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Autore: SellyLuna    21/09/2015    2 recensioni
«Cosa c’è?» le domandò lui, dopo attimi di silenzio spiacevole.
«Avrei bisogno del tuo aiuto per un esperimento.»
La sua richiesta risuonava molto neutra, almeno fino a quando non gli avrebbe illustrato in cosa consistesse.
Il ragazzo fece un’espressione mista alla paura e al disgusto; la giovane era consapevole che avrebbe reagito in quel modo a una tale richiesta.
Logan non era sicuro di capire: perché gli stava chiedendo una cosa del genere? Sapeva che non amava essere il tester dei suoi pazzi esperimenti, infatti in passato non l’aveva mai assistita, come invece aveva fatto più di una volta Mark, durante le sue sperimentazioni, sia per il fatto che non erano esattamente amici e sia perché non glielo aveva mai chiesto, ma era sicuro che la sua risposta sarebbe stata negativa.
Allora perché farlo ora?
Quinn notò che Logan era ancora molto diffidente e pensò di rassicurarlo.
Cosa pensava che gli avrebbe mai fatto?
«Tranquillo, non è nulla di pericoloso.»

[Quogan♥]
[Storia partecipante al “Head Canon Contest - fin dove si spinge l'Immaginazione”, indetto da Maiko_chan sul forum di Efp]
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Logan Reese, Quinn Pensky
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Titolo: Di dubbi e esperimenti

Head Canon: Non sono sicura che possa essere considerato un head canon, mi sa che è più un missing moment da collocarsi tra l’episodio 6 e l’episodio 7, ovvero dopo il bacio tra Quinn e Logan.

So che è un argomento molto gettonato, di cui esistono diverse versioni.

Così mi sono ritrovata a pensare a una mia personale visione di quello che è accaduto subito dopo, dei loro pensieri e delle loro sensazioni, di come hanno affrontato la situazione e di come sono arrivati a una conclusione.

Fandom: Zoey 101

Personaggi e Pairing: Quinn, Logan; Quogan

Genere: Introspettivo, romantico e sentimentale

Rating: Verde

Avvertimenti: Missing moments, What if?

Introduzione: «Cosa c’è?» le domandò lui, dopo attimi di silenzio spiacevole.

«Avrei bisogno del tuo aiuto per un esperimento.»

La sua richiesta risuonava molto neutra, almeno fino a quando non gli avrebbe illustrato in cosa consistesse.

Il ragazzo fece un’espressione mista alla paura e al disgusto; la giovane era consapevole che avrebbe reagito in quel modo a una tale richiesta.

Logan non era sicuro di capire: perché gli stava chiedendo una cosa del genere? Sapeva che non amava essere il tester dei suoi pazzi esperimenti, infatti in passato non l’aveva mai assistita, come invece aveva fatto più di una volta Mark, durante le sue sperimentazioni, sia per il fatto che non erano esattamente amici e sia perché non glielo aveva mai chiesto, ma era sicuro che la sua risposta sarebbe stata negativa.

Allora perché farlo ora?

Quinn notò che Logan era ancora molto diffidente e pensò di rassicurarlo.

Cosa pensava che gli avrebbe mai fatto?

«Tranquillo, non è nulla di pericoloso.»

Note dell'Autore: Questa one shot partecipa al “Head Canon Contest – Fin dove si spinge l’Immaginazione” indetto da Maiko_chan sul forum di efp.

Ed ecco qui una Quogan un po’ più impegnativa rispetto al mio primo tentativo.

Che posso dire? Non sono sicura dell’IC dei personaggi (ma quando mai lo sono? XD), ad ogni modo spero non siano eccessivamente OOC.

Ammetto che non è stato facile, per me, scrivere dal punto di vista di un ragazzo, o meglio di immaginarmi i suoi pensieri in determinate circostanze. Mi auguro di non essere andata troppo fuori strada. O.o

Non so se il tutto possa essere verosimile.

Questa shot è nata principalmente dal pensiero che i due abbiano dovuto arrangiarsi nel capire i propri sentimenti e sul da farsi, senza chiedere consiglio a nessuno.

Ho letto in qualche fic che Logan chiede aiuto a Chase. Mi sembra che stona troppo con il canon e poi sia Logan sia Quinn si vergognano di questa cosa, per cui entrambi hanno deciso di non farne parola con nessuno, seppur avessero avuto bisogno di un consiglio di un amico.

E poi vogliamo mettere quando Chase torna dall’Inghilterra e scopre, insieme ai suoi amici, che Quinn e Logan stanno insieme? Non possiamo privarci della sua reazione – quasi esagerata – di questa notizia (ma in realtà non solo per questa, ma per un po’ tutti i cambiamenti) con la sua esclamazione sorpresa e indignata: «Sono stato via solo un semestre!» XD

So che Logan può sembrare odioso nella scena con gli amici, quando espone la sua teoria. Ma non so, me lo sono immaginato così, in fondo è parte del suo carattere.

Da questa shot sembra che sia Logan il primo ad accettare la situazione. In realtà, lui accetta il fatto di aver baciato Quinn e ammette che non gli dispiacerebbe farlo ancora. Ma il suo pensiero non va più in là. Insomma, è molto pratico, ma non si proietta a quello che potrebbe essere il futuro.

Perché lui è quello più attaccato alla propria reputazione, più di quanto non lo sia Quinn con la propria. Basti pensare al ballo di fine anno, quando lei sembra molto più disposta di lui a ammettere che sarebbe stato meglio se fossero andati assieme, invece che con altre persone.

