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Autore: s_smile    24/09/2015    1 recensioni
".. potrei essere tutto quello che la gente vede in me. Potrei essere uno stronzo, per chi mi vede nei miei particolari momenti di scazzo puro; potrei essere gentile e premuroso, per chi mi incontra in un momento positivo; potrei persino essere uno psicopatico – cosa che non sono, o almeno, che non credo di essere – per chi trovasse e leggesse questa specie di diario che ho deciso di riempire di trip mentali." 
La domanda è: chi sono io realmente?
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Diario di uno squilibrato alle prese con se stesso.
 
 
Ci sono strane volte in cui il tuo cervello ti comunica due input contrastanti: vorrebbe A, ma sa anche che B sarebbe la cosa migliore da fare.. o che C sarebbe quello che tutti si aspetterebbero  che tu facessi, o che forse sarebbe D a renderti davvero felice.
In questa situazione di stallo tu, persona comune con una vita comune, cosa fai? Lo so: ti viene da dire a te stesso una cosa tipo “fai quello che senti”, o altre stronzate del genere.

Beh, io ci ho provato, e non è finita certo con il “e vissero tutti felici e contenti..” La verità – mi sono detto, ad un certo punto – è che non c’è un modo giusto o uno sbagliato di agire: c’è il tuo modo, e quello degli altri.
Arrivato a questa consapevolezza, ne ero come assuefatto, e, contemporaneamente, completamente perso in essa, tanto che stavo quasi cominciando a pensare che mi ero fatto di qualcosa di pesante quando ci ho riflettuto per la prima volta, ma poi è arrivato Liam, con la sua espressione comprensiva e la mia birra preferita, e ne abbiamo parlato.

È venuto fuori che un’idea simile alla mia era venuta anche ad un poeta, un geniaccio italiano che si chiama Pirandello, e che, alla luce di ciò, è appena diventato il mio modello di vita. A quel punto mi sono fatto spiegare da Liam cosa dicesse questo Pirandello, e lui, con il suo solito tono da “io so tutto di tutto e voi, poveri umani, non sapete un cazzo” mi ha esposto questa interessantissima teoria, a cui io, nella mia genialità, ero già arrivato.

Pare che questo genio abbia scritto una specie di libro, chiamato “Uno, nessuno e centomila”, in cui c’è questo personaggio in piena crisi di mezza età che una mattina si guarda allo specchio e realizza di avere il naso storto, allora domanda alla moglie se se ne fosse mai accorta e lei risponde sì, ma non glielo aveva mai detto perché la reputava una cosa insignificante.
Allora questo tizio, Moscarda, ha una specie di rivelazione trascendentale molto anacronistica e capisce il messaggio di tutto questo libro, che si può riassumere in tre parole, e queste parole sono appunto il titolo del libro.
Quindi il tizio capisce di non essere “uno”, quell’uno che lui si era sempre sentito d’essere, ma capisce di essere “centomila”, cioè capisce che ogni persona con cui ha mai avuto a che fare sulla faccia di questa terra lo ha visto in un proprio modo differente, e adesso lui si sente “nessuno”, perché diventa consapevole del fatto che, se lui non è visto dagli altri come crede di essere, e se lui non si vede come lo vedono gli altri, ognuno per i cazzi suoi, allora.. allora non sa chi è.

E mentre Liam mi raccontava questa storia, io ero lì che pensavo: “come diavolo si fa a non sapere chi si è?”
Beh, non è possibile, mi dicevo. Insomma, io so chi sono: sono Louis Tomlinson, ho ventitré anni e studio scienze del turismo a Mancester. Può bastare? Forse no..
Sono Louis Tomlinson, ho ventitré anni, studio scienze del turismo a Mancester e vivo con il mio amico Liam – che conosco dalle elementari – in una specie di casa infestata dagli spettri nella periferia della città. Poi, cos’altro? Ah, gioco a calcio; è una delle mie passioni. L’altra è disegnare, e sono discretamente bravo. Cos’altro? I miei genitori sono divorziati e mio padre mi odia a morte perché sono stato io a scoprirlo mentre si scopava la sua segretaria ed a spifferare tutto.
Ora tutti credono che io sia psicologicamente devastato, ma in realtà non me ne frega un cazzo. Dovrebbe? Dovrebbe essere un grosso problema per me? Dovrebbe farmi sentire male? È sempre questo il mio problema, dannazione: non capisco mai come sarebbe più giusto comportarmi.
Non so nemmeno se voglio capirlo o se voglio comportarmi nel modo più giusto. So soltanto che ogni volta che dico la mia c’è sempre qualcuno che ha da contestare.
Ma fosse solo quello il problema.. Il fatto è che hanno anche ragione a contestarmi, perché, per la maggior parte dei casi, io so che quello che sto facendo o dicendo è sbagliato, ma comunque, tornando a quella stronzata del “segui il tuo cuore”, lo faccio lo stesso, perché è quello che sento.

