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Autore: Astrea Olsen    24/09/2015    1 recensioni
Quando il nostro passato si perde nell'ombra, quanto siamo disposti a lottare per recuperare ciò che ci appartiene?
Dal primo capitolo:
"Vuoi davvero vanificare il lavoro di Brian?"
A quelle parole mi irrigidii.
Scorsi tra le applicazioni sul telefono e attivai il registratore.
< Mossa sbagliata, Kaiba. Nominare lui non mi farà essere più ben disposta nei tuoi confronti >.
Feci una pausa. < Continua ad insistere e l'accordo sarà l'ultimo dei tuoi problemi >.
Genere: Avventura, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dark/Yami Yuugi, Joey Wheeler/Jounouchi Kazuya, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Yuugi Mouto
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~ Welcome Home
 

< I signori viaggiatori sono pregati di allacciare le cinture, tra pochi minuti l'aereo inizierà le manovre di atterraggio >.
Sussultai quando l'altoparlante diffuse la voce squillante della hostess.Ancora con un piede nel mondo dei sogni, allacciai la cintura e guardai fuori dal finestrino. 
Sotto di me, Domino si ingrandiva sempre di più man mano che l'aereo scendeva di quota.
Chiusi gli occhi massaggiandomi le tempie. Ero a casa.

Quei viaggi mi avevano sfinita. Se fosse dipeso solo da me, sarebbe andato tutto molto diversamente ma, per cause di forza maggiore, mi era toccato comunque partire e ...  
< Signorina! >. Aprii gli occhi di scatto, trovando accanto a me la hostess.
< Siamo arrivati >.
Solo in quel momento notai che l'aereo si stava velocemente svuotando.
Sbattendo le palpebre disorientata, afferrai la borsa e mi alzai.
< Grazie > mormorai debolmente per poi seguire i viaggiatori rimasti verso l'uscita.
Mi stiracchiai, ormai del tutto sveglia, e mi godetti per un attimo il calore del sole.
Al gate c'era la prevedibile confusione: persone che stavano per partire, persone in attesa di qualche viaggiatore in arrivo, varie scolaresche e tanti, tanti, tanti turisti.
Mi guardai intorno, ma non riuscii a scorgere nessun viso familiare e mi mossi per uscire dall'aeroporto.
Ad un tratto, però, un uomo si staccò dalla folla e mi venne incontro sorridendo. Accennai anch'io un sorriso.
< Bentornata a Domino, signorina Arrow >.
 

 *  *   *    *    *   *  *

 
A casa non mi concessi pause e dedicai tutto il pomeriggio a riordinare documenti. Avevo bisogno di tenere le mani e la mente occupate, di non pensare ad altro.
Un lieve bussare alla porta mi fece alzare gli occhi dall'ennesimo plico di fogli che stavo controllando.
< Mi scusi, signorina >. Molly, donna di servizio in casa da più di dieci anni, si affacciò nella stanza. < Ha chiamato la segretaria. L'incontro di domani è rimandato a lunedì >.
Sbuffai. < Con quale scusa stavolta? >.
< Qualcosa a proposito di questioni burocratiche e improrogabili riunioni con il personale > rispose prontamente lei.
Con un sospiro radunai tutti i fogli.
< Certo, e io dovrei crederci? > commentai sarcastica. < Mi chiedo cosa si inventerà la prossima volta. Una cavalcata con gli unicorni, forse? >.
Molly ridacchiò. < Probabilmente >. Prese il plico di fogli che le porgevo.
< Ora si metta comoda, signorina. Le preparo subito qualcosa di buono! >.
Una volta rimasta sola, mi abbandonai contro lo schienale della sedia.
La stanchezza del viaggio, unita al lavoro svolto, iniziava a pesare.
Tutt'intorno a me c'era silenzio. Nient' altro che silenzio.
Mi dava quasi più fastidio di un qualsiasi rumore.
Mi alzai di scatto in piedi, avevo bisogno d'aria e di non trovarmi in quell'ambiente per un po'.
Non potrai continuare così per sempre disse una vocina terribilmente simile a quella di Molly nella mia testa.
Una volta arrivata alla porta, presi al volo una giacca e misi in tasca il cellulare.
< Vado a fare una passeggiata! > esclamai in modo da poter essere sentita.
Alfred, il maggiordomo di casa, fece capolino dal soggiorno. < Esce ora, signorina? Tra non molto dovrebbe essere pronto >.
Accennai un movimento verso la porta. < Scusa, Alfred, ma ho bisogno di fare due passi prima di cena . . . >.
Lui sorrise, comprensivo. < No ne dubito. Buona passeggiata, signorina >.
 