Se voleste lasciare una traccia del vostro passaggio con consigli, suggerimenti e critiche costruttive mi farebbe molto piacere. ;)

Grazie per l’attenzione.

Buona lettura!

 

 

 

 

 

 

 

 

Di dubbi e esperimenti

 

 

 

 

 

 

 

 

Non poteva crederci.

Non avrebbe mai e poi mai fatto una cosa del genere; doveva trattarsi di un sogno o meglio di un incubo.

Eppure sapeva che l’inverosimile era accaduto per davvero, ne aveva ancora il sapore come testimone.

Che spiegazione poteva mai trovare per questo?

Da amante della scienza era abituata a ricercare risposte alle domande più disparate, che riguardavano la natura e il mondo, ma a questa sarebbe stata in grado di trovare una spiegazione logica?

Era risaputo che sentimenti e scienza collidessero fra loro, quindi come avrebbe risolto il suo problema questa volta?

Era incredula e scioccata: non riusciva a capacitarsi di aver baciato una delle persone che meno sopportava, una persona così piena di sé, egoista e arrogante ovvero il popolare e ricco Logan Reese.

Obbiettivamente non aveva nessun senso; non potevano definirsi nemmeno amici, l’unica cosa che li legava era il loro gruppo di amici. Altrimenti i loro cammini non si sarebbero mai incrociati: erano agli antipodi, non avevano nessun interesse in comune.

Quindi come poteva trovare un senso a quello che era appena accaduto?

Non negava che fosse un  bel ragazzo, ma era troppo stupido e si comportava da idiota, credeva di poter avere tutto quello che desiderava solo perché possedeva molti soldi, si vantava del proprio aspetto e era convinto di essere desiderato da tutte le belle ragazze.

Ancora una volta Quinn si domandò cosa l’avesse spinta nella sua direzione.

Era sconvolta per la rottura con Mark e per non essere riuscita a convincerlo a tornare assieme; si era vestita in modo diverso dal solito, più provocante – aveva notato come i ragazzi la guardavano in modo differente, accorgendosi di lei –, ascoltando le parole di Lola, ma non aveva funzionato.

Mark le aveva confidato che provava dei sentimenti per Brooke non a causa del suo modo di vestire, ma per la sua personalità, perché avevano degli hobby in comune.

Quinn non aveva creduto alle sue parole, ma aveva capito che aveva fallito nel suo intento.

E così era finita la sua relazione di due anni.

Era arrabbiata con Mark, con se stessa e si domandava dove avesse sbagliato.

Aveva ripercorso, con la mente, tutti i momenti insieme, cercando di intravedere la falla, i piccoli segnali che l’avrebbero dovuta allarmare sulla possibilità di una loro rottura; se fosse stata più attenta, forse avrebbe potuto risolvere il tutto in tempo e ora non si sarebbe sentita così distrutta.

E semplicemente pianse.

E, in quel pessimo stato, le si era avvicinato Logan che, nonostante i suoi modi bruschi per allontanarlo, era rimasto e le aveva chiesto cosa avesse.

Sorprendentemente l’aveva consolata e era rimasta piacevolmente sorpresa da tale gesto insolito da parte del ragazzo.

Era stato particolarmente gentile, le aveva rivelato che Mark era stato un idiota per aver rotto con lei e le aveva elencato alcune delle sue qualità.

Quando le aveva chiesto le ragioni del suo cambiamento nel vestire, lei gli aveva spiegato che voleva competere con Brooke e lui semplicemente le aveva detto che non era necessario. Le aveva fatto capire che non doveva essere nessun altro se non se stessa, perché quella era la Quinn che tutti conoscevano.

Così, le aveva posato delicatamente gli occhiali sul naso, i loro sguardi si erano incontrati e, senza che se ne rendessero conto, si erano avvicinati l’uno all’altra sempre più fino a far incontrare le loro labbra.

Non sapeva se essere grata o meno al cavallo che era apparso misteriosamente dal nulla e aveva riportato bruscamente entrambi i teenagers alla realtà, lasciandoli poi ad affrontare una pesante e scomoda tensione.

Era sconcertata per le proprie azioni, perché ragionevolmente non era giusto dare tutta la colpa a Logan, sorpresa dalla gentilezza che le aveva dimostrato, perché di solito con lei si comportava in maniera molto differente, ma aveva intuito che era stato sincero; si era comportato da amico – o da qualcosa in più? – e era tremendamente e terribilmente confusa.

Almeno a se stessa poteva ammettere che il bacio le era piaciuto e non aveva nessun dubbio nel preferirlo a quelli che si era scambiata con Mark.

Ma questo non significava che a lei potesse piacere Logan, cercò di convincersi e rassicurarsi.

Finalmente aveva raggiunto il dormitorio femminile e, a passo svelto, accorciò la distanza che la divideva dalla sicurezza della propria stanza.

Si augurò che fosse vuota, perché era certa che non sarebbe stata in grado di sostenere le domande delle sue amiche, le quali non avrebbero faticato ad intuire che le era successo qualcosa: la sua faccia avrebbe parlato al posto suo.

Una volta raggiunta la sua meta, si chiuse la porta alle spalle, di scatto, e sospirò sollevata.

Aveva camminato più veloce che poteva per allontanarsi il più in fretta possibile da quella panchina, senza mai voltare lo sguardo indietro, mantenendo gli occhi bassi, sentendosi colpevole, come se avesse scritto in faccia il crimine che aveva commesso; non avrebbe sopportato gli sguardi giudicanti degli altri.

Ma finalmente poteva dirsi sana e salva, lontana da occhi indiscreti.

