Guardò ancora il cellulare indeciso, infondo lo aveva invitato per la colazione, anche se lui non le aveva dato nessuna risposta, non voleva dire che lei non lo stesse aspettando. Prese coraggio e provò a chiamare; Uno, due, tre squilli e poi la voce della segreteria. Chiuse la comunicazione senza lasciare un messaggio e sospirò, Sicuramente aveva conosciuto un coetaneo la sera in cui non si erano visti e magari ora lei e le sue amiche si trovavano insieme a lui. Si gratto la testa cercando di scacciare quel pensiero poco appropriato, infondo era meglio così, non poteva davvero credere che tra di loro potesse funzionare. Si alzò dal letto e si stiracchio andando in bagno, doveva radersi, iniziò a stendere la schiuma sul viso e iniziò a radersi stando attendo a non tranciare il pizzetto senza il quale non riusciva a riconoscersi, mentre era a metà dell'opera il suo cellulare iniziò a suonare così con metà viso sbarbato andò a prenderlo e quando lesse il numero sorrise. << Buongiorno. Come stai? >> La ragazza dall'altra parte resto un attimo in silenzio, <
La ragazza si guardò ancora una volta allo specchio, l'abitino viola che indossava era troppo corto per i suoi gusti, ma Amanda le aveva assicurato che le stava bene. Le scarpe con il tacco alto le davano uno slancio maggiore e i corti capelli erano ancora perfettamente lisci, al collo il pendente rosa riluceva nella penombra. Le sue amiche dopo cena erano andate in una discoteca mentre lei attendeva che Nicolas passasse a prenderla, guardò la borsa già preparata e poi il cellulare, era mezzanotte meno cinque, forse era ancora in tempo per disdire e invece il cellulare squillo prendendola di sorpresa, lesse il messaggio e presa la borsa spense la luce ed uscì dalla sua camera. Era sicura che quella che si accingeva a compiere era un'azione da incosciente, infondo quanto conosceva l'uomo con cui si stava per vedere? Per niente si rispose mentre scendeva le scale, all'apparenza senza la minima esitazione. Ma dentro era insicura, da un lato c'era la voglia di riscoprirsi giovane e incosciente, e dall'altra la paura che qualcosa potesse andare storto. Uscì dall'albergo e lo trovò che l'aspettava accanto alla macchina. Lui indossava una camicia blu scuro a maniche lunghe e dei pantaloni aderenti, il tempo si era rinfrescato e lei era uscita senza giacca, rabbrividi appena e lui da perfetto gentiluomo le aprì la portiera per farla salire in macchina, e benché fosse una semplice smart la fece sentire come la protagonista di un film. << Non possiamo allontanarci molto, non so se la mia patente di guida qui sia valida. >> Disse una volta salito dal lato del guidatore, mise in moto e la guardò. << Potremmo andare a prendere del gelato qui vicino, senza che ci spostiamo, conosco una gelateria che è a cinque minuti da qui. >> Lui si spostò sulla strada e la guardò. << Bene, sei premurosa. Non preoccuparti mi è venuta un idea. >> Lei lo guardò un po' incerta e si allacciò la cintura in silenzio, forse il messaggio che gli aveva mandato poteva essere leggermente frainteso ma ormai il latte era stato versato, e il detto diceva che non bisogna mai piangere sul latte versato.
