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Autore: candidalametta    12/02/2009    2 recensioni
“hey tu, scendi dal mio albero!”, il caschetto biondo del bambino si girò e per un attimo i suoi occhi blu mi fissarono oltre la lunga frangia prima di tornare a dare da mangiare ai pesci. “ti ho detto scendi! Quello è il mio posto”, solo un’ostinata nuca chiara ascoltò il mio urlo semi isterico che è cambiato poco con gli anni. Attimi di silenzio e poi il rumore che ho sempre odiato più di tutti, “shhhhh”, con un dito sulle labbra, senza neanche guardarmi quel piccolo sbruffone alto meno di me mi imponeva il silenzio
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jared Leto, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Innanzi tutto volevo scusarmi per non aver più postato. Mi ero ripromessa che se non avessi avuto commenti non avrei aggiunto altro, ma poi ho notato che GothicGirl e p i x i e avevano aggiunto questo capitolo tra le loro storie preferite e mi sono sentita in colpa. In più stephenking mi ha annunciato una sua prossima visita e ho deciso che tanto valeva continuare anche perché è già pronta ;) ringrazio anche chi ha solo dato uno sguardo. Questa è la mia prima ff e spero (grazie a commenti favorevoli) non sarà l’ultima..

..

Quella sera tamburellavo senza sosta sulla tastiera del cordles, aspettavo,senza sapere cosa dirgli, che mi chiamasse.
Poi uno squillo, e il simbolo di marte apparve sullo schermo, chiamava da uno dei telefoni del tour. Poteva non essere solo.
Senza accorgeremene premetti in tasto verde e mi portai la cornetta all’orecchio.
“Giulia…”, dall’altra parte del mondo il mio nome sussurrato mi riportò alla realtà, “Jared! Ho visto il video! ottimo lavoro!”, strillai forzatamente entusiasta.
“perché hai questo tono Giulia?”, avevo la voce tremante anche se tentavo di tenermi calma ma lui aveva imparato a tradurre il tono della mia voce molto più velocemente delle parole stesse. “non è nulla Jared, è tutto ok … sono solo emozionata, credo..”, sospirò, “Giulia, ti prego, adesso tutto il mondo sa quello che sono … ho ricevuto più commenti oggi che in tanti anni di carriera! Sembra che nessuno mi riconosca più, per favore, almeno tu, ricordati chi sono … ”, poi piano come se non volesse farsi sentire, “non trattarmi come uno sconosciuto”.
Ripresi fiato guardando una delle foto più belle che avevamo insieme, due bambini all’ombra dell’albero delle battaglie. “stai tranquillo Jared, è ... va tutto bene, sono sicura che sarà un grande successo”. Sentii la sua voce e la mia alleggerirsi “allora secondo te è ok? Ero così in ansia! Adesso però devo andare, scusami abbiamo una conferenza tra poco e aspettano solo me”. Lo salutai e chiusi. Era fatta, aveva fatto un ultimo passo verso una vita che non sarebbe stata vicina alla mia. Il mio cuore cominciò a sospirare nella certezza di averlo perso.

i giorni passarono
e qualcosa di straordinario accadde.


Diventai il punto fermo della sua strana vita fatta di tour, incisione dischi, premiazioni, interviste e mille altre cose che determinano le giornate tipo delle rock star. Tutto questo sommato alle riprese e alle continue parti scomposte della carriera cinematografica che Jared non voleva abbandonare per dedicarsi totalmente alla musica.
Le telefonate diventavano sempre più frequenti, anche solo poche frasi per salutarci e raccontarmi l’ultima novità. Nella mia immaginazione e sempre più spesso nello schermo la vita di Jared prendeva consistenza sembrandomi sempre più confusa e movimentata, non aveva un minimo di tempo da dedicare a se stesso. >br>“non riesco più a scrivere” mi bisbigliò un giorno in un angolo appartato di un incasinato back stage, dove era ostaggio di una folla di fan invitati dagli alti membri della band, “respira fondo Jared, tutto quello che cerchi è già dentro di te, ma se sentissi l’ispirazione venire meno fingi di amare la groupie di turno che stanotte dormirà nel tuo letto e tutto andrà bene”. Lo sentii sorridere al telefono e con quel tono sornione che ogni bel ragazzo intona nelle sue conquiste; mi ricordò che non era lui a cercarle, erano loro, a buttarsi nel suo letto consapevoli della storia senza futuro.
Jared era galante, io lo sapevo per esperienza, ma non era della dolce timidezza di cui si faceva schermo il suo amico Tomo, piuttosto un genuino buon umore che lo accompagnava sempre. Fuori dai riflettori e anche sotto Jared non era che un buffone. Uno che avrebbe preferito fare la linguaccia alla telecamera piuttosto che mettersi in posa. Io lo adoravo per questo.
Come tutte le donne credo.