Realizzò di essere sola e si sentì, finalmente per la prima volta, al sicuro.

Se aveva risolto momentaneamente un problema, aveva pur sempre la mente in confusione e sapeva che, presto o tardi, avrebbe dovuto riordinare quel casino.

Ora, però, era consapevole che la cosa giusta da fare era quella di cambiarsi d’abito e, dopo essersi calmata, avrebbe raggiunto i suoi amici nel salone.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Era esterrefatto, non credeva possibile di aver fatto una cosa del genere.

Non l’aveva mai lontanamente neanche sfiorato il pensiero di una tale possibilità. Ma era successo per davvero, era senza parole.

Non aveva mai pensato a Quinn in quei termini e non sarebbe stato difficile trovare una conferma: tutti al campus potevano affermare che non aveva mai dimostrato nessun tipo di interesse amoroso verso di lei.

Non era il suo tipo, era troppo diversa e forse fuori dalla sua portata.  Non che, come già detto, avesse mai pensato di provarci con lei e non era da lui ammettere che qualche ragazza potesse essere inarrivabile. Se così fosse stato, era solo per il fatto che aveva scelto di non prestarle attenzione.

Tornando al suo problema reale, non sapeva spiegarsi il motivo delle sue azioni.

Non solo aveva baciato Quinn, ma si era dimostrato gentile e sensibile; aveva desiderato davvero aiutarla, perché non sopportava vederla triste.

Se doveva pensare a lei, l’aggettivo triste non le si addiceva, perché Quinn poteva essere molte cose, ma non triste.

Poteva arrabbiarsi e quando capitava non era mai una buona cosa, perché non si sapeva cosa avrebbe potuto fare; se aveva a portata di mano il suo orologio laser, era capace di colpire chiunque la infastidisse senza tanti problemi. Ed era già capitato.

E, doveva ammetterlo, quando era in collera, poteva essere davvero spaventosa.

Persino lui – che non era così stupido come tutti credevano – sapeva quando smettere di provocarla; ci teneva alla propria vita.

Aveva notato che, quando era irritata – e la maggior parte delle volte era a causa sua –, alzava gli occhi al cielo, infastidita, come se volesse sottolineare l’irrilevanza del commento che aveva fatto.

Quando era felice, il suo largo sorriso era capace di contagiare chi le stava intorno.

I suoi occhi – che solo in quel momento aveva realizzato quanto fossero belli – brillavano ogni volta che annunciava una sua nuova invenzione e, con estrema gioia, non vedeva l’ora di esporla al mondo intero e trovare anche qualche cavia per testarla.

Che cosa mi sta succedendo?

Non si era mai soffermato a riflettere così tanto e intensamente su una ragazza e quella stramba di Quinn non poteva permettersi di occupargli la mente.

Quel bacio mi ha, per caso, ammattito?

Non poteva negare – ma non lo avrebbe mai detto a voce alta – che la ragazza ci sapesse fare – e si era domandato come fosse possibile, perché non pensava che lei e quel perdente di Mark passassero la maggior parte del loro tempo a scambiarsi numerosi baci: non erano quel tipo di coppia.

Scosse la testa, come per scacciare quei pensieri molesti, non preoccupandosi di poter apparire strano agli occhi degli altri studenti.

In fondo, non aveva ancora trovato la salvezza della propria stanza, stava ancora camminando per i corridoi.

Non vedeva l’ora di raggiungere la stanza centoquarantotto e poter stare solo, cercando di schiarirsi le idee.

Per sua fortuna, una volta varcata la soglia, notò che né Michael né James si trovavano al suo interno, probabilmente erano in giro per il campus.

Meglio così.

Prese il proprio Ipod, si sdraiò sul letto e ascoltò un po’ di musica. O almeno tentò di farlo, perché il suo pensiero andava sempre e costantemente a quel bacio e alle sensazioni, che gli aveva lasciato.

Era sembrato così giusto, si era perso nel suo sguardo e… poi era semplicemente accaduto.

Era confuso e iniziava a temere il possibile significato di tutta quella situazione.

Cosa succederà da adesso in poi?

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Dopo una buona ora e mezza in cui non era riuscito a cavare un ragno dal buco, nonostante non avesse intenzione di riflettere sull’accaduto, tuttavia il suo cervello sembrava non voler collaborare nel fargli trovare un po’ di relax, decise di incontrare gli amici, perché aveva seriamente bisogno di una distrazione, anche se non era pienamente convinto che fosse la soluzione migliore.

Era altamente probabile che ci fosse anche Quinn e questo sarebbe stato un – anzi il motivo    buon motivo per dare forfait: non era sicuro di poterla affrontare così presto, anche se sapeva che prima o poi sarebbe arrivato il momento. Non aveva nessuna idea di cosa avrebbe potuto dirle.

Ma considerò che sarebbe stato corretto, altrimenti, se non fosse stato presente, gli amici avrebbero avuto modo di insospettirsi.

Quindi, con lentezza, si incamminò verso la hall.

«Guarda chi ci dà l’onore della sua presenza!»

La sua entrata nella sala ricreativa venne accolta dal commento acido di Lola Martinez.

Non sapeva spiegarsi perché lei fosse sempre così dura nei suoi confronti – non che lui si comportasse in maniera differente con lei – e pensare che in prima superiore aveva addirittura accarezzato l’idea, per un breve periodo, di poterla conquistare.

Ora era convinto che Lola non era esattamente il suo tipo: era troppo irritante.

