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Autore: Mirella__    27/09/2015    2 recensioni
“Chi sei tu?”
“L Lawliet”.
“No, ti stai sbagliando, quello sono io”.
"Io sono te. Ciascun individuo ha dentro se stesso un altro se stesso, ogni individuo è in effetti costituito da due diversi se stessi."
Genere: Angst | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: L | Coppie: L/Light
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione!

Questa shot è stata ispirata da Neon Genesis Evangelion, nonostante ciò, potete leggere anche se non conoscete l'opera. Ho ripreso parte dell'introspezione di Shinji Hikari e l'ho riadattata ad Elle, diciamo pure che è un piccolo esperimento. In basso, nelle ulteriori note d'autore, potrete leggere il dialogo originale.

 

Ex fantasma

 

“Chi sei tu?”
 

“L Lawliet”.
 

“No, ti stai sbagliando, quello sono io”.

 

"Io sono te. Ciascun individuo ha dentro se stesso un altro se stesso, ogni individuo è in effetti costituito da due diversi se stessi."
 

“Due se stessi?”
 

"Il se stesso che è soggetto osservante e il se stesso che è oggetto osservato. Ogni oggetto di osservazione ha però natura molteplice, ed esistono quindi molteplici L Lawliet. L'Elle Lawliet che è dentro il tuo animo, l'Elle Lawliet che è nell'animo di Light Yagami, l'Elle Lawliet dentro Misa Amane, l'Elle Lawliet dentro Mihael Kheel, l'Elle Lawliet dentro Nate River. Ognuno di essi è un diverso L Lawliet, ma sono tutti il vero L Lawliet. Tu hai paura degli L Lawliet contenuti negli altri individui."
 


“Io ho paura solo dei fantasmi”.

 

“Tu hai paura di non essere più un fantasma. Hai paura che gli altri L Lawliet diventino reali anche ai tuoi occhi. Hai paura dell'Elle Lawliet dentro Light Yagami e hai paura del Light Yagami dentro il tuo animo, nonché del Light Yagami dentro lui stesso”.
 

“È anche lui un fantasma, come me”.
 

“No, non è come te. Non ama, non protegge, rompe, spezza, distrugge. I legami con le persone attorno a lui sono fittizi, così come fittizia è la vostra relazione. È guidato da ideali diversi dai tuoi e se tu ami l'umanità, cercando di capirla, lui la disprezza, la soffoca, incapace di vedere che la perfezione, in fondo, non è altro che l'insieme di tante, piccole imperfezioni”.
 

“I fantasmi, quindi, non sono tutti uguali?”


“No. Essendo fuori dalla società, i fantasmi possono agire con discrezione, senza farsi notare, ma in piena libertà. Il fantasma dentro di te è morto nel momento in cui ti sei lasciato coinvolgere. Hai creato altri veri L Lawliet nella mente di altre persone e questo ti ha portato a scendere di uno scalino. Hai ucciso la paura dentro di te, ma non hai sconfitto la paura degli individui che sono come tu eri un tempo. Per questo motivo hai paura del Light Yagami che risiede nel tuo animo e hai paura del Light Yagami che risiede dentro di lui. Nel caso Kira hai messo te stesso in gioco, ma lui non lo sta facendo. Il Light Yagami che risiede nella tua mente, il Light Yagami che risiede nella mente di Misa Amane, il Light Yagami nell'animo dei suoi genitori: sono tutti Light Yagami finti. Copie sbiadite di quello che un tempo Light è stato. Il vero Light Yagami è Kira”.
 

“Kira non ha un se stesso che è oggetto osservato”.

 

“Esattamente. Ma ha un se stesso che è soggetto osservante. Non avere un se stesso come oggetto osservato lo rende un fantasma. Proprio come un tempo eri tu e come saresti continuato a essere, se le emozioni non ti avessero sfiorato”.
 

“Kira potrebbe essere il mio oggetto osservato e, dunque, esistere anche come tale”.


“Ti sbagli. Se così fosse Light Yagami non sarebbe più un fantasma e tu non ne avresti paura. Sei stato come lui. Non puoi creare un oggetto osservato in un altro individuo se quest'ultimo non ne possiede già altri; riesci a formarlo soltanto in parte e lo intravedi tra le ombre dello sguardo di Light Yagami, tra i ghigni trasformati in sorrisi di Light Yagami, tra le parole che sanno di bugie di Light Yagami”.
 

“Ma, in questo modo, io morirò”.

 

“Come sembra semplice, vero? Temo nel dirti sì, perché ciò significherebbe anche la mia morte, tuttavia dobbiamo continuare a tentare. Formiamo, in parte, il se stesso osservato di Kira e chissà che un giorno non arrivi qualcuno capace di renderlo completo”.
 

“Ci facciamo da parte, quindi?”
 

“Sì, facciamoci da parte. Siamo stati sconfitti”.

 

Trema il cucchiaino tra le mie sottili dita di pianista e cade, assieme al mio corpo, sul suolo freddo e duro.

Immerso negli occhi d'ambra di colui che mi stringe tra le braccia, lo vedo: il se stesso che è soggetto osservante, il fantasma che è Kira.

Sorrido. “Allora non mi ero sbagliato, però...”
Però il se stesso che è oggetto osservato ha preso vita,  ho visto anche lui. Neanche tu sei più un fantasma, Light. Tra quanto te ne renderai conto?


 

 

Angolo dell'autrice
 

Ecco a voi il dialogo originale:

"Chi sei?"
"Shinji Ikari."
"Quello sono io."
"Io sono te. Ciascun individuo ha dentro se stesso un altro se stesso, ogni individuo è in effetti costituito da due diversi se stessi."
"Due se stessi?"
"Il se stesso che è soggetto osservante e il se stesso che è oggetto osservato. Ogni oggetto di osservazione ha però natura molteplice, ed esistono quindi molteplici Shinji Ikari. Lo Shinji Ikari che è dentro il tuo animo, lo Shinji Ikari che è nell'animo di Misato Katsuragi, lo Shinji Ikari dentro Asuka Soryu, lo Shinji Ikari dentro Rei Ayanami, lo Shinji Ikari dentro Gendo Ikari. Ognuno di essi è un diverso Shinji Ikari, ma sono tutti il vero Shinji Ikari. Tu hai paura degli Shinji Ikari contenuti negli altri individui."
"Io ho paura di essere odiato dagli altri."
"Tu hai paura di venire ferito e di soffrire."

 

Bene, credo che questa sia la storia più complicata che abbia mai scritto. Spero di essere risultata chiara, ma se così non fosse non mancate di farmelo notare.

Alla prossima!

  
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