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Autore: Simok    25/09/2015    1 recensioni
"Quasi mille anni sono passati da quando Son Goku abbandonò il ventottesimo Torneo Tenkachi assieme ad un piccolo ragazzino dalla carnagione scura di nome Ub. E proprio lui, beneficato di una vita incredibilmente lunga grazie ai poteri di Majin Bu, sarà il protagonista di questa storia. Un eroe solitario dedito alla protezione del suo pianeta e della pace nell'universo, ma non più il dolce ragazzo che lottava per guadagnarsi il pane per la sua famiglia. Costretto a vedere tutti i suoi amici, e i loro figli, ed i figli dei loro figli morire, il suo animo è stato indurito dal tempo e dai lutti sino ad essere nulla di più di un freddo guardiano di pietra dalla potenza incredibile. Senza neppure la possibilità di procreare a causa delle cellule che gli donano quel potere spaventoso, la sua vita subirà una brusca deviazione quando troverà un neonato abbandonato, con una misteriosa coda di scimmia. Passato e presente si mescoleranno in quella che sarà l'ultima avventura di colui che il Leggendario Son Goku proclamò come suo erede a protettore della Terra".
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ub
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Prologo ~ The Last Z Warrior

 


 


Il Tempo. 
Cos'era il tempo in fondo. 
Cos'era un secondo, un minuto, un'ora, un giorno, un mese, un anno, un secolo, un millennio...cos'erano se non un battito di ciglia rispetto all'eternità. E lui, era forse destinato a vivere per l'eternità? O sarebbe invecchiato e morto come qualunque altro essere umano? Troppi dubbi sul suo essere lo assillavano da sempre. Eppure non era stato sempre così. Un tempo la sua vita era spensierata e allegra, come avrebbe dovuto essere quella di qualunque ragazzino di dieci anni. 

Son Goku, conosciuto durante il Torneo Tenkachi, mantenne la promessa e fece sì che Mr. Satan aiutasse il villaggio di Ub, consentendo quindi al ragazzo di allenarsi con il suo nuovo maestro senza badare ad altro. Dopo solo un mese Ub era in tranquillamente in grado di volare e di scagliare colpi energetici di tutto rispetto. I loro allenamenti erano intensi, in zone desertiche per evitare di coinvolgere innocenti, e spesso duravano più giorni consecutivi senza neppure dormire. Eppure dopo un solo anno di allenamento la potenza di Ub si era moltiplicata, le sue capacità fisiche ma soprattutto spirituali erano divenute incredibili e Son Goku ritenne giunto il momento di insegnargli qualche tecnica personale. In poco tempo apprese l'utilizzo della Kamehameha e anche della versione potenziata, la Super Kamehameha, dopodicché iniziò ad addestrarsi nell'utilizzo del Kaioken. Fu in questo periodo che si accorse per la prima volta di avere dei poteri del tutto fuori dal comune: le sue cellule sembravano rigenerarsi costantemente ad una velocità incredibile, consentendogli di guarire da qualunque ferita in massimo ventiquattr'ore, anche se dubitava che se si fosse staccato un braccio gli sarebbe ricresciuto, inoltre quello stesso potere gli consentiva di reggere il Kaioken con una facilità di gran lunga superiore a quella del suo maestro e di chiunque altro. Così si esercito a lungo padroneggiando la tecnica, negli anni, ad un livello incredibile. Entusiasta della crescita del suo allievo, Goku approfittava di qualunque occasione per scontrarsi con Ub, così come del resto Vegeta che non di rado si univa ai due per combattere. Solo una volta al giovane capitò di combattere contro Gotenks, la fusione dei suoi amici Goten e Trunks, in forma di Super Saiyan 3 e la battaglia fu vinta dalla Fusion per un soffio, grazie all'utilizzo del Galattic Donut, tecnica che lo stesso Ub si fece insegnare una volta terminata la battaglia.

