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Autore: tokiohotel0620    27/09/2015    0 recensioni
Certe storie si sa, sono difficili da raccontare. Proprio come questa. Non aspettatevi una storia stile Disney con principi azzurri e castelli incantati perché potreste rimanere delusi. Il tutto inizia un bel giorno di Maggio 2005. In una casa di Amburgo.
...
“Sophie, scendi altrimenti faremo tardi.” Urlò il signor David Jost dal piano di sotto.
“Scendo subito David.” Gli rispose dolcemente Sophie.
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"Ha telefonato Gernandt. Il direttore della sezione marketing ha trovato un gruppo emergente di ragazzi. Dice che il direttore vuole farli venire qui perché li trova fantastici. Gernandt li aveva già conosciuti lo scorso anno. Dave, noi dobbiamo esserci. Potrebbe essere un’occasione da non sprecare. Tu hai un sacco di esperienza, potresti farli diventare le stelle dell’Universal Germania!”
David sorrise.
“E’ fantastico! Come si chiamano questi ragazzi?”
“Il cantante ed il chitarrista sono gemelli e il bassista è il più grande fra i quattro. Si chiamano Bill, Tom, Georg e Gustav e sono i Devilish.”
Genere: Romantico, Sentimentale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Sorpresa, Tom Kaulitz
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Certe storie si sa, sono difficili da raccontare. Proprio come questa. Non aspettatevi una storia stile Disney con principi azzurri e castelli incantati perché potreste rimanere delusi. Il tutto inizia un bel giorno di Maggio 2005. In una casa di Amburgo.
 
 
“Sophie, scendi altrimenti faremo tardi.” Urlò il signor David Jost dal piano di sotto.
“Scendo subito David.” Gli rispose dolcemente Sophie.
Il signor Jost rimase incantato come tutte le volte a guardare la sua protetta. La sua figlioccia. La sua vita.
Sophie Schneider era una delle creature più belle che Dio avesse creato. I suoi capelli castani le arrivavano fino alla vita, leggermente mossi. Il suo naso all’insù alla francese era ricoperto da alcune deliziose lentiggini che per notarle dovevi avvicinarti molto. Il suo viso leggermente pallido era come sempre struccato. I suoi lineamenti erano dolci e morbidi mentre il suo fisico era ben proporzionato, con tutte le forme al posto giusto ma senza strafare. Ma probabilmente la cosa che colpiva di più di Sophie erano i suoi occhi. Quelli li aveva ereditati dalla sua bellissima mamma.  Erano di un azzurro quasi ghiaccio misto ad un blu elettrico ed ad un lilla. Una volta che incontravi quegli occhi rimanevi ipnotizzato dalla sua figura.
“Sei davvero bellissima Sophie, come sempre d’altronde.” Disse David afferrando la giacca.
“Grazie David..” Rispose lei arrossendo lievemente.
“Dai, andiamo . Ti accompagno a scuola e poi vado a lavoro.” Disse lui aprendo la porta di casa.
I due salirono nella costosa auto del signor Jost che mise in moto ed iniziò a guidare.
“Oggi hai qualche interrogazione o verifica?” Chiese David.
“Abbiamo la supplente d’italiano, visto che la nostra professoressa si è slogata la caviglia, perciò non so cosa faremo.” Rispose la ragazza guardando fuori dal finestrino. Dopodiché si voltò verso David e gli chiese: “E tu oggi cosa farai?”
“Nulla di particolare, Sophie. Oggi non ho molti impegni perciò potrei venirti a prendere oggi pomeriggio da scuola. A che ora?”
“Oggi ho il progetto di arte, quindi dovresti venire alle sei.”
“Ci sarò.”
L’auto si fermò davanti al Liceo di Amburgo. Sophie si mise lo zaino in spalla, diede un bacio al signor Jost e scese dall’auto.
Subito le venne incontro Kamilla, la sua migliore amica. Contrariamente a quanto si potesse pensare Sophie non era la classica adolescente con tantissimi amici. Era una ragazzina di quasi sedici anni molto silenziosa e riservata. Tutti i ragazzi della scuola la ritenevano una dea e questo creava invidia delle altre studentesse nei suoi confronti . Il resto delle ragazze che non l’odiavano erano troppo superficiali e materialiste per Sophie ma Kamilla era diversa dalle altre. Era semplice, gentile ed intelligente. L’amica perfetta insomma.
“Buongiorno!” le disse Kamilla.
“Buongiorno Kamilla, tutto bene?”
La ragazza annuì. “Sono solo un po’ stanca, ieri sono  tornata tardi dagli allenamenti di nuoto ed ho dovuto iniziare i compiti alle dieci e mezza di sera.”
Le due amiche entrarono nell’edificio e come ogni mattina tutti le guardarono. Magari potrebbe risultare snervante e fastidioso, ma le due ragazze c’erano abituate.  Per fortuna la campanella suonò l’inizio della lezioni e tutti gli studenti raggiunsero le rispettive classi.
Sophie e Kamilla si sedettero al loro banco ed aspettarono l’arrivo della supplente.
“Oggi pomeriggio vuoi un passaggio per tornare a casa, Soph?”
“No Kamilla, grazie. Oggi David non ha molti impegni perciò verrà lui.”
La supplente entrò in classe. “Buongiorno ragazzi.” Disse lei sorridente.
“Buongiorno professoressa.” Risposero in coro gli alunni.
“Allora ragazzi, io sono la professoressa Karla Böhm, la vostra supplente d’italiano. Rimarremo insieme fino alla fine dell’anno scolastico poiché, come avrete saputo ieri, la vostra insegnante, la signorina Meyer ha avuto un incidente e si è slogata la caviglia. Ora, per conoscerci meglio direi di iniziare con un tema di presentazione in cui mi parlate di voi, della vostra famiglia, dei vostri interessi.. Vi piace l’idea?”
“Sì!” Risposero in coro gli tutti gli alunni sorridendo. Tutti tranne Sophie.
Cosa avrebbe dovuto scrivere?
 
