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Autore: wingedangel    21/09/2015    0 recensioni
Zaira, principessa delle ninfe, poche settimane dopo il suo sedicesimo compleanno finalmente sogna l'uomo destinato a diventare suo marito e re al suo fianco.
Esce dal lago, pronta a soggiogarlo con un'incantesimo e portarlo via con sè... ma su Alan l'incantesimo non funziona, e Zaira è costretta a farlo innamorare 'alla maniera degli umani'.
Zaira è determinata ma il tempo è tiranno, la regina soffre di una misteriosa malattia che la sta lentamente conducendo alla morte, Zaira deve sbrigarsi se non vuole che le sirene riescano a prendere il potere e cacciare le ninfe dal lago...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10


Quando, la mattina successiva, suonò la sveglia, Alan non aveva alcuna intenzione di alzarsi per affrontare l'ennesima noiosa giornata di scuola. Guardò l'ora sul cellulare, le sei e quaranta. Le sei e quaranta? Ma cosa si era fumato la sera prima per puntare la sveglia ad un orario così indecente? Stava per rimettersi a letto quando ricordò. Aveva promesso a Zaira che sarebbe passato a prenderla prima di scuola. Scattò a sedere sul letto e scese a fare colazione.

Alle otto meno un quarto era di fronte a casa di Zaira. Diede un colpo di clacson per avvisare la ragazza del suo arrivo. Dopo poco la porta si aprì, e Alan vide un uomo di mezz'età, biondo con alcuni capelli bianchi e i suoi stessi occhi azzurri. Non riusciva a smettere di fissarlo, era come guardarsi allo specchio, solo con venti o trent'anni in più. Ma che andava a pensare! Manco fosse il Dorian Gray dell'età moderna! Si riscosse, e appena vide Zaira uscire di corsa da casa, un sorriso gli apparve sul viso.

" Ciao Lucas, ci vediamo più tardi." disse lei a quell'uomo.

" Non porti lo zaino oggi?" le chiese Alan.

" Oddio che scema!"

Zaira tornò in casa a prendere lo zaino mentre Alan ridacchiava.

" Eccomi, possiamo andare."

Recuperato lo zaino, Zaira raggiunse rapidamente Alan e salì in macchina.

" Buongiorno." gli disse.

Appena vide l'uomo rientrare, Alan baciò Zaira. Era così bello poterla baciare senza farsi mille problemi, senza preoccuparsi della sua reazione, di stare o meno tradendo la sua ex-ragazza. Si sentiva un ragazzo normale, come non si sentiva da tempo. Non aveva più pensieri o preoccupazioni di alcun genere. Gli sembrava tutto troppo bello per essere vero. Aveva passato l'ultimo anno a piangere la morte della sua ex ragazza, aveva persino dimenticato cosa si provava ad essere felice, ora invece sorrideva di nuovo, ed era tutto merito di Zaira.

" Buongiorno a te. Comunque, chi era quell'uomo?" chiese, curioso, non appena si fu staccato da lei.

" Lucas, mio zio."

- Certo! Come ho fatto a non pensarci prima! Se vive con sua zia avrà sicuramente uno zio, no? Che imbecille sono! - pensò Alan.

Quando arrivarono a scuola Zaira fece appena in tempo ad oltrepassare l'ingresso che Iris quasi la travolse, prendendo l'amica per un braccio e trascinandola verso l'aula di Inglese.

" Ciao Alan!" urlò in direzione dell'amico, poi si voltò verso Zaira. " Tu ora mi devi raccontare tutto."

Alan vide la professoressa Scott appoggiata allo stipite della porta che le guardava avvicinarsi.

" Sono le otto e un minuto, siete in ritardo! Le chiacchiere possono aspettare la fine della mia lezione!"

" Mi scusi professoressa. Ma la signorina Evans non si sente bene, la stavo accompagnando in infermeria." si giustificò Iris.

Zaira tossì rumorosamente e si portò una mano alla fronte, fingendo di star male. Iris, tenendola per il braccio superò la porta dell'aula, fingendosi preoccupata verso Zaira. Alan si fermò ad assistere alla scena.

