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Autore: Phoenix12    27/09/2015    2 recensioni
So di avere già altre storie da continuare, ma quando mi è venuta in mente questa idea non ho saputo trattenermi.
Ovviamente è un'altra NaruSasu, la mia otp **
Qui Sasuke ha un carattere un po' diverso dal solito, spero che non vi dia troppo fastidio.
Per il raiting invece, se vi sembra sbagliato fatemelo sapere, essendo la prima volta che scrivo una storia un po' più spinta non saprei bene come regolarmi.
Detto questo vi lascio alla lettura della storia, fatemi sapere cosa ve ne pare.
Buona lettura^^
Genere: Fluff, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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La guerra era ormai finita.
 Naruto aveva mantenuto la sua promessa: aveva riportato Sasuke al villaggio sano e salvo.
Alcuni facevano ancora fatica ad accettare l’idea di averlo ancora al villaggio, ma dopotutto se non fosse stato per lui, Naruto non sarebbe mai riuscito a sconfiggere Madara e Kaguya.
Perciò Tsunade era riuscita a convincere gli altri Kage che Sasuke non era più un pericolo.
Il problema era che Sasuke non era più lo stesso.
Stava sempre rinchiuso in casa e non usciva mai, ormai era solo l’ombra del Sasuke che tutti conoscevano.
Ma Naruto non si era ancora arreso.
Andava ogni giorno a casa dell’amico a trovarlo e provare a farlo uscire, ma senza risultati.
Kakashi gli aveva detto che a Sasuke serviva tempo per riabituarsi a una vita normale, ma erano passati quasi due mesi e Sasuke era sempre allo stesso punto.
Fu così che lo trovò anche quel giorno, sdraiato su un fianco sopra il letto, che osservava la parete di fronte a sé, senza dire neanche una parola.
Naruto lo guardò per qualche secondo per poi andarsi a sedere sul letto al suo fianco.
 “Ehi Sas’ke! Come stai oggi?” chiese recuperando la sua solita allegria.
Il moro non rispose.
“Ancora zitto neh?!” ridacchiò il biondo.
Il ragazzo sdraiato sul letto sembrava non essersi neanche accorto della sua presenza.
Il sorriso di Naruto vacillò, non riusciva proprio a vederlo in quello stato.
“Forza Sas’ke usciamo! Non puoi mica restare rinchiuso qui per il resta della tua vita!” esclamò il biondo sperando in una reazione dell’altro, un cenno di vita…
“Sai Dobe, ormai non credo di avere più un motivo per continuare a vivere…” disse finalmente Sasuke mettendosi a sedere di fianco al biondo.
“Che stai dicendo?!”
“Prima vivevo per Itachi e vendicare il mio clan; quando poi ho scoperto la verità lo scopo della mia vita è diventato quello di vendicare Itachi e riscattare così il suo nome, vi ho aiutati nella guerra perché non potevo permettere che il villaggio della Foglia, per cui Itachi aveva sacrificato tanto, andasse perduto.
Ho sempre avuto un motivo che spingeva le mie azioni, una ragione per la quale stringevo sempre i denti ad ogni difficoltà ed andavo avanti.
Ma ora, per cosa dovrei vivere?
Itachi è stato riscattato dall’infamia, Konoha è libera da tiranni ipocriti ed impostori, io che ci faccio ancora qui? Non c’è più niente che mi costringe a rimanere su questa terra.. io.. sarei dovuto morire alla fine di questa grande guerra…” concluse quasi in un sussurro.
Naruto era sconvolto.
Veramente Sasuke aveva pronunciato quelle parole? Erano uscite veramente dalla sua bocca?
No, quello non era il Sasuke che conosceva.
Il Sasuke Uchiha che conosceva era forte, temerario, impavido, sprezzante del pericolo.
Questo, invece, sembrava un corpo freddo, inanimato, un corpo dove la fiamma della vita si sta pian piano spegnendo.
Quello non era il suo Sasuke.
O forse no?
