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Autore: Laura_Black    11/02/2009    4 recensioni
"Harry, ti senti bene?", chiese Hermione preoccupata. La gente intorno a loro osservava la scena con attenzione.
"Harry?", fece Ginny.
Ma prima che Harry potesse dire qualsiasi cosa ebbe un conato di vomito e l'ultima cosa che sentì prima di svenire fu il grido d'aiuto di Hermione e il movimento attorno a lui.
E se questa volta non bastassero le pozioni?
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Ginny Weasley, Il trio protagonista | Coppie: Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: Cross-over | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Nessun contesto
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IL CASO POTTER
Viaggio in America

La Tana. Ore 7 del mattino. Qualcuno stava bussando alla porta.
La signora Weasley, sveglia da almeno un'ora, spense la radio messa a basso volume ed uscì dalla cucina per aprire. Nell'aria c'era ancora l'odore del caffè.
"Oh, Harry! Che piacevole sorpresa! Entra, caro, entra!"
Harry oltrepassò la soglia di casa Weasley e si guadagnò un caloroso bacio sulla guancia da parte della madre del suo migliore amico. La signora lo guidò fino alla cucina, dove lei stava sicuramente preparando la colazione per i suoi figli e suo marito. Non ci entrava da molto in quella cucina e il cambiamento si poteva percepire subito: la faccia di Fred spuntava da tutti gli scaffali. Le sue foto erano ovunque.
"Ci manca molto", disse Molly Weasley capendo cosa guardava il ragazzo, "Così lo sento più vicino"
Harry strinse le labbra e annuì. "Ma non è questo che glielo ridarà. E' solo un'istantanea di un momento, si muove, ma nulla lo riporterà indietro"
Per un attimo gli occhi della signora Weasley luccicarono, ma poi invitò Harry a sedersi per fare colazione con loro. "Tra poco scenderanno anche gli altri. A proposito: sai che anche Hermione è qui? Sono proprio felice per lei e Ron. Ho sempre pensato che lei fosse ciò di cui mio figlio avesse bisogno"
Il primo a scendere pochi minuti dopo fu George, ancora assonnato, ma già vestito.
Harry si alzò a salutarlo. Non sapeva come comportarsi, in un certo senso si sentiva in imbarazzo. Sapeva che George era forte, ma non era sicuro che lo fosse abbastanza per quello che era successo. Non sapeva com'era continuata la sua vita senza suo fratello, non sapeva se aveva cambiato atteggiamento e come. L'aveva visto a Natale, prima di conseguire il diploma, ma poi non ne aveva avuto più notizie.
George si sedette in maniera composta (e non era propriamente da lui) e cominciò a mettere la colazione nel proprio piatto. Harry lo osservava con la coda dell'occhio, neanche temesse che avrebbe avuto una crisi epilettica da un momento all'altro.
"Harry, guarda che ti vedo"
Harry fu preso alla sprovvista e non ebbe il coraggio di dire niente. Sconfiggere Voldemort era quasi più semplice di affrontare delle persone in preda al dolore.
"Oh, veramente... Volevo chiederti come stai, ma non mi sembrava il caso", rispose Harry.
George sorrise. "Sto bene o almeno me la cavo. Portare avanti il negozio da solo non è semplice e talvolta i bambini mi chiedono dove sia finito Fred, ma finchè la sera torno a casa e trovo un pasto caldo e la mia famiglia va tutto bene. Tra l'altro Ron ha promesso di darmi una mano dopo che si sarà riposato. Spero solo che il suo riposo non sia lungo quanto un letargo"
Harry sorrise. Entrambi si accorsero del movimento brusco che fece la signora Weasley per non far notare che stava piangendo.
"Mamma, potrei avere un po' più di uova?"
George sapeva che darle del da fare l'aiutava a distrarsi. In passato lui e Fred ne avevano anche approfittato, ma ora era più che altro una terapia contro il dolore.
"Stai aspettando Ron e Hermione?", chiese George a Harry.
"Già"
"Mi converrà chiamarli"
E ignorando le preghiere della signora Weasley, George con un Sonorus aumentò il volume della sua voce e con il minimo sforzo riuscì a svegliare tutti gli abitanti della casa.
Il primo a scendere fu Percy che, secondo quanto Harry sapeva da Ron, certe volte sostava per dei giorni alla Tana.
"Devi smetterla di svegliarci così o ci verrà un qualcosa per la paura"
"Non lamentarti e saluta Harry!"
Non dovettero aspettare molto per vedere gli altri. Il signor Weasley ebbe appena il tempo di salutare Harry e fuggire al Ministero, mentre Ginny salutò cordialmente il suo ex ragazzo e cominciò a fare colazione. Poco dopo scese Hermione, felicissima di rivedere il suo migliore amico e gli sedette di fronte.
"Allora, Harry, come mai qui?"
"Avrei un'idea, ma vorrei parlarne anche con Ron"
"Mi sa che dovrai aspettare. Stava sognando di sconfiggere un drago", disse Ginny prima di bere il suo succo di zucca.