Non che in quel momento avesse voce in capitolo. Per la prima volta nella sua vita, trovò veritiero e azzeccato il detto Mai dire mai.

«Sei riuscito a scappare dalle grinfie dell’ochetta di turno!»

«Lola!» la rimproverò Zoey.

Rimase stupito: sia Lola sia Zoey non approvavano il suo comportamento e non provavano nessuna stima nei suoi confronti.

Normalmente anche Zoey aveva da ridire, ma probabilmente aveva trovato particolarmente cattivo il commento dell’amica.

Non ci fece molto caso, ormai era abituato ai commenti poco carini – che secondo lui erano dettati dall’invidia – che gli rifilava spesso e volentieri la gente.

«Oh Sparkplug» singhiozzò Michael.

Logan spostò la propria attenzione a Michael, che sembrava giù di morale, e a James, seduto vicino a lui sul divano nell’intento di consolarlo.

«Non dirmi che sta piangendo per quel cavallo!» esclamò Logan, incredulo.

James gli rivolse un’occhiata affermativa.

«Lo sai, vero, che quel cavallo si è mangiato tutti i miei biscotti, ha rovinato un possibile appuntamento e -» il bacio con Quinn.

Perché non era sicuro di quello che avrebbe fatto, se non fosse intervenuto quel cavallo.

Lo stava per dire, ma per fortuna venne interrotto da Lola.

«Basta pensare a quel cavallo. Ci sono cose ben più gravi!» disse con stizza, mostrando il suo solito tatto.

Michael era talmente triste che non aveva la forza per difendere il suo cavallo dalla velata offesa di Lola.

Lui, invece, era proprio curioso di scoprire che cosa intendesse la giovane aspirante attrice per «cose gravi».

«Chissà come sta Quinn» disse, diventando tutto ad un tratto pensierosa e preoccupata per le sorti dell’amica.

«Non la vedo da quando si è messa in testa di riconquistare Mark» commentò, seria, Zoey.

A tale commento, Logan si sentì sollevato. Questo significava che Quinn non si era confidata con le amiche, non aveva avuto l’opportunità di raccontare quello che era successo. Anche se non era sicuro che avrebbe mai rivelato una cosa del genere. Insomma, lui non l’avrebbe fatto – ed era anche vero che i ragazzi non parlassero così tanto come facevano tra loro le ragazze – e, dallo sguardo scioccato che le aveva visto in viso, era certo che nemmeno lei avrebbe mai potuto esporlo ad alta voce.

Solo in quel momento si accorse che Quinn era assente.

«Ciao.»

Un debole saluto.

Come se avesse sentito che si parlasse di lei, Quinn Pensky fece la sua comparsa.

Tutti notarono che aveva indossato nuovamente i suoi abiti comuni, aveva rimesso gli occhiali e, però, i suoi capelli erano ancora lisci.

«Quinn!»

Lola e Zoey le corsero incontro e l’abbracciarono, sollevate.

«Come stai?» le chiese una Zoey apprensiva.

«Insomma. Sono stata meglio.»

«Come è andata con Mark?» le domandò Lola, curiosa di sapere.

«Non bene. Mi ha detto che vuole stare con Brooke non per il suo aspetto, ma perché hanno diverse cose in comune» spiegò la scienziata.

E lei non era nemmeno più sicura che le importasse più; non faceva più così male come prima.

Zoey e Lola parvero dispiaciute, perché sapevano quanto ci tenesse Quinn.

«Vedo che ti sei tolta quegli abiti» constatò Zoey, soddisfatta.

Le aveva detto che quello non era assolutamente il modo migliore per riprendersi Mark, ma lei non aveva sentito ragioni.

«Sì, ho capito che non vale la pena competere con Brooke» disse e indirizzò il suo sguardo, per la prima volta, verso Logan, che le sembrava tranquillo, come se non fosse successo niente, come se non gli importasse.

Come era possibile che fosse così calmo, quando lei invece era così confusa e agitata?

Focalizzò nuovamente l’attenzione alla conversazione.

Logan sorrise, riconoscendo le proprie parole nella spiegazione della ragazza.

«L’ho sempre detto che non era il tuo tipo» se ne uscì Lola.

«E poi ha aspettato più di un anno per baciarti!» le ricordò Lola, ancora incredula e oltraggiata dalla mancanza del ragazzo.

«Lola!»

Quinn era sicura che non fosse una cosa da dire in quel momento, anche perché non si sentiva particolarmente pronta per parlare di baci.

«Davvero?» domandò James.

Lola annuì, non captando i segnali dell’amica.

«Ora che ci penso: non mi hai mai detto quando finalmente è accaduto.»

Quinn notò lo sguardo avido di sapere di Lola e sapeva che, fino a quando non le avesse dato quello che voleva, non avrebbe potuto cambiare discorso.

Così, seppur non si sentisse a suo agio a trattare l’argomento, accontentò l’amica e le diede la sua tanto bramata risposta.

«Ti ricordi quando ho chiesto a Mark di aiutarci per decidere a chi apparteneva la radio: se a Zoey o a Chase

Lola annuì.

Tutti i presenti ad eccezione di James, che sembrava confuso, ricordavano quell’avvenimento e di come una stupida radio avesse seriamente minato la loro amicizia.

«Dopo il suo verdetto, l’ho raggiunto per ringraziarlo del suo aiuto e mi ha baciato.»

Si augurò che quella spiegazione bastasse per colmare la sete di gossip della amica e non si continuasse a insistere sullo stesso argomento.

Anche Logan aveva rivissuto quel particolare momento e la sua mente registrò dei dettagli interessanti.