E se quella fosse una parte di Sasuke celata a tutti?
Una parte fragile, sensibile, troppo provata dall’immenso dolore che la vita gli aveva causato.
Un Sasuke nuovo certo, ma forse quello reale.
Naruto strinse i pugni.
Non era questo nuovo lato di Sasuke a turbarlo, a turbarlo era la conclusione a cui era arrivato.
Non poteva permettere che Sasuke se ne andasse.
Sasuke era stato il primo a considerarlo un essere umano.
Era stato il suo primo legame.
Sasuke era una parte di lui.
Senza che se ne accorgesse - forse no- Sasuke era diventato  la sua ragione di vita.
Lui amava Sasuke.

Non era un amore fraterno.
No. Era un amore completo.
Dolce, passionale, desiderato; amava il suo corpo e la sua personalità, i suoi pregi e i suoi difetti.
Amava tutto di lui. Ogni cosa.
Anche le sue tenebre.
Anche quel gigantesco macigno che gravava sulle sue esili spalle.
Anche quella parte fragile e bisognosa di affetto che ora stava mostrando per la prima volta.
Lui lo amava nella sua interezza.
Per questo non poteva accettare che lui morisse. Non poteva accettare che gettasse via la sua vita così, come se stesse facendo un favore al mondo.
Lo prese per una spalla e lo fece girare verso di sé.
“Non dire queste cose Sas’ke! Non dirle! Non pensarle nemmeno! Tu sei importante per molte persone, più di quante tu creda. Tu non puoi gettare via così la tua vita.  Non puoi!”
Quasi si perse nel contemplare quegli occhi color onice.
Erano profondi, intensi, sembravano quasi rispecchiare l’Inferno che Sasuke aveva passato.
Ora erano velati da un velo di sconforto, ma lui riusciva a guardarvi dentro lo stesso.
Senza neanche pensare avvicinò il suo viso a quello di Sasuke facendo combaciare le loro labbra.
Un bacio dolce e allo stesso tempo passionale, forte e intenso, disperato quasi.
Naruto cercò di trasmettergli, attraverso quel bacio, tutto ciò che provava per lui.
La mano con cui l’aveva preso per la spalla la fece scivolare fino al collo, fermandola appena sotto l’orecchio.
Con l’altra invece, gli accarezzava la guancia e i capelli, spostandoglieli dagli occhi.
Fece un po’ di pressione sulle labbra dell’altro con la lingua chiedendogli l’accesso.
Sasuke, ancora confuso dalla piega che aveva preso la situazione, dischiuse leggermente le labbra.
Naruto iniziò subito ad esplorare quella bocca sconosciuta a tutti, ancora vergine, come il resto del corpo.
Mordicchiò leggermente le labbra e coinvolse la lingua dell’altro in una danza lenta e calda.
Lo fece stendere sul letto portandosi sopra di lui continuando ad accarezzargli il viso e il petto.
Si steccarono per prendere fiato e ciò che vide Naruto fu lussuria pura.
Sasuke, disteso sotto di lui con le labbra gonfie e rosse, le guance arrossate, gli occhi lucidi e socchiusi, le lunga ciglia nere che li incorniciavano; i capelli neri, con quelle sfumature blu scuro, sparpagliati sul cuscino bianco creavano un contrasto stupendo.
Le braccia piegate e le mani semischiuse di fianco al viso, la maglietta leggermente alzata fino all’ombelico che lasciava intravedere la pelle candida e liscia.
Si tolse la maglietta e gli lasciò una scia di baci per tutto il collo, gli tolse la maglia per poi continuare giù per la clavicola, il petto, leccandogli i capezzoli fino a farli diventare turgidi, scese fino alla pancia leccandogli l’ombelico e mordicchiandone il contorno.
Sasuke era soprafato da quelle nuove sensazioni, non riusciva a trattenere neanche quei pochi ansimi leggeri come l’aria,  e si mise una mano davanti alla bocca per trattenerli, ma Naruto gliela tolse “Non trattenerti Sas’ke, sei ancora più bello quando ansimi così..”
