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Autore: Frasca94    23/09/2015    3 recensioni
Dal testo:
"Bella, devi essere un po' alterata" commentò sua sorella tranquilla, mentre leggeva un libro, seduta su una poltrona vicino a una grande finestra.
"Tu dici, Cissy?" esclamò, dando un calcio a un tavolino dalle gambe sottili.
"Cos'è successo?" chiese Narcissa Malfoy, appoggiando il libro che stava leggendo sul davanzale.
"L'ho trovata, Cissy! L'ho trovata insieme al sanguesporco" spiegò Bellatrix in preda alla frenesia.
Sua sorella finalmente guardò i suoi occhi folli.
"E... Allora... Tu..." provò a parlare Narcissa, ora preoccupata.
Bellatrix non rispose, ma si buttò su una poltrona vicina a quella della sorella.
Questa storia partecipa alla seconda edizione del "Forever shot" indetto da CeciliaMargherita sul forum.
Genere: Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Andromeda Tonks, Bellatrix Lestrange, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Ted Tonks | Coppie: Lucius/Narcissa, Ted/Andromeda
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Le Diverse Forme dell'Amore




 
Una donna dai lunghi capelli scuri lavorava in cucina, aiutata da sua figlia.
Prese un coltello e iniziò a tagliare le verdure, mentre la bambina apparecchiava la tavola.
Le piaceva cucinare.
La rilassava molto preparare con largo anticipo, così da poter rimediare ai numerosi sbagli che ancora commetteva.
Infatti, pur seguendo la ricetta alla lettera, riusciva sempre a dimenticare qualcosa.
E ciò le ricordava le ore di pozioni ad Hogwarts, durante le quali, per fortuna, c'era il suo migliore amico che l'aiutava a non far esplodere il calderone.
Ormai si era abituata alla sua nuova vita, fatta di piccole felicità in una cittadina babbana, lontana dai grandi centri, ma, soprattutto, lontana dalla sua famiglia.
Strano come considerasse sempre e comunque quelle persone come la sua famiglia.
Non poteva usare la magia.
Non poteva trovarsi un lavoro, anche se lì nessuno la conosceva.
Usciva di casa solamente per andare in paese a prendere ciò che serviva, a volte con sua figlia, come accompagnatrice d'eccezione.
Tuttavia, era estremamente felice.
"Mamma, oggi andiamo in paese?" chiese la bambina dai capelli scuri e lucidi come quelli di sua madre.
"No, oggi aspettiamo papà. Forse andremo oggi pomeriggio" le spiegò la donna, mentre metteva in una padella le verdure tagliate.
"Oh, va bene!" commentò delusa la piccola, i cui capelli ora sembravano opachi e spenti.
La donna stava per consolare un po' sua figlia, ma all'improvviso sentì scattare la porta.
Prese subito la bacchetta e corse verso l'ingresso.
Arrivò in tempo per vedere un uomo con i capelli castani e un grande sorriso, che chiudeva la porta.
"Sono io! Ti ho chiesto di scappare insieme a me sulla Torre di Astronomia in pieno inverno: io e te stavamo gelando dal freddo!" disse l'uomo sorridendo e arrossendo nel ricordare uno dei più bei momenti nella sua vita.
Lei abbassò la bacchetta e sorrise a sua volta.
Poi l'uomo avanzò verso sua moglie fino a stringerla forte.
"Papà! Papà! Guarda, vieni a vedere. Ho preparato la tavola!" esclamò orgogliosa la bambina, trascinando i genitori in cucina.
"Ma che bel colore oggi, Dora! Da quando li fai diventare verdi?" chiese suo padre tutto felice nel vedere i capelli della bambina diventare un campo d'erba.
"L'ha fatto anche ieri, Ted, vero, Ninfadora?" le chiese la madre.
"Non chiamarmi così!" protestò la piccola.
"Ma guarda che è un bellissimo nome, altrimenti non te l'avremmo dato" commentò la madre, ridacchiando.
"No! Il tuo è bello, mamma: Andromeda Black è molto più bello" esclamò sua figlia.
"Andromeda Tonks è più bello" disse Andromeda, sorridendo a Ted.
