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Autore: KlaineTime    27/09/2015    0 recensioni
Blaine è un ragazzo di 21 anni, scampato da un passato abbastanza turbolento, che l'ha portato a crescere velocemente, quasi "condannandolo" a restare rinchiuso nella piccola cittadina di Lima. Lavora al Puck's caffè quando l'amico gli propone di dar ripetizioni ad uno studende.
Kurt è a scuola quando gli si presenta il suo primo attacco di panico, il primo di una lunga serie di eventi che lo porteranno a chiudersi in un muro di ghiaccio, troppo grande da poter abbattere... Ma non troppo solido da poter scovare una piccola ma importantissima crepa.
Chi poteva mai immaginare che delle semplici lezioni di matematica potessero sconvolgere del tutto la vita di entrambi?
"...Insomma, si aggirava per il locale come se niente fosse, non era mica colpa sua se gli occhi non facevano altro che fissarlo con aria assorta e sognante. Blaine osservò attentamente ogni suo movimento, dalla camminata al movimento delle mani che sfregavano tra di loro per il freddo, fin alle lunghe ciglia che svolazzavano su due grandi e cristalline pozze blu..."
Genere: Angst, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Un po' tutti | Coppie: Blaine/Kurt
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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UN ATTIMO DI ATTENZIONE:

Salve gente, come va? bene?
Ok... forse dopo questo capitolo inizierete a sentirvi male...
Premetto che è la prima volta che pubblico in questa sezione, quindi per favore abbiate pietà di me... Mi porto dietro questo capitolo da più di un mese
 (Dio... è stato un parto...) Ero davvero indecisa, non sapevo se pubblicarlo o continuare a farmi un milione di viaggi mentali per altri due mesi. In tutto questo sono ancora fermamente convinta l'inizio non abbia senso, ma avevo bisogno di una "parte nosense" (?) per buttare giù la mia idea. Ho già metà della storia in testa, quindi scusatemi se questo capitolo è uno schifo completo, prometto che nei prossimi cambierà tutto ç--ç ma scrivo per migliorarmi, anche se so che ci sono persone molto più brave di me su Efp.
Sono ben accette recensioni negative (so che a fine capitolo probabilmente non avrete neanche voglia di lasciare una recensione) 
Ok penso di avervi già annoiati abbastanza quindi vi lascio al capitolo -Bye.



 
~

Era la prima volta in cui Blaine impiegava il suo tempo libero in qualcosa di davvero utile, non che non avesse mai fatto niente in tutti i suoi 21 anni d'età, per l'amor del cielo, aveva studiato, si era diplomato e aveva cercato lavoro in un piccolo bar di Lima, insomma, la fine che ogni adolescente rinchiuso in quel buco di città poteva fare, soprattutto se quell'adolescente era un ragazzo gay con la passione per le arti.
Blaine non odiava Lima, gli sembrava un posto tranquillo in cui vivere, piuttosto odiava la carenza di popolazione in grado di formulare una parola di senso compiuto che non fosse "finocchio" o "frocio", ma in fondo non poteva fargliene una colpa erano persone cresciute nell'ignoranza globale della propria famiglia, molto probabilmente parlavano dell'omosessualità come se fosse una rara malattia altamente contagiosa come la lebbra.

Il moro vi era ormai abituato alle frecciatine e gli sguardi disgustati per stada, niente di particolare ovviamente, al contrario degli spintoni e le granitate in piena faccia ricevuti negli anni di liceo. Non pensava che la piramide gerarchica fosse così importante al Mckinley, sapeva che li il Glee Club non era molto popolare, ma essere presi di mira dai bulli e venir denominati sfigati per il resto dell'anno scolastico, quello non poteva proprio accettarlo.

