Ricordi 14 luglio 1795 

Questa notte dormire è impossibile, detesto l'estate nordica, quando il sole continua ad illuminare il cielo a ricordare che la vita continua, io che vorrei solo non essere più.

Io Conte Hans Axel von Fersen, con un bicchiere di acquavite in mano per vincere l'insonnia che mi attanaglia in questa giornata, l'inizio della fine, la fine del mio mondo.

In quella giornata maledetta ho perso l'unica vera amica della mia vita ed è stato l'inizio del calvario e del dolore per colei che ha riempito il mio cuore, l'amore della mia esistenza, una Regina nata sotto una cattiva stella.

Maledizione a voi Oscar François de Jarjayes, credevo in voi, ho sperato che l'avreste difesa fino in fondo la nostra Regina ma voi avete seguito una strada diversa, assurda, non posso perdonarvi per questo. Forte, coraggiosa, voi avete fatto la vostra scelta e come al solito siete andata fino in fondo. 

Non vi perdono il fatto di non avermi salutato, mi avete lasciato solo il tempo di posare una rosa sulla vostra tomba, nella vostra tenuta di Arras. Il Generale mi ha accompagnato, lui si vero e fedele amico della Corona, ma il suo cuore di padre ha ceduto con voi: vi ha fatto seppellire lì in quel luogo di pace che avevate amato da ragazza, vi ha fatto seppellire insieme a lui. Mi ha detto che non poteva separarvi nel riposo eterno voi che siete sempre stati insieme nella vita, lui che avete scelto come vostro sposo. 

Vi invidio siete morti insieme e lui, un plebeo ha fatto quello che a me è stato precluso, dare la vita per la donna che amavo, anche se voi non avete colto questo dono e avete scelto la morte, perchè la vita è insopportabile senza l'amore di una vita.

La vita è crudele ed ingiusta, ma il mio corpo continua a respirare, a voler essere nutrito, ma io sono vuoto, lei non c'è più e non posso neanche deporre un fiore sulla sua tomba perchè anche questo gli hanno negato.

Dio mi è testimone ho fatto tutto ciò che la mia condizione mi ha permesso di fare per salvarla, per portarla via da quell'orrore; tutto è stato vano ed inutile.

Ancora adesso non riesco a comprendere come una creatura così amabile possa essere stata odiata ed inveita così tanto: l' hanno privata di tutto soprattutto dei suoi adorati figli, uccidendola poco alla volta. Colei ch'è salita al patibolo non era altro che lo spettro della mia adorata Regina ma fino in fondo le hanno rovesciato addosso tutto il loro odio.

Ho avuto molte donne nel mio letto ma nel mio cuore solo lei la mia Antoniette: una creatura delicata, dolce ed ingenua, buttata in quel circo crudele che era la Reggia di Versailles, lasciata in balia di arrampicatrici sociali , persone vuote e sciocche che non vedevano altro che il lusso e i piaceri.

Quella palla di lardo non era mai riuscito a proteggerla, a fargli capire che certe comportamenti non erano leciti, no meglio fabbricare serrature. Un gran coglione, ci aveva messo 7 anni per entrare nel suo letto, quando io avrei fatto l'amore con lei tutte le notti della mia vita, si perchè lei era meravigliosa, il suo donarsi era qualcosa che mi commuoveva nel profondo e solo con lei il sesso era vita vera, anche se il mio sperma doveva andare disperso tra le lenzuola non certo nel suo ventre accogliente, come quello di nessun'altra.

C'era stato un momento quando la ghigliottina aveva tagliato la testa al lardoso, che il mio cuore aveva sperato e tremato. Se fossi riuscito a portarla via dalla quella maledetta prigione avremmo potuto stare insieme, certo con discrezione, ma saremmo
 potuti vivere insieme. Avrei lenito tutte le sue ferite non gli avreinegato niente.

Il niente è quello che gli mi è rimasto, questo sole arrogante che non vuole smettere di brillare ed illuminare il cielo, un ultimo goccio da trangugiare e un animo devastato.