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Autore: eleCorti    21/09/2015    5 recensioni
A distanza di dieci anni dalla morte di Marissa, Ryan ha finalmente il coraggio di andare a trovare il suo primo grande amore, che non ha mai dimenticato, raccontandole ciò che è cambiato in questi dieci anni.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Marissa Cooper, Nuovo personaggio, Ryan Atwood, Taylor Townsend | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Ryan Atwood/Taylor Townsend
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Finalmente aveva avuto il coraggio, dopo tanto tempo di andare a trovarla, l’ultima volta che l’aveva fatto, era stato poco dopo la sua morte, poi non ci era più andato, perché sapeva che non ce l’avrebbe fatta a guardare quella lapide senza foto, sulla quale c’era scritto il suo nome, Marissa Cooper.
Se lei fosse stata viva, si sarebbero sposati, ne era certo, perché il loro amore era più forte di qualsiasi avversità, il loro amore sarebbe sopravvissuto a tutte le prove che il destino avrebbe imposto loro, però purtroppo il destino è beffardo, non ci da mai ciò che vogliamo, per cui lui poteva solo immaginare come sarebbe stata la vita accanto a lei.
Quella mattina si era svegliato presto, era domenica e non doveva andare a lavoro, ormai era un ingegnere affermato, per cui aveva detto a sua moglie che sarebbe uscito a fare una passeggiata.
“Stai andando da lei?” domandò la donna.
“Sì Taylor” rispose lui.
Aveva deciso di sposarsi con Taylor, dopotutto era stato in grado di renderlo felice e di stargli accanto devotamente, ma lei sapeva che non poteva competere con il suo primo grande amore, sapeva che Ryan non l’avrebbe mai dimenticata, e si era messa il cuore in pace, perché l’unica cosa che le importasse, era la felicità di suo marito.
Aveva persino accettato di chiamare la loro figlia Marissa in suo onore, bambina che aveva cinque anni e assomigliava alla madre, tranne che per gli occhi, dello stesso colore del padre.
E così, quella mattina, il ventottenne Ryan Athwood, era andato al cimitero di Newport, città in cui aveva deciso di vivere, nonostante fosse di Chino, ma ormai vi era così affezionato a quella zona che non era riuscito più ad andarsene.
Appena giunto davanti al luogo, dove si seppelliscono i morti, scese dalla macchina e andò dal fioraio lì di fronte per comprare dei fiori, decise di prendere delle rose rosse, i suoi fiori preferiti, dopo dieci anni ancora non lo aveva dimenticato.
Entrò e si diresse spedito nel posto, dove vi era la lapide della sua amata, nonostante erano dieci anni che non ci andasse, si ricordava ancora a memoria il percorso. Era naturale, perché qualsiasi cosa riguardasse lei, non la poteva dimenticare, mai.
Ecco era arrivato, non era cambiato niente, era tutto come se lo ricordava, forse la lapide era sbiadita a causa delle intemperie del tempo, era normale si disse, ma il suo ricordo non si sarebbe mai affievolito e non si riferiva solo a lui.
Posò i fiori per terra davanti alla tomba s’inginocchiò, una lacrima si fece largo sul suo volto, era la seconda volta che piangeva, la prima è stata il giorno della sua morte, quel maledetto giorno.
Ancora se la ricordava agonizzante tra le sue braccia, la sua voce che lo chiamava con un sussurro, poi si era spenta, ed anche lui si era spento insieme a lei.
Perché lei era tutto per lui.
Ricorda ancora il primo giorno che l’ha vista, quando Sandy Cohen l’aveva portato a casa sua, lei era lì sul ciglio della strada, quando incrociò il suo sguardo ne fu folgorato, quello è stato l’inizio di tutto.
Da quel giorno lei è sempre stata parte della sua vita, nel bene e nel male, e lo è ancora, si disse, perché mai e poi mai l’avrebbe dimenticata.
Questo l’ha capito dopo qualche anno che stava con Taylor, lui le vuole bene, ma non potrà mai essere Marissa, la sua Marissa, anche se gli ha regalato attimi di felicità, come quando è nata sua figlia.
“è passato tanto tempo dall’ultima volta che sono venuto a trovarti” disse, come se parlasse con lei.
“Mi dispiace, ma prima non ne avevo la forza, però meglio tardi che mai, no?” scherzò, cercando di trattenere le lacrime.
“Sai mi sono sposato con Taylor e abbiamo avuto una figlia, l’ho chiamata Marissa in tuo onore, perché io non ti dimenticherò mai ti amerò per sempre” iniziò a raccontare.
“Tua madre si è laureata, si è sposata con mio padre ed hanno un figlio, ma questo immagino tu lo sappia, perché lei ti viene spesso a trovare, me lo dice sempre ogni volta che vado a trovarla. Sai è stata lei a convincermi a venire da te” proseguì.
“Tua sorella ha finito pure il college e ora lavora, ha messo la testa apposto, ma presumo che tu sappia anche questo, anche lei viene a trovarti” continuò.
“Seth e Summer, si sono sposati pure loro, ed hanno una figlia poco più grande della mia, anche lei si chiama Marissa, anche questo lo saprai, perché anche loro vengono a trovarti spesso” disse ancora.
“Credo di essere l’unico che non sia mai venuto a trovarti in questi ultimi dieci anni, e me ne vergogno!” ammise piangendo.
Poi trasalì, una piccola mano gli aveva toccato la spalla, si girò e vide la sua dolce figlioletta.
“Papà che succede?” chiese la piccola.
“Niente è tutto apposto” le rispose asciugandosi le lacrime.
“Chi è lei? E perché ha il mio stesso nome?” domandò la bimba, notando la lapide dietro il genitore.
“Lei è Marissa Cooper, il mio primo grande amore” confessò il biondino.
“Era bella?” chiese la piccola Athwood.
“Non sai quanto” replicò.
“E come mai non c’è più?” domandò curiosa.
“Un incidente in macchina, io ero con lei” raccontò il papà.
“Io mi chiamo così in suo onore?” chiese, sicura che la risposta fosse sì.
“Sì” annuì, difatti, Ryan.
“La ami ancora?” una domanda secca, ma che fece trasalire il padre, sua figlia era proprio come lui, dotata di un’intelligenza straordinaria.
“Sì” ammise.
“E la mamma non la ami più?” anche questa domanda fece trasalire il giovane.
“Certo che la amo ancora” la rassicurò sorridendole.
“Marissa finalmente ti ho trovata, non ti allontanare più da me!” esclamò la madre.
“Taylor che ci fai qua?” domandò il biondino stupito.
“Volevo starti vicino in un momento come questo” gli rispose dolcemente.
Sorrise, ammirava sua moglie, in tutti quegli anni non se l’era mai presa perchè lui non l’amasse quanto lo amava lei, ma al contrario gli era sempre stato accanto.
E di questo era felice, era sicuro che se lei fosse stata lì, sarebbe stata felice per lui, perché il vero amore è amare qualcuno incondizionatamente, senza pretendere che l’amato ricambi il suddetto amore.
Si alzò, e prese per mano le due, si girò e guardò un’ultima volta quella lapide sbiadita.
“Ora devo andare, tornerò presto, ciao” disse.
“Amore mio” aggiunse poi con un sussurro, che alla moglie non sfuggì.
“Vogliamo andare?” si rivolse poi alla consorte.
Taylor annuì e tutti e tre se ne andarono.
Da quel giorno Ryan va a trovare la sua amata ogni settimana, la domenica, quando non lavora, perché mai e poi mai sarebbe riuscito a dimenticarla, e Taylor gli sta accanto come una sposa devota
   
 
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