"Non è ancora stanco di combattimenti e draghi?", chiese Harry, divertito.
"Che vuoi farci, ha diritto anche lui a essere un eroe!", esclamò Hermione.
"Spero non stiate parlando di me", mormorò Ron facendo il suo ingresso in cucina seguito da uno sbadiglio, "Buongiorno, Harry"
La signora Weasley riempì il piatto a Ron e uscì in cortile, mentre Percy prese la Metropolvere e raggiunse il padre al Ministero.
"Mi toccherà andare al negozio", osservò George mentre si alzava, "Ci rivediamo, Harry!"
Anche lui prese la metropolvere e in cucina restarono Harry, Ron, Hermione e Ginny.
"Cosa devi dirci di importante, Harry?", chiese Ginny.
"Importante?", chiese Harry a sua volta.
"Hai aspettato che tutti se ne andassero, quindi è qualcosa di privato e importante e non vuoi che tutti lo sappiano", rispose Ginny in maniera perfettamente illuminante.
"In realtà", cominciò Harry e tutti lo fissarono rapiti, "il mio era un progetto. In questi ultimi anni non è che ci siamo proprio goduti la vita e ora che abbiamo finito la scuola tutti e quattro potremmo farlo, almeno per qualche giorno. Pensavo a un viaggio"
"Uviavvio?", fece Ron con la bocca piena.
"Sì, un viaggio", confermò Harry.
"E dove vorresti andare?", chiese Hermione.
"Pensavo di andare in America. So che vi suonerà strano, ma andare per un po' via dall'Inghilterra mi farà bene. E in America non è che ci siano così tante comunità magiche, così non dovrò avere necessariamente a che fare con la magia"
Rimasero tutti in silenzio, in piena riflessione. Quella che stava proponendo Harry non era una cosa da poco. Andare così lontano, lasciare tutto, anche se per poco, non era nell'indole di Ron, Hermione e Ginny. E soprattutto in un paese con così poca magia non si sarebbero trovati a proprio agio.
"Io ci sto", esclamò Ginny, "Pensateci: abbiamo sempre agito per il bene di qualcun altro senza mai pensare al nostro e abbiamo rinunciato a tanto per paura che i Mangiamorte ci intralciassero la strada. Siamo giovani ed è estate: trovare lavoro in queste condizioni sarà difficile. E i corsi di specializzazione non cominciano prima di settembre. Riposiamoci ora, prima che sia troppo tardi"
Harry sorrise compiaciuto e si voltò a guardare Ron e Hermione.
"Va bene", disse Ron semplicemente, "Ma non provate a farmi fare cose babbane"
"Non siamo così masochisti, fratellino", lo prese in giro Ginny.
Prima che Ron potesse ribattere, Harry si rivolse a Hermione, l'unica che non sembrava ancora convinta.
"Non è che non voglia venire, ma..."
"Senza di te non si parte, Hermione", puntualizzò Harry.
Lei sorrise e rivolse uno sguardo agli altri due. "Ma il C.R.E.P.A.?"
"Hermione, vogliamo partire per dimenticarci di elfi, fatture e pozioni! Potrai occupartene dopo!", la rimproverò Ginny.
"E vostra madre? Non penserai mica che sarà d'accordo?"
"Siamo tutti maggiorenni qui, non ho bisogno ancora di chiedere il permesso per uscire di casa!", esclamò Ron.
"Per andare dove?", chiese inquisitoria la signora Weasley dalla porta.
"In America", rispose Ginny risoluta.
Alla signora caddero due panni dalle mani e guardò i quattro con la bocca spalancata. Hermione guardò Harry come a voler dire 'Te l'avevo detto' e scosse la testa. Pure Harry se l'aspettava. La signora Weasley era sempre stata piuttosto apprensiva, come un po' tutte le madri forse. Lei lo era pure di più, se era possibile.
"Ragazzi, siete impazziti? Avete una vaga idea di quanto sia lontano da qui?"
"Signora Weasley, lo so", spiegò Harry, "Lo so che è insensibile chiederle una cosa simile, ma i nostri coetanei hanno girato il mondo, sono andati sulle giostre, hanno festeggiato i loro Natali sulle funivie e invece noi abbiamo sempre dovuto combattere e preoccuparci. Sempre. Vorremmo solo recuperare un po' di quel tempo perduto"
La signora Weasley lo guardò con un po' di tristezza negli occhi e sicuramente più comprensiva di qualche minuto prima.
"Forse sarebbe meglio parlarne con Arthur prima. Potrebbe aprire un servizio di Passaporte, solo per questa volta. Ma che sia solo questa. Vado di sopra, a sistemare i vostri letti esaltati"
La guardarono salire le scale con un senso di vittoria nel cuore.
Ron guardò Harry con orgoglio. "Tu sai come fare breccia nel cuore di mia madre"

  
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