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Autore: SynysterIsTheWay    23/09/2015    6 recensioni
Dal prologo:
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?- Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.-
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Synyster Gates, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Preciso che i fatti e personaggi sono completamente inventati da me e tutto questo non ha niente
a che fare con i veri personaggi famosi a cui si ispira questa ff".

1° The blackest day - prologo.









 
Ci sono uomini che fanno una fatica immensa ad amare.
Non sanno da dove iniziare e quando si imbattono in qualcosa di grande, difficilmente lo sanno gestire. 
Quando te li trovi di fronte, non illuderti mai di poterli cambiare.
Con te conosceranno il senso più profondo dell'amore, ma non saranno mai abbastanza coraggiosi da restare.
(S. SANTORELLI)











Quella mattina l'aria nei corridoi della Music Accademy sembrava essere
stata stravolta.
Si respirava un buon odore di felicità e soprattutto di cioccolato.
Strano sentire quel buon profumino provenire da un semplice conservatorio
di musica funzionante come scuola superiore di Huntington Beach.
La Music Accademy, infatti, era una delle scuole più prestigiose della California e pochi studenti
potevano dire di esser riusciti a frequentarla.
Quella scuola era il sogno americano di tutti e la realtà di nessuno.
Se semplicemente non eri fatto per la musica, venivi spazzato via senza troppi complimenti
perché erano così che funzionavano le cose lì.
I docenti non avevano pietà per nessuno.
Riconoscevano ad occhio chi aveva la musica dentro e chi stava solo cercando di diplomarsi
senza troppi complimenti.
Senza mettere davvero cuore o passione in ciò che veniva fatto.
Molti studenti con quelle intenzioni venivano tagliati fuori già dal primo anno.
Non era il caso di Aria.
Aria ce l'aveva fatta e quasi non riusciva ancora a crederci.
Era solo il secondo anno che frequentava quell'istituto ed ogni giorno per lei
diventava un vero e proprio piacere fare ciò che più sembrava appartenerle.
Lei viveva per la musica.
Qualsiasi cosa sapesse fare non era mai troppo importante quando doveva esibirsi
in classe e mostrare a tutti ciò che sapeva fare.
Aveva delle dita d'oro, quella ragazza.
Ma era solo agli inizi ed aveva ancora tanto da imparare.
Aveva sedici anni e stava ancora cercando di capire quale sarebbe diventato il suo strumento.
I primi due anni in quella scuola erano dedicati alla formazione e ti davano l'occasione di imparare
a suonare un bel po' di strumenti.
Al terzo anno, però, tutti gli studenti avevano il compito di scegliere un solo strumento da portare
avanti fino alla fine dell'ultimo anno.
Lei si sentiva ancora così indecisa quando impugnava quella chitarra classica o quando si limitava a 
muovere con velocità quelle dita su quel pianoforte a coda.
Stava ancora cercando il suo strumento, ma, sapeva bene che presto sarebbe riuscita a prendere
la decisione giusta.
Ma non era di certo quello il pensiero che continuava ad affliggerla quel mattino.
Aria respirò profondamente ed entrò nell'istituto con la massima disinvoltura.
Aveva le gambe piccole e magroline che le tremavano di continuo, le mani le stavano sudando
e gli occhi continuavano a sguizzare sia a destra che a sinistra di continuo.
Stava quasi impazzendo nel cercare ciò che non riusciva a trovare.
Con lo zaino sulle spalle, un nodo in gola che non le permetteva di parlare ed un'ansia
dentro che non le dava neanche un opportunità in più per ricominciare a respirare.
I lunghi capelli neri le ricadevano sulle spalle mentre decise di riporre una ciocca dietro
l'orecchio destro per dare libero sfogo al suo dilatatore ben curato.
Abbozzò un mezzo sorriso nel vedere tutte le studentesse arrossire nel cercare il ragazzo di cui
erano innamorate nella speranza di dar loro dei semplici cioccolatini.
Quel sorriso, diede vita ad uno spruzzo di lentiggini che aveva sul volto tra il naso e le guance
arrossate che stavano rischiando di incendiarsi.
Le sue mani stringevano con forza un pacchetto di cioccolatini che aveva confezionato con cura
nella speranza di poterli dare a chi desiderava realmente.
Li aveva nascosti dietro la schiena con le mani che continuavano a sudarle ed, il cuore,
che le stava battendo all'impazzata.