Così gli anni passarono velocemente, tra allenamenti e combattimenti spesso su pianeti disabitati per poter evitare di trattenersi nella paura di distruggere la Terra, e tutti, anche i suoi amici Sayan, iniziarono ad invecchiare. Tutti, tranne lui. Alla veneranda età di cinquant'anni aveva ancora il fisico di un diciottenne, mentre la vita del suo maestro andava spegnendosi per la vecchiaia. Fu lui il primo a morire, una calda mattina di primavera. Il mondo intero fu in lutto quel giorno, mentre Gohan consegnava ad Ub una lettera del defunto padre. "Caro Ub" diceva, "A lungo ti ho taciuto la verità temendo l'effetto che avrebbe potuto avere su di te, verità che ho anche pregato gli altri di tenerti nascosto. Devi sapere che..." . E così lo aveva saputo. All'improvviso, dal nulla, aveva avuto tutte le risposte che cercava. Perché era così forte? Perché non invecchiava? Perché le ferite gli si rigeneravano? Le risposte a tutte quelle domande erano in quel nome, il nome di un demone che era arrivato vicino al distruggere ogni forma di vita nell'universo, il nome che lui stesso aveva avuto nella vita passata: Majin Bu. E ora che tutta quella consapevolezza gli piombava addosso si sentiva solo, incredibilmente solo. Perché Goku non gliel'aveva detto prima? continuava a chiedersi. Perché lo aveva lasciato solo?

Nell'arco di qualche anno si spense anche Chichi, poi Bulma, Vegeta, Crilin, Yamcha, il vecchio Muten, Piccolo (la cui vita era stata accorciata dall'unione con il Supremo) e anche il vecchio Mr. Satan. Fu in quel momento, pensando al lutto di Mr. Satan , che comprese l'identità di Mr. Bu, il ciccione rosa che gli ronzava continuamente intorno e con cui si era anche scontrato una volta uscendone sconfitto: era una sorta di suo alter ego. Non riuscì però a trovarlo a villa Satan, a dispetto delle numerose domande che gli riempivano la testa. Fuggito, dissero gli inservienti. Così, di nuovo solo, iniziò a proteggere la Terra da qualunque pericolo si presentasse all'orizzonte, iniziò a mettere sé stesso a servizio degli uomini come il suo maestro gli aveva insegnato.

Passarono gli anni e morirono anche Son Gohan, Trunks e Goten, Marron, Bra e Pan. Certo la loro discendenza continuava, ma il suo lavoro a tempo pieno di protettore della terra non gli aveva consentito di stabilire legami consistenti con i nuovi membri della famiglia Son e Brief. Così ancora una volta era solo. Questa volta totalmente solo, senza neppure un amico su cui poter contare. Per la prima volta, avvertì la pressa della solitudine. Un mostro dentro, che come aveva scoperto da non molto non era decisamente solo psicologico. Nelle ultime righe della sua lettera Goku gli diceva "Perché tenertelo nascosto? Perché la sua energia è presente in te molto più di quanto avessi sperato". In poche parole Majin Bu era ancora vivo, là, sepolto nelle profondità delle sue cellule. E lui lo sentiva, sentiva il suo respiro pesante, sentiva la sua presenza opprimente. Eppure sentiva che era sopito, dormiva, come del resto il suo spirito combattivo. Anni e anni di combattimenti con Goku e Vegeta gli avevano inculcato un'incredibile passione per il combattimento, quel desiderio irrefrenabile di affrontare avversari sempre più forti. Ma chi sarebbe stato alla sua altezza ora che i più forti guerrieri dell'universo erano deceduti? Maledetto tempo. Perché diavolo non avevano chiesto al Drago Shenron di poter vivere in eterno? "Perché l'ora giunge per tutti caro Ub, ed è giusto che sia così. E poi la morte non è brutta, sai quanti guerrieri incredibili ci sono nell'aldilà?" anche questo diceva, la vecchia lettera. Ogni tanto appariva qualche pirata spaziale, o qualche imperatore bramoso di pianeti come lo era stato Freezer, ma nessuno di loro poteva competere con i poteri di Ub. Anche quel poco di speranze riposte nella discendenza di lineaggi Saiyan sulla terra, si rivelarono mal riposte. Certo i mezzi saiyan avevano una predisposizione naturale per la trasformazione in Super Saiyan, ma dalla quinta generazione la trasformazione consumava troppa energia per i loro corpi in prevalenza umani, così come dalla decima trasformarsi equivaleva a morte certa dopo qualche minuto. La coda invece sparì già alla seconda generazione. Alla ventesima generazione il gene dei saiyan era sopito del tutto dentro gli individui che lo possedevano, e che al massimo avrebbero potuto raggiungere livelli di combattimento sopra la norma ma neppure minimamente vicini a ciò che Ub poteva considerare interessante.