                                                                          …
“Ehi Peter, io vado, sono quasi le sei e Sophie dovrebbe uscire da scuola a momenti.” Disse il signor Jost alzandosi dalla sedia.
Il signor Peter Hoffman, suo collega, gli sorrise. “D’accordo Dav, ci vediamo domani e oh, salutami Sophie.”
“Senz’altro.”
David uscì dagli studi dell’Universal e corse verso la macchina. Non voleva far aspettare Sophie.
Mise in moto ed in dieci minuti, a causa del traffico, riuscì ad arrivare al Liceo di Amburgo.
Sophie era accanto al cancello ma appena vide l’auto corse subito al suo interno.
Chiuse la portiera e l’automobile ripartì.
“Scusami Sophie, c’era traffico..” Iniziò a scusarsi Jost.
“Tranquillo David, ero accanto al cancello da malapena cinque minuti.” Disse lei.
Immediatamente David capì che c’era qualcosa che non andava. Chissà cosa fosse successo.
Conosceva Sophie dalla nascita e sapeva che era una ragazza seria e tranquilla. Era certo che non aveva fatto nulla di male.
Il resto del viaggio di ritorno a casa fu silenzioso.
Sophie continuava a guardare il finestrino in silenzio mentre David le lanciava delle occhiate di tanto in tanto.
Appena arrivati a casa Sophie corse in camera sua, al piano di sopra e sbattè leggermente la porta. David fece per raggiungerla ma capì che forse era meglio che almeno per un po’ era meglio lasciarla da sola nei suoi pensieri.
                    
