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Autore: Cerasis    25/09/2015    7 recensioni
'C'era una volta un angelo.
Un angelo
innamorato di un uomo.'

E se un essere umano, una minuscola incognita in un universo caotico e disordinato, si salvasse solo grazie a un soldato di Dio?
Dal loro amore nascerebbe una favola...
O forse è la stessa favola, il loro incondizionato amore.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione, Contesto generale/vago
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Ok. Respiro corto e ansia a tremila. Ci sono. Questa è la mia prima storia che rendo pubblica. Non è niente di che, l'ho scritta un paio di mesi fa e, per un colpo di testa -a mio parere anche abbastanza forte- ho deciso di rispolverarla e sistemarla nel migliore dei modi...Sono stati i tre giorni più lunghi della mia vita. Ovviamente, spero possa piacere e "donare" qualcosa, ma, se così non fosse, accetto critiche e commenti/accorgimenti su eventuali lacune e problemi. :* Aperta a qualsiasi giudizio! XD Grazie mille per il tempo che dedicherete a questa piccola "cosa". Grazie. Davvero.




L'EFFIMERO ECO DEL CAOS.





||Quanto può essere straziante e dolce,
la guerra tra due cuori?
||
------
C'era una volta un angelo.
Un angelo buono, un soldato del cielo.


Il suo compito era tener viva la fede di un uomo. 
Un uomo soltanto.

Passava il tempo ad ammirarlo vivere, a studiare quei suoi continui, piccoli gesti che, ogni giorno, popolavano la sua vita fino al calar del sole, quando, stancamente, si buttava a letto e stringeva le labbra, rimanendo a guardare il soffitto bianco, di un bianco troppo bianco per poterci incidere parole. 
Troppo bianco per poterci leggere un nome.

C'era una volta un uomo.
Un uomo buono, un soldato dell'anima
.

Il suo compito era sorridere e salvare gli altri.

Questo suo fare, questo suo essere eroe, affievoliva, però, come in una candela, la sua fiamma viva, il suo essere umano, portando l'anima a disgregarsi, dividersi e spezzarsi.

Al nascere del sole, con gli occhi velati da un torbido pallore, accorreva ad aiutare il prossimo come fosse un piccolo soldato. 
Un soldato buono.
Un soldato forte. 
Mai un lamento, mai un rimpianto.
Sorrideva e combatteva le guerre altrui, guerre che mutavano, di volta in volta, la sua visione di esistenza, la sua percezione di speranza.
Non era vita, la sua.
Era consuetudine dettata da un costante fuggire, da una perpetua voglia di morire...

L'Angelo lo aveva sempre guardato dal cielo, senza mai avvicinarsi, senza mai sfiorarlo.
Pregava per lui da lassù...Erano le regole.
Ma, una sera, lo vide addormentarsi in fretta; il respiro fievole e malinconico, quasi si stesse lasciando andare, quasi stesse morendo.

Come una foglia in autunno.

E un po' era così. 
L'uomo era stanco; stanco di correre senza mai giungere a casa, stanco di sentirsi stringere il petto in una morsa ferrea e sanguinosa, stanco di una smorfia che, ormai, gli deturpava il volto.

Stanco di essere soldato.

...Di essere foglia, in un autunno troppo lungo.

Ma l'Angelo, dal cielo, non capiva.
Non capiva il significato di quei suoi occhi lucidi, di un colore indefinito, mai visto prima, perché in Cielo non estistono che blu e bianco. 
Bianco e blu.
Non capiva il perché di quel suo leggero tremore, di quel "Ti prego" appena sussurrato...
Poiché, alla fine, non era suo intento pregare nessuno.

Così, una notte, scese e lo raggiunse in sogno. 
Lo fece in gran segreto.
Trasgredì alle regole del Cielo.
Era la prima volta che disobbediva e un po' si sentiva in colpa, ma non appena gli giunse, fievole, l'eco di un battito ritmato, malinconico e spezzato, ciò che prima lo turbava, ora lo affascinava, lo stregava.

Fu così che si innamorò la prima volta. 
Fu un amore gentile, pacato, un po' come le note tristi e fievoli di quel cuore troppo assente, ma che ancora si ostinava ad accogliere il sangue come suo amante, benché morente.

Quella notte, l'Angelo, allevió un poco le sofferenze dell'uomo,
caricandosi degli incubi che popolavano il suo sonno, assumendosi le colpe e il peso dei tormenti.

Era amore e, come tale, soffriva al protrarsi del dolore. 

Da quella notte, ogni volta che calava l'oscurità e il Cielo dormiva, l'Angelo scendeva in Terra e vegliava sulla quiete dell'uomo, quell'uomo che, senza mai pregare, gli aveva fatto fremere il cuore.

'Perdonatemi, Padre..
Perdonatemi perché adesso vedo coi suoi occhi...E il blu dei miei si è tramutato in verde.
E se è verde, il mondo è un po' più mondo.
Perdonatemi, 
perché la sua pelle, adesso, è parte della mia;
il suo respiro è ossigeno e il suo cuore, Dio, il suo cuore...

