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Autore: throughtsun    22/09/2015    1 recensioni
Così, dicevo, andando avanti a domandarsi domande a cui cerchi di rispondere ma le risposte non ci sono, finisci col mettere in discussione la Terra, e la terra, e le maiuscole, e le minuscole, e ti senti piccolina, davanti alla Terra.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mia testa è un posto curioso, pieno di pensieri che sono certa nessuno abbia mai formulato, ma che in fondo potrebbero essere state pensate da chiunque, se uno pensa che siamo nel secondo millennio, e sicuramente ci dev’essere stata, nella storia dell’umanità, e perché no, anche nella storia di creaturine che abitano un altro pianeta, una mente simile alla mia.

Del resto lo dicono tutti, persino gli psicologi, che se le cose le dicono loro allora ci credono tutti, e a me non mi crede mai nessuno, e allora forse è per questo che voglio fare la psicologa pure io.

Dicevo, persino gli psicologi dicono che se vedi una fila di matite rosse e una sola è blu, stai pur certa che tu sarai convinta di essere quell’unica matita blu, ed ha senso, per me. Mi piace, quest’idea, che tutti noi esseri umani, per quanto diversi, per quanto simili, noi, siamo tutti individui, certi della nostra individualità, che a volte va perduta, miseramente, quando non la si sa apprezzare, e a ritrovarla uno ci spende anni, perché una volta persa, la tua originalità, la tua spontaneità, mica è facile ritrovarla.

E io queste cose le so bene, e ci credo, pure se gli psicologi non l’hanno mai detta, questa cosa dell’originalità, io ci credo, perché ci sono passata pure io, per la via del disprezzo di sé. E’ una brutta via, quella lì. E’ come quando cammini senza guardare dove vai, però vai avanti perché fermarsi a pensare e a ragionare fa paura, e perché poi tra l’altro non ci sei neanche abituato, a farti troppe domande. Finché arriva quel periodo della tua vita, che io chiamo - da adesso - la seconda fase dei perché. La prima lo sanno tutti qual è, è quella che sei bambina, e chiedi sempre “perché”, e i grandi ti vorrebbero tirare una sberla, perché non ne possono più, dei tuoi perché.

La seconda, invece, è questa qui, questa che sto vivendo adesso, e qui le sberle te le meriteresti uguale, solo che te le vorresti tirare da sola, perché non ne puoi più, dei tuoi perché.

Così, dicevo, andando avanti a domandarsi domande a cui cerchi di rispondere ma le risposte non ci sono, finisci col mettere in discussione la Terra, e la terra, e le maiuscole, e le minuscole, e ti senti piccolina, davanti alla Terra. 

Una volta ho letto una parola, io che con le parole ho sempre creduto di essere brava, e invece no, perché le parole per descrivere come mi sento io non le trovo mai. Ho letto una parola, la parola era “disincanto”, e ho pensato: “che bella, questa parola, mi sento così, io. Disincantata”. 

Vedete, è difficile da spiegare a chi non ha memoria di questa particolare e intricata - che bella parola anche questa - fase della propria vita. Alcuni di noi non penso ci passino neppure, per la fase del disincanto, ma non ci scommetterei, nessuno psicologo lo ha mai detto, magari quando divento psicologa poi vi farò sapere se è la verità, ma insomma, dicevo, che è difficile da spiegare.

E’ solo che quello che prima sapevi fosse blu, adesso sai che è blu e ti chiedi perché è blu, e te ne stai lì, a fissare il blu del tuo astuccio, incantata, disincantata. Vedete, è difficile, come si fa ad essere incantati e disincantati? Io dico, invece, che è esattamente così che ci si sente. In un certo senso, forse, si è incantati nel disincanto, perché, tutto d’un tratto, ciò che era dato per certo diventa incerto, e questo è il disincanto, quando, all’improvviso, un paio di mani ti vengono sbattute davanti agli occhi, e tu li strizzi, e scuoti la testa, e ti svegli, e ti chiedi perché non ti sei mai chiesto i perché. E da allora, con tutti questi perché, che prima non avevi, ti incanti a guardare qualcosa e a pensare “perché?”. Ecco come spiegherei essere incantati nel disincanto.

Io l’ho detto, che la mia testa è un posto curioso.

  
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