Se quel cuore avesse potuto, si sarebbe strappato da solo dal petto senza che lei potesse mai pensare
di far qualcosa per recuperarlo.
Quella mattina non aveva deciso di fare grandi cose. 
Si era semplicemente occupata di indossare una felpa nera ed il suo giubbino in pelle colmo di borchie
per poi completare il tutto con un leggins nero abbastanza sobrio ed un paio di anfibi grigi.
Si era truccata poco e non si era per nulla messa in ghingheri sebbene avrebbe tanto voluto farlo.
Ma lei non era quel tipo di ragazza a cui piaceva mettersi in mostra.
Lei era semplice.
Lei non era una di quelle ragazze spigliate o troppo vivaci.
Aria aveva solo bisogno di essere scavata dentro. 
Era una ragazza semplice, pasticciona, il disastro fatto persona.
Diceva sempre cose stupide, faceva l'impossibile per far sentire a proprio agio le persone
e finiva spesso per sembrare una catastrofe. 
Al contrario delle sue coetanee aveva sempre i capelli fuori posto e gli occhi lucidi persino quando
scoppiava a ridere per niente.
Lei non aveva proprio un bel niente di speciale. Non era una di quelle ragazze che saltavano
subito all'occhio o troppo prosperose.
Aria era una di quelle che restavano sempre in un angolino a guardare gli altri vivere. Ma questo non le dispiaceva.
Lei non voleva essere come tutte le altre. 
Lei doveva essere sé stessa.
Era questo che si ripeteva tutte le mattine quando varcava la soglia della sua scuola.
Quando si rendeva conto che essere sé stessa, forse, non le bastava se voleva davvero attirare l'attenzione
del ragazzo che le aveva fatto perdere la testa in quei due anni.
Forse sarebbe dovuta diventare anche lei più spigliata ma proprio non ce la faceva.
Sapeva che era meglio restarsene in un angolino a guardarlo ed arrossire in silenzio senza rischiare
di farsene accorgere.
Perché era quello ciò che faceva di continuo.
Si nascondeva dietro qualsiasi angolo e lo osservava per ore mentre lui non la degnava neanche di un
misero sguardo.
Non lo aveva mai fatto. Non l'aveva mai guardata.
Quelli come lui...non guardavano quelle come lei.
Ma Aria questo lo sapeva bene.
Quando lui gli passava accanto, lei si sentiva morire dentro perché sapeva che non poteva
fare altrimenti.
Doveva starsene zitta mentre quel ragazzo si faceva guardare da tutti.
Delle volte finiva addirittura per odiarlo quando si rendeva conto di non poterlo avere.
Quando qualcun'altra prendeva il suo posto e si occupava di fare tutto ciò che lei non avrebbe
mai fatto per la troppa timidezza o forse per la sua innata compostezza.
E quando tornava a casa, si occupava di piangere lacrime amare perché era l'unica cosa
che poteva fare.
Vederlo mentre si lasciava andare con chiunque tranne che con lei.
Non la conosceva neanche.
E neanche avrebbe voluto conoscerla.
Li conosceva bene, quelli come lui.
Quelli che al posto del cuore hanno un blocco di ghiaccio destinato a non sciogliersi mai.
Ma Aria non aveva di certo intenzione di arrendersi.
Non quel giorno.
Quella mattina si era svegliata dall'altra parte del letto con l'intenzione di cogliere la palla
al balzo senza rimpianti.
Seppur continuava a tremare, dentro di sé, sapeva che poteva farcela.
Aveva pensato tante volte che ai tempi di sua nonna non si buttava via niente.
Il dolore si conservava per non rischiare di dimenticarlo.
Ma a quei tempi era tutto diverso.
Come diceva sua nonna, si rompeva tutto.
Erano tutti diventati delle macchine pronte per la distruzione di cuori.
I rimpianti venivano fabbricati di continuo ed i sentimenti rischiavano di essere
per lo più respinti.
Aria, invece, sapeva che ciò che provava per quel ragazzo era sincero.
Lo sapeva da quando lo aveva visto per la prima volta l'anno precedente, al suo primo
giorno di scuola.
Era così impaurita e terrorizzata che aveva paura di non riuscire ad ambientarsi.
Poi, dei professori mandarono subito la sua classe nella sala più grande dell'istituto chiamato
anche "Auditorium" e riuscì a ricredersi.
Si era seduta con discrezione accanto ad una ragazza di nome Marion con cui strinse subito
amicizia e si era ritrovata travolta da un sacco di altri studenti che, come lei, dovevano
affrontare il primo anno di superiori.
