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Autore: ladyrowena    22/09/2015    1 recensioni
Mentre allatta suo figlio,Nasir si domanda se vale davvero la pena portare avanti la relazione con Agron nonostante le notevoli differenze e le crude realtà quotidiane che gli si pongono innanzi...Riusciranno a stare a galle e remare?
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Nasir
Note: AU | Avvertimenti: Mpreg
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Un pianto furioso ti perfora le orecchie e di scatto ti issi sul letto. Ti sfreghi gli occhi con le dita fredde, tentando di riprendere contatto con la realtà il più velocemente possibile.

Hai imparato che i giorni da papà sono così. Pianti ,pappe, pannolini … e zero tempo per te e Agron.

Non lo rimpiangi il tempo con tuo figlio. Pur se inaspettato, hai desiderato con tutto te stesso Crisso ma vorresti non dover trascurare continuamente Agron. Il suo solo pensiero ti fa voltare verso la parte sinistra del letto,pauroso che questo vagire acuto lo abbia svegliato ancora.

Lui è ancora lì, bellissimo e selvaggio. Ti è piaciuto dal primo momento che lo hai visto.

I capelli corti e biondo scompigliati,il naso dritto, gli zigomi pronunciati ,una leggera barba bionda che si increspa sulla mascella marcata, il suo profumo maschio mescolato al lieve sentore di benzina. Gli passi dolcemente le mani tra i capelli.

Non ci avresti scommesso,eppure siete lì. Vuoi solo comprendere se è tutto reale, tutto veramente tuo. E soprattutto se è giusto che sia così.

“Gannicus,decidiamo di partire e tu ti presenti tre ore prima e dici di dover fare dei controlli alla macchina?!?!Spiegamelo!Non lo capisco!”
“Ci metteremo poco e poi c’è il fratello di Duro che me li farà gratis. Abbi solo pazienza”
“Il mio solo desiderio,ora come ora, è disperderti in queste lande desolate e filarmela”
“Non fare così,ragazzino. Sei stato con quella pala al piede per quanto?!?Tre anni?!?E,per fortuna,prima di impalmarlo hai scoperto che era sposato. Con una donna”
“ Già. Mi innamoro sempre dei tipi sbagliati”

Quella volta non fu nulla sbagliato, né il momento né il luogo. Fu tutto perfetto,estremamente meraviglioso.

Non avevi mai fatto caso a quel ragazzone troppo cresciuto e dai modi quasi arroganti e troppo diretti. Era troppo grande,aveva il culo troppo stretto e facilmente strizzabile in una mano. Aveva il sorriso coi denti troppo bianchi,troppo capelli biondi che avresti spettinato qualche sera dopo ad una festa, occhi troppo verdi in cui disperdersi, pettorali troppo definiti, gambe troppo lunghe e parole troppo mielose. Era tutto troppo ma attirò da subito il tuo sguardo .

I primi tempi vi vedevate di nascosto. Tuo padre e tuo fratello non volevano, se avessero scoperto che aveva dieci anni più di te ti avrebbero chiuso in camera e avrebbero buttato la chiave. Solo dopo che suo fratello scoprì che entrambi vi facevate reciproci controlli orali molto approfonditi nel garage dove effettuavano le riparazioni,faceste sapere ai vostri amici che vi stavate frequentando.

Sorridi divertito.

“Bene. Duro mi devi 25 verdoni”
“Come hai fatto Gannicus?”
“E’ un talento naturale,pivello”

Il pianto disperato aumenta vertiginosamente e vieni riportato violentemente ad adempiere ai tuoi doveri di balia .

Fa che non svegli Agron

Agron si rigira sul fianco e sospira pesantemente nel sonno.

Di fretta, raggiungi la stanza di fianco alla vostra e avvolgi con sguardo amorevole il bimbetto che frenetico si muove all’interno della piccola culla di vimini.

Gli sorridi e lo ammiri di nuovo come fosse la prima volta. Non ti stancheresti mai di contemplare quei pugnetti dalle ditina tozze che si agitano convulsamente e quei piedini recalcitranti rinchiusi nel pagliaccetto giallo che la mamma di Agron ti ha regalato la volta che seppe che eravate in attesa di quel piccolo grande dono.

Adori quei radi capellucci biondi e gli occhi verdi acquosi di pianto. Rimarresti lì tutto il giorno ma Agron deve lavorare domattina e vuoi evitare che ci vada assonnato e stanco per l’ennesima notte in bianco. Prendi la copertina di lana poggiata sulla parte inferiore della culla, infagotti per bene il piccolo corpicino al suo interno e di corsa esci dalla stanza cercando di placare il pianto del piccino col ciuccio che hai recuperato in fretta sopra il tuo comodino.

Fulmineo, raggiungi la cucina cercando di cullarlo per placare lo squillante piagnucolio che riempie le mura di quella casa da poco più di un mese. Ti siedi sulla sedia a dondolo cesellata dal padre di Nasir e posta di fianco al termosifone ancora tiepido. Con la precisione e la rapidità di chi si è dovuto abituare ad avere a che fare con un bambino piccolo molto in fretta, ti sbottoni  per far sì che Crisso si sfami.

