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Autore: LunaMoony92    27/09/2015    2 recensioni
Roberta vive ormai da 8 mesi a Berlino e il suo tempo in città sta scandendo. Tra poco meno di un mese dovrà tornare in Italia, alla sua solita vita. Per svagarsi, un pomeriggio decide di uscire per andare in uno dei suoi posti preferiti, l'Hard Rock Cafè. Sta leggendo tranquillamente un libro, quando uno sconosciuto attira la sua attenzione. Ma appena i loro occhi si incrociano, lei si rende conto che quello sconosciuto è Chris Evans.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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In giro per le strade di Berlino riusciamo a passare quasi inosservati. In una qualsiasi città italiana saremmo risaltati come una macchia di sugo su un abito bianco, ma qui sembra che nessuno faccia caso a noi due. L’ho già detto che amo questa città?
Passeggiare accanto a Capitan America è qualcosa che non mi sarei mai aspettata quando sono uscita fuori dalla Residenza per il mio tour in solitaria, ma devo dire che se queste sono le sorprese che Mercurio aveva in serbo per me secondo il mio oroscopo, beh, forse inizierò a crederci. Stiamo camminando solo da dieci minuti e nessuno di noi due ha ancora detto una parola. Tutto questo silenzio non fa per me, ma, al tempo stesso, non so cosa dire.
“Non conosco molto bene la città” dice poi ad un tratto Chris. “Dimmi, qual è il tuo posto preferito qui?.”
E, così dicendo, inforca i suoi inconfondibili Ray Ban, è bello come il sole.
Scuoto leggermente la testa per darmi un contegno. Devo comportarmi come se fosse un mio amico, devo cercare di essere naturale, non una scimmia decerebrata che gli sbava dietro. Odio il genere.
“Il mio posto preferito in realtà è lo zoo. Ma non credo che lì troverai la birra che stavi cercando.”
I suoi occhi si illuminano, come quelli di un bambino.
“Lo zoo? O mio Dio, davvero? Non ci sono ancora stato. Nessuno vuole mai andarci quando lo propongo. Chi se ne frega della birra, andiamoci subito.”
Non posso fare a meno di sorridere vedendo con quale entusiasmo ha accettato la mia proposta. Ho letto da qualche parte che il suo posto preferito è Disneyland. Mi piace questo ragazzo.
Prendiamo la metro, come i comuni mortali, e in quattro fermate siamo arrivati a destinazione. Non vado allo zoo da tanto tempo, non vedo l’ora di rivedere i pinguini.
“Ci sono i pinguini qui?” dice poi Chris, come se mi avesse letto nella mente. Probabilmente sgrano gli occhi, perché subito mi chiede: “Ho detto qualcosa di sbagliato?”
“No, è che… Io stavo pensando proprio questo.”
Prendiamo i biglietti ed iniziamo il nostro giro fra le gabbie degli innumerevoli animali  che lo zoo di Berlino ospita. Chris sembra davvero un bambino felice, mi trascina da un recinto all’altro senza darmi sosta. E’ davvero pieno di energia. La cosa che più mi fa pensare è che sembriamo davvero due amici di vecchia data.
E’ facile stare con lui. Abbiamo urlato insieme estasiati alla vista dei pinguini, abbiamo cercato di incitare ad alzarsi l’orso bianco che poltriva beatamente e ci siamo incantati davanti ad un elefantino che, dopo essere caduto goffamente a terra, veniva aiutato ad alzarsi dalla sua mamma. Sono già le 19, quando dall’altoparlante una voca robotica comunica che lo zoo sta per chiudere.
“Ma non siamo riusciti a vedere i serpenti!” mi lamento.
“Vorrà dire che dovremo tornare di nuovo”
Wow, questa proprio non me l’aspettavo. Ho etichettato mentalmente questa giornata come “via di fuga dal set”, ovvero l’attore che ha una mezza giornata libera e cerca di evadere prima di tornare a lavoro, ma qualcosa sta iniziando ad andare diversamente da come avevo previsto.