Rifuggiva alle fan accanite comunque. Quelle che dopo una notte d’amore lo avrebbero perseguitato per tutta la vita, preferiva una via di mezzo.
Una simpatizzante.
Eppure si ritrovava invischiato suo malgrado a persone che condividevano con lui il prezzo della gloria e la totale mancanza di privaci.
Le stangone bionde o le formose brune non mancavano ma ogni vaga frequentazione era presa come un fidanzamento ufficiale e già dopo poche settimane la stampa che imponeva la convivenza stroncava le relazioni sul nascere. Grazie al contatto che riuscivamo a mantenere sapevo che i suoi flirt erano molto di più di quanti ci si aspettasse. Ultimante, per dimenticare una di quelle famose bellezze che prendevano la sua notorietà insieme alla sua attenzione si era buttato nell’amore cieco delle sue echelon che scambiavano l’ossessione per il cantante con quello per la musica.
Venerare il personaggio sembrava loro il passo più vicino all’amore per quell’impalpabile presenza che regnava realmente nei loro cuori. Certo anche la galanteria del mio amico facilitava le cose.
Gli occhi di Jared conquistavano senza pietà chiunque si ritrovasse nel suo raggio d’azione. Io non cercavo di redimerlo, le prediche non sono mai state il mio forte. Ma lo prendevo in giro,questo si, passavo intere serate a schernirlo per quella debolezza che solo il culto di adolescenti impazzite poteva portare a commettere. Lui ne rideva, forse di fastidio, al pensiero che nessuna di loro potesse averlo veramente, che nessuno lo conoscesse il vero Jared.

Lui invece si fidava di me, ero lo scrigno di tutte le sue paure, dei suoi segreti, tra di noi si era creato quel legame di assoluta dipendenza che la lontananza crea tra chi si vorrebbe vicino. Ero il suo specchio, la vita normale che avrebbe potuto avere nascondendo il suo dono, ma non pensava mai di abbandonare il suo posto, anche se gli stava costando parecchio.

“sento che è l’ora di passare ad un livello successivo Giulia, devo affrontare altri temi, una nuova prospettiva, studiare di più su me stesso”, “se continuerai ad analizzarti ancora diventerai il più grande egocentrico della storia Jared”, “tu scherzi ma io ho bisogno di qualcosa che mi sfugge..” si bloccò, ma non per riflettere, qualcuno mi stava chiamando. Il segnale di avviso su occupato prese i miei pensieri per un attimo. “
Jared aspetta un attimo”, senza ascoltare le sue proteste lo misi in attesa e accettai l’altra chiamata.
“pronto?”, “salut Guilì!”, la voce di mio padre mi raggiunse dall’altra parte del confine. Viveva in Francia da dieci anni ormai. Un’eternità per me, da quattro viveva a Parigi e nonostante le mie sporadiche visite non perdeva occasione di invitarmi ad andarlo a trovare ignorando i miei continui impegni.
“Giulia, quando hai intenzione di venire a trovare il tuo vecchio?”, “quando diventerai vecchio è ovvio!”,lo sentii sorridere al telefono“dopo i cinquanta lo si diventa, avanti vieni a festeggiare il mio compleanno su da me”.
Sorrisi,non potevo dirgli di no … in fondo potevo prendermi qualche settimana dal tirocinio, “va bene papà, quest’anno ti aiuterò a spegnere le candeline” lo sentii ridere mentre chiudevo la conversazione, mentre constatavo strabiliata la mia decisione fulminea di partire da lì a pochi giorni.
Una voce inaspettata mi riportò sulla terra.
“Giulia! Come osi mettere in attesa il cantante del gruppo più famoso del momento!”.
ops, Jared! Me ne ero completamente dimenticata.
“ci sei?”, “si ma non ancora per molto cara la mia signorinella! Ma stiamo scherzando? Venti, dico venti minuti di attesa! Spero sia stata una conversazione illuminante o questa cercherò di fartela pagare davvero!”
“parto per la Francia”, dissi velocemente senza neanche pensarci, “domani?” chiese sarcastico, “tra cinque giorni”, lo sentii deglutire a fatica, “davvero? Per quanto?”, “non molto, tre settimane circa”, trattenni il fiato per un attimo e poi dissi qualcosa che non avrei mai pensato di poter proporre.
“vuoi venire con me?”, “cosa?”, “dai Jared, ti sto chiedendo di venire con me”, “tu? Io? A Parigi? Ma io non ho nessun concerto li, nessuna scena da girare, neanche un avvenimento mondano, nulla!”. Sbuffai spazientita, “ma tu non ci vieni per la tua carriera Jared, ci vieni per me, non ti basta?”.
Lo sentii sogghignare dall’altro capo del mondo e la sua risposta fu ancora più assurda della mia proposta, “andiamo pure, io adoro le francesi”.
  
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