Ma ovviamente le lamentele al Mckinley non servivano a nulla, quella non era la Dalton e Blaine non studiava più li... non cantava più li.  Aveva smesso totalmente di farlo. Era come se una piccola lampadina si fosse improvvisamente spenta nella sua testa, almeno finchè la mente del moro non si perse tra gli acuti suoni che qualcuno di fronte a lui tentava di produrre. Non erano vere parole, soltanto un brusio di note e suoni muti provenienti da quelle labbra rosee appena socchiuse.
Non sapeva perchè fosse rimasto a fissare così attentamente quel ragazzo canticchiare mentre puliva uno dei banconi su cui venivano poggiate le bottiglie di alcol, forse perchè Blaine pensava di aver avuto un'allucinazione quando quella sottospecie di folletto era uscito dalla porta dello sgabuzzino con scopa e paletta.

Insomma, si aggirava per il locale come se niente fosse, non era mica colpa sua se gli occhi non facevano altro che fissarlo con aria assorta e sognante. Blaine osservò attentamente ogni suo movimento, dalla camminata al movimento delle mani che sfregavano tra di loro per il freddo, fin alle lunghe ciglia che svolazzavano su due grandi e cristalline pozze blu, quasi a volercisi tuffare dentro.  Iniziò a pensare di soffrire di seri problemi mentali, stava fissando un ragazzo come se avesse dovuto sbranarlo di li a poco... ok ... forse quella poteva essere un idea.

"Dio Blaine riprenditi!"

Si ammonì mentalmente, prima che il suo ultimo briciolo di sanità mentale si fosse dato ai falò insieme ai neuroni abbrustoliti, un perfetto barbecue di intelligenza.

Se non fissarlo era così impossibile, allora avrebbe dovuto cavarsi gli occhi, o peggio, avrebbe dovuto staccarsi la testa a forza di schiaffi, perchè  quella sottospecie di folletto adesso lo stava fissando con un espressione sconvolta e spaventata in viso.
 
"Oh cavolo" Ok di certo farsi beccare a fissarlo con aria da maniaco incallito non era una delle cose migliori che Blaine potesse fare, adesso lo avrebbe decisamente preso per un fanatico in piena crisi ormonale...forse lo era,  dopo questa dubitava anche di non esserlo.
"Perfetto Blaine, sei un genio" fece per distogliere lo sguardo continuando a sistemare le ultime sedie in sala con le guancie ancora rosse dall'imbarazzo, prima si sarebbe deciso a trovarsi un ragazzo, prima le sue crisi da adolescente sarebbero finite.
Era da più di un anno che ormai ripeteva a se stesso che avrebbe potuto cavarsela anche da solo, le relazioni sentimentali non erano mai state un problema per Blaine, certo, aveva avuto qualche cotta e aveva baciato qualche ragazzo, ma le relazioni serie non erano mai state il suo forte, nel corso degli anni, aveva ceduto semplicemente all'idea che "Blaine era fatto per stare con Blaine" un alternativa logica dopotutto... almeno per lui.
Si girò un'ultima volta verso il ragazzo prima di prendere il cappotto e ritornarsene a casa nel caldo e confortevole piumone di pile, ma quando si voltò in direzione del bancone non cera più nessuno li a sistemare le bottiglie.
"Complimenti razza di idiota che non sei altro" si assicurò di essersi dato un abbondante dose di insulti prima di uscire dal locale e dirigersi verso casa.



