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Autore: Roby_chan_    23/09/2015    4 recensioni
Ohayo!
Sarà l’incubo di stanotte, saranno le storie tristi che sto leggendo ultimamente su questo fandom, comunque stamattina mi sono svegliata presa dall’ispirazione e ho buttato giù questa storia. E’ ambientata all’indomani della grande battaglia che i nostri protagonisti si stanno preparando ad affrontare negli ultimi capitoli del manga. Metto tra gli avvertimenti OOC per eventualità, anche se dall’ultima confessione di Gray, io ce lo vedo proprio a fare questo. Spero di non avervi annoiato. Buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gray, Fullbuster, Lluvia
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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My answer
 
La battaglia contro Zeref si era finalmente conclusa. Dopo giorni di interminabili scontri ce l'avevano fatta. Ma a quale prezzo? Magnolia era un cumulo di macerie. Molti erano i feriti. Troppi. Era passata già una settimana dalla fine dello scontro, ma c'erano ancora persone incapaci di alzarsi dai loro letti improvvisati. Tra questi, Juvia.
In coma. Era in coma da quel giorno. Le bende a fasciarle parti delle gambe, delle braccia, ma soprattutto… la testa. I diversi macchinari collegati al suo corpo. Per tenerla in vita. Il volto, più pallido del solito. Gli occhi chiusi…
Aveva dato fondo a tutta la sua magia pur di sconfiggere Invel insieme a Gray. Aveva usato le ultime forze rimaste per proteggerlo e permettergli di dare l'ultimo colpo. L'ultimo attacco.
Inutili erano stati gli avvertimenti di Gray.
Lo sapeva. L'aveva capito che le conseguenze del suo gesto sarebbero state pericolose. Lo sapeva, eppure non era riuscito a fermarla. E adesso si trovava lì. Al suo fianco. Da quel giorno.
Non ci era riuscito. Non le aveva dato la risposta che tanto desiderava. Ora che la risposta l'aveva finalmente trovata, non poteva dirgliela. Non poteva dirle niente, perché non avrebbe sentito. Si avvicinò di più con la sua sedia al letto. Le prese delicatamente la mano. Come faceva spesso. Da quel giorno.
Fredda. La sua mano era fredda e pallida, come il suo volto. Ferma nella solita espressione che aveva anche gli altri giorni. Sperava di donarle un po' di calore, per quanto un mago del ghiaccio ne possa dare. Sperava che con quel gesto lei sentisse che era al suo fianco. Che la stava aspettando.
I ruoli si erano invertiti. Non era più lei che aspettava, ma lui. Doveva proteggerla e invece... era stata lei a proteggere lui. Sapeva che doveva farlo, e invece, ancora una volta era stata lei a salvarlo. Dalle tenebre. Dalla sua oscurità. Dallo scontro.
-Juvia...- sussurrò piano il suo nome, stringendo maggiormente la sua mano. Ormai quella era l'unica cosa. L'unica parola che gli permetteva di non abbandonarsi all'oscurità. Alla tristezza. Alla disperazione per aver perso un'altra persona importante per lui. Forse, la più importante. Una lacrima solitaria a solcargli il viso, intriso di dolore.
Un solo nome. Delicato e fragile come la ragazza a cui apparteneva.  Una sola parola, ma che portava alla mente ricordi. Ricordi che sembravano lontani anni luce. Irraggiungibili.
La porta della piccola stanza si aprì. Non si mosse. Sapeva già chi era. Mira.
-Gray, perché non vieni a mangiare qualcosa di là? - chiese con il suo solito tono gentile, ma era evidente la nota di preoccupazione della sua voce.
-No, grazie, Mira- quasi sussurrò. Ormai era più unico che raro che pronunciasse altre parole che non fossero il nome della maga dell'acqua.
-Come vuoi- disse la ragazza, triste. Ormai lo sapeva che era inutile. Non si sarebbe mosso dal fianco di Juvia per nessun motivo al mondo. -Allora più tardi di porto qualcosa. Devi mangiare- aggiunse nella speranza di ottenere una risposta. Di sentirlo parlare di nuovo, ma niente.
Solo il rumore della porta che si chiudeva e poi nulla. Il silenzio più assoluto.
Aveva promesso a sé stesso di restare al suo fianco. Per sempre. Qualunque cosa sarebbe successa. Perché lei l'aveva fatto. Per tanti anni. Adesso toccava a lui.
Sapeva che si sarebbe svegliata. Era forte. Forse più forte di lui. Sapeva che avrebbe combattuto. No. Che stava combattendo per ritornare al suo fianco.
 
