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Autore: Delfi_SirioStars    25/09/2015    1 recensioni
Ho cercato di creare nella mia immaginazione un possibile primo incontro tra il ladro e la regina
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Regina Mills, Robin Hood, Roland
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~~Capitolo 1

"Beh, una storia su robin e Regina
non avrei mai pensato di poter scrivere su di loro
sno stata influenzata dalla mia amica Ale_EvilRegals,
impazzisce per loro! cmunque spero vi piaccia" 

                                                                                                                                                                                 

In un reame tranquillo, felice e verdeggiato, con la propria regina e il proprio re, tutti e due molto nobili e caritatevoli, cosa potrebbe mai rovinare tutto?
La Regina Cattiva. Non altro che lei, la donna che ormai possedeva quel reame e che tentava in tutti i modi di uccidere colei che le aveva rovinato la vita, ovvero Biancaneve.
In una lussuosa carrozza, in un giorno come latri, ma con la speranza di avere fortuna, la regina cattiva si avviava verso l’ennesimo villaggio in cerca della sua preda. Ovunque erano appesi manifesti raffiguranti la giovane principessa che in qualche modo, riusciva sempre a sfuggire alla perfidia della regina.
Arrivata a destinazione, la regina, con la sua solita aria perfida, scese dalla carrozza col mantello nero che la seguiva dietro. Fece riunire tutti coloro che abitavano in quel posto in fila per vedere i volti di ognuno e cercare di capire se erano disposti a rivelare dove si nascondesse Biancaneve.
-Allora?- chiese la regina davanti a un mucchio di persone tremanti. –Non avete niente da dire?- Richiese girando avanti e indietro e guardando tutti in faccia. –Sapete benissimo perché sono qui!- esclamò fermandosi e facendo arretrare il mantello con la mano. –Dov’è Biancaneve?- disse sottolineando coi denti il nome della ragazza mentre gli abitanti facevano poco a poco piccoli passi indietro, temendo che la regina cattiva possa fare loro del male. –Vi prometto che non vi farò nulla- aggiunse cercando di usare modi gentili, che purtroppo non erano il suo forte. –Se voi me lo rivelate- concluse tornando al punto di partenza.
Stufa di quelle “inutili” persone, come piaceva a lei definirle, diede loro le spalle e ordinò a bassa voce alle guardie di uccidere tutti appena lei se ne fosse andata. Era la cosa che faceva ogni volta che nessuno si faceva avanti per rivelare dove fosse Biancaneve. La regina era sicura che in ogni villaggio in cui lei passasse, tutti sapevano dove si nascondesse la ragazza, ma stupidamente la proteggevano. Quando invece nessuno avrebbe mai protetto lei a costo della vita. Tutti la consideravano la Regina Cattiva, titolo che senza dubbio si era consapevolmente guadagnata. Ma non avrebbe mai voluto farlo. È stata accecata dall’odio e dalla sete di vendetta nei confronti di chi, a suo parere, le aveva distrutto la vita, rivelando a Cora che sua figlia si era “azzardata ad amare”. L’amore era una debolezza, secondo la madre della regina. Quei pensieri le tormentavano sempre la testa. L’unica cosa che non capiva o che non voleva accettare, era che dentro se c’era un vuoto che non era capace di colmare. Un vuoto così grande che solo l’amore poteva riempire. Ma chi avrebbe mai potuto amare la Regina Cattiva? Ormai le rimanevano solo l’odio e la vendetta.
Senza rendersene conto era già tornata al castello. Uscì dalla carrozza e si diresse verso il portone. Entrando sentì dei rumori provenire da sopra. Chi poteva essere?
Alla Regina salirono i nervi, chi aveva osato introdursi nel suo castello senza il suo consenso?
Infuriata cominciò a salire le scale che la portarono nel piano da cui provenivano i rumori, accorgendosi che provenivano dalle sue stanze. Colse in fragrante dei ladri che stavano rubando. Ladri che puzzavano di foresta, vestiti di verde e bianco. Uno di loro si voltò e vedendo la regina prese l’arco che aveva dietro la schiena con una freccia e lo puntò verso la donna che rimase impassibile e un po’ infastidita mentre gli altri ladri continuavano a rubare incuranti di ciò che accadeva.
-Che cosa vorresti fare? Sfidare la Regina?- chiese la mora in modo altezzoso.
-M’lady, non vorrei mai e poi mai sfidarla- rispose l’uomo con sfacciataggine.
-Sua maestà!- Disse la donna cercando di far capire al forestiero come doveva chiamarla.
-Mi perdoni, sua maestà, non ci siamo ancora presentati, io mi chiamo Robin, Robin Hood-