" Signorina Williams, l'infermeria è da quella parte." disse la professoressa indicando la parte opposta del corridoio.

" Oh, grazie. Me ne ero dimenticata." disse Iris, voltandosi.

" In classe! Questo non è il corso di teatro!" sbottò la professoressa.

Iris e Zaira si rassegnarono ed entrarono in aula.

" E se vi sento chiacchierare durante la lezione vi beccate una punizione." concluse, chiudendo la porta.

Alan scoppiò a ridere, poi raggiunse la sua aula. Ethan era già seduto, ma il professor Smith non era ancora arrivato, così appena lo vide si alzò e gli andò incontro.

" Allora amico? Si dice in giro che ieri tu e Zaira vi siete baciati nel giardino della scuola! È vero?"

Alan ridacchiò ed annuì.

" Sì, io e Zaira stiamo insieme. So che non dovrei per via di Chloe, ma lei mi piace, e abbiamo deciso di provarci. Vediamo come andrà."
Ethan sospirò, esasperato.

" Alan, non so più quante volte te l'ho ripetuto, non stai facendo un torto a Chloe, stai cercando di essere felice, che è esattamente ciò che voleva lei."

" Forse hai ragione. Scusa se non ti ho ascoltato prima." Riconobbe Alan.

Ethan ridacchiò.

" Ti perdono. Anche se sei stato una piaga."

In quel momento entrò il professor Smith, Alan aprì il libro e si preparò alle due ore più noiose della settimana. Mentre il professore di storia 'spiegava' Alan non riuscì ad evitare di pensare a quel pomeriggio. Non vedeva l'ora che le lezioni finissero per andare a farsi un bagno al lago con Zaira. Ma se solo avesse saputo cosa l'aspettava, non sarebbe stato altrettanto impaziente.

***

Dopo le lezioni, Alan prese per mano Zaira appena uscì da scuola, la guidò alla sua macchina e insieme andarono al lago. Alan parcheggiò, poi percorsero a piedi il piccolo viale tra gli alberi e raggiunsero la riva. Alan si spogliò rimanendo in costume poi si voltò verso Zaira, vide che fissava una delle querce di fronte al lago.

" Che c'è?" chiese lui.

Zaira trasalì, sorpresa.

" Niente, stavo solo pensando che è sotto quella quercia che ci siamo conosciuti."

Alan sorrise e l'abbracciò. Zaira era così dolce, non si pentiva di averle chiesto di stare con lui. Le diede un rapido bacio poi la prese in braccio e si diresse verso il lago.

" Ehi, che fai?" chiese lei.

Alan avanzò ancora, e appena l'acqua gli arrivò alla vita la lasciò cadere.

" Questo." disse.

Zaira riemerse dall'acqua e scoppiò a ridere, prima di cominciare a schizzargli l'acqua addosso.

" Ah, vuoi la guerra allora?" disse, prima di ricambiare il favore.

Giocarono in acqua ancora un po', poi lei si fermò, rendendosi conto di essere ancora completamente vestita.

" Ehi! Mi hai buttato in acqua vestita!"

Alan scoppiò a ridere. Davvero non se ne era accorta prima? Lei uscì dal lago e si tolse i vestiti bagnati, restando con un bikini blu. Alan smise improvvisamente di ridere e si mise a guardarla. Era davvero bellissima, prese a fissare le gocce d'acqua che le attraversavano la schiena, fino a finire la loro corsa sul bordo del costume. Alan si riscosse, quei pensieri stavano prendendo una piega pericolosa. Zaira si voltò e corse di nuovo in acqua.

" Hai forse dimenticato la nostra sfida? Facciamo fino alla riva opposta?" chiese lei.

Alan osservò il lago. - Saranno quasi tre chilometri! - pensò. Come poteva pensare di nuotare fin là?

" Sul serio riusciresti a nuotare fin là? Mi spiace ma io passo." disse.

