Obito continua a sibilare quelle sillabe, a denti stretti e con i pugni chiusi.
A volte, più spesso di quanto non vorrebbe, a quel nome nefasto ne affianca un altro - Rin.
Rin: gli squarcia le labbra, gli mozza il respiro.
Sei silenzioso; proprio non vorresi paragonare il tuo dolore che pare centenario a quell'infatuazione tanto puerile.
Basta poco a scatenare le tue fiamme: l'ennesimo sussurro, quello di troppo, e Obito assaggerà la tua isteria.
Un tempo ardevi, Uchiha.
Ma il fuoco s'è spento, rimangono le braci.
#4. Hysteria
Hashirama mascherò un principio di risata con un colpo di tosse, tentando di ricomporsi. «È solo, sai... la tua faccia. Quando ti arrabbi».
«E che diavolo vorrebbe dire?»
I bambini che Madara stava rimproverando, perché troppo rumorosi a quell'ora della sera, approfittarono del momento di distrazione del loro carnefice per darsela a gambe. L'Uchiha non parve nemmeno accorgersene.
«T'incupisci così tanto per una cosa da niente».
«Quei mocciosi avrebbero potuto far del male a qualcuno».
«Non dirmi che ti preoccupavi dell'incolumità degli anziani di Konoha! Non sarà che li trovavi, semplicemente, fastidiosi?», suggerì Hashirama, incapace di mantenersi serio.
«Di certo trovo te incredibilmente fastidioso».
* * *
La tua isteria si placa, il bruciore che hai nel petto s'acquieta.
anche il tuo di dolore ha un nome.
Uomo delle fiamme,
nel rosso che ti cola dal petto non riconosci il volto dell'amico di sempre?
Uomo delle fiamme,
spegniti,
muori,
con lui.
«Solo fino alla prossima volta, Hashirama».
***
Note Autrice:
Non mi aspettavo che ci avrei
messo tanto, onestamente. Questa conclusione giaceva impolverata tra i
documenti del pc da tantissimo tempo, ma non mi pareva sufficientemente
degna a
chiudere la raccolta. Credo di non aver mai voluto porre la parola fine a questa storia, scriverla
è stata
una sfida e portarla a termine m’è parso
difficilissimo. In parte credo sia dovuto
al fatto che la situazione personale che mi ha spinto a scriverla
s’è
modificata nel corso dei mesi, dunque ho avvertito una sorta di
distacco
emotivo da questa storia. Solo per un po’. Ma, in
realtà, ho provato a parlare
di sentimenti universali che possano arrivare a toccare un
po’ tutti; non credo
di esserci riuscita fino in fondo, ma va beh. Ci ho provato. Non
vorrei dire nulla per
appesantire ulteriormente questo capitolo; scrivetemi pure le vostre
suggestioni e sarò lieta di parlarne con voi.
Spero non vi siate dimenticati di
questa raccolta, nonostante i millenni che mi ci sono voluti per
scriverla.
Spero che la conclusione vi sia parsa quella giusta,
anche se, in effetti, sono la prima a dubitarne.
Spero di ritrovarvi, da qualche altra parte,
perché le vostre parole di stima mi hanno fatto bene al
cuore, sul serio.
Con affetto,
Ayumu