-A me non interessa il tuo nome, piuttosto interessa come siete riusciti ad entrare. C’è una barriera molto potente che protegge il mio castello, cosa avete usato?- chiese la regina perplessa.
-Non c’era nessuna barriera a proteggere il castello-rispose l’uomo del tutto sincero scuotendo la testa.
-Ma com’è possibile?- richiese la regina. –Me ne sarò dimenticata… che stupida!- disse tra se e se con la testa bassa.
-O non datevi della stupida!- disse l’uomo in modo ironico mentre continuava a puntarle l’arco.
-Come osi tenermi l’arco ancora puntato? Credi mi possa fare qualcosa?- Chiese la regina alzando la testa.
-Questo arco non sbaglia mai il bersaglio- rispose l’uomo.
-Se è per questo neanche la magia sbaglia mai!- disse la donna creando una palla di fuoco con la mano.
-Non ne dubito sua maestà- rispose il fuorilegge con aria di sfida. La regina in risposta lanciò quella palla di fuoco che l’uomo con un po’ di fortuna riuscì a schivare.
-Siete una donna senza esitazioni!- Disse l’uomo sorpreso che lasciò andare subito dopo la freccia che teneva puntata alla regina, ma colpì il muro anziché la donna.
-Hah! Pensavo che il tuo arco non sbagliasse mai!- rispose la regina con presunzione.
-Dipende anche da cosa si mira- ci fu silenzio. La regina rimase sorpresa da quella risposta mentre il ladro la guardava con un sorrisetto irresistibile.
-Tutto bene Robin!?- chiese uno dei ladri all’uomo che “combatteva” contro la regina. Era robusto e aveva una barba abbastanza lunga, castana e riccioluta come i capelli. La regina con la magia lo prese per il collo e lo fece alzare pochi centimetri da terra.
-Little John!- gridò il fuorilegge di prima attirando l’attenzione dei compagni che alzarono subito le armi. –Lascialo ti prego!- aggiunse disperato.
-I ladri meritano solo questo!- rispose la donna stringendo ancora di più la presa e facendo un sorriso maligno.
-Noi siamo diversi, rubiamo ai ricchi per dare ai poveri!- esclamò l’uomo mettendosi la mano sul cuore.
-Non sai quante volte ho sentito questa ridicola storia!-
-Per favore lascialo! Farò tutto ci che mi ordinerete! Abbassate le armi!- ordinò ai suoi amici mentre si metteva in ginocchio a mani alzate. Sapeva che se avrebbe risposto attaccando le cose sarebbero peggiorate, perciò continuava a supplicare la regina non conoscendo la sua cattiveria nascosta dalla bellezza. All’improvviso da dietro una porta spuntò un bimbo tenerissimo dai capelli ricci e neri che attirò l’attenzione della donna. –E tu da dove sbuchi?- chiese al bambino con un sorrisetto e lasciando l’uomo che stava quasi per uccidere. Il piccolo invece rimase in silenzio sorpreso e indifeso.
-Scappa Roland!- gridò l’uomo in ginocchio al bimbo.
-Papà!- diede lui in riposta sorprendendo la regina. A quanto pareva il piccoletto era figlio di quell’uomo dai capelli biondi. –Così questo bambino è tuo figlio…- disse la regina in modo maligno. Subito dopo, con la magia attirò il bambino verso di sé. –Roland!- disperò il padre temendo che gli fosse fatto del male mentre la mora si abbassava all’altezza del bambino che sembrava avesse poco più di 4 anni.
-Ciao piccolo, ti assicuro che non ti farò del male, non avere paura- disse la regina sorridendo al piccolo impaurito. –Davvero?- rispose lui con la sua vocina tenera. –Ma certo, ecco ti faccio un regalo- fece comparire nella mano destra un pupazzo che diede al bimbo. –Ti piace?- gli chiese. Lui annuì.
-Bene, sono sicura che diventeremo ottimi amici!- disse prendendolo in braccio, voltandosi e facendo sparire tutti gli altri per poi farli comparire nella foresta incantata.
Nel mentre…
I ladri si ritrovarono all’improvviso nella foresta e solo dopo che guardarono in giro lo capirono.
-Roland! Dobbiamo andare a riprenderlo!- disse il padre del piccolo in preda al panico.
-Calmati Robin, e ragiona!- rispose uno degli amici.
-Qui c’è in gioco la vita di mio figlio! NON POSSO FERMARMI A RAGIONARE!- esclamò il biondo furioso.
-Pensaci bene Robin! Se dovessimo andare a riprenderlo la Regina ci ucciderebbe subito con un nonnulla! Non hai visto come si è liberato di noi?  E poi avrà già alzato la barriera per proteggere il castello! Rischieremmo solo di perdere la vita, e non credo che Roland voglia perdere anche suo padre!-
-Ma Roland è tutto ciò che mi rimane della mia Marian, e ora è in mano alla regina…- disse Robin scoraggiato.
-Ti prometto, Robin Hood, che troveremo un modo per farti riabbracciare il piccolo Roland- concluse l’amico poggiando una mano sulla spalla del biondo con lo sguardo preoccupato.

 

   
 
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