L'auditorium era pieno zeppo di persone, studenti, insegnanti e presidenti.
Tutti erano pronti a dare il benvenuto a quelle povere matricole spaesate ed impaurite che speravano
solo di ambientarsi-
Dopo i cordiali saluti del preside della scuola, si fecero strada sul palco cinque ragazzi che sembravano essere così sicuri di sé da far paura.
Aria rimase incantata dal modo in cui quella band riuscì ad esibirsi e quasi sperò di riuscire
anche lei a diventare un giorno come loro.
Erano così grintosi e pieni di vita da far paura.
Tutti li acclamarono con entusiasmo mentre altri battevano le mani a ritmo di quella musica così
potente da rimbombare nei cuori e nelle menti di chiunque.
Le matricole rimasero a bocca aperta di ciò che avevano costruito quei cinque ragazzi in tre anni e 
si innamorarono subito di quella musica così forte ma allo stesso tempo viscerale.
Avevano suonato con passione e chiunque era riuscito a capire del perché i docenti avevano deciso
di far esibire proprio quei cinque per dare un caloroso benvenuto a tutti i nuovi studenti
dell'istituto.
Aria ebbe gli occhi lucidi per tutto il tempo.
Aveva il cuore che le batteva forte e sarebbe potuta svenire da un momento all'altro.
Tutto ciò a cui aveva assistito quel giorno le rimase dentro come un tatuaggio indelebile nell'anima.
Aveva osservato quel ragazzo suonare il suo strumento con una maestria che le fece scorrere con più
velocità il sangue nelle vene.
Quel ragazzo che aveva uno sguardo così serio e glaciale che però metteva così tanta passione
in ciò che faceva.
Aria rimase a bocca aperta per tutto il tempo e fu da quel giorno che non riuscì mai più a togliere
gli occhi di dosso al ragazzo.
Era passato un anno e lei ancora si limitava a guardarlo da lontano e a morire dentro
come se niente fosse.
Dopotutto, quelle come lei non potevano fare altrimenti.
Quel ragazzo era così benvoluto da tutti che non si sarebbe mai limitato a parlare
con una pasticciona come lei.
Quelli come lui meritavano di sicuro di meglio, seppur avessero sempre una freddezza dentro che 
permetteva a pochissime persone di avvicinarglisi.
In pochi potevano dire di ricevere la sua stima.
In molti desideravano di far parte della sua vita o di quella dei suoi migliori amici.
Gli Avenged Sevenfold, si facevano chiamare.
Quei cinque ragazzi con la musica dentro e la fama che scoppiettava di giorno in giorno.
Erano gli studenti più amati e famosi della Music Accademy.
Qualche ragazza si sarebbe persino tagliata un braccio per loro. Altre avrebbero anche fatto
di peggio ma non era questo il problema.
Il problema era che uno di loro era colui che d'amore non ne voleva sapere niente.
Colui che se solo ti guardava...non era mai per dedicarti un sorriso.
Era freddo.
Freddo come il ghiaccio.

Glaciale era qualsiasi cosa toccasse o qualsiasi cosa guardasse.
Aria aveva sempre pensato che ci doveva essere una storia dietro ad una persona così fredda e presuntuosa.
Ci doveva essere per forza una ragione per cui lui era ciò che era.
Aria ci pensava di continuo.
Lo giustificava di continuo.
Stava già sbagliando tutto.
Come poteva essersi innamorata al solo sguardo di un ragazzo dal cuore di ghiaccio?
-Aria, sei proprio sicura di volerlo fare?- Le domandò En, il suo migliore amico.
En era una persona fantastica o almeno era questo ciò che rispondeva Aria quando doveva semplicemente
descriverlo.
En era il miglior amico che ogni ragazza avrebbe voluto avere.
Aria lo adorava da quando aveva i suoi sei anni e lui nove.
Erano cresciuti insieme ed erano anche vicini di casa. I loro genitori si adoravano e anche loro
erano poi finiti col diventare quasi come culo e camicia.
En era un ragazzo alto, riccio, con i suoi grandi occhi a palla.
Due grandi occhi cerulei che facevano invidia al mondo intero. 
Dio, quegli occhi erano quasi grigi!
Aria osservava spesso En quando stavano insieme o semplicemente si abbracciavano.
Lui era l'unico a sapere della sua cotta segreta per quel ragazzo così tanto acclamato da tutta
la scuola.
