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Autore: Eternally_Missed    23/09/2015    0 recensioni
Due amiche, Ilaria e Giulia, separate dalla geografia ma con una pagina bianca da scrivere insieme. La vita che corre su binari nuovi e imprevisti.
"C'è crisi per avere un posto fisso dentro le persone".
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1.


La tristezza che mi assale continuando a spostare leggermente la tenda della camera per vedere il diluvio universale abbattersi all’esterno, mandando a monte tutti i miei progetti. Anzi, il mio progetto, ovvero una stupidissima passeggiata per le strade del paese per poter raggiungere il mio parco e rimanere all’ombra del mio albero per un tempo non quantificabile. Vorrà dire che mi toccherà mettere a posto la casa, controvoglia, ma sempre meglio che restare a fissare la pioggia dietro ad una finestra. Già, perché so bene di esser in grado di rimanere con il naso a due millimetri dal vetro per tutto il pomeriggio. La pioggia ha questo magnetismo nei miei confronti al punto che se dovessi studiare, dovrei rinchiudermi in una stanza senza finestre o perderei ore su ore a fissare il nulla. Che poi è soltanto acqua che scende dal cielo. Gocce che cadono per colpa della forza di gravità. Gocce che somigliano a lacrime, si insomma, mi piace l’idea che a volte anche il cielo abbia delle giornate nere e abbia la necessità di sfogarsi come fanno le persone, piangendo magari sotto forma di pioggia. Vogliamo parlare del profumo che si diffonde nel momento esatto in cui smette di piovere? Sa così tanto di nuovo inizio, di speranza, di pulito. Come un colpo di spugna su una lavagna scritta, tutto da rifare. Questa volta, però, meglio.
Sospiro e accendo lo stereo, fare le pulizie a ritmo di musica mi mette sempre di buon umore. Qualche volta lancio uno sguardo al cellulare, speranzosa di ricevere una telefonata. Ovviamente, mentre finisco di pulire il pavimento, la suoneria risuona nella stanza e mi tocca fare opera di contorsionismo per riuscire a raggiungere il telefono senza lasciare impronte sulle piastrelle.
“Pronto?” rispondo entusiasta, in attesa di sentire quella voce amica all’altro lato della cornetta
“Hello, my dear!” ribatte lei mimando un accento inglese che le appartiene a metà “Ok, scherzo. Sono arrivata sana e salva, il viaggio in aereo è stato un po’ turbolento ma in fin dei conti divertente!”
“Mmm se ti conosco almeno un po’, avrai come minimo abbracciato quel malcapitato che si trovava accanto a te, Giuls!” considero ridacchiando di lei e delle sue reazioni strampalate di fronte alla paura
“Ma sentila. In effetti me la sono fatta sotto. Pareva di stare sulle montagne russe. Comunque, era una gran bel malcapitato, altrochè. Biondino, abbronzato, muscoloso. Insomma mi ha anche sorriso. Temo di averlo traumatizzato.”
“Ah, ecco qual era il lato divertente della situazione. Marpiona che non sei altro!”
“Ilaria!! Cambiando discorso, da domani dovrei avere internet sul portatile, ergo ci vediamo su Skype così ti mimerò le mie disavventure e ti farò vedere la mia casina.” Prosegue lei tutta entusiasta “La adorerai, giuro.”
“Va bene, Giuls, va bene. Sono proprio fiera di te e della tua indipendenza. Poi, se per sbaglio, apri la finestra e mi fai vedere un pezzo di cielo londinese, sai che non mi offendo!”
“Ovviamente! Mia madre invece non è molto contenta di avere una figlia progressista. Credo stia vivendo la sindrome da nido vuoto, ma se ne farà una ragione. Abito a mezz’ora da lei!” fa una pausa, la sento sospirare “Per quanto riguarda il cielo, lo ameresti. Quando verrai da me?”
“Lo sai che prenderei il primo volo, ma proprio mi è impossibile. Mi stai facendo morire d’invidia e di nostalgia. Adesso devo staccare Giuls, ma ti abbraccio da qui in attesa di riderti in faccia su Skype. Non avercela con me, in fondo ti voglio bene!” ribatto seria, smorzando il tutto nel finale
“La mia migliore amica è una cretina patentata. Confermo. Sai che per te, una camera c’è sempre. Ci vediamo domani, pagliaccia.”