«Immagino che non fosse stato un buon bacio» affermò Lola, convinta.

Era consapevole che l’ex di Quinn non sapeva baciare bene: era un totale imbranato e purtroppo per lei non era ancora riuscita a dimenticare quell’esperienza – provava disgusto al solo ricordo –; l’aveva fatto solo per aiutare Quinn, ci teneva a sottolinearlo, perché non le sarebbe mai venuto in mente di baciare una persona come Mark. Non desiderava nemmeno baciare Logan, che a quanto aveva sentito in giro era più esperto e, il solo figurarsi una tale situazione, le saliva un conato di vomito.

Ew, ma a cosa vado a pensare?  

Ecco lo sapeva, che Lola avrebbe fatto un commento del genere, proprio quello che voleva evitare.

Perché quella ragazza non riusciva a capire quando era il momento giusto per esprimere certi pensieri? Non si trovavano nella loro stanza, tra loro, ma erano presenti anche i ragazzi, se ne era forse scordata?

Non riusciva a capire il bisogno di dire una cosa che l’altra già sapeva, voleva forse una conferma da parte sua?

Quinn era sempre più a disagio. Era arrabbiata con Lola, perché era colpa sua, se si sentiva così.

Mannaggia a lei e ai suoi commenti fuori luogo!

Per la prima volta, Logan trovò interessante una conversazione femminile.

Davvero interessante.

«Mark era geloso» si aggiunse la voce ferma di Logan.

Con quell’affermazione, ottenne l’attenzione di tutti i presenti.

Anche Michael parve dimenticare momentaneamente la sua tristezza per Sparkplug e fissò, interrogativo, l’amico.

Logan ricevette sguardi attoniti e confusi, probabilmente gli amici si stavano chiedendo se avessero sentito bene e da dove provenisse tutta la sua sicurezza.

Quinn sgranò gli occhi, incredula. Cosa stava mai farneticando Logan?

Cosa?

«Non dire sciocchezze!»

Lola fu la prima a riprendersi dallo sconcerto della sua rivelazione.

«No, Lola. Aspetta. Sono proprio curiosa di vedere come funziona il cervello di Logan Reese» considerò Quinn, mani suoi fianchi, lanciandogli uno sguardo di sfida.

La sua intenzione era quella di provocarlo, ma in realtà le sarebbe piaciuto poter studiare i meccanismi del cervello umano; era sicura che non sarebbe stato per niente un lavoro semplice, ma intrigante e sarebbe stata soddisfatta dai risultati ottenuti.

Non poteva farci nulla, la sua vena da scienziata si era fatta sentire.

Con un’occhiata, lo invitò a proseguire.

Logan ghignò a sua volta, non poteva non accettare una sfida.

«È ovvio, no? Aveva paura di perderti» spiegò e si meravigliò che nessuno, tra gli astanti, avesse compreso quella verità così semplice.

Quinn, come gli amici, non aveva ancora compreso dove volesse andare a parere il suo discorso e, con lo sguardo, lo incitò a rendere chiaro anche a loro il suo ragionamento.

Ora era davvero curiosa.

«Ti ricordi che aveva decretato che la radio apparteneva a Zoey, no?» le domandò Logan, iniziando a spazientirsi.

«Sì, certo. Era quello che sostenevo io.»

«E anch’io. E ti ricordi come abbiamo esultato per questa vittoria?»

Alla ragazza sembrava una strana domanda, ma non fece nessun commento in tal senso e rispose.

«Ci siamo dati un cinque.»

Cosa c’era di scandaloso nel battere il cinque con un ragazzo?

«E ci siamo abbracciati» le ricordò lui.

Ah.

Ora rammentava, ma non era sicura di aver compreso fino in fondo quello che Logan stava cercando di spiegare loro. Era impossibile, non poteva essere come voleva farle credere lui.

Lei non vedeva questo gran problema: semplicemente, dalla felicità per aver avuto ragione, si era scambiata un abbraccio con Logan, che stranamente era del suo stesso avviso. Nulla più.

Il loro era stato un gesto amichevole, cosa diamine voleva insinuare?

Non c’era niente di cui preoccuparsi: era sicura che anche Mark ne era al corrente.

«Cioè fammi capire: tu pensi che Mark si sia sentito geloso, perché noi ci siamo abbracciati?» ricapitolò Quinn, ancora poco convinta.

Logan confermò la sua tesi, annuendo con il capo.

«Aveva paura di perderti. Per questo ha pensato che fosse una cosa saggia darti un bacio per ricordarti che eri sua.»

No, non poteva credere a questa spiegazione.

Ma come ragionano i ragazzi?

«No, non sono d’accordo con te» s’infervorò Quinn «Mark non aveva da temere nulla. Io non ave-ho nessun interesse per te.»

Sperò che nessuno facesse caso al suo lapsus.

«Magari questo, lui non lo sapeva. Insomma, quale ragazza potrebbe resistermi?» disse, ammiccando.

Era tornato a comportarsi come al suo solito, da arrogante e presuntuoso, sicuro di ottenere quello che desiderava.

Quanto le dava sui nervi il suo atteggiamento!

«Come è possibile che voi ragazzi siate così territoriali!»

Lola non poteva non esimersi dal dire la sua. Non aveva preso seriamente le parole di Logan. Insomma, cosa ne poteva sapere lui di cosa aveva pensato Mark in quell’occasione?

Non è che tutti fossero uguali, anche se la maggior parte dei ragazzi si comportava da idiota, quindi voleva dire che se pensavano, lo facevano poco e male.

