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Autore: Martha Malfoy    20/09/2015    1 recensioni
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Eh, dove andiamo?"
"Noi andiamo al Blues, poi se gli altri non ci sono pazienza"
So che non dovrei prendere queste affermazioni sul personale ma non ce la faccio, insomma lui ha 22 anni e io 15, che speranza c'è?
Si infila in una strada fiancheggiata da alberi e per parcheggiare fa una curva che mi spiaccica contro la portiera.
Sfila le chiavi dal cruscotto e mi guarda sorridendo mentre mi sto sistemando i capelli.
"Che c'è?"
"Sempre così scorbutica, e io che ti ho pure dato un passaggio" scherza lui.
Gli sorrido falsamente, poi smontiamo entrambi.
Genere: Generale, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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LUCI AL NEON


Riferimenti a persone o fatti realmente accaduti sono puramente casuali.



Io ero riuscita a scroccare un passaggio proprio da lui, e nessuno ci aveva notati quindi eravamo solo noi due. A quanto pare non ero riuscita a farmi passare quella stupidissima cotta, e mentre lo seguivo a mezzo passo di distanza ero a dir poco agitata. Salgo sul posto del passeggero e una luce blu al neon mi illumina i piedi. "Ma seriamente?" Lo guardo con un sopracciglio alzato.
"Beh è una figata" risponde semplicemente alzando le spalle. Collega il telefono alla macchina e mette su della musica, poi mette in moto. 
Mi sporgo con un gomito fuori dal finestrino e quando passiamo davanti ai ragazzi a piedi li saluto urlando. Lui fa quel suo sorrisino sghembo senza distogliere lo sguardo dalla strada. 
Dopo un po' decido di rompere il silenzio. "Ma quindi dove ci troviamo tutti?" 
Lui dice che non lo sa.
"Quindi?"
"Quindi cosa?"
"Eh, dove andiamo?"
"Noi andiamo al Blues, poi se gli altri non ci sono pazienza"
So che non dovrei prendere queste affermazioni sul personale ma non ce la faccio, insomma lui ha 22 anni e io 15, che speranza c'è?
Si infila in una strada fiancheggiata da alberi e per parcheggiare fa una curva che mi spiaccica contro la portiera.
Sfila le chiavi dal cruscotto e mi guarda sorridendo mentre mi sto sistemando i capelli.
"Che c'è?" 
"Sempre così scorbutica, e io che ti ho pure dato un passaggio" scherza lui. 
Gli sorrido falsamente, poi smontiamo entrambi. 
Alla fine anche gli altri sono tutti li.
C'è qualcuno con in mano una bottiglia di limoncello piena e  tutti gli altri  li in cerchio. Ci avviciniamo in tempo per ridere all'ultima battuta. 
"Dai alcolizzata, butta giù un sorso" io rifiuto gentilmente fino alla terza offerta quando esasperata bevo un sorso di quel limoncello caldo da 4 euro. 
Mi sentirei una troia a dover ammettere che mi trovo davvero a mio agio in mezzo a tutti quei ragazzi più grandi, eppure è soltanto la verità, e non so se lo fanno solo per buona educazione, ma sembra che non dispiaccia la mia presenza.
Ad un certo punto in mezzo alla confusione lui mi abbraccia e io ridendo lo abbraccio di risposta, ma lui mi blocca le braccia con i gomiti e cerca di slacciarmi il reggiseno aiutato anche dal fatto che sulla schiena la mia maglietta è a rete. Il mi metto a ridere mentre cerco senza risultato di spingere con le mani sul  suo petto ma senza risultati data la mia forza bruta. E anche perché non è che mi dispiaccia proprio quel contatto così ravvicinato. 
Ma dato che dopo dieci minuti non ci riesce si stacca ridendo.
"Oh ma che cazzo di reggiseno hai?"
"Sei tu che non sei capace"
"Certo come no"
Ci riprova altre due volte, alla terza gli altri sono dentro a prendere da bere.