Nonostante ciò lui continuò a proteggere la terra. La sua fama fu accresciuta notevolmente sulla terra, dove ormai era venerato quasi come un dio, e nell'intero universo dove si narrava che un leggendario guerriero proteggesse il Pianeta Blu. Quando il namecciano Dende morì, il consiglio degli antichi dei della terra gli propose addirittura di divenire il nuovo Kami del pianeta. Ma lui non era un tipo da santuario, così rifiuto l'offerta, preferendo rimanere un eroe errante. Il tempo continuò a scorrere inesorabile, la tecnologia dei terrestri fece progressi incredibili e il Governo Mondiale entrò presto in contatto con altre civiltà aliene come quella dei Namecciani, con cui si costituì un florente rapporto. Dopo l'avvento degli umani nei rapporti intergalattici, gli stessi costituirono la Repubblica Intergalattica unendo politicamente più pianeti con alleanze commerciali e militari, tra cui la stessa Namec. Potendo avvalersi delle conoscenze di altri pianeti, la tecnologia degli uomini arrivò al punto di poter creare cyborg e guerrieri artificiali, creati cioè con cellule staminali in laboratorio, dalla potenza pari quasi a quello che era stato Perfect Cell. Ad Ub capitò anche di scontrarsi con qualcuno di loro che era scappato dal controllo delle autorità repubblicane ma ancora una volta non erano avversari del suo livello. 

Erano tuttavia ad un livello tale da poter tranquillamente mantenere la pace sul pianeta Terra, così che la stessa figura del Leggendario Ub, il Guardiano della Terra, sbiadisse con il passare degli anni. Molti lo credettero morto, dato che in assenza di necessità non si faceva vedere molto in giro, molti altri credevano che fosse un fantasma e altri ancora facevano pressione sul Governo affinché si trovasse questo misterioso guerriero e si eliminasse in quanto minaccia per la pace, anche se non vennero mai presi sul serio. Da passare le sue giornate a combattere, Ub iniziò a vagabondare allenandosi per conto proprio. "Perchè io...perché io non muoio?" si chiedeva. Non lo diceva, non lo pensava neppure, ma nel suo profondo sapeva di desiderarlo. La vita era un dono, certo, ma nessuno poteva negare che, almeno per lui, la morte sarebbe stata una liberazione. Una liberazione da quell'oblio di monotonia ed eternità, una liberazione dalla stanchezza, che se non era fisica era ormai mentale. Ma non si sarebbe tolto la vita, No, per nulla al mondo. I suoi genitori gli avevano dato la vita, il suo maestro gli aveva, tramite il suo desiderio, conferito i suoi poteri e non avrebbe sprecato nessuno delle due. Avrebbe  combattuto per la terra e per la pace finché non si fosse presentato un avversario in grado di batterlo. Certo però, non poteva morire sapendo di aver lasciato la terra nelle mani di un essere malvagio. E allora si ritornava allo stesso punto, il punto in cui c'era solo una cosa che poteva portarlo via da quell'inferno lasciandogli la sua dignità.

"Il Tempo".

Aprì gli occhi e si stiracchiò. Sopra di lui l'ampia chioma di quell'albero secolare lo proteggeva dai forti raggi del sole, il vento soffiava sul manto erboso su cui era adagiato. Si alzò in piedi e si avvicinò al lago pochi metri dinanzi a lui. Si piegò sulle ginocchia e avvicinò il suo viso allo specchio dell'acqua. Era parecchio tempo che non guardava il suo riflesso. Forse il tempo aveva iniziato a scorrere anche per lui...forse le sue membra stavano iniziando a cedere...No, la sua immagine specchiata dalla limpida distesa trasparente non mentiva, nessuno gli avrebbe dato più di trent'anni. Ripensò a come lo definivano alcuni di quelli che lo avevano visto di recente. L'Immortale. Un nome azzeccato per uno spirito senziente che guardava tutto da un'altra dimensione, uno che giudicava la vita dei "mortali". Ma non era questo lui. Lui era un eroe, anzi lo era stato, quando la Terra ne aveva avuto ancora bisogno. Ora era l'ombra di un eroe.

Guardò un'ultima volta il suo riflesso nell'acqua. Nei suoi occhi freddi lesse quello che non osava pensare. Lui era l'ultimo. L'ultimo di una stirpe di guerrieri leggendari, l'ultimo protagonista di una storia di quelle che si racconta ai bambini, l'ultimo eroe di quelli che per tutta la vita cercano una morte degna di questo nome. Lui era l'ultimo. L'ultimo Guerriero Z.
   
 
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