*
-Blaine mi spieghi dove diavolo hai messo le tazzine da caffè?
Erano le sette del mattino, ma al Puck's Cafè, (come al solito...) sembrava già scoppiata la terza guerra mondiale.
-Puck sono li davanti a te.
-Non le vedo, non ci sono qui. Dannazione Anderson, non puoi far sparire le mie tazzine da caffè.
Si alzò di scatto dallo sgabello dirigendosi velocemente al bancone dove il suo amico stava disperatamente facendo vagare gli occhi, alla ricerca delle tazzine in porcellana. Oh ma prima o poi Blaine glie le avrebbe rotte, ci avrebbe scommesso su tutto il gel che aveva nei capelli. Si avvicino ad uno dei cassetti e lo aprì distrattamente prima di girarsi con aria soddisfatta verso l'altro.
-Lo dicevo io che non c'erano sul bancone.
Blaine roteò gli occhi, prima di sbuffare e ritornare a sorseggiare il suo cappuccino lontano dalla confusione che Puck era capace di creare anche preparando del semplicissimo caffè, probabilmente in una cristalleria avrebbe fatto meno danni.
Era da più di un anno che ormai lavorava li con il barista, ovviamente non si era ancora abituato alla sfrenata vita dell'amico, preferiva starsene tranquillo sul suo amato sgabello, intervenendo solo in caso di qualche catastrofe all'angolo stoviglie... già... elefante, cristalleria... insomma, tutti sinonimi di Noah Puckerman.
Fece per alzarsi e andar a gettere il bicchiere nell'immondizia.
"Dannata raccolta differenziata"
Non aveva ancora capito il nesso logico della raccolta differenziata, che senso aveva suddividere la spazzatura se poi finiva tutto in un unico cassonetto?
-Ah giusto, devo chiederti un favore, amico.
"ci risiamo..."
-Puck non recupererò di nuovo il numero telefonico di qualche donna, finito nel cassonetto dell'immondizia... Dio, non farmi pensare, quella puzza e ... diavolo, era tremenda, è sparita dopo una settimana dai miei vestiti!
-No no amico, nessun numero, so che sei bravo in tutti quei calcoli e così...
Balbettò un po' tra se e se, evidentemente, scegliendo le parole più adatte da dire al moro, mentre quest'ultimo gli lanciava un occhiata alquanto stranita, non capendo praticamente niente di quello che l'amico voleva comunicargli con "tutti quei calcoli"... ormai aveva perso il conto delle volte in cui aveva provato a tradurre le frasi incomprensibili di Puck, dopo un anno non sapeva neanche più perchè si sforzava così tanto a decifrarne il nesso logico.
-Si tratta di semplici ripetizioni, dovevo un favore ad un amico e ... dai Blaine non puoi dirmi di no, si chiama Kurt Hummel ed è uno studente del Mckinley.
Il moro venne colpito da una leggera scossa ... Mckinley... il sol pronunciare il nome di quell'inferno metteva i brividi.
-Diavolo Puck... non dirmi che è uno di quei tipi che si atteggiano a bulli solo per essere popolari!.
Ma cosa diamine aveva al posto del cervello? segatura? probabile... come gli era saltato in mente di accettare un impegno simile senza aver chiesto neanche il permesso al futuro "insegnante". Dar ripetizioni era già un lavoraccio, se poi venivano aggiunte le parole "ragazzo" e "Mckinley" era finita. Sapeva come i ragazzi in quella piccola scuola di Lima potessero diventare pericolosi, e dar ripetizioni ad uno di loro era come stringere un all'eanza con il proprio aguzzino... inquietante, letteralmente inquietante. Tutto in quella scuola trapelava corruzione... ovviamente tutto tranne il Glee Club.
- Credimi, ti piacerà.
- Certo... e che faccia avrebbe questo "Kurt Hummel" ?
marcò le ultime due parole con una punta di disprezzo... infondo, cosa ne sapeva di questo ragazzo?. Finì distrattamente di riporre i pacchi di caffè negli appositi scatoloni, cercando di sistemarli al meglio sui vari ripiani, la confusione che si creava quando le cose non erano al loro posto era decisamente snervante.
-è il ragazzo che è venuto a dare una mano la scorsa settimana... ha sistemato perfettamente il bancone... oh guarda, è ancora lucido!
Blaine era sicuro che se fosse stato un personaggio di quei cartoni animati che adesso trasmettono in tv, di li a poco avrebbe visto la sua mascella calare di due piani...
*


