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Autore: rekichan    13/02/2009    5 recensioni
Seconda classificata al contest mitologia di Lalani
Lasciami fare. Lascia che ti apra gli occhi.
«No!»
Loro sono solo ombre.
Genere: Drammatico, Mistero, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Naruto Uzumaki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mito scelto: Il mito della caverna, di Platone

Mito scelto: Il mito della caverna, di Platone. Il caro filosofo illustra, in uno dei suoi dialoghi, il mito della Caverna. Qui vivono gli schiavi, incatenati con la luce dietro di loro e il muro della caverna davanti, così che riescono a vedere solo le proprie ombre (ovvero le immagini riflesse e distorte della realtà).
Un bel giorno, uno schiavo si libera dalle catene ed esce dalla caverna. Inizialmente viene accecato dalla luce (l’Idea suprema del Bene), perché gli occhi si devono riabituare. Quindi, osserva la realtà da una polla d’acqua che la riflette.
Solo successivamente, riuscirà ad alzare gli occhi sul mondo e, quindi, a contemplare la vera realtà (il mondo delle Idee, l’Iperuranio).
Tuttavia, quando entrerà nella caverna per riferire agli altri ciò che ha visto, verrà ucciso perché non tutti sono disposti ad accedere alla verità.

Note dell’autrice: questo accade quando ci si iscrive ai contest senza ispirazione e senza tempo a disposizione.
Risultato: un blando tentativo di mettere in chiave Narutesca il mito platonico della caverna. Non è mitologia vera e propria – è più filosofia. Comunque sia, mi sembra chiaro che, per caverna, qua si intenda lo stomaco di Naruto, ovvero l’appartamento dove risiede la cara Kyuubi (che non è di certo un attico a Manhattan).
Spero sia comprensibile. Mi dispiace non aver saputo fare di meglio perché il contest mi piaceva, ma Madonna Ispirazione ha deciso di prendere altri sbocchi.
Sono più che felice del secondo posto, anche perché così ho restituito alla mia dolce metà quel mezzo punto che non le era andato giù al contest 2Weeks di Kurenai. Contenta amore?

Ovviamente, questa storia gliela dedico. Insieme a tanti complimenti per la vittoria^^.

Un grazie a Lalani che è stata così veloce con i giudizi.

A presto,

rekichan

 

 

Shadow on the wall

 

 

Le ombre la circondavano, impedendole di scorgere una qualsivoglia luce, parte quella riflessa alle proprie spalle.

Detestava quel luogo. Era angusto; stretto. Soffocante.

E vedeva solo ombre in costante mutamento; in continuo sviluppo.

Mai nulla di costante, parte quella penombra eterna in cui era immersa.

Le catene stringevano, impedendole di muoversi. Ogni giorno, malediceva quell’umano per averla rinchiusa lì; per non aver compreso che imbrigliare una forza della Natura era osare troppo.

Eppure era lì: la potenza del fuoco rinchiusa in un piccolo essere umano; un moscerino, al confronto con la creatura che racchiudeva.

E le ombre… le ombre…

Ringhiò furiosamente, scagliandosi contro la parete.

Percepiva le voci dall’esterno; richiami; insulti.

E i sentimenti di quel ragazzo, confusi come le ombre.

Non riusciva a vedere tramite i suoi occhi; non riusciva ad entrare in completa sintonia con lui.

Erano due menti discordanti; sofferenti.

Chiuse in se stesse.

Ogni tanto, riusciva a cogliere qualche frammento di conversazione. Poca roba, in definitiva. Più che altro frasi.

La sua realtà, ormai, erano le ombre.

 

Rammentava il giorno preciso in cui riuscì a rompere, per la prima volta, le proprie catene e lo vide.

Era microscopico, al suo confronto. Un cucciolo d’uomo spelacchiato, con una ridicola tuta arancione.

Riflesso di una realtà che non poteva ancora vedere pienamente ma che, finalmente, cominciava a scorgere.

«Ehi volpaccia, dammi un po’ del tuo chakra come affitto!»

Impertinente. Ghignò, sollevando il labbro ferino e scoprendo i canini.

Sai che potrei squartarti, umano? Potrei distruggerti in pochissimo tempo.

Fu solo un pensiero, frutto del misero desiderio di riaffermare il proprio potere; di sentirsi ancora una volta superiore.

Ma sapeva benissimo anche lei che, per adesso, quel ragazzino le serviva.

Doveva essere il suo occhio sul mondo; la sua polla d’acqua in cui guardare riflesse le cose reali.

Almeno finché non si fosse riabituata a vedere.

 

Fu la luce.

La rabbia animalesca del cucciolo umano spezzò definitivamente le catene; esplose come un fiume in piena, permettendole finalmente di vedere.

Ecco la realtà tanto agognata. Ecco, finalmente, l’esterno.

Inalò l’aria fresca;  scrutò il mondo con gli occhi ferini, pregustando il vapore acqueo che stazionava nell’etere; gli odori impercettibili di fiori, piante e animali che si mischiavano tra loro.

Soddisfatta, sorrise con labbra non proprie, mentre il ragazzino, al suo interno, urlava.

Come se anche lui, fino a quel momento, non fosse vissuto sempre tra le ombre; in un calderone di menzogne, falsità e ipocrisia.

Eppure continuava a ribellarsi; a cercare di riprendere il controllo del corpo che, ormai, non gli apparteneva più.

Cercò di placare la sua furia; di acquietare il suo spirito inquieto.

Doveva mostrargli ciò che lei aveva scorto chiaramente.

Doveva fargli vedere la luce.

 

Ti hanno sempre odiato. Tutti. Non si sono fidati di te. Ti hanno allontanato, considerato un incapace, bandito e mentito.

«Non è vero.»

Ti hanno isolato.

«Non tutti.»

Chi non lo ha fatto, però, ti ha abbandonato. Nega questo, cucciolo d’uomo. Lui se ne è andato. Lei è morta. Gli altri non ci sono.

«…»

Lasciami fare. Lascia che ti apra gli occhi.

«No!»

Loro sono solo ombre.

«…»

 

Il rasengan perforò il cuore dell’involucro che ospitava lo spirito, la mente e il cuore di Naruto Uzumaki e Kyuubi no Youko.

Un sorriso flebile si dipinse sulle labbra del ragazzo; un rivolo di sangue scivolò lungo il mento.

Perché? Perché ci uccidi? Pensa a quello che ti hanno fatto! Che ci hanno fatto!

«Perché io non sono te…»

Sciocco!

«…io sono Naruto Uzumaki, del Villaggio della Foglia…»

«…e se vedere la luce significa uccidere i miei compagni, allora preferisco rimanere cieco.»

   
 
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