*  *    *      *        *        *      *     *  *

 
Mi sedetti meglio sulla panchina. Ero giunta da poco in una piazzetta rialzata che dava direttamente sulla baia. Sotto di me, il mare si infrangeva placido contro gli scogli. Respirai a pieni polmoni l'odore della salsedine e ammirai l'orizzonte,  affascinata dalla vista del tramonto che si rifletteva sull'acqua.
Tre squilli improvvisi ruppero quella quiete rilassante.
Quando vidi il nome del mittente della chiamata, non riuscii a trattenermi dallo sbuffare. < Sono Arrow >.
Hai ricevuto la comunicazione? > domandò senza tanti preamboli una voce dall'altra parte.
Schioccai la lingua.  < Ma certo. E tu? Pronto per un'avvincente cavalcata con gli unicorni? >. Sentii il lontano rumore di una sedia spostata.
Che stupidaggini stai dicendo? > sbuffò lui.
Cambiai posizione sulla panchina. < Le stesse che stai usando tu per rimandare di volta in volta l'incontro > replicai.
Non sono . . . >.
Quale sarà la prossima? > lo interruppi io. < Un' improrogabile agopuntura ad un porcospino? >. Sarcasmo 100 % Arrow, signore e signori.
Lui cambiò strategia. < E' così che ti rivolgi alla persona con cui dovrai stipulare un accordo? >.
Sogghignai. Ora ti faccio vedere io.
Chi dice che lo farò? >. Il silenzio sbigottito dall'altra parte mi ripagò più di mille parole.
Non avrai intenzione di . . . >. Gioii nel sentire una nota di sgomento nella sua voce.
Mi alzai. < Non ti conviene sottovalutarmi, sai? Passa una buona serata, Seto >. E riattaccai.
 

*  *    *      *         *         *       *      *   *

 
Guardai un'ultima volta il tramonto e abbandonai velocemente quella tranquilla piazzetta: Molly mi avrebbe fatto una ramanzina interminabile se fossi arrivata in ritardo per cena.
Una vibrazione del cellulare mi segnalò la presenza di un nuovo messaggio. Controllai.
Di nuovo lui.
 
Da Seto:
Dovrei quindi pensare che non ci sarà più nessun accordo?
 
Sembrava star letteralmente friggendo. Risi piano, notando il suo velato tentativo di farmi desistere da quello che credeva essere il mio proposito.
Una seconda vibrazione annunciò l'arrivo di un altro messaggio.
Insistente. E anche decisamente irritante.
 
Da Seto:
Vuoi davvero vanificare il lavoro di Brian?
 
A quelle parole mi irrigidii.
Scorsi tra le applicazioni sul telefono e attivai il registratore.
< Mossa sbagliata, Kaiba. Nominare lui non mi farà essere più ben disposta nei tuoi confronti >. Feci una pausa. < Continua ad insistere e l'accordo sarà l'ultimo dei tuoi problemi >.
Una volta inviata la nota vocale, spensi il telefono. Non avevo voglia di sentire nessuno fino al giorno dopo.
Strinsi le mani a pugno. Stupido Seto.
 
