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Autore: Lady Koyuki    25/09/2015    2 recensioni
- Eustass, che bella coincidenza –
- Law, che bella sfiga – disse
[...]
- Io sarei tuo? Da quando? – chiese Kidd arrabbiato per la sua stessa reazione.
- Da sempre – disse Law avvicinando il viso al rosso.
[...]
- Tu sei solo mio e lo sarai per sempre. Ricordatelo Eustass! –

Il mio primo tentativo di fare una storia su loro due, quindi vi avviso che potrebbe non essere ciò che vi aspettate, ma spero comunque di aver attirato la vostra attenzione :D
[Se ho errato ad inserire le note, chiedo scusa, fatemelo notare e le cambierò il prima possibile :) ]
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Eustass Kidd, Trafalgar Law | Coppie: Eustass Kidd/Trafalgar Law
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Allora...
Premetto che non ho mai scritto nulla su questo genere e non ne sono una grande fan, ma questi due sono gli unici che riesco a vedere insieme in modo perfetto. Non ho avuto mai in mente di scrivere su questo genere, ma l'ispirazione è arrivata da un'amica e qualche immagine... ed ecco qua. 
Non penso sia un granchè di storia, ma se stai leggendo qui, vuol dire che ti ha incuriosito, ed è già qualcosa.
Vi auguro allora buona lettura e un saluto,

Koyuki :3


 

ONLY MINE
 


Non ci poteva credere.
Osservava il ragazzo dai capelli rossi flirtare eccessivamente con la ragazza di fronte a lui; era una biondina, magra e con un bel corpo, ma per l’altro era solo uno strumento, per farlo incazzare. Si appoggiò alla fila di armadietti accanto a lui, osservando, per il momento da lontano, la loro amabile conversazione. Il rosso lo faceva apposta e fingeva solo di essere il classico donnaiolo che ci prova almeno con una ragazza al giorno; il motivo vero per cui lo faceva era lui, era la soddisfazione di vederlo possessivo nei suoi confronti, almeno secondo Law.
Il rosso si appoggiò con il braccio destro contro il muro mentre la biondina rise, allegramente, ad ogni sua battuta, arrossendo e continuandosi ad attorcigliare una ciocca di capelli intorno al dito. Alquanto patetica. Sembrava non riuscisse nemmeno a incrociare lo sguardo del rosso, che invece, sembrava mangiarsela con gli occhi.
Il moro sbuffò; non c’era affatto da divertirsi. Quella ragazza probabilmente era come tutte quelle che frequentavano quell’istituito: timida, affascinata dai ragazzi belli e muscolosi, come quello che ora stava davanti a lei, e terribilmente restia ad approcciarsi con i suddetti. Se non che siano loro a fare la prima mossa.
La cosa buona? Era facile farle sparire, si può dire.
Il moro si avvicinò lentamente alla coppia, molto lentamente, aspettando che si accorgessero di lui, e per ciò non ci volle molto. Due occhi color ambra pieni di rabbia si puntarono su di lui quando fu a pochi passi dalla sua preda, intimando ferocemente di andarsene, ma facendo anche girare la biondina che lo guardò, alquanto curiosa.
- Eustass-ya...-
- Vattene Law! – ringhiò il rosso prima ancora che l’altro potesse parlare. La ragazza continuava a spostare lo sguardo da uno all’altro, ora più curiosa che imbarazzata.
- Che modi sono, cacciarmi via così, mi sento offeso – scherzò, appoggiandosi al muro, tra la ragazza e Kidd. Gli piaceva quello sguardo perverso del ragazzo, ma voleva vedere il suo aspetto preoccupato, che non gli era mai capitato di guardare fino ad allora.
- Io ero impegnato a parlare con questa bellissima ragazza, puoi toglierti? – chiese, un po’ troppo duramente il rosso. Il moro si girò, come per valutare l’altra dietro di lui, soppesò non era un granché e si girò nuovamente verso il ragazzo.
- Non è questa gran bellezza, potevi scegliere di meglio sai? – affermò.
Sentì la biondina agitarsi dietro di lui ma prima che potesse parlare, Kidd la anticipò.
- Che cosa ne sai tu di ragazze? Direi che il tuo parere non conta – continuò l’altro.
- Bè, visto che ci provi con loro per fare incazzare me, mi sembra il minimo – rispose Law, appoggiando leggermente un dito sulla spalla del rosso, per poi farlo scendere scorrendo quasi tutta la sua camicia. Con la coda dell’occhio riusciva anche a vedere la ragazza, che cercando di sporgersi oltre la sua spalla, era curiosa e in attesa trepidante di cosa sarebbe successo di lì a poco.
Kidd prese in malo modo la mano di Law e la spinse via, restandoci comunque appigliato.
- Law, non è divertente. Vattene –
- Mi spiace – continuò il moro – ma sai com’è, io difendo ciò che è mio – concluse, girandosi leggermente verso la ragazza. In pochi istanti, il suo sguardo divenne profondo e terrorizzante, come anche il suo tono di voce quando le disse:
- Togliti di mezzo. Lui non fa per te! –
Ci volle solo un secondo prima che la ragazza corse via terrorizzata.
- Sei un idiota Trafalgar! – gli urlò Kidd esasperato, lasciandogli finalmente la mano.
- Ma mi diverto e lo sai – affermò Law allegro, sorridendogli sinceramente.
- Vattene all’inferno! – concluse Eustass, girando sui tacchi e andandosene.
Il moro sbuffò. Non sarebbe finita lì. E Law lo sapeva.