-No.- Ripose la ragazza, sospirando.
-No?! Aria, quanto ancora vorrai aspettare?- La rimproverò quasi En, arrotolandosi attorno ad un dito
un suo riccio di colore rosso ed aggrottando le grandi spalle massicce.
-Non posso farcela.- Piagnucolò la giovane, osservando poi tutti gli altri studenti riunirsi in sala mensa.
-Aria, hai passato tutta la notte a preparare quei cioccolatini. Entrambi sappiamo bene che saranno disgustosi
ma vale la pena provarci!- Esclamò il suo migliore amico, sorridendole con fare beffardo.
-Come sarebbe a dire che sappiamo entrambi che saranno disgustosi?!- Alzò la voce Aria, incenerendo
En con un solo sguardo.
-Dai, stavo scherzando!- Ridacchiò il ragazzo, dopo che Aria gli diede due schiaffetti innocenti sulla nuca.
-Tu dici che ce la farò?- Domandò la giovane trattenendo quasi le lacrime mentre osservava quella confezione
tra le sue mani.
Aveva confezionato quei cioccolatini con tanto amore che quasi aveva paura di riuscire a consegnarli.
-Senti, se li rifiuta è un gran coglione. Ciò che penso di lui da tempo frequentando il suo stesso
corso di chitarra. Non puoi neanche immaginare quante volte ho sognato di prenderlo a pugni!-
-Sono sicura che non è così cattivo come sembra.-
-E' solo un figlio di puttana, concordo.-
-En!-
-D'accordo, la smetto. Ti piace proprio tanto quello lì, eh?- 
Aria si limitò ad annuire.
Era diventata tutta rossa ed En aveva deciso di abbassare lo sguardo verso il pavimento.
Nessuno avrebbe dovuto far soffrire la ragazza con cui era cresciuto.
Quella ragazza che lo minacciava sempre di picchiare sulla casa sull'albero ma che, alla fine, non aveva
mai sfiorato neanche con un dito.
-Non avrei mai pensato che saresti arrivata al punto di preparare dei cioccolatini
per San Valentino. Non è da te, Aria.- Rifletté poi En ad alta voce, osservando la sua migliore
amica storcere il naso.
-Neanche io posso ancora crederci ma...devo essermi proprio rincoglionita.-
-Concordo in pieno.-
-Tu non hai ricevuto nulla per San Valentino?-
-E' un giorno inutile per me, piccola. L'amore per una persona deve essere dimostrato giorno
dopo giorno...non un solo giorno all'anno. Per me è un giorno come tutti gli altri.-
-Hai ragione. Ma questo potrebbe essere il giorno giusto, capisci? Il giorno in cui...tutto potrebbe
essere perfetto. Il giorno in cui...noi potremmo essere perfetti.-
-Conto su di te, piccola.- 
Aria ricambiò il sorriso di En ed insieme si avviarono verso la sala mensa.
Tutte le studentesse si erano raggruppate nella speranza di rendere felici le persone da loro
amate mentre altre se ne stavano semplicemente in disparte criticando tutto e tutti.
Anche i ragazzi si davano da fare.
C'era un profumo di rose che non passava di certo inosservato.
Qualcuno finiva addirittura per sporcarsi le labbra di cioccolata per farsi baciare.
L'amore era nell'aria.
La giovane decise di fermarsi al solito tavolo in fondo alla mensa insieme ad 
En ed aveva ricominciato a tremare.
-Aria, che ti prende adesso?- Le domandò il ragazzo, preoccupato.
-Guarda quante ragazze sono al loro tavolo! Non ce la farò mai...- Sussurrò la mora, indicando
il tavolo in cui erano seduti gli Avenged Sevenfold.
-Pff, che ridicoli! Guarda e come si fanno desiderare!- Sbottò En, incrociando
le braccia al petto.
-Adesso sì che ho paura.- Disse Aria, tremando ancora più del solito.
-Smettila. Quando se ne andranno quelle quattro ochette...potrai farti avanti tu!-
-Io...non posso.- Sussurrò la ragazza, facendosi prendere dai battiti così distruttivi
del suo povero cuore.
Aria si era posizionata una mano sul petto mentre lo stomaco continuava a farle male.
Non le veniva neanche voglia di mangiare, cosa molto strana per un pozzo senza fondo come lei.
-Non farti prendere dal panico proprio ora! Guarda, quelle ochette stanno iniziando a lasciare il tavolo!-
Aria si voltò e finalmente riuscì a vedere ciò che stava cercando.
