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Autore: Ronnie the Fox    24/09/2015    1 recensioni
«Non ti stancherai mai di guardarlo, vero?»
Una voce profonda distrae il giovane dalla sua contemplazione. Ma non si scompone, Montparnasse, e nemmeno si volta. Sogghigna soltanto, nel distinguere una nota di disappunto in quelle parole.
«Cominciavo a pensare che non ti saresti fatto vedere, questa sera. Il che sarebbe stato un vero peccato, non lo nego.»
[Montparnasse/Claquesous]
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Montparnasse
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note dell'autrice: Ebbene, sono viva! Mamma mia, da quant'era che non pubblicavo qualcosa!
Comunque questa...cosa, è spuntata fuori in un momento di delirio tra la visione di Penny Dreadful e il lamentarsi con la Zanny del fatto che questa ship sia, ahimè, ben poco calcolata sia dal fandom italiano che da quello internazionale.
E ne è spuntata sta roba.
Diciamo che Montparnasse l'ho sempre immaginato molto come un edonista alla Dorian Gray di Wilde e un AU del genere mi è subito saltato in mente--
E niente, ringrazio la Zanny che è sempre super-entusiasta di leggere qualcosa di mio, soprattutto se si parla di /questi due/ e vi lascio al resto.
Alla prossima~

-Ronnie

                                        Who wants to live forever?