Come poteva permettersi di affermare alcunché appurata la sua poca – nulla – esperienza in relazioni stabili?

Il suo infierire su Quinn le era sembrato mirato e particolarmente cattivo – e già di per sé era un gesto maleducato visto lo stato fragile dell’amica –, quasi che volesse sottolineare un qualcosa che, però, le sfuggiva.

Per un momento le era apparso che l’idea di Mark che lo temesse gli piacesse particolarmente, come se covasse delle intenzioni verso Quinn.

Nah, forse leggo troppo tra le righe.

Infatti l’ultimo suo commento, così tipico, le diede la conferma che aveva vagato un po’ troppo con la fantasia: Logan era un idiota patentato e trovava particolarmente divertente tormentare gli altri, per dimostrare quanto fosse superiore a tutti loro.

Si domandava ancora come facesse a credere che tutte le ragazze dell’Accademia potessero morire dietro a lui e alla sua tanto acclamata bellezza.

«E vorrei ricordarti che qui ci sono ben tre ragazze che non vorrebbero assolutamente baciarti!» gli ricordò e, per rendere ulteriormente chiaro il concetto, fece una smorfia disgustata.

Lola si assunse il compito di riportare alla realtà il ragazzo, sgonfiando il suo ego.

Logan, però, non condivideva affatto il suo pensiero.

Quinn abbassò la testa, colpevole; non possedeva la stessa sicurezza di Lola, ma lo avrebbe tanto desiderato.

Era ancora terribilmente confusa.

Per sua somma fortuna, James cambiò discorso e passarono il resto del tempo a scommettere sulla squadra di football che avrebbe vinto il campionato scolastico.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Era frustrante.

Erano passati due giorni dall’accaduto e Quinn non sapeva cosa fare, non poteva parlarne con le amiche, perché si vergognava. Immaginava come avrebbero reagito Zoey e Lola a una notizia del genere: non le avrebbero creduto e sarebbero scoppiate a ridere, come se avesse raccontato loro una barzelletta. E lei, in quel momento, aveva bisogno di un saggio consiglio.

Un altro motivo per cui non voleva condividere con nessun quel piccolo segreto era perché, se non avesse dovuto dirlo a voce, poteva avere ancora una mera illusione di credere che fosse stato tutto un sogno.

Era l’ultima e l’unica possibilità a cui aggrapparsi, ma sapeva che si stava arrampicando sugli specchi.

Era consapevole che avrebbe dovuto parlarne con lui –  un consiglio che sicuramente le avrebbero dato anche le amiche, una volta che avessero compreso la serietà della situazione.

Era così ovvio, dopotutto affrontava sempre di petto le difficoltà in campo scientifico, però sembrava che avesse perso momentaneamente il coraggio.

Negli ultimi due giorni aveva pensato tanto, ma non era arrivata a una conclusione. Aveva paura di quello che sarebbe stato e dei suoi sentimenti.

Come poteva fare per rendere tutto più chiaro?

Forse doveva comportarsi come se si trattasse di un semplice problema scientifico. Magari così funzionava.

Era grata a Logan, perché non l’aveva pressata, non aveva mai fatto cenno dell’accaduto, non aveva mai cercato di metterla in imbarazzo. Si erano scambiati poche parole, neutre; era stato particolarmente tranquillo, perché non le aveva mai rivolto le sue solite battutine di scherno.

Con lei si era comportato come se nulla fosse successo, ma entrambi sentivano lo stallo, l’attesa; sapevano che era questione solo di tempo, non avrebbero potuto evitare per sempre il loro confronto.

Si era arrischiata a osservare Logan, senza farsi scoprire, e non era mai riuscita a capire cosa pensasse di tutta quella faccenda. Apparentemente sembrava dargli poca importanza, ma aveva notato che era troppo silenzioso e calmo.

Ad ogni modo, era arrivato il momento di trovare una soluzione, perché non ne poteva davvero più, di andare avanti così.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

In quei giorni aveva avuto modo di riflettere e, sebbene non fosse ancora abituato all’idea, aveva concluso che desiderava ancora sentire le labbra di lei sulle proprie. Era così folle, ma così giusto, perché era quello che voleva davvero.

Non se lo spiegava, ma ogni volta che pensava a lei o la scorgeva da lontano gli si bloccava il respiro per un breve istante. Si era scoperto ad osservarla molto attentamente e giurava di non aver mai visto nulla di più incantevole.

Era stato colpito dai suoi occhi, irresistibili e avvolgenti, riuscivano a trascinarlo nel suo particolare mondo, popolato da Scienza e Conoscenza, specchi dei suoi pensieri e della sua sensibilità.

Forse era stato da sempre affascinato dalla sua personalità, dalla sua diversità e probabilmente, come era normale, aveva avuto paura di qualcosa di così diverso e l’aveva mascherata prendendola di mira.

Ora si sentiva in colpa per essere stato così duro con lei e, se avesse potuto tornare indietro, non si sarebbe accanito così tanto.

Era vero, aveva le sue stranezze come tutti, forse un po’ più marcate, ma c’era da dire che negli anni erano diminuite o forse aveva imparato a tenerle più per sé.

Si era trovato a domandarsi se non provasse già da un po’ dei sentimenti per lei e solo ora se ne rendeva finalmente conto, ma poi negava tutto: non poteva essere e poi lei all’epoca era impegnata.

Ripensò al loro bacio e si sentì uno stupido. Aveva agito d’impulso, senza pensare, e realizzò che non era stata una mossa molto corretta: lei era stata appena mollata e il suo gesto risultava inadeguato, perché sembrava che avesse approfittato di lei e della sua vulnerabilità.