Si attacca al tuo capezzolo d’impeto ma prima te lo mordicchia leggermente come ad esplorarlo, provocandoti un po’ di fastidio a causa della sensibilità dovuta alla lattazione. Lo guardi tendere il visino verso quel bottoncino di carne rosa e anelarlo disperato, senti il suo respiro affannato contro il tuo petto caldo e percepisci la sua manina che si stende sull’aureola.

Ti stupisci ancora,ti domandi come sia potuto venire alla luce un’opera d’arte dal tuo ventre avaro d’amore. Per riscuoterti dalla continua sorpresa che ti inonda,gli carezzi la guanciotta ancora bagnata di pianto con la punta dell’indice  e controlli che la copertina non gli ostruisca il nasino.

È un miracolo. Il tuo miracolo.

“Nasir, stanotte ti ho sentito agitato. Cosa ti succede? Stai bene?”
“Sì”
“E’ successo qualcosa con la tua famiglia?”
“No”
“E allora parla. Cristo,odio quando devo estorcerti le parole di bocca”
“Non è niente”
“Per questo stanotte mi hai rifiutato e ieri sera sei corso via da tavola dopo che mia madre ha portato in tavola lo stufato?!?”
“…”
“NASIR!”
“Sono incinta”

Ricordi ancora lo shock dipinto sul volto di Agron e non dimentichi che fu sfuggente tutto il giorno. Aveva paura e anche tu ne avevi. Era tanta e ingestibile.

Ancora ora ne hai se solo pensi che sei senza lavoro, i genitori di Agron vi ospitano senza mai farvelo pesare in alcun modo e Agron lavoro giorno e notte per comprare il necessario per voi oltre ad aiutare i suoi con le bollette e le tasse contro il loro volere.

“E’ pur sempre nostro nipote,lo adoriamo e voi ci alleviate la solitudine stando qui … Non preoccupatevene!”

Provi comunque una profonda vergogna a stare lì.

Infondo con Agron ci stavamo frequentando da meno di un anno … e loro mi hanno accettato che ero giàin avanzato stato interessante. Avrebbero potuto allontanare Agron da me e sbattermi fuori.

Avresti voluto dare a questo bambino una casa tutta sua e tutto ciò che tu non hai potuto avere ma tu e Agron avreste dovuto stare più attenti e non essere superficiali riguardo ai preservativi.

Pessimo tempismo,ovviamente!Bravo Nasir!

Non te ne lamenti,vorresti soltanto che il momento fosse stato diverso. Avresti voluto che fosse arrivato nel momento giusto, un momento in cui le vostre finanze non facessero acqua da tutte le parti e dove avresti potuto dare a tuo figlio una vita agiata e spensierata. Avresti anche voluto che tu e Agron foste sposati e che Crisso fosse ben tutelato in caso di una vostra scomparsa prematura ma dalla vita non si può avere tutto.

E se non ci volesse? Avremmo dovuto andare con calma. È colpa mia.

I brutti pensieri si affastellano uno dopo l’altro ma senti strizzarti di nuovo violentemente la protuberanza mammaria e sobbalzi dalla sedia. Cali lo sguardo e ridi sonoramente alla vista di tuo figlio mezzo insonnolito con la boccuccia sporca di molteplici rivoli di latte che continua a succhiare di buona lena.

La fame abbiamo capito da chi l’ha ereditata.

Lo ripulisci per un attimo staccandolo dal calore del tuo corpo e gli porgi l’altro capezzolo per altri dieci minuti di poppata così speri di indurlo a cascare in un sonno profondo fino a domattina per la prima poppata delle sette.

Ma le notti in bianco e le troppe riflessioni ti stancano ben presto. Sbadigli e chiudi solo per un attimo gli occhi.

“Cosa fai tu qui,papà?”
“Posso entrare e parlarti”
“No,non puoi. Agron non è in casa,è a lavoro”
“Lo so ma speravo di potervi parlare e farmi perdonare”
“Credo che, dopo tutto quello che abbiamo dovuto subire da te, tu non abbia nessun diritto di chiedere perdono. Vattene!”
“Nasir,ti prego … Tua madre non avrebbe voluto”
“Non ti permettere di nominarla,non lei … Sarebbe stato diverso se ci fosse stata,anche tu lo saresti stato. Non posso cambiare il passato ma sono deciso a cambiare il presente per questo bambino”
“No ho tempo per il presente … non più!”

Sobbalzi nel sonno,sentendo qualcosa che ti solletica il viso. Sei ancora rintronato ma riconosceresti dovunque quel profumo

Profumo di maschio e benzina. Profumo di buono. Agron.

È la bocca di Agron che ti carezza leggera lungo le guance bagnate. È accovacciato e ti scruta in volto.

“Brutto sogno,eh?!?” sussurra sorridendo

“Sì” mormori tirando su col naso e asciugandoti gli occhi con il bordo della t – shirt

Ti accorgi solo in un secondo momento che sei ancora sulla sedia a dondolo ma che senti le braccia leggere, troppo leggere. Ti svegli di colpo e guardi a destra e sinistra come per cercare qualcosa.