Sono sbagliato, dunque? C’è davvero un modo di stabilire se una persona è “fatta bene” o “fatta male”? No, sono convinto che ognuno abbia i suoi pregi e i suoi difetti, per cui ricomincio: sono Louis Tomlinson, ho ventitré anni e studio scienze del turismo a Mancester.
Ma ha davvero senso dirlo? Stando a quanto dice Liam, stando a quanto dice quel tizio italiano, io non sono davvero io. Io sono Louis Tomlinson, ma potrei essere chiunque, potrei essere tutto quello che la gente vede in me.
Potrei essere uno stronzo, per chi mi vede nei miei particolari momenti di scazzo puro; potrei essere gentile e premuroso, per chi mi incontra in un momento positivo; potrei persino essere uno psicopatico – cosa che non sono, o almeno, che non credo di essere – per chi trovasse e leggesse questa specie di diario che ho deciso di riempire di trip mentali.

Ma ho bisogno di sapere. Io, per me, solo per me, chi cazzo sono? Che poi, come è nato questo dubbio? Ah già, tutta colpa di quel coglione. O meglio, per me è un coglione, ma seguendo il filo di questo discorso, potrebbe anche essere visto come la persona più gentile del mondo. Ma Harry per me resterà sempre un coglione.
Mi ha baciato, l’altro giorno, in bagno. “Tu non puoi fingere di essere quello che non sei”, mi ha detto, poi mi si è incollato come un polipo alle labbra ed è scappato via appena ci siamo separati.
Ancora non riesco a capire che cazzo vuole da me. Forse vuole solo il mio cazzo.
E poi che cazzo significa “tu non puoi fingere di essere quello che non sei”? Chi è lui per dirmi questo? E poi.. cosa non sono? Cosa dovrei essere? Se il mondo funziona davvero come nel libro di questo Pirandello, che diritto hanno gli altri di giudicarmi? E come posso sapere se quello che penso di essere è davvero quello che sono, se gli altri mi vedono in altro modo?
Al diavolo, io lo so chi sono. O forse, penso solo di esserlo, come quando pensi di essere un talento nel basket e ne resti convinto finché non arriva la tua prima partita con gli amichetti e tu finisci per restartene in un angolino a fartela addosso, perché non sei nemmeno in grado di farti passare la palla.

O forse mi sto facendo troppi problemi inutili. Però, in effetti, ogni volta che cerco di fare qualcosa di buono ottengo l’effetto contrario. Però, fare come ha fatto il tizio con la crisi di mezza età nel libro, mi sembra un po’ troppo inverosimile.
Potrei farlo solo se mi mettessero un’elegantissima camicia di forza e mi mandassero a cantare vecchie canzoni folkloristiche in una casa di cure assieme a dei vecchietti con l’Alzheimer.
Ma no, ho ventitré anni, sono troppo giovane per essere già impazzito. O forse no? Alla fine, chi ha deciso che deve esserci un’età giusta per impazzire? Cazzo, tutta colpa di quel coglione di Harry se ora mi sto paragonando ad uno squilibrato.

Mi ha baciato. Sono gay? No. Ho provato qualcosa? Forse sì, ma che cosa significa? Devo per forza provare schifo se mi ritengo etero e un maschio mi spinge la lingua in bocca? Secondo la gente sì, lo so, ma chi cazzo è la gente? Non lo so.
Non mi sembra giusto che io mi trovi in una posizione così scomoda, ma è questo il succo, alla fine: è tutta questione di punti di vista.
Quindi io, dal mio punto di vista, sono Louis Tomlinson, etero convinto fino all’altro giorno. Per cui dovrei solo uscire dal mio punto di vista e vedere le cose da un altro punto di vista… proprio come il Moscarda del libro. Quindi cosa? Devo capire di essere gay e di amare Harry? Non credo sia questo il messaggio del libro. Ma poi, io non vivo mica in un libro, per cui non posso fare come se fosse così.
Per cui? Forse dovrei cominciare a capire chi sono io per me stesso, guardandomi da fuori e non da dentro, osservando come reagisco alle cose sia in qualità di me stesso, sia in qualità di terza persona che osserva e studia Louis Tomlinson.

Mio dio, cosa cazzo ho scritto? Però, forse ha senso. Forse. È tutto un forse in questa vita, ma tanto chi se ne frega, finirà tutto nel nulla, per cui perché preoccuparsi. E mentre aspetto la fine di tutto, vorrei cercare di capire con chi condividerò la faccia, il nome, gli organi interni e il bagno, prima di congedarmi per sempre da lui.

Louis Tomlinson, ventitré anni, studente.

Probabilmente gay, ma di questo dovrò ancora accertarmene.






Angolo autrice:

Buongiorno! 
Okay, chi mi conosce come autrice sa che dovrei pubblicare (in realtà scrivere lol) l'ennesimo capitolo di "Boulevard of walking disasters", ma in questo periodo non mi sento sufficientemente ispirata per portare avanti una storia con tematiche così delicate. Per cui ho dato vita a questo.
In verità, non è altro che un mio momento di sconforto e riflessione che poi ho adattato a fan fiction, ma, rileggendolo, ho capito che forse avrei potuto farci qualcosa. Non vi dico da cosa derivi lol, posso solo dire che cambiare città e lasciare tutti gli amici e la famiglia mi ha un attimo sbilanciata. Spero comunque che questa os non vi abbia annoiati, anche se - lo ammetto - era piena di trip mentali, e forse un po' debilitante. 
Fatemi sapere cosa pensate (come al solito, io chiedo)

S. ;)






 
   
 
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