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Autore: Eulalia_writer    27/09/2015    9 recensioni
Fedez's pov
Dal testo: "La melodia oscena che produco farebbe rabbrividire chiunque. Mi fermo quando sento una mano che si posa sulla mia spalla: «Fedez, yo prometto di non stuprarte, però, per favoore, smetela de violentare el mio povero piano!»"
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Fedez
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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{Fedez's pov}

- «Ehi, piccolo Freud, sei occupato?».

Mika viene ad aprirmi con un sorriso stanco e mi invita ad entrare; mi accomodo sul divano e mi guardo intorno, spiando il disordine del suo camerino –lui si siede sullo sgabello del pianoforte a muro che occupa metà di una delle pareti.

- «Hai bisogno?» mi chiede.

- «Ho sentito che stavi suonando e non avevo altro da fare, quindi ho pensato di venire ad ascoltarti dal vivo».

- «Sì! - il suo sorriso si allarga – come here!».

Mi avvicino e lo osservo da sopra la spalla, mentre lui fa scivolare le dita sui tasti e compone una melodia leggera e sconosciuta.
Quando il brano finisce, applaudo, e lui mima un inchino senza alzarsi dal suo trespolo.

- «Sarà banale da dire, ma sei bravissimo. Io sapevo fare qualcosa, ma non mi ricordo più niente».

- «Vuoi che te insegna un pezeto piccolo di una mia canzone?».

Controllo l'orologio che mi dice che ho ancora abbastanza tempo a disposizione, quindi accetto la proposta.
Mi lascia un po' di spazio sullo sgabello e mi siedo vicino a lui.
Mi chiedo per un attimo se questa distanza così ravvicinata possa avere qualche effetto su di lui e decido di staccarmi un po' -non si sa mai.
Lui non se ne accorge -o finge di non accorgersene- e comincia a farmi vedere quali tasti devo usare. Appena provo a riprodurre da solo le prime note, risulta chiaro che non sarà un'impresa facile: le mie dita vanno dove vogliono e premono tasti a caso.

- «Aspetta, aspetta» mi dice, poi si alza, si mette alle mie spalle e si piega su di me, posando delicatamente le mani sulle mie, così da potermi guidare. Io mi irrigidisco e questa volta se ne accorge: si solleva e mi chiede di girarmi per poterlo guardare in faccia -io ubbidisco e lui mi chiede quale sia il problema.

- «Ti sente a dissagio?».

- «No, no, è che non so... non so come comportarmi».

- «Perchè sono gay?».

Annuisco, abbassando la testa, ma lui scoppia a ridere e avvicina le labbra al mio orecchio per bisbigliarmi che non devo preoccuparmi: - «Non ho intenzione di stuprarte. You are not my type -poi si alza di scatto- pensi di riusciare a sopportare la mia vicenanza o devo insegnarti a suonare da l'altra parte della stansa?».

Ridiamo entrambi e ricominciamo la lezione: mi spiega un paio di volte, guidando le mie dita, poi mi lascia provare da solo.
La melodia oscena che produco farebbe rabbrividire chiunque.
Mi fermo quando sento una mano che si posa sulla mia spalla.

- «Fedez, yo prometto di non stuprarte, però, per favoore, smetela de violentare el mio povero piano!»


 

  
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