Proprio in quel momento ci fu un'esplosione nell'ingresso che fece gridare la bambina, i cui capelli all'improvviso divennero bianchi.
"Dromeda, scappa! Devono avermi seguito" esclamò Ted, alzando la bacchetta verso chi sarebbe arrivato.
"No! Non ti lascio solo! Ninfadora, mettiti dietro di me!" ordinò Andromeda, mentre sua figlia si nascose dietro di lei, senza protestare riguardo al suo nome.
Un'altra esplosione fece saltare la porta.
E dalla polvere dei calcinacci si affacciò sulla soglia della cucina una donna dalle palpebre pesanti e dai ricci capelli scuri, molto simili a quelli di Andromeda.
"Finalmente ti ho trovata, Dromeda!" disse con la voce piena di eccitazione.
Andromeda non riusciva a credere che quella fosse Bellatrix. Non poteva essere lei.
"Non saluti la tua sorellona, Andromeda?" la provocò Bellatrix, guardandosi intorno.
"Vedo che questo sudicio Nato-Babbano ti ha dato almeno un tetto sotto cui vivere" commentò ancora, sempre tenendo alta la bacchetta contro loro due.
"Bella... Per favore..." provò a parlare Andromeda, ma fu zittita dalla sorella.
"Osi rivolgermi la parola? Tu? TRADITRICE! Ora ti toglierò tutto quel poco che hai" disse Bellatrix furiosa.
Andromeda non riusciva a parlare e nemmeno a muovere il braccio della bacchetta. Sentiva solo l'odore delle verdure ormai bruciate e nere, come l'anima di sua sorella.
Bellatrix, invece, era pronta a combattere.
Ma Ted fu più veloce.
"Expelliarmus!" disse.
Bellatrix parò con facilità l'incantesimo. E iniziò a lanciare maledizioni.
"Crucio! Avada Kedavra!" gridava, ormai in preda alla follia.
"BASTA! Bella!" gridò Andromeda sull'orlo delle lacrime.
Bellatrix, curiosa di sentire cosa le volesse dire, si fermò e si mise a ridere.
"Vuoi implorarmi? Ormai non sono più la Bellatrix che hai conosciuto. Sono molto di più. Grazie al Signore Oscuro ho ottenuto il potere" le spiegò infervorata.
"Ma non capisci che ti ha reso debole? Sei diventata incapace di amare e di voler bene a tua sorella a causa di un progetto folle e distruttivo”.
“Tu non eri così, Bella!" provò a riportarla alla ragione Andromeda.
Ma l'altra si infuriò ancora di più dopo queste parole.
"Andromeda... Io ti ucciderò insieme a questo sporco..." disse con occhi pieni d'ira.
"NO!" urlò qualcuno, che Bellatrix non poteva vedere.
"Tu non farai del male alla mia mamma!" esclamò ancora quella voce.
"Mamma? Ah, sei diventata pure madre di una sudicia mezzosangue. Brava! Ora la tua morte sarà ancora più dolorosa" commentò Bellatrix.
"Dovrai passare sul mio cadavere!" disse Ted, ponendosi davanti a sua moglie e a sua figlia.
"Molto volentieri!" esclamò la Mangiamorte, leccandosi le labbra e pregustando l’odore del sangue.
"No!" disse di nuovo Ninfadora.
"Dora, scappa!" le disse sua madre, girandosi verso di lei.
Ma al suo posto c'era un'altra Bellatrix, in tutto e per tutto uguale all'originale dall'altra parte della stanza.
La vera Bellatrix era allibita, non riusciva a capire cosa fosse successo.
"Che magia è mai questa? Polisucco? COME AVETE FATTO?" gridò in preda alla rabbia.
Ted ne approfittò per lanciare un Expelliarmus che disarmò la strega.
"Io ti troverò, Andromeda, e ti toglierò la felicità: ucciderò lo sporco Nato-Babbano qui presente, tua figlia e poi alla fine ucciderò anche te. È una promessa" spiegò Bellatrix.
"Tu non farai niente di tutto ciò" esclamò Ted, puntandole la bacchetta alla gola.
"No! Ted, fermo! Non è in sé, è sotto l'effetto della magia nera. È mia sorella. E io non voglio che mio marito sia un assassino" lo pregò Andromeda.
"Stupeficium!" disse Ted, guardando il corpo di Bellatrix cadere a terra.
Andromeda andò da Ninfadora, ormai tornata se stessa, seduta a terra, sfinita per lo sforzo, e la abbracciò.