Non ci riesce, di nuovo.
"Ma allora sei proprio inetto" scherzo io.
"Vuoi sapere la verità?"
Alzo un sopracciglio.
"Semplicemente mi piace abbracciarti"
Ridacchio prendendola come una battuta.
"Guarda che non sto scherzando" mi guarda con quel suo sorrisino sghembo.
Sono totalmente in imbarazzo, sorrido timidamente non sapendo come replicare.
Mi mette una mano sul collo con il pollice sulla mia guancia. Rabbrividisco.
E poi mi bacia. Mi sfiora le labbra con le sue. Rimane qualche secondo ancora con gli occhi socchiusi. 
Io mi allontano e sembra accorgersene.
"Cosa?"
"Ti ho baciata"
"Marco..."
"Scusami, io lo sapevo che probabilmente avresti fatto così ma ne avevo bisogno"
"No non è questo. In senso, tu ti sei appena lascito con la tua ragazza, ti manca. Ci può stare che io ti stia simpatica, ma non fare cose delle quali ti pentirai." Abbasso lo sguardo.
"No. Io, dio Marta, non lo faccio per lei, non me ne pentirò. Perché io voglio te, te cazzo."
Continuo a non rispondere.
"L'ho fatto rischiando di perderti, e probabilmente è successo, l'ho fatto con il rischio di perdere un'amicizia che anche con 7 anni di differenza è bella, bella davvero. Perché tu, io non so cos'hai, mi trovo bene con te, davvero bene. E si io ho rischiato di perdere questo perché avevo, ho, bisogno di questo, di te. Scusa."
Si stringe semplicemente nelle spalle.
"Almeno dimmi qualcosa, almeno guardami negli occhi.."
"Io.. Io non voglio illudermi. Queste cose non succedono a me."
"Dio, Marta!"
Mi prende il viso tra le mani e mi bacia di nuovo, indugiando di più sulle mie labbra, poi poggia la fronte sulla mia.
"Non ti posso promettere qualcosa di perfetto o di facile. Non posso prometterti che la gente non avrà da ridire su di noi. Non posso prometterti tutto questo. Ma posso prometterti una cosa: ti prometto tutto me stesso, sempre, per te. Perché io credo che se tu mi lasciassi una possibilità, noi ce la possiamo fare, a essere un noi. Perché anche se non so esattamente cosa provo, so cosa voglio. Te, voglio te, Marta."
Sussurra ad occhi chiusi.
Apro e chiudo un paio di volte la bocca a vuoto, senza sapere cosa dire. 
Ma io pondero sempre troppo le cose, per una volta decido di spegnere il cervello e fare quello che mi sembra più naturale fare.
Gli getto le braccia attorno al collo e affondo la testa nell'incavo della sua spalla, lo stringo forte, e lui subito mi circonda la schiena con le braccia e fa altrettanto.
Arrivano gli altri e noi siamo ancora così, a parte alcuni "ooh" impertinenti nessuno ci dà poi così tanto peso. Forse sembra come prima, forse avevano già precedentemente intuito che c'era qualcosa, o forse semplicemente non gliene importava un bel niente. Ed effettivamente a noi non importava di loro.
Si è fatto tardi. Mi riaccompagna a dove verranno a prendermi i genitori di una mia amica li presente per portarmi a casa.
Salgo al posto del passeggero e di nuovo una luce blu al neon mi illumina i piedi. Guardo in basso e ridacchio.
"Oh senti, a me piacciono quelle luci li, ok?"
Sorride, scuoto la testa e lo faccio anche io.
So che i nostri discorsi non cambieranno affatto, a parte per qualche sporadica parola dolce e qualche ti amo in futuro. Ma va bene così, è quello che vogliamo tutti e due.





19 Settembre 2015
Salve gente!
Mi sento un pochino patetica a pubblicare sta cosa qua.. Fatemi sapere se vi è piaciuta, se non vi è piaciuta e come mai :3 Io vado a rintanarmi in un angolino a deprimermi su fatti puramente casuali. 
Alla prossima!
Martha Malfoy 
  
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