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Autore: Mary_loveloveManga    12/02/2009    7 recensioni
Allora signori e signore. Eccomi nuovamente qui, con un'altra fan fiction. Qui Kagome è un tantino diversa dal solito. In che senso? Leggete. Questa storia è dedicata a Giuly_chan che spero avrà il piacere di leggerla! Comunque, ripeto, Kagome è diversa. L'amore per InuYasha nascerà comunque? E, soprattutto, lui ricambierà? Ecco un piccolo spoiler!
[...]
Lei uccideva: uccideva solamente chi faceva del male.
Quindi salvava: salvava chi come lei aveva subito un torto.
[...]
Tutti ora sapevano di lei.
Tutti la rispettavano.
Tutti avevano paura.
Tutti gioiavano al suo arrivo,
fino a che anche il loro momento non sarebbe arrivato.
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CONTIENE I RINGRAZIAMENTI DELL'ULTIMO CAPITOLO DI: "TUTTO SI PUò DIMENTICARE... TRANNE L'AMORE VERO..." LEGGETE E COMMENTATE IN TANTI!!!
Genere: Romantico, Triste, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi qui con un’altra e nuovissima fan fiction.

Qui, vi avverto, Kagome non è la solita santarellina di sempre, anzi, diciamo che santarellina non lo è per niente. Però, dato che sono pazza, e dato che penso che Kagome non sia un angelo fatta persona, ho deciso di descriverla così. Come? Beh… leggete. Naturalmente è una Inuyasha/Kagome, per la gioia di molte. E per la mia dato che, come avrete capito molto bene, adoro questa coppia.

Dedico questa storia, interamente alla mia Kohai-chan Giulia (Giuly_chan su efp.) di cui sono anche beta-reader e con cui ho fatto un contatto efp ancora da sistemare (Pazze_sempai e kohai).

Utilizzo questo capitolo per ringraziare tutte le persone che hanno commentato l’ultimo capitolo di: “Tutto si può dimenticare… tranne l’amore vero…):

 

Fmi89:  Ti ringrazio infinitamente per i complimenti, cono contenta che il finale ti sia piaciuto e che i sentimenti che ho provato di descrivere ti siano arrivati. Spero seguirai anche questa ff. ci conto! Un bacione!

 

Kagome19:  Ciao! Sono commossa. Giuro. Perché se hai commentato l’ultimo capitolo vuol dire che la storia ti è piaciuta veramente e ne sono davvero felice. Ti assicuro, e puoi anche chiedere in giro, che sono una bambina infantile, ma non riesco ad essere così quando tratto di argomenti importanti e, soprattutto, non riesco ad essere così quando inizio a scrivere. È più forte di me; non ci riesco. Ho provato ad esprimere in parole quello che potrebbe essere la vita agli occhi della protagonista, e sono lieta che il messaggio sia arrivato. Spero che, anche se non commenterai, continuerai a seguire le mie ff. ci terrei davvero molto! Un bacione e ancora grazie per i complimenti!

 

Le_montagnine:  Sono pienamente d’accordo con te, la vita non sarà mai “tutta rose e fiori” ed in effetti è più il contrario. Sono contenta che il mio modo di scrivere ti sia piaciuto e ancora più contenta del fatto che tu abbia continuato a seguirmi e che il messaggio che ho provato a mandare ti sia arrivato. Spero che continuerai a seguire le mie storie! Ancora grazie e un bacio!

 

Vampire93:  Sono contentissima che la storia ti sia piaciuta e che tu sia d’accordo con me. Poi, mettiamola così : siamo due pazze! Grazie per i complimenti e spero seguirai anche questa ff! un bacione!

 

Fania115:  O//////////////O  Hai esagerato!!! Quanti complimenti! Io? Qualcosa di magico? Sono altamente lusingata e, ti giuro, sono tutta rossa! Sono veramente felice che la storia ti sia piaciuta e spero vivamente che seguirai anche questa! Un bacione!

 

Rita14:  sono contenta che la storia ti sia piaciuta! Spero seguirai anche questa! Un bacione!

