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Autore: lapoetastra    23/09/2015    1 recensioni
Un coltello brilla d’improvviso di fronte ai suoi occhi, disegnando cerchi nell’aria tersa e densa.
L’uomo trema più forte. Esclusivamente di paura, adesso.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Antichità greco/romana
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Delle braccia forti e muscolose lo immobilizzano in una stretta inallentabile che gli impedisce di respirare.
L’uomo assalito trema.
Non di paura, bensì di rabbia.
Facile fare i duri quando si è in tanti, in tantissimi, mentre lui è solo ed indifeso : non v’è onore, o baldanza, in questo. Solo vigliaccheria.
L’ira divampa come una fiamma nel suo cuore, ma per quanto gli abbia dato una nuova carica, non lo rinforza abbastanza per permettergli di sottrarsi a quella morsa di ferro che gli sta spezzando le ossa.
Un coltello brilla d’improvviso di fronte ai suoi occhi, disegnando cerchi nell’aria tersa e densa.
L’uomo trema più forte. Esclusivamente di paura, adesso.
Sa che non può scappare, che non può sfuggire al corso del destino che lo sta per travolgere come una corrente impetuosa ed inarrestabile.
Vorrebbe urlare, provare a chiedere aiuto.
Ma il dolore, improvviso, accecante, gli blocca qualsivoglia parola nella gola, facendolo boccheggiare ed ansimare.
Una coltellata, un’altra ed un’altra ancora.
E sofferenza, e male, e agonia.
La stretta sul suo corpo si allenta di colpo, ma egli non riesce lo stesso a respirare.
Cade a terra come se non avesse peso, ma non percepisce l’impatto con il suolo.
Non sente assolutamente niente, ora.
Ed è una sensazione piacevole, quella.
Alza gli occhi verso i suoi aggressori.
Cerca di guardarli, per capire, per sapere.
Ma non li vede.
Il suo sguardo è spento ed appannato.
C’è solo un viso che, tra tutti gli altri, gli appare vagamente familiare.
Ma non può essere, sicuramente è impazzito dal dolore e dalla paura della morte imminente, che già lo sta sfiorando con le sue dita gelide.
< Tu… >, mormora, quasi soffocando.
Non riesce ad aggiungere altro.
Le forze lo abbandonano.
Ed il mondo perde colore.
 
 
La luce di una splendida mattina primaverile gli ferì gli occhi, costringendolo a coprirseli con un mano.
Era già tardi, ma l’uomo non riusciva ad alzarsi dal letto, nel quale giaceva in un bagno di sudore.
L’incubo della notte appena trascorsa si ostinava a non abbandonarlo, dominandogli la mente con un velo di inquietudine.
Non che lui credesse nei sogni premonitori, eppure…
Eppure era turbato.
E poi c’era quella figura, tra i suoi assassini.
Una figura alta, imperiosa, sicura di sé, che subito gli aveva ricordato…
No, non poteva essere.
Ma non c’era più tempo per rimembrare inutili e passate visioni oniriche.
Doveva andare al Senato, Cesare, ed era già in uno spaventoso ed indicibile ritardo.
Era il 15 Marzo del 44.
   
 
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