È tutto ciò che ho.'


E fu così che un Angelo del Signore, un soldato del Cielo, si trovò a pregare per la sua salvezza...Così come un peccatore prega per ricevere clemenza.

Ma quel turbinio di emozioni non era che un piccolo temporale, a confronto dell'istante in cui i loro occhi si incontrarono la prima volta.
Erano così stupiti, i loro sguardi e così belli, i loro sogni, che, seppur stanchi e impossibili, andavano ad intrecciarsi gli uni agli altri, sussurrandosi pensieri gentili, parole d'amore che nessuno dei due aveva mai udito o conosciuto...

In silenzio, si dissero tutto.
In silenzio, si amarono e basta. 

E quel turbinio di emozioni, al pensiero così forti e violente, non era niente in confronto all'impetuosità dei loro più reconditi pensieri; niente, in confronto alla passione delle loro anime condannate, segnate.

Come potevano, due cuori, battere allo stesso modo, di un ritmo così brutalmente accelerato, così dannatamente dolce? 
Come potevano, dei semplici occhi, scambiarsi parole che alla fine non erano parole, ma che risuonavano come tali, seppur senza far rumore?..
E come poteva, un angelo, perdersi nell'infinito ed effimero caos di un essere umano?...
Eppure era successo.
Si era innamorato ancora e questa volta donò ogni parte di sé. 
Ogni granello di grazia, ogni labile pensiero, ogni incostante sguardo.

Perché era amore e, come tale, donava senza riserva alcuna.

Restarono a guardarsi a lungo, forse il tempo di una vita o giusto l'istante di un sorriso...
Sta di fatto, che non pregarono più il Cielo.

Loro stessi lo divennero.

Ora, l'Angelo, vedeva i suoi occhi blu fondersi nei suoi, verde smeraldo...
Ed erano così belli, mentre facevano l'amore indisturbati, inesperti, disperati.

Ma si sa, le belle storie non hanno mai lunga durata...

Col tempo, infatti, vennero scoperti, umiliati, ricercati.
L'Angelo venne, dai suoi fratelli, bandito e denigrato...
Perché era peccato, 
mescolarsi al colore di un uomo;
era peccato, amare l'anima di un guerriero senza fede;
era peccato, macchiarsi di un colore impuro, indegno, come quello di un semplice soldato terreno.

Ma mai, mai come allora, si sentì più libero e puro.
Mai come in quel momento, sentì di amare l'uomo e ogni suo gesto...
Perché era amore e, come tale, incassava, in silenzio, il dolore.

Ma l'uomo sapeva.
Sapeva che un giorno, l'Angelo, il suo angelo, se ne sarebbe andato. 
Perché era così che finivano le favole, era così che morivano i sogni, privati delle loro ali. 

Inutile dire, che lo amò ogni giorno di più...
Per lui, iniziò anche a pregare.

'Lo so che mai vivrò in eterno, che mai imparerò a volare, che mai ti rivedrò ancora...
Ma finché dura questa luna pallida, finché respira questa mia malata anima,
resta un po' con me e amami perché ne ho bisogno. 
Amami per il semplice fatto che io non smetterò di farlo.
Perché appartiene al tuo sorriso il mio cuore martoriato.
Appartiene al tuo sorriso il mio respiro affannato.
E se vivo ancora è per sentirti intorno. 
Se vivo ancora è perché, un po' del mio male, lo hai portato via'.


Si sussurravano in sogno.
Parole labili.
Baci languidi.

Finché, un eterno tramonto, portò l'Angelo con sé.

--------
C'era una volta un angelo, un angelo buono.
Un angelo che aveva saputo amare il nero di un'anima pura, che aveva baciato le cicatrici di un cuore troppe volte riparato e agognato un sorriso semplice, sincero, dettato da un attimo effimero di pace.
Un angelo che, in due occhi verdi, aveva perso la grazia, così come si perde il respiro o un fievole sogno con l'arrivo incostante del mattino.

Un angelo che aveva donato tutto, persino le sue ali, pur di sussurrare una volta, una volta sola, a quel Padre tanto amato, che aveva udito un battito ove non dimorava cuore.

Era caduto.
Aveva peccato.

Aveva amato.

...
C'era una volta un angelo, un angelo e basta.

Un angelo
innamorato di un uomo.
 

E c'era una volta un uomo, un uomo buono.
Un uomo che ha imparato a pregare, non un Dio, bensì un angelo.

Era un soldato...
Adesso è umano, fragile e mortale. 
Guarda il cielo con occhi diversi e, sovente, vede qualche stella tremare...

A volte, invece, qualche angelo cadere.




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(Chiunque voglia aderire al messaggio, può copia-incollarlo dove meglio crede)

Grazie mille a chi lo farà.
Castiel with a shotgun vi ringrazia.
   
 
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