 

*  *     *      *        *        *      *   *

 
La cena preparata da Molly era stata veramente abbondante, avrebbe sfamato senza dubbio buona parte degli abitanti di Domino.
Sentii un leggero bussare alla porta. < Avanti >.
Alfred entrò nella stanza e mi porse una tazza. < E' per lei, signorina. Molly ha voluto prepararle una tisana >.
Sorrisi. < Ringraziala da parte mia >. Bevvi un primo sorso.
La mia attenzione fu attirata per un attimo dal cielo, ornato in quel momento da un'esile falce di luna.
Un mormorio mi giunse all'orecchio.
< Signorina, va tutto bene? >.
< Oh > sbattei le palpebre disorientata. < Scusami, Alfred, mi ero distratta. Dicevi? >.
Mi guardò attento. < Cosa la turba, signorina? >.
Distolsi lo sguardo. Improvvisamente trovai molto interessante seguire con lo sguardo il motivo della carta da parati.
Per quanto avessi cercato di far finta di nulla, in quelle settimane un peso opprimente aveva gravato sul mio petto. Giorno dopo giorno.
< E' successo tutto troppo in fretta > riuscii a mormorare. < Ci credi che sono già passati tre mesi, Alfred? >.
Annuì piano. < Ha ragione, signorina. Il tempo scorre così velocemente, a volte > mi guardò e percepii una nota di preoccupazione nel suo sguardo.
< E' stato faticoso seguire l'andamento delle altre sedi? > chiese dopo alcuni momenti di pausa.
Alzai le spalle. < Sì e no. Anche se ho dovuto impiegare non poche energie per mettere bene in chiaro la situazione con i dirigenti >.
Credevano di poter avanzare chissà quali pretese pensai. Illusi.
< Lo vedo, signorina. Perché ora non prova a riposare? Ha un'aria stanca >.
Lo guardai e nello stesso tempo sentii l'impulso di sbadigliare.
Riusciva sempre a capire ogni mio stato, sembrava quasi leggermi nel pensiero.
< Hai ragione, Alfred > risposi < Dormire un po' non può farmi che bene >.
Rimise la tazza che avevo usato sul carrello e si avviò alla porta poi, si girò.
< Le auguro una buona notte, signorina. Cerchi di riposare un po', mi raccomando >.
< Lo farò > affermai. < O almeno, ci proverò. Buona notte, Alfred >.
Dopo che se ne fu andato, mi infilai veloce il pigiama e spensi tutte le luci.
Percorsi la stanza a tentoni e mi stesi finalmente sul letto.
Da dove mi trovavo, riuscivo a vedere una parte di cielo fuori dalla finestra.
Non essendoci nessuna nuvola, era possibile ammirare le stelle.
 

< Sarah, tesoro, vieni a vedere. Stasera il cielo è limpido >.
La bambina corre a raggiungere l'uomo e alza lo sguardo verso l'alto.
Numerose stelle rischiarano la notte insieme a una sottile falce di luna.
< Che meraviglia! > la sua vocina esprime autentica gioia.
Tende le mani verso la figura accanto a lei, un chiaro invito ad essere presa in braccio.
Insieme ammirano le stelle in silenzio per un po'.
Ad un tratto l'uomo la guarda. < Riesci ancora a trovare la tua stella? >.
Lei annuisce. < Sì! > indica con il ditino un punto preciso del cielo. < Eccola là. . . La più luminosa>.
Lui ricambia il sorriso e torna a guardare il cielo. < La più luminosa > ripete fra sé e sé. < La più luminosa. . . >.

 

Strinsi gli occhi e mi raggomitolai su un fianco, il peso sul petto era tornato, opprimente come al solito. O forse di più?
Sentii la stanchezza crescere e mi abbandonai al sonno, socchiudendo gli occhi per guardare il cielo un'ultima volta. A volte avrei preferito non pensare. E non ricordare. 
 

 
*Angolo dell'autrice*
Et voilà, primo capitolo della prima storia che scrivo su questo fandom!
Classico effetto collaterale dell'aver rivisto tutte le puntate di Yu-gi-oh, questa fanfiction è nata nella mia mente all'improvviso e quindi mi son detta: perché non mettere tutto nero su bianco?
 
Scrivo a tempo perso e per passione, ma non sono ancora bravissima, quindi vi chiedo scusa da subito per eventuali piccoli errori che potrebbero essermi sfuggiti durante la rilettura.
Spero anche che apprezzerete questo primo capitolo e quelli che verranno!
 
Se deciderete di lasciare una recensione per farmi sapere come vi è sembrato, sappiate che la accoglierò con gioia.
 
Al prossimo capitolo, baci baci!

 
 
 
 

  
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