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Autore: Dear M    22/09/2015    0 recensioni
Ciao a tutti, noi siamo Michele e Maria Chiara, due amici che in un triste pomeriggio di pioggia hanno deciso di scrivere una storia a quattro mani. D'ora in poi ci chiameremo MichClaire, una piccola fusione tra i nostri nomi. Pubblicheremo la storia qui, sperando che qualcuno la legga e ci dia consigli su come migliorarla.
BREVE INTRODUZIONE:
L'umanità è ad un passo dall'estinzione e deve essere salvata. Non rimane molto tempo. Loro sono già tra noi e sanno tutto! In un mondo dove per sopravvivere c'è solo una scelta: combattere. CHI LI FERMERA'?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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-La mia bambina! Noooo...Noooo! La mia bambina!-

Cittadini, i vostri dei non vi hanno detto il vero: siamo tornati, abbiamo vissuto tra di voi nascosti, ma ora non più, come avete visto possiamo distruggere chi vogliamo e cosa vogliamo a piacimento, a meno che non ci consegnate questa ragazza. Se ci resisterete, raseremo al suolo Lordran e i suoi abitanti!’

Mi svegliai di colpo. Spaventata e sudata. Avevo appena fatto un altro incubo. In quel periodo non c’era notte che non facessi un sogno del genere, mi tormentava. Quella mattina non potei pensare a lungo su quello che avevo appena sognato, perché ci ordinarono di andarci a cambiare e farci belli, indossando i vestiti cuciti, appositamente per noi, dalle sarte di Lordran.

Erano dei vestiti bellissimi. E ognuno rispecchiava l’elemento che il fato aveva deciso di affidarci. Il mio vestito era lungo, azzurro e bianco, con dei veli leggeri, che davano un tocco essenziale all’effetto dell’abito. I capelli erano raccolti in una lunga treccia e a breve mi avrebbero incoronato. Da brividi direi!

Il re Aramis introdusse la cerimonia ai sudditi, riuniti tutti nella grande sala con il soffitto d’avorio e il panorama sul mare, con un bellissimo discorso, quasi commovente. Poi, entrammo sfalsati, prima Ian, Jasmine, Nathan e infine io. Re Aramis ci fece voltare di spalle al popolo, ognuno di fronte al proprio trono.. Squillarono le trombe, i cittadini acclamavano a gran voce, gridando:- Lunga vita a Lordran! Lunga vita a Prithivi! Lunga vita a Vaju! Lunga vita a Tejas! Lunga vita ad Apas!-

-Quando si ha questo compito a Lordran e per Lordran, lo si ha per sempre, fino alla fine dei vostri giorni!- disse il re al momento dell’incoronazione. Siatene degni figli e figlie del fato! Possa la vostra saggezza illuminarci finché le stelle non cadranno dal cielo... A voi Dei!- esclamò il re dandoci la possibilità di voltarci verso il popolo e sederci nei nostri troni.

-Adesso, insieme ai soldati di Lordran che verranno qua davanti, giurate servizio al vostro popolo, giurate fedeltà e coraggio a Lordran!- esclamò alzando le braccia in cielo e tutto ciò fu seguito da un forte boato.

Appena i soldati si schierarono davanti a noi in ginocchio, notai immediatamente quel ragazzo: Matt. Era stupito, quasi incredulo e mi guardava. Sorrideva e contemporaneamente scuoteva leggermente la testa, come per dire ‘Non ci credo!’.

Quella sera a Lordran ci fu una grande festa: dopo il banchetto vennero le danze e i fuochi; il vino scorreva e la musica era senza sosta.

-Mia Dea!- disse Matt inchinandosi come un soldato e baciandomi la mano.

-Ciao...-

-Non mi aveva detto nulla... Ieri l’ho trattata come una persona qualunque, mi scuso per questo e spero che lei possa perdonarmi...- disse tutto d’un petto e con le braccia dietro la schiena

-Non devo perdonarti di nulla e non ho bisogno che tu mi dia del lei, Matt...-

-Non mi avevi detto nulla...-

-Nemmeno tu mi avevi detto di essere un soldato...-

-Non abbiamo avuto modo di parlarne...-

-Pensavo che tu sapessi chi ero...-

-L’esercito è tornato dopo l’arrivo degli dei... Eravamo al fronte per proteggervi!-

-Grazie!- esclamai sorridendo

-Dovere!- disse mettendosi sull’attenti

-Come faccio a farti smettere di parlare come un soldato?- chiesi sorridendo

-Soldato!- esclamò una voce maschile con tono duro. Era Nathan. –Non dovresti stare qui!-

Notai subito grande tensione tra i due. Un rapporto freddo e scostante.