La macchina si fermò davanti ad un elegante palazzo in centro, scese con la vaschetta di gelato e fece brevemente il giro per aprirle la portiera, l'aria fresca aveva portato con se delle grandi nuvole che ora piangevano piccole lacrime d'argento, lei scese con i tacchi alti e si appoggiò alla mano che lui gli tendeva, e dopo che aveva fatto scattare l'antifurto entrarono nel palazzo. Avevano deciso di andare a mangiare il gelato seduti sulla fontana di Trevi ma quella pioggia decisa aveva stravolto i programmi che Nicolas si era creato e così era stata lei a suggerire che se casa sua era vicina sarebbero potuti andare lì. Ora spettavano l'ascensore con una distanza di dieci centimetri a separarli, lei era leggermente agitata e quando le porte dell'ascensore si aprirono entrò per prima appoggiandosi all'angolo più lontano, lui la guardò incuriosito è senza un perché si appoggiò all'angolo opposto. Si guardarono in silenzio per tutto il tragitto dell'ascensore e quando questo si fermò all'ultimo piano lui uscì per primo e lei lo seguì con gli occhi bassi, lui si fermò davanti a una delle due porte del piano e bussò al campanello un paio di volte senza ottenere risposta, così inserì la chiave nella serratura e aprì la porta << Mi sa che Riccardo non è in casa, accomodati pure. >> E così dicendo accese la luce spostandosi dall'ingresso per farla passare, lei si ritrovò in un elegante salotto arredato con un buon gusto moderno e sorrise guardandosi intorno << Molto bello questo appartamento e di Riccardo? >> Lui annuì e si diresse in cucina prendendo due cucchiaini << Esatto come ti spiegavo ieri a pranzo ho divorziato da poco e avevo bisogno di cambiare aria. >> Lei annui e si sedette sul divano << Non dimenticare dei tovagliolini di carta altrimenti imbattiamo tutto! >> Lui prese anche quelli e poi tornò in salotto e si sedette accanto a lei porgendole un cucchiaio e guardandola. Mentre si sedeva si chiese distrattamente perché l'avessero scelto quell'abbigliamento che non sembrava adeguato per l'occasione, il vestito metteva in mostra le gambe e il seno, che sembrava quasi strabordare, distolse lo sguardo e scacciò quei pensieri sorridendo, e aprì la piccola vaschetta bianca con il nome della gelateria << Io adoro il cioccolato fondente e la zuppa inglese, ma ho preso anche vaniglia e cioccolato bianco perché secondo me sono gusti più adatti a te. >> lei prese il cucchiaio e prese un po' di zuppa inglese assaggoandola con gli occhi chiusi e poi sospirò << Dovresti assaggiarla, è buonissima >> Aprì gli occhi e lo guardò, lui le sorrise e si avvicinò e lo stesso fece lei, quando furono abbastanza vicini da potersi baciare, lei prese un cucchiaino di gelato alla zuppa inglese e si sporco le labbra << assagialo! >> sembrava una sfida più che un invito e lui si fermò affondando i suoi occhi azzurri in quelli castani di lei, poi la baciò senza che i loro sguardi perdessero il contatto che si era creato, lei posò il cucchiaio dentro la vaschetta e gli accarezzò i capelli attirandolo verso di se, e chiuse gli occhi lasciandosi trasportare da lui, dalle sue labbra e assecondando ogni movivento della sua lingua. Era lì sulla nuvola del giorno prima, intrecciando le dita tra i suoi capelli mentre le mani di lui le accarezzavano la schiena, il suo respiro aumentò leggermente in conseguenza a quei baci, se doveva essere semplicemente l'avventura di un weekend lei voleva godersela fino in fondo. Si sedette a cavalcioni su di lui e il vestito salì scoprendo ancora di più le gambe, dando così agio a Nicolas di poterle sfiorare ed accarezzare, ma le sue mani rimanevano incollate alla sua schiena così come incollate erano le loro bocche. Staccò una mano dai suoi capelli e cercò quella di lui poggiandola sulla sua gamba e si allontanò per guardarlo negli occhi.<< Sei distante, e mi sento colpevole anche se non ho capito bene di quale reato. >> Lui la guardò negli occhi e le accarezzò il collo e le spalle scoperte, << Non sei colpevole di niente, sei solo bellissima e mi tenti in un modo inimmaginabile, ma io non posso. Mi sentirei in colpa. >> Lei non si mosse di un centimetro e gli accarezzò il petto sopra la camicia, il suo sorriso era comprensivo. << Scusami, mi avevi detto che volevi solo un'amica e invece io ho rovinato tutto. È solo che con te mi sento bene, sei il primo dopo Federico che mi fa sentire i brividi lungo la schiena. Provo una forte attrazione per te, ma non avevo capito che non era lo stesso. >> Sorrise e con nonchalance si risedette accanto a lui sul divano e prese un altro po' di gelato al cioccolato bianco, si sentiva in colpa, e forse la sua reazione era quella più comprensibile, non voleva fare sesso con una ragazzina, continuò a mangiare il gelato immaginando che hai suoi era una di quelle facili che cercavano solo sesso. Ma non era così, se fosse stato qualcun'altro non si sarebbe mai comportata così, almeno così credeva. Forse aveva solo bisogno di sentire quelle sensazioni che erano morte quando Fede l'aveva lasciata, o forse davvero aveva bisogno solo di una notte di sesso, anche se fosse non era quella la situazione ideale.