 
***
 
Law si diresse lentamente verso la sua classe; la prossima ora sarebbe stata scienze. Era una cima in scienze, ma con la lentezza dell’apprendimento degli altri studenti, ormai le lezioni lo annoiavano. Soprattutto se aveva un compagno di banco così… così…. Assurdamente inutile.
Si appoggiò allo stipite della porta osservando all’interno; il suo compagno, Rufy, stava lavorando su due provette, una gialla e una verdognola; Law rise, insieme quelle due avrebbero causato una bella esplosione. Solo quando vide che stava realmente cercando di unirle, decise di darsi una mossa.
- Non fare cavolate Cappello di Paglia! Vuoi ucciderci tutti? – per risposta lui lo guardò incuriosito, come a domandarsi cosa stava facendo di male. Come al solito.
- Si sieda signor Trafalgar, la lezione inizia – accennò il professore, entrando e intimando l’ordine.
La lezione proseguì abbastanza tranquilla, ma l’esperimento che il professore aveva assegnato alla classe era ben presto finito dal moro, che si mise placidamente seduto sulla sedia osservandosi intorno, non sapendo che altro fare. Poco lontano da lui, vide il fratellastro del suo caro compagno, Ace, forse si chiamava, che dormiva tranquillamente sul banco, ignaro che questo gli avrebbe procurato sicuramente una punizione.
Law scosse la testa rassegnato; di questo passo non avrebbero mai finito il programma e sinceramente gli dispiaceva; amava scienze ed era in continua ricerca di nuove conoscenze. Sospirò e si alzò lentamente, dirigendosi verso la scrivania dell’insegnante.
- Dovrei andare ai servizi – accennò all’altro che lo guardò leggermente di traverso.
- Hai finito il compito assegnato? –
E lo chiedeva pure?
- Certamente! – disse, forse un po’ troppo convinto delle proprie capacità. Il professore lo guardò ancora più malamente, ma ormai lo conosceva, quindi ignorò la sua frase e fece segno di andare.