Zaira scoppiò a ridere vedendo la reazione di Alan alla sua proposta, la sua espressione stupita era buffissima, aveva quasi gli occhi fuori dalle orbite.

" Scherzavo! Allora, vediamo... - Zaira si guardò intorno, cercando un punto di riferimento. - da qui fino più o meno quell'albero laggiù, e ritorno." disse, indicando un albero a circa cento metri da loro.

" Affare fatto. Pronta? Via!"

Partirono insieme, Alan dovette dare il massimo da subito, Zaira era così veloce, faceva fatica a tenerle testa. Sembrava persino più veloce del giorno prima in piscina. Ma come faceva a nuotare così velocemente? Nessuno nuotava più veloce di lui a scuola. A quanto pareva aveva trovato pane per i suoi denti, accelerò.

Aveva quasi raggiunto l'altezza a cui si trovava l'albero, era già pronto a voltarsi per tornare indietro e raggiungere Zaira, quando si sentì trascinare verso il fondo. Sentiva una mano stringergli una caviglia e tirarlo giù con forza. Colto alla sprovvista, non ebbe il tempo di prendere fiato e finì presto sott'acqua. Sentì l'acqua invadergli la gola. Istintivamente cercò di sputarla, ma non servi a nulla, continuava a inghiottire acqua, cercò di chiudere la bocca, ma servì a poco. Mentre affondava vide Zaira che continuava a nuotare. Ma allora chi era che lo stava trascinando giù? Erano soli al lago, ne era sicuro. Cercò di spingersi con le braccia e la gamba libera verso la superficie, alla disperata ricerca di aria. Appena riuscì a mettere fuori la testa cercò di attirare l'attenzione di Zaira urlando il suo nome. La mano sulla sua caviglia strinse più forte, e con uno strattone lo trascinò giù di nuovo. Alan sentì un dolore acuto alla caviglia, come se... no, non potevano essere artigli... quale creatura aveva mani umane e artigli affilati degni di un'aquila? Mentre i suoi polmoni si contraevano in modo spasmodico alla ricerca di aria, Alan si costrinse ad abbassare lo sguardo, doveva capire cosa lo stava trattenendo, probabilmente era solo uno scherzo della sua fantasia, sicuramente era solo rimasto impigliato in qualcosa sul fondale. Appena vide cosa lo stava trattenendo, si rese conto che la mancanza d'aria gli stava probabilmente dando alla testa. Aveva le allucinazioni, non c'era altra spiegazione, la ragazza che gli aveva appena lasciato la caviglia per afferrarlo per il collo non poteva essere una sirena. Eppure, se i suoi occhi non lo ingannavano, quella ragazza era decisamente una sirena, al posto delle gambe aveva una coda di pesce verdognola e squamosa. Alan era sempre riuscito a vedere abbastanza bene sott'acqua, quindi o quella sirena era solo uno scherzo della sua immaginazione, oppure era reale. No, non poteva essere, le sirene non esistevano, lo sapeva bene.

- Un sogno, è solo un dannato sogno - pensò.

Doveva solo svegliarsi, e tutto sarebbe finito. Ma se davvero era un sogno, perchè il dolore che provava alla caviglia e al petto sembrava così reale? Vide Zaira nuotare verso di lui, un'espressione terrorizzata sul volto.

"Xeni! Lascialo!" urlava alla sirena.

L'aveva chiamata per nome? Zaira conosceva quella sirena? Alan ci capiva sempre meno, e in quel momento nemmeno gli importava, era troppo occupato a cercare di non morire. Zaira si avvicinò a lui e gli prese il polso. Aveva una pietra tra le mani e la stava strofinando contro il cordoncino del suo braccialetto, cercando di tagliarlo. Ma che gli saltava in mente? Se quella pazza ce l'aveva con lui perchè lei non scappava? E se non voleva scappare poteva cercare di aiutarlo, perchè se la prendeva con quel bracciale? Passò solo qualche secondo, poi Zaira riuscì a togliergli il bracciale, Alan però non ce la faceva più, aveva un disperato bisogno d'aria, sentiva i suoi polmoni contrarsi spasmodicamente cercando di mettere in circolo dell'aria che ormai non avevano più, Alan si lasciò andare e chiuse gli occhi. Era finita, stava morendo.