I battiti del suo cuore...si erano improvvisamente bloccati.
I suoi occhi diventarono subito lucidi e le labbra screpolate erano rimaste
aperte per tutto il tempo.
Quanto avrebbe voluto scoppiare a piangere lo sapeva solo lei.
Aveva incrociato due occhi color nocciola che a stento sarebbe riuscita a dimenticare.
Li stava osservando da un po' mentre contornavano quel viso così glaciale che la faceva rabbrividire
ogni volta.
Brian era lì e stava cercando di mangiare il suo sandwich con tranquillità.
Non si era limitato a guardare nessuna ma teneva lo sguardo fisso verso il suo piatto.
I suoi migliori amici parlavano animatamente tra di loro, ma, lui era rimasto immobile a guardarsi
mentre evitava tutto e tutti.
Aveva serrato la mascella e dopo aver finito il suo sandwich, aveva bevuto un sorso di coca.
Si era infilato una sigaretta spenta tra le labbra piccole e sottili e continuava a restarsene
sulle sue senza dare troppa confidenza a nessuno.
I suoi occhi color nocciola si assottigliavano di continuo ed i suoi capelli corvini sparati in aria
lo rendevano un tipo ancora più affascinante.
Indossava una maglietta nera scollata, un paio di jeans neri strappati ed un bracciale
colmo di proiettili che indossava da sempre.
Gli occhi di Aria erano sbarrati sulla sua figura mentre si erano illuminati di belle luci.
Le sue guance avevano ricominciato a prendere fuoco ed anche lo stomaco stava facendo la sua parte.
Ogni volta che lo guardava, era sempre la stessa storia.
Aveva gli occhi che parlavano al posto suo.
Era una di quelle ragazze che preferiva nascondersi dentro delle felpe di due taglie più grandi di quanto sarebbero dovute essere. 
Ed era troppo innamorata. Innamorata perdutamente di una persona che aveva conosciuto solo nella sua testa.
Perché nella sua mente le cose funzionavano diversamente.
E quegli occhi che brillavano delle solite luci incandescenti...non erano mai stati da meno.
-Forza, vai! Via libera, piccola!- Mormorò En, spingendole un gomito.
-Non...-
-Vai!-
Aria sospirò.
Sospirò per poi deglutire ed alzarsi da quella sedia come se si stesse facendo avanti
su di un campo di battaglia.
"A noi due, Gates."





























***




















Con il pacchetto a forma di cuore tra le mani, Aria si avvicinò al tavolo
giusto senza tirarsi indietro.
Ormai era lì e si stava già pentendo di quello che stava per fare.
Stava sperando in un qualcosa che forse non avrebbe fatto altro che farla
stare peggio.
Al tavolo c'erano proprio tutti.
Jimmy Sullivan, chiamato "The Rev", era accanto a Brian e frequentava il corso
di batteria lì alla Music Accademy.
Un ragazzo alto, magrolino, dagli occhi del color del cielo ed i capelli corvini
né troppo lunghi e né troppo corti.
Aveva due manette tatuate sul collo che le fecero venire la pelle d'oca solo a guardarle.
Poi accanto a Jimmy, dal lato opposto, vi era Johnny.
Un nanerottolo chiamato "Johnny Christ" con una cresta da gallo cedrone sulla testa, le braccia completamente tatuate e 
delle catene che gli pendevano dalla tasca dei jeans.
Lui frequentava il corso di basso.
A seguire, Zacky Baker o meglio conosciuto come Zacky Vengeance che frequentava lo stesso
corso di chitarra di Brian.
Occhi color acqua marina, qualche chilo di troppo contornato da bei muscoli, tatuaggi a gogò e capelli scuri.
Infine, per concludere in bellezza, Matthew Sanders o semplicemente Matt Shadows.
Un ragazzo massiccio e muscoloso dai tanti tatuaggi, gli occhi verdi e due fossette così tenere
da far star male chiunque.
Aria si soffermò su quest'ultimo e si torturò le mani, sudando freddo.
-Abbiamo visite.- Annunciò Matt, sorridendo ad Aria e dandole tutte quelle speranze che stavano
per morirle in gola.
I ragazzi si voltarono verso di lei e, a momenti, sarebbe potuta farsi venire a prendere
da un'ambulanza per non riuschiare di morire soffocata.