SBAM
Il rumore ferroso degli armadietti che sbattevano l'un l'altro, il crepitare di passi, le occhiate, le sguaiate risate che rimbombavano fastidiose nella testa. Kurt sobbalzò al rumore di un altro armadietto che veniva chiuso con prepotenza, mentre recuperava velocemente i libri di biologia dall'armadietto. Era appena scattata la prima ora e la stanchezza della notte passata lo aveva assalito di soppiatto, lasciando che i nervi tesi e i muscoli indolenziti, risvegliassero quel fastidioso mal di schiena, che ormai non lo lasciava andare nemmeno un secondo, da quando il suo nuovo letto era diventato il freddo pavimento del suo minuscolo e gelido appartamento. Sussultò rumorosamente quando un giocatore di footbool gli passò accanto, ancora scosso dai suoi pensieri, e catapultato nella realtà con un forte e violento spintone contro l'armadietto ancora semi aperto. Non ci pensò neanche ad alzare lo sguardo, sapeva che il prossimo spintone sarebbe stato soltanto più doloroso. Raccolse la cartella ai suoi piedi avviandosi velocemente nel corridoio ormai vuoto. La classe distava soltando un paio di metri, ma Kurt giurò di aver sentito il pavimento cedere sotto ogni suo passo. Arrivato in classe prese posto al solito banco in fondo alla classe, Mercedes non era ancora arrivata, così si sedette, approfittando della mancanza dell'amica per ripetere gli ultimi capitoli dell'odiato libro di biologia, ignorando i muscoli doloranti al contatto con il legno scheggiato della sedia.
1...2...3 rintocchi.
TIC TOC TIC TOC ...
rumore assordante di lancette... battiti, frenetici e incontrollati che schioccano rapidamente fra le ossa, pompando il sangue fino a far salire la nausea. Tremolii, scosse e vertigini in quella stanza... eppure, agli occhi cristallini di Kurt era tutto perfettamente immobile, tutto così innaturalmente freddo. Allora perchè le lancette continuavano a tintinnare se lo scorrere del tempo pareva non aver senso?... brividi cominciarono a percorrere il corpo, come formiche invisibili, fino a stringere...fino a soffocare. Ancora voci, assordanti e indistinguibili, cercavano invano di attirare la sua attenzione.
"Tesoro, sei pallido"
La voce profonda di Mercedes, ancora un po' sfocata, raggiunse l'orecchio del soprano, scosso ancora da tremolii implacabili.
"Kurt... Kurt rispondimi, ti senti bene?... Hey"
La situazione stava degenerando velocemente. Balzò in piedi, precipitandosi fuori dalla classe, dopo secondi infiniti, raggiunse a grandi passi la porta del bagno, chiudendosela poi dietro frettolosamente. Arrancò un paio di volte cercando di non cadere, poggiando le mani sul lavandino in un vano tentativo di fermare la testa che girava vorticosamente, appannandogli la vista. Chiuse gli occhi, cercando di far scivolar via la paura, fermandosi un secondo ad ascoltare... solo silenzio... nessun rumore di passi che si avvicinavano, nessun rumore di mani che lo afferravano, nessun rumore di lui che finiva in un cassonetto... nessun urlo, nessun rumore di ossa che si spezzano, solo il suono del suo respiro affannato e tremolante.
 Alzò lentamente il viso ritrovandosi faccia a faccia con la sua immagine riflessa nello sporco specchio della scuola, due occhiaie facevano capolineo sul volto pallido e stanco. Osservò ancora la sua figura affannata, mentre il silenzio veniva improvvisamente spezzato da una risata isterica, gli occhi adesso, colmati da piccole lacrime che scorrevano sinuosamente sulle guancie.
Kurt non si accorse di star piangendo, ci fece caso soltanto quando gli occhi iniziarono a bruciare e le gambe cedere sotto il peso del corpo, le assecondò, accasciandosi lentamente sul pavimento freddo e lurido del bagno. 
Così semplicemente, lasciò che le lacrime scorressero libere, perchè ne aveva davvero abbastanza, e non importava se i singhiozzi si sarebbero uditi ovunque, quel dolore che batteva forte e rumoroso nel suo petto, sarebbe rimasto solo ed unicamente il suo, e non avrebbe permesso a nessuno di sentirlo.





BRUTTO ANGOLINO DELL'AUTRICE (?) ...certo
Si... lo so... state pensando "ma é ancora qui?"
Volevo solo avvisare che l'html ha dato di matto, come potete vedere il risultato è stato pessimo...
E in fine volevo ringraziare la mia fantastica beta, che ha corretto i miei obbrobbriosi scleri e mi ha davvero tirato su di morale <3
Grazie Andy, ti voglio bene anche se rompi ogni santo giorno  x"
Detto questo... vi lascio riposare, al prossimo capitolo (o almeno spero...)  Bye ^^
   
 
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