Improvvisamente prese a tossire e a sputare acqua, riempiendosi i polmoni d'aria. Aprì gli occhi, come mai ora riusciva a respirare? Vide Zaira con la mano tesa verso di lui, e notò che, nonostante fossero ancora sotto la superficie del lago, la sua testa era come immersa in una bolla d'aria. Osservò Zaira, legato ad una delle spalline del suo costume aveva il suo bracciale, sorrideva. Era stata lei a salvarlo? No, non era possibile, come avrebbe potuto fare una cosa simile? Eppure ora lui era sott'acqua e stava respirando. Che diavolo stava succedendo? Tutto ciò era troppo persino per essere un sogno, la sua fantasia non arrivava così lontano.

" Ti ho detto di lasciarlo! Lui non c'entra niente!" la sentì urlare.

Le voci gli giungevano ovattate attraverso la bolla, ma riusciva lo stesso ad ascoltare quello che le due si dicevano. Non poteva far altro che ascoltare, e cercare di dare un senso alle loro parole, visto che la sirena lo teneva ancora per il collo. Zaira alzò una mano ed Alan sentì una forte corrente d'acqua infilarsi tra il suo collo e le dita della sirena, che per un attimo perse la presa, Zaira ne approfittò per tirare Alan verso di sè, ma improvvisamente la corrente cominciò a spingerlo nuovamente verso la sirena, che lo abbracciò da dietro, impedendogli di muoversi. Alan non potè evitare di sentirsi un bambolotto conteso tra due bambine che litigavano. Quella situazione non gli piaceva nemmeno un po', Zaira era visibilmente spaventata, e Alan desiderava solo che lei se ne andasse e si mettesse al sicuro. Ma quella corrente che aveva sentito sul suo collo... era opera di Zaira? No, non era possibile, come avrebbe potuto farlo? Sicuramente era solo una sua impressione.

" Stupida ninfa! Controlliamo lo stesso elemento. Se tutto ciò che sai fare è qualche giochino con l'acqua, non ho nulla da temere da te, principessa." Xeni disse l'ultima parola con disprezzo.

Alan sgranò gli occhi. Allora era stata davvero Zaira a creare quella corrente che l'aveva liberato dalla presa della sirena. Zaira era una... ninfa? Ricordava che il professor Smith aveva letto qualcosa sulle ninfe a scuola, ma Alan non l'aveva ascoltato, cosa significava che Zaira era una ninfa? Era una cosa buona? Oppure no?

Dal canto suo Zaira non sapeva cosa fare, non voleva che Alan rischiasse di ferirsi, lui era solo un umano, e gli artigli di Xeni puntavano proprio al centro del suo petto, al suo cuore. Non poteva permetterle di ucciderlo, non voleva perdere Alan, non ora che stavano finalmente insieme. Sentì la rabbia montare in lei, gliel'avrebbe fatta pagare a quella sirena, già non sopportava che minacciasse le sue sorelle, ora anche Alan? Questo era troppo! Se prima voleva solo punirla, ora sentiva il bisogno impellente di ucciderla.

" Cosa vuoi da lui? È solo un umano! Lascialo andare e veditela con me, se davvero non hai paura della futura regina delle ninfe!" disse, rabbiosa.

Alan era confuso, non capiva cosa stava succedendo, sapeva solo che quella situazione lo spaventava. Non aveva mai visto Zaira parlare così, le era sempre parsa una ragazza quasi indifesa, ora invece sembrava persino pericolosa. Guardando Zaira stare sott'acqua senza il minimo sforzo, con i muscoli tesi dalla rabbia, quasi fosse pronta a saltare addosso a quella sirena, Alan si ritrovò a chiedersi come fosse possibile che quella fosse la stessa ragazza che aveva conosciuto in quella settimana, la stessa ragazza che stava cominciando ad amare. Sembravano due persone completamente diverse, e del tutto incompatibili.