-Ha ragione. Tolgo il disturbo! Apas...- disse chinandosi nuovamente ai miei piedi. – Tejas...- sussurrò fissando negli occhi Nathan e poi se ne andò.

-Perché lo hai trattato in quel modo?- chiesi

-Sono le regole. Non può stare in camera tua!- esclamò spiegandomi con lo stesso tono che aveva usato con Matt. –Adesso dobbiamo scendere... Seros e il re ci stanno aspettando...-

 

Una volta arrivati nella grande sala, Seros, Jasmine, Ian e il re erano già seduti ad un tavolo e ci stavano aspettando.

-Adesso che siamo tutti, possiamo parlare in modo chiaro!- esclamò il re

-Che succede?- chiese Nathan

-Le tenebre stanno per tornare...- sussurrò Seros

-Come fai ad esserne sicuro?- chiese Jasmine con un tono preoccupato e incuriosito

-Perché ora siete tutti!- disse il re

-Cosa facciamo?- chiese Ian combattivo

-Non dobbiamo allontanarci dalla città.- ordinò il re

-Cosa? Non ha senso!- esclamò Ian battendo un pugno contro il tavolo in legno.

-Bisogna prepararci per difendere la città, Ian...-

-Seros, perché?- chiesi spaventata

-Un soldato è stato sequestrato al fronte e costretto a parlare...-

-Sequestrato da chi?-

-Dalle tenebre, sciocca!- esclamò Jasmine

-Cosa volevano?- chiese Nathan girando continuamente tra le dita il suo anello.

-Sapere se lei era arrivata...- sussurrò il re

-Lei chi?- chiesi

-Tu, Apas...- mi disse Seros appoggiando la sua mano sulla mia

-Me? Cosa vogliono da me?- chiesi con la voce rotta, ma nessuno mi considerò.

-Come agiamo adesso?- chiese Ian, infastidita dal fatto che non potevamo attaccare.

-Dobbiamo solo prepararci alla difesa... Non siamo ancora pronti all’attacco...- disse Seros

-Non siamo pronti? Dobbiamo o ci distruggeranno!- esclamò Jasmine

-Non possiamo...- ribatté Nathan

-Jasmine ha ragione... Se aspettiamo qui, loro vorranno entrare di sicuro e non risparmieranno nessuno, lo sai...- disse Ian voltandosi verso Seros.

-Se attacchiamo facciamo il loro gioco... Sono più di noi!- li rispose Seros

-Perché vogliono me?- ripetei con sguardo basso

-Apas, tu hai poteri che gli altri elementi non possono avere...- mi spiegò il re

-Io non so quali siano i miei poteri...- ribattei preoccupata e confusa

-Loro si...- sussurrò Nathan voltandomi verso di me

-Come faccio a difendere un’ intera città senza le mie ‘armi’?- chiesi

-Cosa sai per ora?- mi chiese Jasmine

-Le tue lacrime... Le sue lacrime sanno guarire!- esclamò Nathan

-Poi?- chiese Ian con tono quasi scocciato.

-Sentite... Non c’è tempo per parlare... Dobbiamo agire...- disse Seros

-Silenzio! Le tenebre vogliono entrare in città... Noi dobbiamo impedirglielo!- ordinò il re battendo il suo pungo contro il tavolo.

-Il sogno...- sussurrai tra me e me

-Come?- chiese Nathan

-E’ un po’ di giorni che faccio uno strano sogno... Ripetitivo e non lo faccio solo quando dormo...- dissi con fatica e deglutendo spesso.

-Hai le visioni?- chiese Seros

-Non lo so...- sussurrai

-Cosa vedi Summer?- mi chiese Nathan

-E’ notte. C’è una bambina, non vedo bene chi sia...-

-Poi?- chiese il re

-Ha una specie di morso sul torace...-

-Morso...- sussurrò Seros

-E’ morta. La mamma l’abbraccia e urla...-

-La mia bambina! Noooo...Noooo! La mia bambina!-

In quel momento tutti alzarono gli occhi di scatto verso le porta d’uscita.

-O mio Dio...- sussurrai spaventata e con le lacrime agli occhi.

Nathan scattò dalla sedia e corse fuori dal castello, seguito da Ian, Jasmine e Seros. Io presi il re sotto braccio e lo accompagnai alla porta. Una scena orribile, proprio come nella visione. Lasciai il re nelle mani di Seros e raggiunsi gli altri.