 

Vale728:  Grazie, anche se non sono così matura come pensi!! Sono felice che la storia di sia piaciuta e spero che manterrai la parola sul fatto che continuerai a seguire le mie ff! Ci tengo molto! Un bacione!

 

La_mosca_bianca:  Grazie mille! Sono contenta che il finale ti sia piaciuto! Spero che commenterai anche questa storia! Un bacione!

 

Achaori:  Non sapevo tu avessi la mia stessa età, e sinceramente non me lo aspettavo. Sono veramente lieta che la storia ti sia piaciuta e spero continuerai a seguirmi perché ci tengo a sapere come ne pensi. Poi hai ragione, anche noi possiamo scrivere e come vedi sto continuando a farlo! Un bacione! E aspetto di vedere altri tuoi commenti!

 

Okkiverdi:  Grazie, grazie, grazie!! Sono felice che la storia ti sia piaciuta! E voglio vedere i tuoi commenti anche in questa ff, okay? Un bacione!

 

Callistas:  Bedda beddissimaaaaaa!! Che commentone! Di la verità, ti ho ispirato è? Hai detto: “Perfetto, questa mi rompe sempre le scatole facendomi addormentare, ora ripaghiamo con la stessa moneta!” Peccato che non hai considerato il fatto che ho adorato quel tuo commentone kilometricooo! E sono anche saltata per la gioia! Comunque, siamo seria. Lo sai che dopo il tuo commento avevo le lacrime agli occhi? Sono contenta che ti sia piaciuto. Sono contenta che il mio messaggio ti sia arrivato. Sono contenta che la mia positività ti abbia aiutato. Sono contenta del tuo pensiero su di me, cioè del fatto che abbia le carte in regola per scrivere. Sono contenta che tu abbia seguito la storia fino alla fine e, soprattutto, sono contenta che tu abbia deciso di recensire l’ultimo capitolo. In effetti avevo un po’ paura a dire di essere così piccola, perché ho pensato che molti non avrebbero più commentato ed ho pensato che non potessimo più essere “amiche di recensioni”. Perché infondo io ti considero un’amica e ci sarei rimasta male se tu non avessi più commentato per la mia età. Comunque non voglio farti addormentare. Spero che seguirai anche questa mia storia! Besitones!!

 

Ora che ho finito i ringraziamenti un’ultima cosa:

LEGGETE E COMMENTATE!! Bacioni! Mary!!

 

 

 

 

 

Prologo. – Ombra.

 

 

 

 

 

Chiusa in quelle quattro pareti.

Chiusa nella sua mente.

Dov’era il suo spirito?

Esisteva più?

Era volato via, quando anche lui se n’era andato?

Non aveva resistito, era crollata.

Si era gettata a terra.

Aveva pianto.

Pianto un amore non corrisposto.

Pianto un desiderio incontrollabile.

Pianto un piccolo “no”.

Perché la sua mente era troppo fragile.

Troppo facilmente si sarebbe potuta spezzare.

Troppo facilmente il suo cuore, ogni volta, avrebbe potuto dire basta.

Ogni sofferenza, ogni debolezza.

Per lei erano una fitta al cuore.

Una fitta che non si poteva ricucire, una fitta che non poteva rimuovere.

Troppo, troppo debole nei confronti del mondo.

Troppo, troppo piccola nel pensiero per riuscire a ragionare.

Aveva detto basta, aveva reagito.

Si era sfogata.

Poi aveva ripreso in mano la sua vita.

Quel piccolo “no” le sarebbe servito, avrebbe portato distruzione nei cuori degli altri.

Perché quel piccolo “no”, quella piccola stupida negazione le era stata data per il suo cuore.

Un cuore troppo grande, troppo buono.

L’aveva tradita, aveva approfittato della sua dolcezza, del suo amore.

Aveva approfittato di lei, per arrivare all’altra.

Bene, era stato il primo ad aver pagato.

Quel piccolo “no” sarebbe significato morte.

Troppo, troppo era stufa di servire gli altri.

Troppo, troppo era stufa della gente che si approfittava di lei.

Aveva chiuso con il suo passato, aveva chiuso con il suo futuro, aveva chiuso con il suo presente.