- Mi ha mentito. Per tutto questo tempo mi ha solo preso in giro! - realizzò Alan.

" Futura regina delle ninfe!" Xeni scoppiò a ridere. " Questo ragazzo è il tuo Sogno! Stavi per portarlo al castello! E io non aspettavo altro! Io ora ucciderò questo bel bocconcino, così tu non potrai diventare regina, tua madre morirà presto grazie al veleno che le ho fatto somministrare, e senza una regina le ninfe non avranno il potere per opporsi a me, e sarò finalmente io a regnare su questo lago!"

Zaira non intendeva permettere a quella sirena di prendersela con Alan, se davvero voleva il trono delle ninfe, doveva vedersela con loro, non doveva mettere in mezzo gli umani, e soprattutto, non doveva toccare il suo Alan. Lanciò un'occhiata al fondale del lago, individuò una pietra sufficientemente appuntita da rallentare la sirena, era pochi metri dietro Xeni, perfetto! Si stava concentrando per generare una corrente per scagliare la pietra contro la sua coda quando sentì l'urlo di Alan. Alzò immediatamente lo sguardo. Xeni gli stava graffiando il petto con i suoi artigli, tentando di arrivare al cuore per ucciderlo. Zaira entrò improvvisamente nel panico, doveva trovare il modo di distrarla, doveva impedirgli di ucciderlo, non perchè lui era il suo Sogno, ma perchè voleva stare con lui, perchè amava la sua umanità, e non voleva perderlo. Avrebbe persino rinunciato al trono per lui, se non ci fosse stata la minaccia di Xeni a incombere sulle sue sorelle.

" Lui non è il mio Sogno! È solo un mio amico umano con cui mi volevo fare una nuotata!" cercò di dire, nel disperato tentativo di fermarla.

Zaira trassè un profondo sospiro di sollievo quando vide Xeni smettere di graffiare Alan e scoppiare a ridere. Controllò la ferita di Alan, continuava a sanguinare, doveva sbrigarsi, tornò a cercare la pietra con lo sguardo.

" Sei proprio disperata, vero? Una ninfa amica di un umano? Non ci crederei nemmeno se lo vedessi con i miei occhi. Questo ragazzo è il tuo Sogno, e io lo ucciderò."

Zaira era furente, Xeni non avrebbe mai dovuto far del male ad Alan, sollevò la pietra e la ruotò, in modo che la parte più appuntita puntasse verso la sua coda.

" Tu non conosci gli umani, la pensavo come te prima di conoscere il mio Sogno e i suoi amici. Ma mi hanno dimostrato che non solo è possibile l'amicizia tra un umano e una ninfa, ma anche l'amore."

Zaira sorrise ad Alan, che però si voltò dalla parte opposta, e chiuse gli occhi. Ne aveva viste troppe quel giorno per riuscire a credere alle parole di Zaira, dopotutto lei gli aveva sempre mentito, come poteva ora parlare di amore? Come poteva crederle, ora che sapeva che il loro rapporto era basato solo su una serie infinita di menzogne?

" Amore?" Xeni rise. " Non può esserci nè amicizia nè tantomeno amore tra un umano e una ninfa. Quello che hai provato è stata solo un'illusione. Scommetto che il tuo Sogno nemmeno sapeva che sei una ninfa. Guardalo. Guardalo ora che ha scoperto la verità, non mi sembra amicizia o amore quello che è dipinto sul suo volto. Mi sembra più... disprezzo. Ormai sei un mostro per lui, nulla di più."

Zaira si rifiutava di credere alle parole di Xeni. Alan era il suo Sogno, Alan l'amava, non c'era disprezzo sul suo volto, probabilmente era solo spaventato da tutta quella situazione. Doveva portarlo via di lì, e quando sarebbero stati al sicuro, lei gli avrebbe raccontato tutto.