Mangiava in silenzio il gelato evitando il suo sguardo così emise un sospiro nel guardarla e si diede dell'idiota, lei era sexy e dolce, e gli aveva appena detto che lo desiderava e lui invece l'aveva umiliata. Le si avvicinò mentre lei era concentrata sui colori dei gelati e le accarezzò una spalla e poi il collo, Nia si girò a guardarlo con il cucchiaino a mezz'aria e rimase di nuovo incantata dal quel sorriso imbronciato, si morse delicatamente un labbro e lui salì con la mano ai suoi capelli e l'attiro verso di se, e invece di essere forte e orgogliosa e di rifiutarlo si lasciò guidare fino alla sua bocca e il bacio riprese, questa volta più forte e deciso di prima, ogni centimetro di pelle che Nicolas toccava sembrava dieci volte più sensibile, emise un profondo sospiro quando la bocca dell'uomo si allontanò dalla sua e scese giù verso il collo alternando baci a piccoli morsi, iniziò a sbottonargli la camicia e quando il petto fu libero gliela tolse completamente accarezzando il suo torace e fermandosi sul petto. La voglia di congiungersi a lui era tanta e le mani continuarono il loro percorso scendendo poi verso il ventre ma si fermarono tremanti per i baci e i morsi, e rsalirono verso il suo collo, lui si allontanò dalla sua pelle guardandola negli occhi e lasciandola con il fiato corto. Se si fosse tirato di nuovo indietro probabilmente sarebbe finita male tra di loro, ne era convinta, perché sentirsi rifiutare di nuovo sarebbe stato un colpo troppo basso, e invece lui le sorrise << Vuoi vedere la mia camera? >> sembrava divertito dalla situazione, come un'ragazzino che fa una proposta indecente alla sua compagna di banco, lei annuì alzandosi e quando lui ebbe recuperato la camicia la guidò nella camera da letto. Quando furono nella stanza lui riprese a baciarla conducendola verso il letto e facendo cadere la sua camicia a terra, prima che lui potesse farla stendere lei fu più veloce spingendolo sul letto e facendolo sdraiare. Mentre lui era supino lei restò in piedi e con un gesto fluido fece scivolare via il suo vestito restando in intimo, collant e tacchi alti, lui si alzò sui gomiti e la guardò mentre il suo desiderio traspariva dagli occhi prima che dal corpo. Camminando come una pantera gli si avvicinò e gli toccò gli addominali, accarezzandoli lentamente e fermandosi ai pantaloni che sbottonó, prima che potesse fare altro lui l'attiro verso di se e la imprigionò col suo peso, cambiando improvvisamente posizione e continuò a baciarla finché non si allontanò e le tolse le scarpe, sfilando poi via i collant, e iniziando ad accarezzarle l'intimità al di sopra delle mutandine, con il respiro corto lei fece scivolare via il reggiseno, restando solo con le mutandine. Le lunghe dita di Nick continuarono ad accarezzare la sua intimità finché il respiro affrettato di Nia non si trasformò in una serie di gemiti; si fermò per togliersi le scarpe e i pantaloni e rimase in boxer. Lo suardo di lei si perse sul corpo di Nicolas e si raddrizzò guardandolo negli occhi, aveva voglia di lui e lo attirò a se accarezzendogli il sesso con delicatezza. Si fermò a giocare con la molla dei boxer, finché non li abbassò completamente. Nick li fece scivolare via, mostrando la voglia che aveva di lei, la ragazza spostò lo sguardo dal suo sesso ai suoi occhi mentre si stendeva sul letto, fece scivolare via le mutandine restando completamente nuda. Si spostò sul letto muovendosi verso di lui, i loro sguardi si incontrano e si fusero quando si sedette su di lui, aiutandolo a scivolare dentro di lei. Quando le fu dentro emise un lieve gemito guardandola negli occhi, le sue mani le accarezzarono il seno e poi scesero delicatamente sui fianchi aiutandola ad iniziare un movimento che ben presto fece aumentare i loro respiri, le mani di Nick risalirono delicatamente verso i seni di Nia chiudendovisi intorno, mentre i loro sguardi rimanevano incatenati la ragazza continuava il suo lento movimento. Si amarono, ripetutamente fino a cadere entrambi privi di forze, erano uniti da una strana frenesia, i loro corpi sembravano chiamarsi a vicenda per congiungersi, si desideravano, bramando ogni contatto possibile. Dopo l'ultimo amplesso Nia si adagiò con delicatezza appoggiando la testa sul petto di Nick accarezzandogli il ventre. Il respiro di Nicolas era regolare e il suo indice disegnava cerchi concentrici sulla schiena di Nia e benché lei non potesse vedere il suo viso lo immaginò con gli occhi chiusi. Anche lei chiuse gli occhi rilassandosi al suo tocco e ascoltando il battito del suo cuore si addormentò.