Aveva rafforzato la sua mente, ora era forte.

Forte per quanto una bugia la si possa considerare così.

Però non era riuscita completamente nel suo intento.

Lei uccideva: uccideva solamente chi faceva del male.

Quindi salvava: salvava chi come lei aveva subito un torto.

Una strana situazione.

Accusata di omicidi, effettivamente commessi.

Considerata un’eroina per i salvataggi compiuti.

A lei stava bene così.

Nessuno avrebbe più saputo niente di lei.

Il suo passato non esisteva più.

Il suo futuro non si sarebbe più creato.

Il presente era superfluo.

Era viva finalmente.

Una vita di dolore, di sofferenza.

Una vita che ad alcuni portava gioia.

Ad alcuni portava morte.

Era contenta.

Anche se nessuno la conosceva.

Tutti ora sapevano di lei.

Tutti la rispettavano.

Tutti avevano paura.

Tutti gioivano al suo arrivo,

fino a che anche il loro momento non sarebbe arrivato.

 

 

 

Sorrise, un altro lavoro compiuto.

Saltò sul tetto e corse.

La notte oscurava la sua figura ed eliminava l’odore del sangue che gli era rimasto addosso.

Raggiunse la sua casa, entrandovi dalla finestra.

Sfilò la sua tuta attillata nera e si infilò in doccia.

Si strofinò forte, levando le ultime tracce rosse che aveva sulla pelle chiara.

Quando ebbe finito si avvolse nell’asciugamano azzurro e tornò in camera.

Si asciugò i lunghi capelli corvini, poi si vestì, indossando semplicemente dei jeans scuri e una felpa verde militare, con una scritta sul petto. Legò i capelli in una coda bassa ed andò in cucina a prepararsi un caffè.

Mentre la macchinetta bolliva prese il telecomando e spinse il pulsante di accensione.

La televisione mostrò delle immagini raccapriccianti: un corpo praticamente squartato da artigli affilati.

Naturalmente immagini orribili per tutti, tranne per l’autrice di quel misfatto.

Rise, come se le fosse stata appena raccontata una barzelletta.

Chiaramente i poliziotti già sapevano di chi fosse la colpa, peccato che non sapessero come prenderla e poi, insomma, aveva appena salvato un cittadino che stava per essere ucciso!

La chiamavano “l’ombra” per il semplice fatto che non avessero idea di chi fosse.

Però pensavano fosse una donna, il perché rimaneva un mistero. Una semplice intuizione.

Le sue orecchiette canine si mossero frenetiche, alla presenza di un nuovo rumore.

Poco dopo il campanello suonò, stava arrivando la pizza che aveva ordinato prima di andare ad uccidere quel tizio di cui neanche sapeva il nome.

Pazienza, non tutti i morti andavano ricordati.

Andò ad aprire, trovandosi di fronte, come prevedeva, il ragazzo che consegnava le pizze.

Pagò, mentre lui, purtroppo, iniziò a chiacchierare.

“Ha visto signorina? Ha visto? L’ombra ha colpito ancora!”  strillò euforico.

“Già, ho visto…”

“Non è eccezionale?!”

“Sì, fantastico…

“No, non fantastico! Magnifico! Lei è così…”  e prese a parlare all’infinito.

Si massaggiò le tempie.

Perché non poteva ucciderlo, quel ragazzino petulante?

Sarebbe stato troppo rischioso?

“Non trova, signorina?”  domandò l’oggetto dei suoi pensieri.

“Come?”

“Beh, che…”

“Basta! Basta! Ho capito, va bene, arrivederci!”  e gli sbatté la porta in faccia. L’altro, abbastanza offeso, girò i tacchi andandosene, appena vide qualcun’altro andò a parlarci. Fino a che il povero infortunato non scappava via.

La mezzo demone apparecchiò la tavola e si mise a mangiare, mentre sullo schermo della TV, rimasta accesa, passavano le immagini di un film giallo.

Li trovava stupidi, ma alla fine si divertiva a prendere in giro quegli idioti che facevano la parte dei poliziotti.