Anche se lei aveva contraccambiato.

Tutte quelle riflessioni – che ancora una volta non lo portarono da nessuna parte – lo facevano diventare pazzo.

Avrebbe aspettato di vedere quello che sarebbe stato.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Eureka.

Aveva trovato un modo per districare la matassa, che erano i suoi pensieri e le sue sensazioni.

Ora doveva trovare il coraggio per mettere in pratica la sua idea.

Prima di tutto, doveva trovare Logan.

Era pomeriggio inoltrato e le lezioni erano concluse già da tempo, quindi era molto probabile che il ragazzo trascorresse il suo tempo libero nella sua stanza – e sperò che fosse così, perché avrebbe risolto il tutto in poco tempo – oppure praticando qualche sport o girovagando per il campus –  e in quel caso sarebbe stato più complicato scovarlo in tempo.

A passo spedito, raggiunse la stanza centoquarantotto della Maxwell Hall per scoprire che era occupata solo da James.

«Ehilà Quinn. Cosa ti porta qui?» le domandò con la sua consueta gentilezza.

«Ecco, io» si sentiva a disagio a dire una cosa così semplice «cercavo Logan.»

Il ragazzo di Zoey la guardò, perplesso.

Non poteva dargli torto; in fondo era insolito che lei cercasse, di sua spontanea volontà, Logan Reese.

«Gli devo parlare riguardo a un progetto scolastico» s’inventò una scusa.

Sperò che James se la bevesse e non facesse ulteriori domande.

«Sai dove posso trovarlo?» gli chiese, prima che lui potesse dire qualunque cosa.

«Prova al campo da basket» le consigliò.

Perché non era venuto in mente a lei? Se fosse andata subito al campo da basket, avrebbe evitato quello spiacevole inconveniente.

«Grazie!» gli sorrise e, di fretta, se ne andò, lasciando un James alquanto confuso.

Non aveva ancora imparato a comprendere tutti i comportamenti dei suoi nuovi amici.

 

 

***

 

 

Riusciva a vedere il campo e scorse una figura, si avvicinò di più per avere la conferma che Logan stava praticando dei lanci.

Si fermò e lo osservò da lontano, mentre era intento a concludere l’ennesimo canestro.

Era sicura che non aveva più riscontrato problemi con i suoi tiri liberi e sorrise al ricordo di quando l’aveva aiutato, costringendolo a fare delle cose inutili per la sua piccola difficoltà. Lui si era fidato di lei e delle spiegazioni che gli aveva fornito, finendo per rendersi ridicolo in un vestito arancione e su dei tacchi.

La sua vendetta era stata sofisticata e se l’era gustata tutta.

Ed era servita, perché da quel momento in poi Logan non si era più arrischiato ad apostrofarla nevrotica.

Aveva imparato la sua lezione.

Sospirò, per racimolare il coraggio. Era arrivato il momento.

Gli si avvicinò e gli fece sentire la propria presenza.

«Ehi» lo salutò, incerta.

«Ehi» rispose al saluto Logan, confuso.

Si fermò per ascoltarla, tenendo la palla tra le mani.

«Posso parlarti?» gli chiese con tono insicuro.

«Certo.»

Logan era visibilmente sorpreso dalla richiesta della ragazza e, se doveva ammetterlo, l’aveva colto impreparato.

Intuì che volesse parlare dell’accaduto e lui non aveva nessuna giustificazione per il suo gesto.

La osservò, in attesa.

La ragazza, però, non sembrava intenzionata a iniziare il discorso, notò che era distratta: il suo sguardo guizzava da destra a sinistra per accertarsi che non ci fosse nessun altro oltre a loro.

«Allora?» richiamò la sua attenzione.

Non voleva apparire maleducato, ma non aveva mai posseduto particolare pazienza.

Quinn sobbalzò nell’udire la sua voce e, finalmente, incontrò i suoi occhi.

«Non qui» e, con queste parole, lo prese per mano e lo trascinò via con sé.

Il pallone, libero dalla sua presa, rimbalzò un paio di volte prima di fermarsi, dimenticato sul campo.

Logan non poté non notare come la sua mano fosse calda e morbida tra la propria, pensò che non avrebbe mai voluto lasciarla.

Fu preso dalla sensazione di dejà-vu e, come allora, rimase sorpreso dalla fermezza del suo gesto.

Una volta che raggiunsero un luogo più riparato, gli lasciò la mano. Con il disappunto di lui e l’imbarazzo di lei.

«Cosa c’è?» le domandò lui, dopo attimi di silenzio spiacevole.

«Avrei bisogno del tuo aiuto per un esperimento.»

La sua richiesta risuonava molto neutra, almeno fino a quando non gli avrebbe illustrato in cosa consistesse.

Il ragazzo fece un’espressione mista alla paura e al disgusto; la giovane era consapevole che avrebbe reagito in quel modo a una tale richiesta.

Logan non era sicuro di capire: perché gli stava chiedendo una cosa del genere? Sapeva che non amava essere il tester dei suoi pazzi esperimenti, infatti in passato non l’aveva mai assistita, come invece aveva fatto più di una volta Mark, durante le sue sperimentazioni, sia per il fatto che non erano esattamente amici e sia perché non glielo aveva mai chiesto, ma era sicuro che la sua risposta sarebbe stata negativa.

Allora perché farlo ora?

Quinn notò che Logan era ancora molto diffidente e pensò di rassicurarlo.

Cosa pensava che gli avrebbe mai fatto?

«Tranquillo, non è nulla di pericoloso.»