Gli sfilò anche i pantaloni e i boxer per poi toglierseli anche lui.
Il corpo di Sasuke era lì davanti a lui, nudo, candido, senza neanche una imperfezione.
Scese giù fino all’inguine e iniziò a baciargli la punta del membro per poi prenderlo tutto in bocca.
Sasuke chiuse gli occhi portando le mani fra le ciocche bionde di Naruto  stringendole fra le dita.
Stava per venire e cercò di far alzare Naruto, ma lui non si mosse e si sentì doppiamente appagato quando gli venne in bocca.
Naruto si alzò leccandosi i rimasugli del piacere dell’altro sulle labbra.
Sasuke avvicinò Naruto a sé per baciarlo un'altra volta.
“Naruto.. io…”
“Sshh.. non pensare a niente…” gli sussurrò nell’orecchio.
Gli accarezzò le cosce e se le portò sui fianchi.
Sasuke confuso lo fissò chiedendogli che stesse facendo, ma Naruto lo interruppe accarezzandogli le labbra sorridendogli, gli baciò la fronte e gli disse: “Questo potrebbe farti un po’ di male..”
Lo penetrò con un dito, piano, per far abituare il corpo a quella nuova presenza, aggiunse poi un secondo dito e vide Sasuke stringere gli occhi, al terzo dito un gemito di dolore si liberò dalle labbra del moro.
Strinse le lenzuola con le mani mordendosi le labbra.
 Naruto toccò un puntò dove Sasuke non poté non gemere, così le dita furono presto sostituite dal membro voglioso del biondo.
Sasuke strizzò gli occhi, ricacciando indietro qualche lacrima per l’improvviso dolore.
Naruto gli strinse una mano incrociando le dita con quelle sottili e affusolate di Sasuke.
Iniziò a muoversi, dando dolci e lente spinte, che diventarono sempre più forti e veloci, così intense da far mancare l’aria nei polmoni dell’altro, facendogli inarcare la schiena ad ogni spinta facendolo quasi gridare.
“Sas’ke aahh.. sei c-così caldo…” disse stringendogli ancora di più la mano e chinandosi a baciargli il viso, i capelli, le guance, gli occhi, leccando via le lacrime e baciandogli le palpebre abbassate e le lunghe ciglia, il collo, le labbra.
E alla fine raggiunsero l’orgasmo insieme, chiamando il nome dell’altro a gran voce.
Le loro mani non si staccarono nemmeno allora.
Naruto si accasciò sfinito sul corpo dell’altro riprendendo fiato, inebriandosi del suo profumo e baciandogli la spalla bianca e sudata.
Si alzò sui gomiti guardandolo dritto negli occhi.
“Vivi per me Sas’ke.” Gli soffiò sulle labbra.
“C-come?”
“Hai detto di non avere più una ragione di vita per restare qui. Allora vivi per me, resta per sempre al mio fianco e non lasciarmi mai. Perché poi, alla fine, noi moriremo insieme.
Perciò, fino ad allora, continua a vivere per me.”
Sasuke lo guardò stupito per poi sorridergli arrossendo.
Gli strinse forte la mano, sentendo ricambiare la stretta da Naruto.
Sorrise sentendo le lacrime prossime ad uscire e allora chiuse gli occhi annuendo semplicemente per poi sporgersi per baciarlo.
Naruto gli avvolse i fianchi con un braccio stendendosi  di fianco a lui stringendoselo al petto.
Sasuke nascose il viso nell’incavo del collo respirando il suo odore e sentendosi finalmente a casa.
Rimasero così per il resto della notte e fu così che il sole li trovò la mattina seguente, ancora stretti in un tenero e saldo abbraccio.
Le loro mani ancora unite, le dita sempre intrecciate.
Si, Sasuke aveva trovato una ragione di vita, Naruto.
E non c’era ragione di vita migliore.

Owari.

   
 
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