Un movimento sulla spalla di Agron attira la tua attenzione.

Crisso

“Non vi ho  trovato nel letto e sono sceso a controllare perché non salivate. Ho trovato te e Crisso addormentati”

Ti rapisce la profonda dolcezza che trasuda quella scena. Ti soffermi a vedere come il bicipite di Agron, coperto da una leggera canotta bianca, accolga protettivo il piccolo fagotto dormiente che è sistemato al centro del suo con i pugnetti chiusi ai lati del visino sopito e quasi nascosto dalla copertina pesante che premurosamente gli protegge metà corpicino.

E’ giusto averlo incastrato con un figlio? Ha dieci anni più di me, potrebbe volere altro nella vita. Potrebbe incontrare qualcuno e abbandonare me e Crisso. È bellissimo … gli sarà mai capitata qualche proposta? Potrebbe voler tornare a studiare? O semplicemente potrebbe non volere impegni troppo gravosi e potrebbe cacciarmi di casa … e Crisso? Cosa vorrà fare con lui? Che rapporto instaurerà con lui se succedesse ciò?

Sospiri pensieroso e lentamente ti ricomponi per ritornare a letto senza realmente alzarti dalla sedia a dondolo.

Vieni ridestato dalla voce di Agron  che chiama il tuo nome. È già arrivato a metà cucina e ti guarda perplesso. 

“Vieni?”

Non sai da dove arriva questa profonda insicurezza e questo sentore di stordimento che quasi ti avviluppa. Cerchi di non darlo a vedere.

“Sì,arrivo subito”

Con calma lo raggiungi e, silenziosi, tornate velocemente nella vostra camera stando ben attenti a non svegliare nessun abitante della casa.

Poggiato Crisso nella sua culla e copertolo bene, ritornate entrambi nel vostro letto senza neanche una parola.

Se n’è accorto

Temporeggiando, aggiusti il piumone sul tuo corpo e ti giri sul fianco sinistro dando le spalle ad Agron.

Non vuoi affrontare subito il tramestio che senti dentro. Probabilmente è dovuto anche agli ormoni ballerini che ti ritrovi in questo ultimo periodo. Forse i dubbi che ti assalgono sono solo frutto della tua testa ma hai capito che Agron attende che sia tu a parlare e a esprimere i tuoi dubbi o a ricercare le risposte che forse entrambi avete ma che nessuno dei due ha il coraggio di dare.

Un movimento scomposto fa sussultare le molle del materasso e sotto il piumone un braccio ti agguanta la vita,avvicinandoti a un petto ampio e all’odore che per te sta diventando assuefacente. Ti volti verso di lui e ricambi l’abbraccio poggiando la fronte sotto il mento di
Agron,incontrandovi così al centro del  letto.

No, Agron … non è colpa tua!

Passate dieci minuti strizzandovi a vicenda e traendo dall’abbraccio quel calore che la passeggiata con Crisso in cucina ha diminuito di molto.

Tre parole rompono quel silenzio che sa di inquietudine e paura.

“Ti sei pentito?”

Sapevi che si sarebbe incolpato della situazione. Conosce i dubbi e i forse che ti affliggono ma lo ami e vuoi che le cose tra voi vadano bene.

Lo stringi più forte e inspiri di nuovo.

“Mai. Non potrei mai pentirmi di te o di Crisso. Mai”

È ancora rigido, ha ancora delle perplessità di cui non riesce a raccontarti nonostante il suo carattere diretto e irruento.

Lo stringi ancora più forte, circondando per quanto possibile tutto il suo possente corpo

L’officina gli fa bene. Tanto.

Agron tira su col naso e ti bacia la fronte,quasi disperato.

Non è tranquillo e decidi che le tue insicurezze non possono minare il vostro rapporto come è stato all’inizio.

Datti una calmata,Nasir. È Agron, non è quello che ti ha mollato perché hai scoperto che era sposato.

Vuoi che capisca che non è l’età o la tua situazione precedente a darti pensiero né vuoi che pensi che sia colpa sua l’averti incastrato in un rapporto che non volevi. Decidi di farglielo capire nel solo modo che conosci.

Spingi le tue mani sul suo petto e lo ribalti supino sul materasso. Gli Sali cavalcioni, tirandoti le coperte fino alle spalle così da coprire entrambi, e ti avventi con la bocca sulla sua facendogli mancare il respiro. Lo baci appassionato,mettendo in quel bacio tutto ciò che provi per lui.

Amore, dedizione, sacrificio. Tutto in un unico bacio.

Ben presto, l’aria manca e purtroppo devi staccarti. Affannato, strusci lievemente il tuo naso contro quelo di Agron che continua a stringerti nonostante le labbra turgide e gli occhi chiusi.

Un ultimo e lieve bacio suggella quel momento in cui altro tipo di calore riscalda le membra e i cuori. Chiudi gli occhi, volendo godere del momento e gli poggi il tuo naso contro il suo mentre la tua bocca ansima a pochi centimetri dalla sua,mescolando gli ansiti. Lo senti rilassarsi completamente e sospira beato.

“Ti amo”  
  
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