Riattacco la chiamata e mi siedo, o meglio sprofondo, sul divano del salotto. Questi sono stati giorni difficili. Accompagnare Giulia all’aeroporto, dopo un’estate passata insieme, è stata dura. Ci siamo conosciute all’università un paio di anni fa, lei ha fatto l’Erasmus in Italia, perché voleva entrare in contatto con la terra in cui è nata sua madre. Inutile dire che il nostro incontro è stato un colpo di fulmine, due metà della mela che si incontrano. Esuberante, divertente, forte, lei. Timida, introversa, ma incline alla follia, io. Un duo letale. Da allora ci siamo sempre tenute in contatto, spesso ha passato le vacanze qui da me, e viceversa l’ho raggiunta in Inghilterra quando mi era possibile. Questa è stata un’estate particolare, lo abbiamo capito entrambe: Giuls ha deciso di trasferirsi a Londra a caccia di indipendenza, lasciando la famiglia che vive in campagna. Ha ottenuto una promozione dopo mesi di sacrifici, adesso lavora stabilmente come fotografa per una rivista. Un lavoro da privilegiata, come lei stessa ama definirlo. Un incubo per la sottoscritta, che per molte volte si è trovata a vestire i panni della modella per provare la nuova macchina fotografica, vedere se le luci erano corrette. Insomma, a me piace un sacco fare foto, ma non esserne il soggetto. Tra le due, ovviamente, lei è la migliore. Riesce a possedere la luce, il colore, lo spazio, l’emozione ed a fermare il tutto in una immagine.
Ho sempre amato la fotografia ed è meraviglioso condividere una passione con un’amica. Ancora più bello è vedere come quello che ami, possa diventare un lavoro: il tuo. Una fatica immensa, soprattutto se inizi da un piccolo paesino, come quello in cui sono nata vicino a Milano. Eppure, con coraggio e determinazione, si può emergere. Per molto tempo mi sono dedicata a dei reportage per guide turistiche sui luoghi italiani da visitare, con l’aiuto del mio ragazzo Gianluca. Passavamo interi weekend in giro per luoghi semisconosciuti, fotografandoli e rendendoli accattivanti allo sguardo dei turisti. Sono stati mesi felici, di amore, amicizia, viaggetti. Poi, la rottura dell’idillio. Gianluca che riceve reportage diversi dai miei, la freddezza che fa capolino nella nostra relazione, le incertezze, le litigate, le sere divisi, i dubbi che si trasformano in certezze. Aveva un’altra e non si è curato nemmeno più di nasconderlo. Non una qualunque, ovviamente, ma l’assistente bionda del capo. Inutile dire che tutto il mio mondo è crollato in un secondo.
Apro gli occhi e sospiro. Ormai è acqua passata, Giuls in questi mesi mi ha ribaltato il morale, dandomi tutto l’affetto e la fiducia di cui necessitavo per ricomporre il puzzle della mia vita. Perché per colpa dell’amore, ho perso pure il lavoro che tanto mi entusiasmava. Quando si dice, oltre il danno pure la beffa.
Riaccendo lo stereo mentre decido cosa preparare per cena.
“Love is foreeeever” canta Matt Bellamy ed io cinicamente sorrido, l’amarezza mi invade. No, Bellamy, ti sbagli: l’amore non è per sempre. L’amore fa schifo. L’amore fa male.
L’amicizia, è per sempre, o almeno è quello che voglio credere.
L’amicizia è Giulia che tiene sempre pronta una camera per me, se mai deciderò di accettare di trasferirmi da lei per cercare lavoro, come se il lavoro ti venisse a cercare poi.
La porta di casa si apre, entra mamma con la busta della spesa ed un sorriso negli occhi, dopo una giornata in ospedale. È il mio orgoglio, è infermiera in pediatria, sempre a contatto con bambini in difficoltà, con famiglie provate dal dolore. Eppure riesce a sorridere, a dare amore con piccoli gesti, sguardi, carezze. Ho molto da imparare da lei.
“La nostra Giulia è arrivata?” domanda a tavola, e mi si apre il cuore ogni volta che parla al plurale riferendosi a lei, proprio come se fosse una di famiglia
“Si, mi ha chiamata prima. Domani ci fa vedere la casa nuova su Skype, se non fa qualche casino. Dice che è molto bella.”
“Lo credo bene, ha molto gusto, sarà un gioiellino immagino. Non vedo l’ora di curiosare allora!”
“Sei sempre la solita, mamma.” scoppio a ridere finendo di lavare i piatti “Ora, Criminal Minds?”
“No, grazie. L’ultimo episodio mi ha fatto venire il batticuore al punto che ho faticato ad addormentarmi.”
“Ok, allora…” cerco di proporre un film, ma vengo bloccata immediatamente
“No, scordati di farmi vedere ancora una volta quegli orchi della Terra di Mezzo.”
“Hobbit, mamma, sono Hobbit!” ribatto stizzita e divertita nel vedere gli occhi di mia madre roteare verso l’alto. Ci sono cose che non cambierei per niente al mondo, come la sua repulsione a tutto ciò che riguarda il fantasy, salvo Harry Potter. “Dai, va bene. Scegli tu.”
E fu così che mi sorbisco per l’ennesima volta Pretty Woman.
Lo vorrei anche io un colpo di culo come quello avuto da Julia Roberts nel film, mannaggia.
Intanto una Giulia, nella mia vita, c’è.
Chissà, magari il futuro mi farà un occhiolino.

 

 
Desclaimer: questa storia è frutto della mia fantasia e della mia passione verso i Muse. I personaggi sono inventati.

Ciao a tutt*, questa è la mia prima fan fiction, spero vi possa piacere e far passare il tempo in modo gradevole. Sono pronta a leggere i vostri commenti e le vostre critiche, cercherò di aggiornarla spesso. 

 
  
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