Passò ancora una lunga settimana. Uguale alle precedenti. Nessun segno di ripresa della ragazza. Niente di niente. Ormai anche gli altri si erano ripresi, eppure perché lei non si svegliava?
Tante le visite da parte dei suoi nakama. Tanti i controlli di Poryushka sulle sue condizioni. Tanti i dubbi su quando, ma soprattutto se si sarebbe svegliata.
Gli altri stavano perdendo le speranze. Dicevano che doveva prepararsi alla realtà dei fatti. Ma lui no. Ci credeva ancora. Sapeva che ce l'avrebbe fatta. Sapeva che Juvia si sarebbe ripresa. Lo sapeva e non poteva fare altro che aspettare.
 
 
Era ormai terminato anche quel giorno. Passato in quella stanza. In silenzio. Da solo. La mano stretta alla sua. Gray appoggiò la testa sul lenzuolo bianco del letto della ragazza. Si addormentò senza accorgersene. Nella speranza che i soliti incubi non tornassero a tormentarlo. Incubi in cui Juvia non si muoveva più. Incubi in cui lei...
 
Sentì una piccola e delicata mano scuoterlo. -Gray-sama... Gray-sama...- chiamava debolmente. Se quello era un sogno. Allora non voleva svegliarsi mai più.
La sentiva. Riusciva a sentire di nuovo la sua voce. Nonostante le settimane passate, era impossibile per lui dimenticarla. Eppure non ricordava quella nota di dolcezza che lei usava sempre quando pronunciava il suo nome. Come aveva fatto a dimenticarla?
Qualcuno lo stava ancora scuotendo nel sonno. Aprì piano gli occhi, consapevole che al suo risveglio nulla sarebbe cambiato. Juvia ancora lì. Ferma. Immobile in quel dannato letto. Con la solita espressione impassibile, che non le si addiceva per nulla.
Ciò che vide però lo lasciò a bocca aperta. Juvia era lì. Seduta. Gli occhi blu aperti. Oh, quanto aveva amato quel blu, non l’aveva mai dimenticato. E come avrebbe potuto? Il volto di lei leggermente preoccupato, forse dalla sua reazione. La mano ancora appoggiata alla sua spalla. Era ancora fredda. Stava forse ancora sognando? Voleva chiamarla. Chiederle qualcosa, ma dalla sua bocca non usciva nulla.
-Gray-sama -lo chiamò di nuovo lei. La voce cristallina leggermente incrinata che gli chiedeva silenziosamente come stava.
-Juvia...- riuscì finalmente a pronunciare il suo nome, il ragazzo. La sua voce era roca. Da quanto non parlava più?
-Gray-sama ha un aspetto orribile.- aggiunse la ragazza aggrottando lievemente le sopracciglia. -Cosa? - chiese lui, stupito. -Gray-sama ha delle occhiaie terribili- continuò lei. Sembrava che lo stesse rimproverando. Si stava preoccupando per lui. Come faceva sempre.
Gray si riprese poco dopo dallo stupore iniziale, anche se faticava ancora a credere a ciò che vedeva. Era sveglia. Viva di fronte a lui.- Ma ti sei vista?- chiese, con il tono più seccato possibile, ma che in quel momento, lo sapeva, era il più dolce che avesse mai rivolto alla ragazza. Continuò a guardarla. Come se la sua vita dipendesse da questo. Come se distogliendo lo sguardo potesse scomparire. - Juvia sta bene Gray-sama, anche se si sente un po' intorpidita- disse lei, accorgendosi delle varie apparecchiature intorno a lei e iniziando a staccarsi tutti gli aghi che aveva nelle vene.