-I-io...- Balbettò la giovane tremando e respirando quasi con affanno mentre le sue gambe
stavano per cedere.
-Tu?- Le domandò poi Jimmy, cercando di capire cosa le stesse prendendo in quel preciso istante.
Fu in quel momento che Aria prese coraggio e decise di fare ciò che riteneva più giusto.
Non sarebbe morta con il rimpianto.
Non quella volta.
-Brian, ho preparato questi cioccolatini per te, spero che tu possa accettarli!- Urlò Aria senza rendersene
conto mentre aveva già fatto voltare verso di lei tutti gli studenti della mensa.
La ragazza arrossì ancora di più nel capire che aveva parlato anche con una velocità assurda, così da 
sentirsi ancora di più in imbarazzo.
A tale proposito, Brian era rimasto girato di spalle contro la ragazza per tutto il tempo.
Ciò che aveva sentito non lo aveva scalfito neanche un po'.
-Brian, guarda che la ragazza sta parlando con te.- Gli disse poi Zacky, inarcando un sopracciglio.
Tutta quella attesa, non faceva altro che far contorcere lo stomaco della povera Aria che non riusciva
più a sopportare quella situazione così raccapricciante.
Voleva scappare.
Dio, quanto lo desiderava.
-Ho sentito.- Rispose a tono Brian, alzandosi poi dalla sua sedia e voltandosi contro Aria.
La giovane lo guardò negli occhi per la prima volta e tutto quello che vide non le era piaciuto per niente.
Aveva visto due pozze nere così vuote da farla sentire ancora di più a disagio.
Per la prima volta, Brian Haner l'aveva guardata.
Gli occhi di Aria erano diventati nuovamente lucidi mentre capii che nessuno l'aveva mai guardata
in quel modo.
Quegli occhi la stavano scrutando con attenzione e la fecero sentire ancor di più in soggezione.
-Non lo voglio.- Sbottò improvvisamente Brian, facendo crollare tutte le speranze della sedicenne che sbarrò
gli occhi di colpo.
-Perché dovrei accettare questi stupidi cioccolatini? Preparati da una sfigata come te, per di più.
Ti aspettavi davvero che accettassi un gesto del genere?-
Borbottò il ragazzo con acidità e freddezza,
distruggendo il cuore di Aria che aveva già smesso di battere da un po'.
Aria stava cercando di trattenere le lacrime il più che poteva dinanzi a quegli occhi così gelidi quasi
quanto lo era stato il suo tono di voce.
-Che perdita di tempo.- Sbottò ancora il ragazzo, prendendo il pacchetto dalle mani della ragazza
per poi frantumarlo contro il pavimento.
Lo aveva gettato a terra e la giovane stava rischiando quasi un collasso nell'osservare quel gesto
di rifiuto da parte del ragazzo che tanto le piaceva.
Tutti gli studenti erano scoppiati improvvisamente a ridere di lei e a prenderla in giro
mentre Brian si limitò a sorriderle con cattiveria.
Un sorriso di sfida che le fece gelare il sangue nelle vene.
-Se devi piangere, sii almeno abbastanza rispettosa da farlo per conto tuo. Grazie.- 
Con quelle ultime parole, Aria scappò via dalla mensa in lacrime sentendo tutte le risate degli altri
studenti e tutto ciò che le aveva detto Brian rimbombarle nella mente.
Mentre correva per i corridoi dell'istituto, sentiva le urla di En arrivare fino alle sue orecchie.
-Come ti sei permesso di farle una cosa simile?! Figlio di puttana!- Ringhiò il ragazzo contro Brian che,
impassibile, sospirò.
-Vai a consolarla, credo proprio che ne avrà bisogno.- Lo sfidò Gates, sorridendogli con fare beffardo.
Lo stava prendendo in giro.
Proprio come aveva avuto il coraggio di prendere in giro la giovane.
-Non finisce qui, Gates. Ricordati questa faccia, sarà l'ultima che vedrai.- Lo minacciò poi En, correndo
incontro alla sua migliore amica che si era fermata nel corridoio dell'istituto per piangersi addosso.
Si era seduta sul pavimento freddo ed era scoppiata in lacrime come non aveva mai fatto prima di quell'istante.
Era stata rifiutata.
Era stata rifiutata da quel ragazzo dal cuore di ghiaccio.

Da quel ragazzo così freddo che le aveva solo dimostrato di essere uno stronzo.