 
 
Se mi fermo un attimo ad analizzare questa giornata, mi rendo conto che è solo grazie al mio tempo trascorso lontana da casa che tutto questo è potuto accadere. Probabilmente, se fosse accaduto mesi fa, mi sarei data alla fuga o avrei balbettato per tutto il tempo.
Flash della me di un tempo mi scorrono davanti agli occhi, come un film mandato avanti velocemente. Chi ero prima non lo sono più, ma le paure di un tempo non mi hanno del tutto abbandonata. Mi mordo le labbra.
Forse dovrei salutarlo ed andare via.
Proprio quando sono quasi sicura di avere raccolto il coraggio che mi serve per digli addio, Chris incrocia i miei occhi e, nello stesso momento il mio telefono squilla.
Non so se prendere il telefono o fingere di non aver sentito, ma Chris sorride e mi invita a controllare.
E’ il gruppo whatsapp della mia famiglia. Leggo l’anteprima del messaggio.  “– 14 giorni e sarai di nuovo a casa. Ci manchi tanto.”
La malinconia e la tristezza mi assalgono. Dovrei rispondergli, ma non so davvero cosa dire. I miei occhi hanno fastidiosamente iniziato a pizzicare, così li strizzo un po’, chiudo il telefono in borsa e faccio un bel respiro.
Il mio cambio di umore così repentino non è passato inosservato. Quando alzo occhi, Chris mi sta guardando con uno sguardo interrogativo, ma gentile.
“C’è qualche problema?” sembra preoccupato.
“No, nessun problema. Solo un messaggio dalla mia famiglia.”
“Dall’Italia, giusto? O mio Dio, siamo andati insieme allo zoo e ancora so così poco di te! Non va bene, se dobbiamo diventare amici.”
Abbozzo un sorriso, è davvero dolce a cercare di farmi stare meglio. Tiro su con il naso e poi decido che anche io voglio essere gentile e non voglio scappare, almeno per stasera.
Non ci penso più di tanto per paura di cambiare idea e, di getto gli propongo:  “Andiamo a cena in un ristorante italiano, ti va?”
Chris finge di pensarci su un attimo. 
“Adoro mangiare Italiano. Ti seguo.”
 
 
 
“Erano i miei primi giorni a Berlino, stavo vagando senza meta per la città in uno dei miei primi tour in solitaria, quando mi è comparsa davanti questa insegna” gli dico, indicandogli la scritta rossa che troneggia sul palazzo ad angolo nel quartiere del Kurfurstendamm.
“Vo piono? Cosa significa?” mi chiede, visibilmente confuso. Non posso fare a meno di ridere, il suo sopracciglio destro si è alzato in modo inverosimile.
“Si chiama VA PIANO e significa, vai piano, non correre. Tutto nasce da un modo di dire italiano: CHI VA PIANO VA SANO E VA LONTANO” scandisco in  italiano, cercando poi una traduzione che possa calzare.
“Non cucineranno come mia madre, ma.. Beh, è il meglio che ho trovato in città, quindi, benvenuto!” dico, aprendo la porta.
La ragazza alla cassa mi saluta sorridendo, sono una cliente fissa da quasi un anno ormai. Mi sta per indicare un tavolo libero, quando, rendendosi conto di chi sia il mio accompagnatore, spalanca la bocca e resta così, sotto choc.
Mi volto a cercare Chris, ma è sparito. Il locale non è ancora molto affollato, così riesco facilmente a ritrovarlo.
“Sei già in fila per la pasta?”
“Non riesco a scegliere, devi aiutarmi.” mi dice, entusiasta. “Adoro questo posto!”
Che sollievo! Non è certo uno dei raffinati ristoranti in cui le star sono abituate a cenare, ma per me è il massimo. E’ un ristorante “semi self service”, con camerieri sui pattini e cuochi che ti preparano la pasta in 5 minuti. Sono contenta che gli piaccia, questa giornata va sempre meglio. Sono contenta di non essere scappata via, la “nuova me” fa scelte migliori della vecchia me.
