avanti da qualche settimana e già è irrequieto, smanioso. La vuole, quella ragazza, e ha capito che lei lo vuole altrettanto.
«Guardati e commentati, maschio prepotente!»
«Non mi spingere.»
«Allora fammi un po’ di posto.»
«Potevi arrivare per prima.»
«Il divano è mio!»
«Secondo te m’importa?»
«Ah, io non mi sposto, resto così!»
«Magari ci caschi, ragazzina.»
«Ci casco eccome… e non sono una ragazzina!»
«Oh, ribatti sempre… “ragazzina” è un modo di dire.»
«“Oh” lo dico io, ti sto sdraiata sopra e hai da ridire… non ci posso credere!»
Non ci crede neanche lui ed è agitatissimo.
Le dà un leggero scappellotto e prima che si possa spostare l’abbraccia per tenerla ferma.
Il film è iniziato ma non lo sta seguendo. Pensa a lei che se ne sta tra le sue braccia, finalmente zitta, rannicchiata e immobile.
 
Le appoggia il mento sulla testa e il suo odore gli sale su per le narici. È buono, è proprio suo e sa di caldo e di casa.
«A cosa pensi?»
La sua voce lo scuote e per un attimo non sa cosa risponderle.
«Allora?»
«Io… vorrei… io, non… io…»
«Balbetti, adesso?»
Ah, donna pestifera che non è altro!
«Mi stai ignorando.»
«Smettila, mi maltratti come fossimo sposati da cinquant’anni!»
«Hai ragione… facciamo tanti battibecchi e niente sesso!»
«Vuoi fare sesso?»
«Tu che dici?»
Oddio! Manda giù un pugno d’aria e lo stomaco gli precipita nel bassoventre insieme a un paio d’anni di vita.
All’improvviso si gira su di lui, verso il suo petto e si appoggia.
«Ho tanti brividi, mi tieni al caldo?»
La stringe pensando a quello che ha detto prima. Lei è audace, lui sta ancora a “Caro amico”… poi se ne esce così spontaneamente e lo disarma.
Si gode il momento: con una mano dietro la sua schiena la tiene più vicina che può.
Chissà se sente quanto mi sta battendo forte il cuore… e chissà se sente i pensieri che ho… battibecchi e sesso… è intrigante – pensa.
Si muove e delicatamente gli appoggia la fronte sulla guancia.
«Sei molto calda.»
«Mi trovi calda?»
«Sì, caldissima… sei caldissima.»
«Oh, il bastone e la carota… prima fai il cattivo e poi l’erotico… era ora!»
L’atmosfera è sensuale… ma è davvero bollente e le bacia la fronte in modo affettuoso.
«Sei calda… hai la febbre.»
Si agita e lo guarda spaurita.
«Non parlare di febbre… altrimenti piango.»
«Perché piangi?»
«Non lo so… però se so che ho la febbre, mi viene da piangere.»
«Sei un po’ strana… molto, molto bella… ma strana.»
«Non mi piace stare male… mi sento sola e triste.»
«Non sei, sola… ci sono io!»
«Certo… mi lascerai il brodo di pollo fuori della porta… e non ti farai mai più vedere.»
«Non essere tragica, sono qui con te… hai la febbre ma non ti abbandono.»
Scotta, ha gli occhi lucidi; è rossa in viso e non l’aveva notato. Gli piace così tanto che perde il senso della realtà!
«Non sono un cuoco provetto… sicura di volere il brodo di pollo?»
«No… ma sono molto malata, fa qualcosa.»
«Più che malata mi sembri furbetta.»
«No, no… molto, molto malata; prenditi cura di me.»
Più di così non può fare, glielo riconosce… tocca a lui, adesso.
«C’è qualcosa in particolare che posso fare per farti stare meglio?»
«Sì, certo che c’è!»
«Vuoi dirmela?»
«No, voglio che la fai.»
«Mi sembri molto determinata.»
«E tu mi sembra che stia perdendo tempo.»
«Sto sondando il terreno per essere certo di non sbagliare.»
«Ti pare il momento di fare il geologo?»
Vorrebbe trovare le parole per spiegarle l’agitazione che gli ha messo addosso. Lo guarda in un modo… e aspetta la sua mossa.
È appoggiata al suo braccio e le sposta i capelli che ha sulla fronte… non vuole farla aspettare ma è in difficoltà e glielo dice.
«Non guardarmi così.»
«È l’unico modo che conosco… mi piaci così tanto» dice quasi scusandosi; gli accarezza e gli passa le dita sulle labbra.
Diventa un brivido totale e vuole che succeda anche a lei; vuole che provi la stessa emozione che sta provando lui.
Non aspetta più: le ricambia la carezza e si china sul suo viso; le sue labbra sono calde.
La bacia piano, con delicatezza, poi più forte perché lo ricambia con grande slancio.
Si è trattenuta fino adesso, glielo fa capire; e allora se la mangia per un po’, perché anche lui non vedeva l’ora.
Gli fa girare la testa; è buona, è bollente e lo bacia bene.
 
Quando si tira su, sono affannati, senza fiato; ha le mani dappertutto su di lei.
Con gli occhi lucidi, un po’ commossi e un po’ febbrili, lo guarda ammaliata; poi, in un attimo, lo abbraccia e gli parla all’orecchio: «adesso, portami di là» comanda e lui, non può far altro che obbedire!
 

 


Mi piace da matti il botta e risposta. Spero che piaccia anche a voi.
Alla prox.
Monty
P.S. Hadaka… detto, fatto! M.
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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