                                                                                 …
Toc Toc.
“Avanti.”
David aprì la porta della stanza di Sophie e la vide sul letto intenta a sfogliare un vecchio album di fotografie a lui ben conosciuto. Entro nella stanza e si sedette sul letto, accanto a Sophie.
“Tesoro, è ora di cena.”
“Scusami Dave, ma non ho molta fame..” Rispose la ragazza continuando a sfogliare l’album. Lui annuì.
“Ehi, me la ricordo quella foto! Era il giorno del ballo scolastico! Guarda, io e tuo padre avevamo lo stesso vestito!” Disse David indicando una foto, ricordando il giorno in cui era stata scattata.
Sophie sorrise amaramente ed accarezzò la fotografia.
“Sophie, cos’è successo?”
Lei si volto verso il suo protettore.
“Oggi a scuola la supplente d’Italiano ci ha dato da svolgere un tema in classe.”
“Riguardante cosa?” Chiese lui.
“Su noi stessi e sulla nostra famiglia.”
Silenzio.
David si sentì come se avesse un nodo allo stomaco.
Accarezzò la gamba di Sophie e le chiese: “E tu cos’hai scritto?”
Gli occhi di Sophie diventarono lucidi. David l’aveva vista piangere pochissime volte in vita sua.
“Ho consegnato il foglio in bianco.” Una lacrima sfuggì al suo controllo. “Non voglio che ogni singolo professore sappia della mia situazione familiare. Non voglio dire che non ho più i genitori e che tu sei il mio tutore. Inizierei ad essere compatita ed io non voglio questo. Inizierebbero a trattarmi diversamente dai miei compagni, come se fossi speciale. Io voglio essere trattata come tutti gli altri.”
David Jost si commosse. Aveva dovuto spiegare tante volte che parentela avesse con Sophie. Ed ogni volta che lo faceva ricordava quando il notaio lesse il testamento di Mark Schneider, il padre di Sophie e gli disse che quell’uomo, il suo migliore amico, avrebbe voluto che lui crescesse Sophie come un padre.
La sua morte e quella di sua moglie Linda, i suoi migliori amici, era stata la cosa più brutta che poteva capitare.  Senza di loro David si sentiva come perso.  Ma quando guardava Sophie si sentiva come se non se ne fossero mai andati, come se loro fossero ancora lì.
“Tesoro, ti capisco ma sai che la professoressa ti chiederà delle spiegazioni? Insomma è strano lasciare un compito del genere in bianco…”
Sophie sospirò.
“Lo so Dav. Lo so…”
La ragazza continuò a sfogliare l’album fino a ritrovarsi davanti ad una fotografia che occupava un intera pagina. La fotografia in questione ritraeva un ragazzo ed una ragazza, sorridenti e molto giovani, con una bambina piccolissima tra loro.
“Tu sei fantastico David. Per me sei come un padre. Ti voglio un bene immenso e non voglio mai perderti ma.. loro mi mancano così tanto..”
Una lacrima sfuggì al ferreo controllo del signor Jost. Quella ragazza era la sua vita e l’avrebbe protetta ad ogni costo.
“Vieni qui.”
David strinse a se la sua protetta che piano piano si addormentò.
 
                                                                            …
“Pronto?.. Sì, buongiorno.. Mh mh.. Sì certo che ci interessa!.. Bene.. A domani..”
Il signor Hoffman chiuse la chiamata e bussò all’ufficio di David.
“Avanti.”
Peter aprì la porta e la richiuse subito dopo. Aveva una faccia molto contenta.
“Dave, non sai chi mi ha appena chiamato.” Disse sedendosi ad una delle sedie davanti alla scrivania del collega.
“Peter, calmati! Cosa sta succedendo?”
“Ha telefonato Gernandt. Il direttore della sezione marketing ha trovato un gruppo emergente di ragazzi. Dice che il direttore vuole farli venire qui perché li trova fantastici. Gernandt li aveva già conosciuti lo scorso anno.  Dave, noi dobbiamo esserci. Potrebbe essere un’occasione da non sprecare. Tu hai un sacco di esperienza, potresti farli diventare le stelle dell’Universal Germania!”
David sorrise.
“E’ fantastico! Come si chiamano questi ragazzi?”
“Il cantante ed il chitarrista sono gemelli e il bassista è il più grande fra i quattro. Si chiamano Bill, Tom, Georg e Gustav e sono i Devilish.”
   
 
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