“Io ti consiglio di prendere la pasta al pesto. E’ quella che sanno fare meglio.” gli dico indicandogli il cartoncino corrispondente.
Chris sembra un po’ dubbioso, dopotutto gli sto consigliando della pasta verde, non deve sembrare il massimo della bontà ai suoi occhi.
“Ma forse è meglio che tu cominci con una semplice pasta al pomodoro. Io prenderò quella al pesto, se vuoi puoi assaggiarla da me, ok?”
Ok, mi sono decisamente spinta oltre. L’ho conosciuto soltanto qualche ora fa e ok, ci sono andata insieme allo zoo e abbiamo sclerato di brutto insieme, ma non siamo certo amici.
Anche se, non riesco a capire perché, ma a parte l’imbarazzo iniziale, mi viene naturale stare con lui e trattarlo come se ci conoscessimo da tanto tempo e credo che anche per lui sia lo stesso. Vivere in città da sola per queste due settimane senza i miei amici mi avrà fatto questo effetto, non c’è altra spiegazione. Ho davvero bisogno di un amico.
“Ok, abbiamo un patto” mi dice e sembra soddisfatto. Forse posso abbassare la guardia e godermi il momento senza pensarci troppo. Dopotutto, sono a  “casa”.
 
 
 
“Non avrei mai pensato di dirlo, ma questa pasta verde è davvero buona!”
“Te l’avevo detto! Peggio per te che non ti sei voluto fidare.” gli dico, togliendogli il mio piatto davanti.
“Ma come sei egoista! Sto cercando di imparare qualcosa della tua cultura!” dice sorridendo, con la bocca ancora piena.
“Allora, adesso che abbiamo visto i pinguini allo zoo, abbiamo mangiato italiano, penso che dovremmo davvero conoscerci meglio. Non posso finire la pasta di una persona che non conosco abbastanza bene, sarei un maleducato. Raccontami qualcosa.” mi incita, avvicinando il boccale di birra verso di me.
“Mi passi la tua birra perché ti senti in colpa per la mia pasta?” gli dico seria, poi scoppio a ridere.
“Mi sembra equo”
Bevo un sorso e schiarisco la voce. Non so bene cosa dire in realtà.
“Sai già che mi chiamo Roberta, sono italiana e mi piacciono i pinguini. Che mi piace vagare per città, che frequento l’Hard Rock Cafè…” a questo punto ci guardiamo per un attimo e scoppiamo a ridere. Il ricordo della nostra fuga è troppo assurdo per poterlo mettere da parte.
“Si, ma non è abbastanza, non posso ancora dire che siamo amici e rubarti la pasta. Ho un codice d’onore, io. Raccontami qualcosa di te che nessuno sa, allora saremo amici.”
Questa sua richiesta mi prende davvero in contro piede. Cerco di mascherare la mia sorpresa e bevo un altro sorso di birra, anzi due. Una cosa che nessuno sa… Ci sono tante cose che nessuno sa di me, ma non credo di essere pronta a raccontarle a Chris. Come si diceva nel Titanic “Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti”. Il mio è un pozzo senza fondo, di quelli davvero oscuri e inquietanti. Ci penso su un altro po’ e alla fine decido. Dopotutto, ha assistito al mio cambio di umore repentino all’arrivo del messaggio, è come se fosse già stato scritto che lui sapesse e poi, finalmente, lo racconterò a qualcuno, togliendomi questo peso enorme.
“Ok, c’è una cosa che nessuno sa, a parte me. Sono qui a Berlino da 8 mesi e mezzo e fra due settimane dovrei tornare a casa. Solo che… Il mio tutor mi ha detto che c’è la possibilità di rimanere qui per altri 3 mesi e io.. Non so che fare. Non l’ho ancora detto a nessuno. Per questo prima quando ho ricevuto il messaggio dalla mia famiglia sono diventata triste. Sono così felici all’idea che io ritorni... Non so che fare. I miei amici sono andati via da quasi un mese e io… Mi sento sola.”