Gli occhi di Montparnasse si muovono, inqueti, nel tentativo di abbracciare per intero la figura magistralmente catturata dalle abili mani del pittore sulla tela che gli sta davanti. Piega la testa da un lato, come per cercare una visuale migliore, poi le sue labbra si arricciano in un sorriso soddisfatto. L'immagine dell'uomo dipinto gli restituisce uno sguardo vacquo, privo di espressione.
È davvero un bel quadro. O meglio lo era, forse un centinaio di anni prima, quando ritraeva ancora un giovanatto appena ventenne, con le labbra rosse e una massa di riccioli scuri, piuttosto che un uomo terribilmente vecchio, il viso deturpato da rughe profonde e gli occhi resi grigi dalla cecità.
«Non ti stancherai mai di guardarlo, vero?»
Una voce profonda distrae il giovane dalla sua contemplazione. Ma non si scompone, Montparnasse, e nemmeno si volta. Sogghigna soltanto, nel distinguere una nota di disappunto in quelle parole.
«Cominciavo a pensare che non ti saresti fatto vedere, questa sera. Il che sarebbe stato un vero peccato, non lo nego.» mormora con noncuranza.
Esita ancora un momento davanti alla tela, prima di recuperare da terra un drappo di velluto rosso e gettarvelo sopra per oscurarla. Ora tutta la sua attenzione è rivolta all'angolo più buio della stanza, completamente sfuggito al chiarore delle candele, dal quale è appena emerso qualcosa, o meglio qualcuno che si trova ora a pochi passi da lui.
Diversi decenni prima, quando pensava al concetto di "demonio", immaginava corna, occhi fiammeggianti e nere ali piumate. Quello che si era trovato davanti, evocato da un desiderio espresso con forse troppo sentimento in un momento di rabbia e delusione, era invece un essere assurdamente attraente. Ricorda di aver inarcato un sopracciglio davanti a quell'apparizione. Claquesous -o qualunque sia il suo vero nome- non è bello, non nel senso stretto della parola; i capelli castani sono sempre spettinati, tenuti forse troppo lunghi e l'accenno di barba poco curato. Unica traccia della sua natura sovrannaturale è la strana luce che compare di tanto in tanto nei suoi occhi verdi.
Eppure...Eppure il ragazzo non è mai riuscito ad impedirsi di provare una fascinazione per quell'essere, che con il trascorrere inesorabile del tempo e la parallela corruzione della sua anima, è divenuta vera e popria attrazione.
Montparnasse, che immaginava un demone potesse intervenire in qualsiasi momento per modificare il proprio aspetto, si era domandato perchè avesse deciso di assumere proprio quella forma. Nemmeno con il passare degli anni è riuscito ad estorcergli una risposta soddisfacente.
Dall'altra parte, si ritiene immensamente orgoglioso dell'influenza che è riuscito ad avere sul suo modo di abbigliarsi. Non ancora impeccabile, ma quanto meno decente.
«Oggi ho ucciso un uomo.» commenta improvvisamente, senza alcuna emozione nella voce, se non un vago compiacimento «Aveva indosso un panciotto davvero bello, sarebbe stato un peccato lasciarmelo sfuggire. Forse mi starà un po'grande, ma posso sempre farlo adattare dal sarto in tempo per lo spettacolo teateale della settimana prossima. Purtroppo non aveva con sè nient'altro che valesse la pena sottrarre».
Se qualcuno avesse potuto udire il suo piccolo monologo, avrebbe rabbrividito per la tranquillità con la quale era stata compiuta e confessata un'azione tanto orribile, scatenata da un pretesto altrettanto futile.
Solo allora si volta in direzione del suo ospite e gli si accosta muovendosi con un'eleganza che sarebbe potuta apparire surreale. 
«Giornata impegnativa, allora.» lo schernisce.
Montparnasse è pronto a giurare di aver visto, solo per un istante, la rara ombra di un sorriso ironico comparire sul viso di Claquesous. Un secondo dopo non ne è rimasta alcuna traccia.
Quasi senza accorgersene, compie ancora qualche passo.
«Che hai, 'Sous?» domanda allora con tono mellifluo «Hai paura che l'allievo stia diventando più bravo del maestro, uhm? Temi che io possa diventare un tentatore migliore di quanto non lo sia tu?~»
Montparnasse si fa ancora piu vicino.
Sente il suo respiro sulla pelle, ora, e quando una stretta ferrea gli serra la spalla, in una silenziosa minaccia, sa di aver vinto. Probabilmente il sorriso provocatorio che sta increspando le sue labbra lo farà infuriare, ma non gli importa poi tanto. Anzi, è una soddisfazione perversa quella che lo porta a scoppiare improvvisamente a ridere di fronte al cipiglio dell'altro uomo.
Poche attività sono in grado di sfuggire la monotonia quando puoi vivere per sempre; provocare un demone dell'Inferno per poterne osservare la reazione è una di queste e, incidentalmente, la sua preferita.
Montparnasse non chiederà mai perdono per i propri peccati, non quando è uno di questi a tenerlo in vita.
Non ripudierà le proprie mani sporche di sangue, nè i lividi sui propri fianchi, e tanto meno il patto sigillato tanto tempo addietro.
Soprattutto, rimpiangerà di aver ceduto alla dolce tentazione della lussuria e aver consacrato a proprio amante prediletto proprio il demonio che lo aveva indotto alla tentazione migliore della sua vita.
È ironico come perfino i demoni commettano degli errori. Montparnasse lo trova divertente. La creatura che voleva corrompere l'anima del giovane ragazzo e trascinarla via con sè, ha finito per essere lui stesso ingannato, raggirato e reso vittima di un peccaminoso gioco di seduzione. 
Ci sono voluti anni, certo, ma questo non sminuisce il peso della vittoria, tanto meno la sua immensa soddisfazione.
Pende un profondo respiro, mentre le sue mani scivolano languide sul petto dell'altro uomo, si fermano ad aggiustargli il fazzoletto intorno al collo, ma subito proseguono fino a raggiungere i lembi del suo cappotto nero. Li stringe appena tra le dita e alza lo sguardo. Claquesous rimane silenzioso, ma la presa sulla spalla del giovane viene gradualmente allentata.
Lo sta sfidando o attende semplicemente il compiersi di un'azione che ha già previsto?
Un silenzio carico di tensione ha riempito la stanza, il ragazzo può quasi sentirla scivolare sotto la stoffa dei suoi abiti pregiati, ancora più giù, fin sotto la pelle.
Oh sì, sa bene come andrà a finire.
Sa che faranno sesso sul suo letto, si prenderanno a vicenda come fossero animali, senza curarsi delle pareti in troppo sottili che separano la sua camera da quella dei vicini, sa che Claquesous insisterà nel sostenere che ogni sua azione è frutto di un piano attentamente studiato per trascinare l'anima del giovane tra le fiamme dell'Inferno, ma che la passione con cui lo bacerà più e più volte sarà sufficiente a dimostrare il contrario.
Sa che in quel momento Claquesous gli apparirà più umano di quanto non abbia fatto in un secolo di stretta collaborazione. E in quanto a se stesso sa che godrà come non ha mai fatto in compagnia di uno dei suoi innumerevoli amanti.
Allora si alza sulle punte dei piedi e preme le proprie labbra contro quelle dell'altro, un gesto istintivo, passionale. Un attimo dopo avverte le sue dita serrarsi dolorosamente tra le ciocche dei propri capelli e attirarlo a sè in un gesto brusco e possessivo.
Sorride, contro la bocca di Claquesous, perchè non potrebbe desiderare altro.
  
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