" Pensala come vuoi, ma io sono una ninfa e tu sei solo una sirena. Se siamo noi a regnare su questo lago, un motivo c'è. Io ora uscirò dall'acqua con lui, e tu non potrai fermarmi!" disse, furente.

Scagliò la pietra, che colpì la coda di Xeni. La sirena lanciò un urlo, lasciò andare Alan mentre sprofondava e si accasciava sul fondale, incapace di nuotare finchè la ferita non si fosse rimarginata. Zaira si affrettò a prendere Alan tra le braccia e a portarlo verso la riva.

" Rientrerete in acqua prima o poi, devi portarlo al castello. E quel giorno io sarò lì, è ucciderò il tuo Sogno! Questa è una promessa! Non dimenticarlo, principessa!" urlò loro Xeni.

Zaira ignorò la sua minaccia. Ci avrebbe pensato più avanti. Ora doveva pensare ad Alan. Appena raggiunsero la riva lo stese a terra, prese un pò di acqua tra le mani e concentrandosi, la fece scorrere sulle ferite di Alan. In pochi secondi, il suo petto e la sua caviglia tornarono perfettamente intatti, come se nulla fosse successo.

Alan la osservò senza dire una parola, sapeva che avrebbe dovuto esserle grato per avergli salvato la vita. Ma non ce la faceva. Non dopo tutto quello che era successo. Zaira gli aveva mentito, era una ninfa. Che cosa questo volesse dire non lo sapeva ancora bene, ma sapeva che quella sirena aveva ragione, Zaira era praticamente una specie di mostro. Un mostro bellissimo, ma pur sempre un mostro.

Zaira appena finì di guarirlo gli rimise il braccialetto.

" Ti protegge davvero." disse. " Impedisce alla magia delle ninfe di agire su di te."

Alan si mise seduto. Zaira cercò di sostenerlo ma lui si scansò.

" Mi hai curato, no? Sto bene." disse, freddo.

Zaira si rabbuiò. Le faceva male vedere Alan, il suo Sogno, anzi, il suo ragazzo, trattarla così. Capiva che per lui non sarebbe stato facile accettare quello che era successo, ma non voleva che scappasse da lei, anche se ormai era probabilmente inevitabile.

" Alan. Ti posso spiegare tutto..." cominciò, posandogli una mano sulla spalla.

" Non mi toccare." Disse lui alzandosi. " Quella sirena aveva ragione, sei un mostro, e io non voglio più avere niente a che fare con te."

Quelle parole furono per Zaira come una coltellata in pieno petto. Le lacrime cominciarono a scendere incontrollate. Se davvero Alan la pensava così era tutto finito, la sua storia con lui e ogni speranza di salvare le sue sorelle. Eppure, ciò che le faceva più male non aveva niente a che fare con i suoi doveri di principessa, la uccideva rendersi conto che non l'avrebbe più rivisto.

" Ti posso presentare la tua vera madre, se vuoi." disse, in un ultimo disperato tentativo di convincerlo a restare.

" Pure lei è un mostro? Fantastico." disse, sarcastico.

Poi se ne andò senza voltarsi indietro, lasciando Zaira seduta a terra, in lacrime.




CANTUCCIO AUTRICE:

Arieccomi!  Beh, vi avevo promesso che ci sarebbe stata più azione e ho mantenuto la parola, no?  Tra l'altro ho già scoppiato la coppia dopo a malapena 24 ore!
Alan è stato parecchio cafone alla fine, vero? Povera Zaira.
Alan: Ci ho qu
asi rimesso le penne! Che fossi un po' sconvolto è naturale, no? Non odiatemi... ha fatto tutto lei!
Vabbè, lasciatelo perdere. Ora che succederà?  Si accettano scommesse! No, ok la smetto.
Se vi è piaciuto il capitolo lasciate una recensioncina, se non vi è piaciuto si accettano critiche, così posso cercare di migliorare.
Grazie a tutte per le recensioni, le seguite e le preferite, vi amo!
A presto,
wingedangel.
   
 
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