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Autore: herr    27/09/2015    1 recensioni
{ asylumshipping ; OOC ; AU!asylum ; I didn't steal this ; I may be wrong ; do you even lift ; I am Clara Oswald ; Missy run }

Inumidì l’indice, e prese a scorrere lungo un fascicolo di fogli raffiguranti schizzi e disegni dai più vari contenuti quando i suoi occhi trovarono l’immagine, a detta sua, adatta. Marcò l’estremo destro con una serie di cerchi e lo porse alla ragazza.
« Ora vorrei che lei mi dicesse la sua reazione a questa immagine »
Courtney posò lo sguardo sulla carta, sull’allegra famiglia felice che ne occupava la quasi totalità della superficie. Sullo sfondo una fattoria e dei Pokémon che non seppe riconoscere, probabilmente erano esotici e non appartenevano alla fauna di Hoenn.
[...]
« Incorretto »
L’uomo alzò lo sguardo dal foglio, ed incrociò gli occhi rubino della giovane.
« Mi scusi? »
« Lei ha scritto dianiosi, ed è incorretto. Diagnosi vuole la g »
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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Bianco.
Bianco, come le pareti dalle quali Courtney era circondata, rinchiusa da ormai anni in quel manicomio — centro di igiene mentale come amava additarlo la signorina Priest in caso qualcuno avesse anche solo osato infangare il buon nome della clinica — senza via d’uscita. Passava così le giornate, a fissare le pareti, mantenendo una quale distanza di sicurezza da essi, scacciando la tentazione di avvicinarvisi, ma invano. Così vi si avvicinava, portava i suoi polpastrelli sulla superficie ruvida del cartongesso e scorreva con le dita su di esso. Erano pochi attimi, poi tornava a sedersi sul letto, si coricava sul bianco materasso, e chiudeva gli occhi, facendo così spazio al nero.
Quel giorno, poteva sentirlo, vi era qualcosa di diverso nell’aria. Forse era solo più freddo. 
La porta si aprì, ed anziché veder apparire la solita ragazzina bionda dai capelli raccolti e dalla divisa bianca, arrivò un uomo. Un uomo. Non ne ricordava più le fattezze.
Un signore distinto, che in confronto alla minuta rossa pareva un gigante, un essere mitologico in abito gessato dai toni blu scuro con una certa difficoltà nel mantenere la montatura degli occhiali sul naso.
Si presentò come Archie Deepweell.
Prese uno sgabello, che trascinò davanti alla finestra, e vi si sedette. Nella mano impugnava una biro color acciaio, tamburellandone l’estremità sulle gambe.
Allungò la mano destra verso la giovane. « Buongiorno, signorina Hipsley, è un piacere conoscerla » 
« … »
Courtney fissò la mano.
« Sono stato assegnato a lei per una serie di incontri settimanali, sarò il suo, se così vogliamo dire, consulente »
Ritrasse la mano.
L’uomo cercò lo sguardo della rossa più e più volte, nonostante essa fosse decisa a non mostrarsi allo sconosciuto. Le sue labbra parvero incresparsi, e qualcosa più simile ad un suono che ad un discorso giunse alle orecchie di Archie « Ho sete »
« Certamente, vuole dell’acqua? »
« No » si spostò una ciocca di capelli « ho solo sete »
« Molto bene »
Inumidì l’indice, e prese a scorrere lungo un fascicolo di fogli raffiguranti schizzi e disegni dai più vari contenuti quando i suoi occhi trovarono l’immagine, a detta sua, adatta. Marcò l’estremo destro con una serie di cerchi e lo porse alla ragazza.
« Ora vorrei che lei mi dicesse la sua reazione a questa immagine »
Courtney posò lo sguardo sulla carta, sull’allegra famiglia felice che ne occupava la quasi totalità della superficie. Sullo sfondo una fattoria e dei Pokémon che non seppe riconoscere, probabilmente erano esotici e non appartenevano alla fauna di Hoenn.
La ragazza non proferì parola.
« Prenditi il tempo che ti serve » la rassicurò, cominciando a scarabocchiare sul suo block-notes una scaletta di valutazione. Fece sei colonne ordinate, risultato dell’intersezione di più linee verticali ed orizzontali, che non esitò a riempire.
« Il sole splende e la famiglia è felice » fece, a voce mozzata, cercando a sua volta l’attenzione dell’uomo « è un’immagine felice »
« E come ti fa sentire tutto ciò? »
Courtney alzò lo sguardo, osservandolo di sottecchi « Felice »
Cominciò a buttare giù degli appunti « E qual è la tua reazione? »
« Incorretto »
L’uomo alzò lo sguardo dal foglio, ed incrociò gli occhi rubino della giovane.
« Mi scusi? »
« Lei ha scritto dianiosi, ed è incorretto. Diagnosi vuole la g »
« Oh »
Tracciò una linea sulla parola, e la riscrisse poco più sopra con la correzione.
La rossa piegò in quattro il sottile foglio in suo possesso, e lo restituì al consulente eludendone lo sguardo interrogativo.
« Se non hai voglia di continuare questa seduta non è un problema, Courtney »
Risistemò le sue cose e se ne andò, la ragazza che sorrideva come lui si apprestava a chiudere la porta dietro di sé.



 
 

herr ♠︎
 

   
 
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