 
***
 
Si guardò allo specchio appoggiandosi con le mani al lavandino; aveva due occhiaie terribili. Aveva problemi di insonnia da sempre, ma nonostante questo, riusciva ad affrontare tranquillamente la giornata.
Non aveva voglia di tornare in classe, quindi optò per rimanere ancora un po’ rinchiuso lì, da solo come amava stare; ma questo suo desiderio venne ben presto scordato.
Dietro di sé sentì la porta aprirsi e lentamente alzò lo sguardo per vedere chi avrebbe girato l’angolo entrando in bagno e rovinando la sua tranquillità; dire che ne fu sorpreso era poco. Attraverso lo specchio vide un ciuffo di capelli rossi come il fuoco con due occhiali da aviatore marroni e sotto di quelli due occhi ambra che lo squadravano.
Il moro si girò sorridendo.
- Eustass-ya, che bella coincidenza –
Il rosso sbuffò di rimando.
- Law, che bella sfiga – disse
 - Oh, suvvia! Come sta la biondina che ti ha abbandonato in corridoio? – istigò il moro.
Kidd si avvicinò lentamente all’altro, riducendo la distanza a pochi passi.
- Se ne è andata e al momento mi evita direi. Grazie Law –
 - Prego. Ho fatto solo i miei interessi – continuò
- I tuoi interessi? – chiese Kidd ostile.
- Si – disse il moro, dando la schiena al muro – tu sei mio! – sussurrò, quasi da non farsi sentire. Kidd arrossì leggermente, ma poi spinse l’altro contro il muro, tenendolo per le spalle.
- Io sarei tuo? Da quando? – chiese Kidd arrabbiato per la sua stessa reazione.
- Da sempre – disse Law avvicinando il viso al rosso. E forse questa non era la cosa migliore da fare.
Infatti Kidd azzerò le distanze tra i due, baciando un Trafalgar sorpreso; all’iniziò fu un bacio leggero e innocente, per poi trasformarsi in uno passionale e possessivo, che spingeva i due sempre più vicini. Sparì in poco la sorpresa dal viso di Law, sostituita da un’immensa voglia di quel bacio, che si poteva dire, aveva fin troppo agognato. Il rosso abbassò le braccia, circondando la vita del moro, senza mai lasciare andare le sue labbra, continuando a morderle e stuzzicarle, mentre l’altro gli cinse il collo con le braccia e si aggrappò alla sua vita con le gambe, non permettendogli un ripensamento né una via di fuga. Questo permise però a Kidd di farlo sedere sulla parte di marmo del lavandino. Lentamente fece scorrere le mani lungo la (troppo) grossa felpa gialla del moro fino al bordo, per poi infilarle sotto di essa, passando le unghie sulla sue schiena. Ciò causò alcuni brividi a Law, che fecero rallegrare il rosso.
Kidd si staccò sorridendo maliziosamente, mentre l’altro lo guardava con odio; ignorandolo, il rosso passò al collo, iniziando a torturarlo e morderlo insistentemente mentre continuava a salire con le braccia. Il moro si strinse di più a lui, incapace di fare molto oltre che subire quella semi-violenza sessuale che gli era alquanto piacevole.
Non riuscivano a staccarsi l’uno dall’altro. Erano presi dalla foga che causava la loro stessa presenza, uno per l’altro; era ciò che spingeva Kidd a mordere quel morbido collo con passione, sentendo i fremiti dell’altro addosso al suo stesso corpo e la morsa “restrittiva” che gli causava con gli arti del suo corpo e con le mani che stringevano i suoi capelli.
Entrambi dimenticarono luogo e tempo, coscienti solo di loro e della loro passione; e forse questo fu il loro grave errore.
Un cigolio poco lontano fece riprendere coscienza a Law, che contrariamente e velocemente, slegò le gambe dal rosso spingendolo prepotentemente con le braccia fino a farlo cadere a terra. Si sentì un pesante tonfo, causato probabilmente dal contatto violento del sedere del rosso contro il pavimento, mentre Law scendeva dal lavandino.
Dall'angolo comparì un assonnato Ace, che prese a guardarli storto, un po’ curioso e un po’ sconcertato, mentre gli altri lo osservavano incazzati neri.
Ma proprio in quel momento quel diavolo di professore doveva decidere di mandare in punizione quel Portuguese fuori dalla classe, cazzo? Law era tristemente contrariato e rammaricato dalla fine così irruenta di quel momento.
- Sempre a fare risse voi due! – sentenziò il nuovo arrivato – mai tranquilli eh! – disse poi indirizzandosi verso una delle cabine. Quando fu sparito dalla loro vista, Kidd osservò Law, alquanto arrabbiato, per averlo gettato così volgarmente a terra; cercò di insultarlo come meglio poteva, ma prima che potesse dire qualcosa, Law iniziò ad avvicinarsi lentamente in modo inquietante.
Fu la prima volta che Law vide davvero uno sguardo preoccupato sulla faccia del rosso e questo lo divertì; si avvicinò, piegandosi verso l’orecchio dell’altro, per sussurrare a lui e solo a lui.
- Tu sei solo mio e lo sarai per sempre. Ricordatelo Eustass-ya! – Gli sorrise maliziosamente, e senza permettere risposta, si indirizzò verso l’uscita fin troppo allegro.
Avrebbe fatto passare una vita di Inferno a Kidd, assolutamente!
Law si incamminò allora nuovamente verso la sua classe, ma si fermo nel mezzo del corridoio, dove si trovavano le bacheche. Osservò il suo riflesso allegro, e sorrise, ma un suo leggero movimento gli fece notare qualcosa sul suo collo, esattamente dove poco prima si trovavano le labbra del rosso.
Era un grosso livido, troppo evidente per nasconderlo, che si stagliava fiero contro il collo del ragazzo; e come cazzo avrebbe fatto a nasconderlo, pensò spostandosi leggermente il colletto della felpa.
Nel mentre, non lontano da lui, si sentì nuovamente il cigolio della porta del bagno, che spinse Law a girarsi.
Davanti a lui, a una decina di metri di distanza, Kidd lo guardava maliziosamente, sapendo, dalla sua mano ancora sulla felpa, che si era accorto del suo “regalino”. Alzò la mano per salutarlo, prima di girarsi, e andare verso la parte opposta dell’istituto.
Si, di certo avrebbe fatto passare una vita di Inferno a Eustass Kidd, e non solo quella!
 
   
 
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