-Aria...- Sussurrò En, prendendo la sua migliore amica tra le braccia e stringendola a sé.
-Perché mi ha rifiutata in questo modo? Perché?- Urlava Aria con la voce strozzata mentre continuava
a singhiozzare mantenendo la sua testa sul petto di En.
-Lasciali perdere quelli come lui, piccola. Ti farà solo del male...-
-Ma io lo amo.- Rispose Aria, continuando a piangere come non mai.
La maglietta di En rischiò di bagnarsi tutta mentre del mascara gli si era appicciato contro.
Aria continuava a piangere e lui cercava inutilmente di consolarla.
Cosa si sarebbe potuta mai aspettare da un ragazzo dal cuore di ghiaccio?

































NOTE DELL'AUTRICE.

Ma buonsalve a tutti!
Ecco ritornata la vostra SynysterIsTheWay con una nuovissima FANFICTION!
YEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE
*Balla la macarena a caso*
*Spara petardi ovunque*
Sì ma chi mi calcola a me dopotutto (?)
No, okay. Spero di ritrovare qui tutti i miei lettori e spero che sarete più felici
che mai nel leggere ancora qualcosa di mio!
Questa volta, ho deciso di scrivere un qualcosa di non troppo complesso.
Un qualcosa di abbastanza semplice in realtà che racchiude però molti più significati di quanto credete.
Non fatevi ingannare da questo piccolo prologo perché in questa ff ne accadranno delle belle...e credetemi
che odierete ed amerete di continuo sia Brian che tutta la band!
Anyway, anche questa storia per me è fondamentale. 
Ci conto un sacco anche perché come ben sapete amo metterci del mio in ciò che scrivo e credo che
sia il modo migliore per regalare delle emozioni particolari a tutti voi.
Questa ff la dedico ad una persona speciale che non mi va di citare ovviamente per motivi personali.
Anche la vostra Gates ha un cuore (?) Okay, a parte ciò, che ne pensate di questo primo prologo? Vi inizia
già ad incuriosire la storia? 
Eh no, belli miei.
Non ve ne uscite col dirmi le solite cose del tipo : "Sì ma Brian fa la classica parte dello stronzo, del bulletto
della scuola ecc" perché non è così.
NON E' COSì, OKAY?
Ci ho messo anima e cuore in questa storia e se vi dico che non è così, non è così.
Brian non è lo stronzo emarginato.
E' MOLTO DI PIU' IN QUESTA FF!
E'...l'assurdità. 
E a me le cose assurde piacciono. 
E comunque, non si tratta di creare la storia del bulletto e quant'altro. Ammetto che mi ispira un sacco
Brian nella versione del cattivo ma in questa ff è tutta un'altra cosa e lo capirete solo leggendola
da capitolo in capitolo.
Per ora potrà sembrarvi qualcosa di scontato ma vi assicuro che non lo sarà.
MAMMA QUANTE "E" CHE HO MESSO PRIMA, OMG.
Okay, basta, vi siete subiti anche i miei scleri di benvenuto per questa nuova storia!
Mi auguro che inizierete a seguirla ed io credo proprio che inizierò a pubblicare il prossimo capitolo
solo se vedrò del coinvolgimento da parte di voi lettori.
Nel senso, se effettivamente la storia vi incuriosisce già, potete recensire e mettere la storia tra i preferiti!
Se vedrò che verrà seguita non esiterò a continuare e ad aggiornarla!
Ah, e vi piace il nome "Aria?"
Cioè, io lo adoro.
Ma a parte ciò, che ve ne pare allora di questa situazione generale?
FATEMI SAPERE COSA NE PENSATE!
Inoltre, specifico che ho deciso di accettare il consiglio di Saya in base al fatto di creare
un qualcosa di più semplice senza troppi giri di parole. Spero di riuscirci al meglio!
Se volete leggere  la storia anche da cellulare e con praticità...seguitela anche su WATTPAD!
Anche su Wattpad mi chiamo :  SynysterIsTheWay.
Su Twitter invece l'hashtag è : #ilragazzochebaciavaleragazzeperpoifarlepiangereFF
Voglio leggere tanti dei vostri tweet sulla ff, vi raccomando!
Adesso scappo, per questa sera vi ho annoiati abbastanza!
Un bacione a tutti, xoxo!














-SynysterIsTheWay.
   
 
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