"Dora, sei stata coraggiosissima! Ci hai salvato! Grazie" le sussurrò nell'orecchio, mentre i capelli di Ninfadora si coloravano di un tenue rosa.
"Dobbiamo andarcene da qui" esclamò Ted.
"Le farò un incantesimo di memoria, non ricorderà di averci trovato..." propose Andromeda con gli occhi lucidi.
"Dromeda … non cambierà niente" le disse Ted.
Andromeda guardò la Mangiamorte, quella che una volta era sua sorella e che ora voleva ucciderla, e poi guardò Ninfadora: doveva stare al sicuro, nessuno doveva farle del male.
"Va bene, andiamo via da qui" concluse.
Presero le loro cose e, prima di smaterializzarsi, Andromeda si avvicinò a Bellatrix e disse: "Innerva. Addio, Bellatrix"
Corse veloce verso Ted che teneva in braccio Ninfadora, gli prese la mano e sparirono con un pop.
Bellatrix, dopo aver aperto gli occhi, si tirò su facendo forza su un gomito, ma riuscì solo a veder sparire il lurido nato-babbano con Andromeda e una bambina dai capelli rosa.
Bellatrix urlò, battendo un pugno sulle piastrelle del pavimento.
Se li era fatti scappare. Non era riuscita a uccidere un sanguesporco e una mocciosa, ma soprattutto non era riuscita a farla pagare ad Andromeda.
Aveva tradito il sangue e gli ideali della sua famiglia, non poteva passarla liscia.
E in quel momento, mentre cercava la sua bacchetta, Bellatrix promise a se stessa che l'avrebbe fatta pagare a lei e a Sirius, che avevano osato insudiciare la sua discendenza.
Appena trovò la bacchetta di noce, si smaterializzò, per riapparire con un sonoro pop davanti a un cancello in ferro battuto.
"Sono Bellatrix Lestrange, devo vedere mia sorella, ORA!" esclamò piena di rabbia la strega al viso che si era formato sul cancello.
Doveva sfogarsi, voleva che sua sorella sapesse cosa aveva appena scoperto.
Stava già per scagliare una maledizione contro colui che la stava facendo aspettare, quando quest'ultimo si aprì, invitandola ad entrare.
La strega attraversò in fretta il giardino per arrivare alla porta d'ingresso, tagliando la gola, con un veloce colpo di bacchetta, a un pavone che era sul vialetto di ghiaia.
Trovò la porta aperta, entrò e raggiunse il salottino privato della padrona di casa.
Aprì di colpo la porta senza neanche bussare e la sbatté forte dietro di sé.
"Bella, devi essere un po' alterata" commentò sua sorella tranquilla, mentre leggeva un libro, seduta su una poltrona vicino a una grande finestra.
"Tu dici, Cissy?" esclamò, dando un calcio a un tavolino dalle gambe sottili.
"Cos'è successo?" chiese Narcissa Malfoy, appoggiando il libro che stava leggendo sul davanzale.
"L'ho trovata, Cissy! L'ho trovata insieme al sanguesporco" spiegò Bellatrix in preda alla frenesia.
Sua sorella finalmente guardò i suoi occhi folli.
"E... Allora... Tu..." provò a parlare Narcissa, ora preoccupata.
Bellatrix non rispose, ma si buttò su una poltrona vicina a quella della sorella.
In quel momento entrò nella stanza un elfo domestico con un grosso vassoio sulla testa e lo appoggiò sul tavolino che aveva già subito l’ira della donna dai capelli scuri.
L'elfo si inchinò e attese altri ordini.
"Va' via, Dobby" ordinò Narcissa, osservando attentamente Bellatrix, che aveva lo sguardo perso fuori dalla finestra.
Dobby non se lo fece ripetere due volte e velocemente uscì dalla stanza.
"Vuoi del tè, Bella?" chiese senza gentilezza la padrona di casa.
"NO! La voglio morta!" scattò Bellatrix, facendo finire il vassoio con tutto il suo contenuto nel fuoco.
Narcissa, che conosceva la sorella, non si era neppure spaventata e con un gesto veloce della bacchetta riparò tutto.
"È riuscita a scappare insieme a quel lurido babbano e al mostro che hanno generato" spiegò Bellatrix, ormai in piedi, scuotendo i lunghi capelli ricci.