C’era la mamma che urlava, piangeva disperata e distrutta dal dolore. Dondolava questa piccola bambina tra le sue braccia e gridava: ‘Perché? Perché?’. Una pozza di sangue a terra e le persone che cominciavano a radunarsi. Quando la mamma lasciò la bambina a terra, la riconobbi e il mio cuore si riempì di un vuoto immenso. Era la bambina che mi aveva regalato la sua bambola.

-Che altro hai visto? Che altro hai visto?- mi chiese Nathan urlandomi in faccia e tenendomi per le braccia. Io ero sconvolta, preoccupata, impaurita...

-Una pergamena. Era... Lì...- indicai la pergamena impigliati in un alberello. Nathan corse verso l’albero, seguito da Ian e Jasmine. Aprì la pergamena, la lesse velocemente e ad alta voce.

Cittadini, i vostri dei non vi hanno detto il vero: siamo tornati, abbiamo vissuto tra di voi nascosti, ma ora non più, come avete visto possiamo distruggere chi vogliamo e cosa vogliamo a piacimento, a meno che non ci consegnate ‘la nuova arrivata’. Se ci resisterete, raseremo al suolo Lordran e i suoi abitanti!’

In quel momento tutti i presenti alzarono gli occhi verso di me e mi guardarono. Tra questi c’era anche Matt. Io avevo sentito tutto. Non avrei fatto uccidere nessun’altro bambino o abitante di Lordran. Era me che volevano. Ero spaventata, ma nessun’altro poteva morire per colpa mia. Dopo qualche istante di silenzio, dove si sentiva solo il pianto disperato di una madre, la quale era stata privata dell’amore di un figlio, cominciai a correre. Non volevo più stare lì, non volevo più procurare dolore a nessuno. Raggiunsi il mare, avevo intenzione di affogarmi, di uccidermi... Io ero il problema, la causa di tutto ciò, era arrivato il momento che la causa di tutto ciò sparisse. Ero vicinissima all’acqua del mare, ero pronta, sarei morta. Cominciai a gridare: ‘Sono qui! Prendimi... Sono qui!’. Mentre correvo urlavo, urlavo... Ma all’improvviso una mano mi afferrò per il braccio destro e mi tirò a sé. Era Nathan.

-No! Lasciami! Lasciami! Lasciami!- mi dimenavo tra le se braccia. Ma alla fine mi abbandonai su di lui e scoppiai in un tremendo pianto.

-E’ colpa mia!- dissi singhiozzando

-Non è colpa tua!- sussurrò Nathan baciandomi la testa.- Non è assolutamente colpa tua!-

Dopo un lungo pianto, mi sedetti sulla spiaggia con lui. Oramai era diventata quasi un’abitudine.

-Stai meglio?-

-E’ colpa mia...-

-Te l’ho già detto... Tu non hai fatto niente...-

-Vogliono me. Portatemi da loro!-

-No...-

-Perché? Non voglio che muoia nessun’altro per me...-

- Pensi che dopo che ti avranno smetteranno di uccidere? Loro vogliono te per ucciderti... E dopo averlo fatto, verranno qui e bruceranno tutto e tutti... E noi non avremmo risolto niente...-

-Tutte le persone che si avvicinano a me... Muoino... Mio padre, mia madre, mia ‘zia’, Danielle, questa bambina...-

-Quello che succede oggi, succede ogni giorno. Non affezionarti a nessuno.-

-Perché sei così? Duro con te stesso e con gli altri! E comunque, è troppo tardi. - dissi alzandomi – Mi sono affezionata a tante persone, tra queste ci sei anche tu...-

Nathan si alzò di scatto e mi afferrò nuovamente per il braccio.

-Hai paura?-

-Si, molta. Invece... A te sempre che non spaventi niente...-

-Amarti... E’ la cosa che più mi spaventa, Summer...-

E arrivò in quel momento, mentre il vento spostava gentilmente i miei capelli e il rumore del mare colmava le nostre orecchie. Il bacio più atteso. Ho sempre creduto che un bacio non si potesse descrivere, qualsiasi tentativo di farlo lo banalizzerebbe, verrebbe snaturato dallo sforzo di tradurlo in parole. Il bacio va dato, sentito, assaporato. È un contatto quasi etereo, la magia di un legame speciale e di un’intesa improvvisa. Un bacio è… e basta!

Buongiorno a tutti! Sto caricando la storia in due pagine diverse: MichClaire e Dear M. Mi piacerebbe che questa narrazione crescesse un po' di più, aiutateci, perchè veramente ci stiamo mettendo un grande impegno. Grazie! Scriveteci e fateci sapere cosa ne pensate. Baci, M.

   
 
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