Quando finì di mangiare spense tutto, s’infilò il pigiama e di mise sotto le coperte calde.

Chiuse gli occhi pensando a come avrebbe potuto uccidere la sua prossima vittima…

 

La mattina dopo si svegliò al suono della sveglia.

Si alzò stiracchiandosi, dopo entrò in bagno, si lavò e quando ebbe finito indossò un tailleur nero, mise ai piedi un paio di decolté dello stesso colore e dopo passò al trucco. Con il tratto leggero della matita ripassò il contorno degli occhi color cioccolato, coprì la pelle chiara con un po’ di fard, evidenziò le labbra abbastanza carnose con un rossetto rosso, infine si spruzzò una goccia di profumo. Pettinò i capelli, lasciandoli sciolti. Si mise una collana ed un paio di orecchini. Preparò la borsa, prese le chiavi di casa e della macchina ed uscì per andare a lavoro.

Faceva la segretaria in uno studio di avvocati. Rispondeva alle telefonate, sistemava le cartelle, fissava gli appuntamenti, seguiva gli ordini dei suoi capi e cose di questo genere.

Era apprezzata come lavoratrice, ma non considerata.

Se questo prima avrebbe potuto ucciderla, ora non gli importava, anche se sapeva che questa fosse una bugia.

Verso le 18.00 staccò a lavoro e tornò a casa.

Assottigliò lo sguardo ed accese la radio della polizia.

Intanto si metteva la tuta nera.

Era il momento dell’azione.

Appena sentita una notizia interessante spiccò il volo dalla finestra, la sera era già calata, nessuno l’avrebbe vista.

Sentì in lontananza delle sirene, la direzione era quella giusta.

Corse più velocemente saltando sui tetti, infilandosi nei vicoletti bui.

Sentì l’auto della polizia fermarsi. Incapaci.

L’avevano perso.

Corse da sola dietro la macchina ed appena raggiunta una distanza possibile per spiccare un salto, atterrò sul tettuccio dell’auto che rallentò per la botta.

Sorridendo si avvicinò al finestrino del guidatore e vi si sporse.

“Buonasera, pronto a perire? Piacere, sono Kagome. La donna che ti farà morire. O se preferisci, chiamami Ombra. Come fanno tutti.”  disse la ragazza ghignando.

Un urlo agghiacciante si sprigionò dalla gola dell’uomo al volante, che perse il controllo del mezzo.

L’hanyou alzò lo sguardo, sarebbe caduto in un burrone, per quella sera non doveva sporcarsi le mani.

Prese un coltellino e tagliò i fili dei freni, poi passò dall’altra parte del veicolo, liberando la ragazza che era stata rapita ed ora era svenuta.

La prese in braccio, poi scese dalla macchina con un salto elegante e prese in prestito il telefono della giovane. Compose il numero della polizia e quando l’interlocutore rispose, gli fece sentire il botto dell’auto che cadeva giù.

Lasciò il cellulare acceso accanto al corpo della ragazza, poi scappò via, com’era venuta.

Mentre stava tornando a casa sviò la strada, non aveva ancora voglia di rientrare.

Si diresse verso la scogliera, a guardare il mare, all’ombra, com’era sempre stata.

Sentì passi dietro di sé. Non si girò. Non aveva paura.

“Chi sei?”  chiese la ragazza.

“Non ha importanza.”  La voce risuonava dolce, ma dura allo stesso tempo. Alle narici della ragazza arrivò un odore virile, quasi selvaggio. Le piaceva, le metteva curiosità. Un’altra cosa che sentiva era che non era umano e non era demone. Era come lei: un mezzo demone cane. La cercava forse per questo?

“Allora dimmi, cosa vuoi?”

“Voglio te. Ho bisogno di te, per un lavoro. Ombra.” 

La giovane entrò ancor più nell’oscurità, così che potesse girarsi.

Quello che aveva sentito le aveva seccato le parole in gola.

Come faceva a sapere chi era?

Cosa voleva da lei?

Lo guardò e non si rese più conto di niente.

Mai nella sua vita aveva visto niente di più bello.

Spalancò gli occhi.

Cosa sarebbe successo?

  
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