Ecco, finalmente l’ho detto. Mi sento infinitamente più leggera, ma anche un po’ in imbarazzo.
Chris è un po’ pensieroso e io sto iniziando ad andare nel panico. Perché non parla? L’ho spaventato? Oddio, l’ho spaventato. Prendo il piatto con quel che resta della mia pasta e lo avvicino a lui.
Adesso è tua di diritto” gli dico imbarazzata, cercando di alleviare la tensione.
Lui sorride e prende il piatto, poi inizia a parlare.
“Per essere davvero pari, adesso ti dirò anche io una cosa che nessuno sa. Mi manca la mia famiglia, tantissimo. Passo ogni minuto libero su Skype con mia sorella e mia mamma. Siamo molto legati, facciamo questi viaggi a Disneyland ogni volta che torno a casa e stare qui non è facile per me. Ma è il mio lavoro, è quello che amo fare, quindi… Anche se a volte è dura, ne vale la pena. Anche se a volte mi sento solo.”
Fa una pausa e mi guarda negli occhi. I miei iniziano fastidiosamente a pizzicare, spero non mi tradiscano.
“Forse dovresti rimanere, se credi che sia la cosa giusta da fare. La tua famiglia capirà, ne sono sicuro. E poi vuoi andare via proprio adesso che stiamo diventando amici? Cioè, mi prendi in giro?”
Il pizzicore sta diventando insopportabile, i miei occhi saranno già diventati rossi.
Devo andare via prima che lui mi veda piangere. Non voglio rovinare la sua giornata fuori dal set.
Mi volto a cercare la mia borsa, userò la classica scusa del bagno, ma quando mi volto per dirglielo, sento una lacrima scivolare lungo la mia guancia.
E’ troppo tardi. Il fiume ha iniziato a straripare e fermarlo adesso è impossibile.
Vorrei davvero sparire, prima che inizino i singhiozzi.
Non c’è stato un momento  oggi in cui non abbiamo riso, era tutto troppo perfetto. La “nuova me” stava facendo un ottimo lavoro, ma la vecchia me è dura a morire.
Adesso che gli argini sono saltati via, so che sarà davvero difficile smettere. Ho trattenuto queste lacrime per troppo tempo, fingendo di avere tutto sotto controllo, dicendomi che ce l’avrei fatta, ma stavo solo mentendo a me stessa. Io so che voglio rimanere qui, anche se mi manca tanto la mia famiglia, la mia casa e mi sento sola. Ma stare qui è davvero la più grande opportunità che io abbia mai avuto e anche se ci rimarranno male, io devo rimanere, perché, come ha detto Chris, per me è la cosa giusta da fare.
Chris si sta avvicinando e io non ho vie di uscita. Mi vergogno da morire, non è così che avevo immaginato di finire la serata.
“Ehi… Ho detto qualcosa di sbagliato?”  mi dice porgendomi un fazzoletto. Sembra davvero preoccupato, è così dolce.
“No, è solo che… Hai ragione e io… Io devo dirlo alla mia famiglia e questo mi fa stare un po’ male. Mi dispiace di essere scoppiata così. Ho solo bisogno di un po’ d’aria.”
“Ti accompagno a casa se vuoi.” mi dice poi porgendomi la mano.
Io l’afferro, ma non mi basta.
Ho un vuoto nel petto e ho bisogno di un abbraccio di un amico adesso, ma i miei amici non ci sono. Sono sola, terribilmente sola e se fino ad ora ho finto che questo mi andasse bene, beh, adesso non ho più motivo di fingere. Così mi alzo in piedi e lo abbraccio di slancio.
“Andrà tutto bene, Roberta.” mi dice piano.
“Andrà tutto bene.”
  
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