Logan si fidò delle sue parole, sebbene non fosse totalmente convinto.

«Quindi, cosa dobbiamo fare?»

Nonostante il timore, era davvero curioso di sapere cosa si fosse inventata questa volta la geniale Quinn Pensky.

«Ecco, l’esperimento consiste -»esitò un momento «insomma, dovremmo baciarci per vedere cosa succede» disse infine, più veloce che poteva, sperando che l’altro non afferrasse il significato delle sue parole.

Il ragazzo ci mise un attimo a separarle e, quando capì, rimase sorpreso. Piacevolmente, avrebbe osato dire.

«È un invito alquanto originale da parte di una ragazza.»

E di più da parte tua.

Ma questo, preferì tenerselo per sé.

«Lo so, di solito sei tu a fare questa proposta. Ma è per la scienza» disse, decisa, e a lui sembrava che lo facesse per convincere più se stessa che per altro.

Se questo era quello che desiderava, lui non si tirava di certo indietro.

«Mi hai battuto sul tempo» si lasciò sfuggire lui, sottovoce.

Eh?

Quinn non era sicura di aver sentito bene, ma preferì non indagare oltre.

Era già di per sé imbarazzante, non poteva interrogarsi su quello che avrebbe potuto o meno dire Logan.

Stavano facendo un esperimento, nulla di più. Ma allora perché il suo cuore aveva accelerato il battito?

Inconsapevolmente, i loro occhi si cercarono e si trovarono subito, come se così facendo potessero trovare le forze per compiere quel gesto.

Pian piano i loro visi si avvicinarono l’uno all’altro e, prima che potesse ordinargli di fermarsi, sentì le sue labbra sulle proprie.

Erano così dolci e gentili, proprio come se le ricordava. Era piacevole, doveva ammetterlo. Desiderava che quel momento non finisse troppo presto e si riscoprì a contraccambiare il bacio.

In quell’istante, non ebbe il tempo per gioire del fatto che non era così vulnerabile come aveva pensato per la rottura con Mark, probabilmente era già da un po’ che non provava più gli stessi sentimenti, e aveva agito seguendo la sua volontà.

Mente annebbiata, la ragazza si lasciò trasportare e, quando sentì la lingua del ragazzo chiederle il permesso di entrare, l’accolse senza esitazioni.

Gli lasciò un po’ di tempo per ambientarsi, prima di incontrarla timidamente con la propria.

Percepì le mani di Logan accarezzarle teneramente il viso, mentre lei si riscoprì ad appoggiare le proprie sul suo petto.

Mano a mano presero più confidenza, fino a che il bisogno di aria non divenne necessario e si separarono.

Wow.

Fu il pensiero di entrambi.

Quinn era talmente imbarazzata che non osava alzare lo sguardo per incontrare i suoi occhi.

«Allora, come sono i risultati?» domandò, con voce timida, Logan.

«È presto per dare una risposta. Devo analizzare i dati.»

Se la sua intenzione era stata quella di avere una risposta definitiva al suo dilemma, rimase delusa, perché quel test la scombussolò ancora di più.

Logan, dal canto proprio, ebbe la conferma di quello che già supponeva.

 

 

 

 

***

 

 

 

 

Stupida. Stupida. Stupida.

Era da quando aveva lasciato, di fretta e di furia, Logan senza nemmeno degnarlo di uno sguardo che si ripeteva quell’insulto. E normalmente Quinn non denigrava se stessa, conscia della propria intelligenza.

Si pentì di aver pensato che quell’esperimento avesse potuto darle le risposte che le mancavano; le aveva fatto nascere nuove domande.

Bell’affare.

Per l’ennesima volta, si ritrovò ad analizzare scientificamente la propria situazione.

Il secondo bacio era stato anche meglio del primo e avrebbe mentito, se avesse negato che avrebbe desiderato altri suoi baci.

Si vergognò: da quando era diventata così?

Ancora una volta, non sapeva spiegarsi il motivo di questo loro avvicinamento, da dove era mai spuntata la scintilla? Perché sì, l’aveva sentita e si domandò come mai non se ne fosse accorta prima.

Erano tutte solo ipotesi, loro non avrebbero mai potuto stare assieme.

Era impossibile, folle, ma solo al pensiero le si scaldava il cuore.

Cosa si sarebbero inventati per farsi accettare dal mondo?

Quella domanda non doveva nemmeno porsi – e Quinn si meravigliò di aver osato tanto nelle sue elucubrazioni –, perché non si trovavano in una tale situazione.

Non c’era nulla di cui preoccuparsi.

Il flusso dei suoi pensieri venne arrestato dal bip del suo cellulare che l’avvisava dell’arrivo di un nuovo messaggio. Da parte di Logan.

Ciao. Ti va di vederci?

Osservò, pensierosa, lo schermo del telefonino. Che cosa avrebbe dovuto rispondergli?

La sua compagnia non le dispiaceva e si convinse che non c’era niente di male nell’incontrarlo.

Digitò la sua risposta, più serena.

Era curiosa di scoprire cosa il futuro aveva in serbo per lei.

 

 

Fine

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Questo piccolo angolino non era previsto, ma spero che possiate sopportarmi ancora un pochino. ^^

Questo spazio serve solo per ricordare (o per informare chi non lo sapesse) il video che Dan Schneider ha pubblicato qualche giorno fa, in cui si rivela cosa disse Zoey nel famoso cd per la capsula del tempo riguardo a Chase.

E niente. Questo è quanto. C:

Aloha! ;)

 

 

 

   
 
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