Nel farlo, staccò la mano dalla spalla di lui. A quel punto il mago del ghiaccio non ce la fece più. Si lanciò su di lei, stringendola forte a sè. Sentendola tra le sue braccia. Viva. Quanto aveva aspettato per fare questo? Quanto? Non solo mesi, ma forse anche anni.
-Gray-sama? -chiese lei, stupita da quell'improvviso contatto. -Juvia, Juvia, Juvia....- pronunciò ancora e ancora. Non si sarebbe mai stancato di pronunciare quel nome. La voce incrinata e il volto immerso nei capelli turchini di lei. Stava tremando.
Juvia lo abbracciò a sua volta. Non lo vedeva, ma poteva capirlo. Sapeva che stava piangendo. Voleva confortarlo. Fargli sapere che era al suo fianco. -Sono qui, Gray-sama - sussurrò piano, in modo che solo lui potesse sentire. Come se anche le pareti avessero orecchie. Come se quelle parole potessero disperdersi nell’aria.
Dopo interminabili minuti Gray si staccò. Aveva gli occhi rossi e lucidi come quelli di Juvia. Avevano pianto. Entrambi. Ma adesso non c'erano più tracce di quelle lacrime che erano scese lungo i loro visi. Da quanto stavano abbracciati? Ore? O forse solo pochi minuti? Non lo sapevano, ma poco importava.
-Juvia…- la chiamò il mago del ghiaccio. Il suo tono stranamente dolce. Un solo pensiero in mente -…devo ancora darti la mia risposta. -disse infine. Juvia lo guardò. Sorpresa da quelle parole. Lo sguardo deciso di lui puntato nel suo. Finalmente era arrivato il momento. Finalmente le avrebbe detto quelle parole che avrebbe voluto pronunciare già da tanto.
-Ti amo- le sussurrò con il tono più dolce che avesse mai avuto, per poi prendere tra le sue mani il pallido volto di lei e appoggiare delicatamente le labbra sulle sue. Erano fredde. Entrambe.
Un improvviso stupore catturò la maga. Le bastarono però pochi secondi per capire. Per comprendere quelle parole. Quel gesto. Quella risposta che a lungo aveva atteso. Ricambiò, abbandonandosi al suo semplice tocco. Chiuse gli occhi anche lei. Come poco prima aveva fatto lui. Perché non c’era bisogno di vedere. Quello che sentivano era chiaro.
Una piccola lacrima sui loro visi. L’ultima.
Si staccarono lentamente. Gli occhi di lui puntati nei suoi. -Mi sei mancata, Juvia- pronunciò.
-Anche tu, Gray-sama- sussurrò. Un debole sorriso sui volti di entrambi.
Finalmente l’incubo era finito.
 
 
 
 
 
 
 
 
Nda:
io sono sensibileeee!!! Perché scrivo cose del genere? Perché? :’(
Bhè, alla fine è finito tutto bene, anche perché non ce l’avrei fatta a reggere la morte di Juvia T.T
Ovviamente sono convinta che Mashima non scriverà mai nulla del genere, ma al momento la mia mente se n’è uscita con questa idea, come se non stessi già pubblicando troppo in questo periodo -.-“
 
P.s. ho evitato volontariamente riferimenti a Natsu e alla battaglia contro END perché non so davvero cosa aspettarmi e non voglio nemmeno pensare a quante lacrime piangerò quando usciranno quei capitoli.
 
Ditemi cosa ne pensate.
A presto, Roby-chan
 
   
 
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