"Quale mostro?" chiese Narcissa curiosa.
"Si è accoppiato con quello e ha generato un ibrido" le spiegò Bellatrix, sputando l'ultima parola.
"No!" esclamò sua sorella, allibita.
Bellatrix fu colta di nuovo da un tale raptus di rabbia, che fece saltare in aria il servizio da tè con lo stemma dei Malfoy.
"BELLA! Ora basta! Trattieniti..." le ordinò Narcissa, alzandosi a sua volta.
"CISSY!" esclamò Lucius Malfoy con tono ansioso sulla porta.
"Lucius, va tutto bene. È solo Bellatrix che si sta sfogando" spiegò sua moglie.
"Bellatrix, non posso dire che sia un piacere averti qui" disse con tono atono Lucius, vedendo il servizio d'argento distrutto.
Bellatrix stava per rispondere a tono, ma Narcissa fu più veloce.
"Tranquillo Lucius, ora faccio mettere tutto a posto" disse, sperando che il marito capisse e le lasciasse sole.
Per fortuna Lucius con un cenno del capo se ne andò chiudendo la porta.
"Comunque hai ragione Cissy, devo trattenere la mia rabbia finché non l'avrò di nuovo a portata di bacchetta. Solo allora potrò sfogare tutto sulla nostra cara Andromeda" concluse Bellatrix, con uno sguardo perso in immagini che solo lei poteva vedere.
Detto ciò, uscì dal salotto inseguita dalla sorella.
Arrivò alla porta d'ingresso, salutò Narcissa e scomparve dopo aver dato ancora un calcio al pavone insanguinato.
Narcissa rimase come ipnotizzata a guardare il suo piumaggio immacolato coperto da chiazze rosso scuro.
La ragazza pensò a come quell'animale si fosse trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Proprio come i Purosangue come lei, in quel periodo costretti a sopportare i babbani. Se solo lei e Lucius fossero nati prima dello Statuto di Segretezza, prima di tutte le norme a favore dei babbani, ora Lucius non avrebbe dovuto lottare per difendere i loro diritti e privilegi.
"Cissy! È andata via?" le chiese Lucius, arrivato anche lui nell'atrio.
"Sì, per fortuna" ammise.
"Perché era così sconvolta? Rodolphus l'ha chiamata Trixy?" chiese sprezzante Lucius.
"No, Lucius. È molto più grave" commentò Narcissa seria.
"Spiegami. Subito" le ordinò Lucius, perdendo ogni segno di divertimento.
"Ha scoperto che mia sorella, Andromeda, ha generato un ibrido con quel Tonks, con cui era scappata" spiegò lei, osservando con attenzione il tappeto verde-argento.
Lucius strinse le labbra e l'abbracciò.
"Mi dispiace, Narcissa" le sussurrò, stringendola forte.
"No! Dispiace a me che la tua famiglia sia imparentata con la mia, dopo quest'onta" confessò Narcissa.
"Non ti preoccupare, quando la guerra sarà finita nessuno lo saprà mai, cancelleremo ogni macchia. Te lo prometto" disse Lucius serio.
" Ah, a proposito di macchie... Bellatrix ha ucciso un tuo pavone" ammise Narcissa, stringendolo di più, per paura della sua reazione.
"CHE COSA? Perché?" esclamò arrabbiato.
"Come hai detto tu era sconvolta e ... Ci è andata ancora bene; pensa se Rodolphus l'avesse chiamata Trixy!" provò a calmarlo lei.
Lucius la guardò negli occhi e un sorriso sghembo gli solcò le labbra.
“Hai ragione, è ancora andata bene” concluse lui.
 
 
 
 
 
 
 
Ciao a tutti!
Ho voluto scrivere questa One-shot su due coppie totalmente diverse, ma ugualmente innamorate… e questo è ciò che è uscito fuori.
Da una parte, l’amore profondo e tenero di Andromeda e Ted e dall’altra la coppia Lucius/Narcissa, che io ritengo essere molto innamorati, nonostante sia stato un matrimonio combinato. In questa storia volevo renderli umani, nonostante le loro convinzioni da purosangue.
E poi c’è Bellatrix, che spero di essere riuscita a rendere nella sua follia.
Grazie per aver letto la mia storia.
A presto,
 
FRASCA

 
  
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