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Autore: magiclife    27/09/2015    1 recensioni
Matt Murdock e Daisy Johnson erano nello stesso orfanotrofio, al "Saint Agnes Orphanage". Si sono incotrati ed è nata una bella amicizia. Dopo tanti anni si ritrovano. Le loro vite hanno preso strade diverse. Cosa diranno l'uno all'altra?
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Phil Coulson, Skye
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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- Signor Matt Murdock?

- Si?

La voce di un uomo lo stava chiamando. Era dietro di lui, sul marciapiede. Si girò.

- Sono il direttore Phil Coulson, dello Shield e con me c'è l'agente Daisy Johnson.

- Ciao Matthew, o dovrei chiamarti Matty come quando eravamo piccoli?

Questa voce la conosceva. Erano passati anni, però non poteva dimenticarla.

- Skye?

- E' Daisy adesso. Comunque si. sono io.

- Non ci posso credere.

Skye, la bambina che aveva conosciuto all'orfanotrofio. La prima persona che aveva considerato sua amica, la sua migliore amica. E anche la prima a cui avrebbe voluto dire della sua vista in "fiamme". 

Nessuno dei due era più un bambino. Erano tutti e due cresciuti, troppo in fretta, ed avevano preso le loro strade, che portavano a percorsi diversi. Adesso si chiamava Daisy, aveva detto. Avrebbe voluto fare come faceva un tempo, raccontarle tutto quello che gli era accaduto e ascoltare le sue storie. 

 

Matt Murdock, quel Matt. Il bambino che popolava i suoi bei ricordi d'infanzia. Gli unici bei ricordi che aveva di quel periodo. Un tempo lo considerava il suo migliore amico; poi però erano stati separati. La vita li aveva portati in due direzioni diverse. Lui era un avvocato, lei un agente dello Shield. 

Il destino però aveva voluto farli rincontrare per un caso dello Shield. Infatti un suo cliente affermava di aver visto delle persone con poteri. Come lo era lei. E loro volevano parlare con questo signore per rintracciare i superdotati. Ma prima dovevano trovare il cliente grazie all'avvocato. 

Una parte di lei avrebbe voluto dire  a Matt tutto quello che le era successo, compresi i poteri che aveva acquisito dal Divinatore. Un tempo diceva tutto a quel ragazzo. Avevano un legame speciale. Chissà come avrebbe reagito. Ma non glielo avrebbe detto. Poteva essere un uomo diverso dal bambino che era un tempo. Anche se il sorriso era lo stesso, accogliente e gentile.

Daisy era più piccola di Matt solo di qualche anno, ma quando da bambina lo guardava, lo sentiva come il suo protettore. Si fidava di lui come non aveva ancora fatto con nessuno a quell'età. Adesso quella figura la vedeva in Coulson. Per fortuna aveva lui. 

Era così felice di vedere Matt. Lui era molto in forma ed era vestito anche bene. Giacca e cravatta gli donavano. Aveva occhiali rossi. Il fatto che fosse cieco non era mai stato, agli occhi di Daisy, un vero handicap per Matt. Alcune volte se ne dimenticava. Sapeva fare tutto con agilità, se la cavava alla grande. Alcune volte meglio di altri bambini, troppo stupidi per essere degni dell'attenzione di Matt e Daisy. Anche se quei bambini la ricercavano facendo i bulli con loro.

Murdock li portò nel suo studio che fuori aveva una targa con su scritto "Nelson & Murdock". Nelson era il socio di Matt. Quando entrarono Foggy si presentò a Daisy e Phil. Era un po' nervoso. Daisy e Matt potevano percepirlo. 

Anche Karen Page si presentò a loro, era la loro assistente/segretaria da quello che aveva capito. Ma vedeva che c'era una grande amicizia tra i tre. 

Si fermarono nello studio solo per il tempo necessario per chiedere informazioni sul loro cliente. 

Prima di lasciare lo studio Matt fermò Daisy e le chiese se le andava di prendere un caffè insieme. Lei sorrise e rispose di si.Si salutarono dandosi appuntamento per il giorno dopo. 

La ragazza notò che Karen e Foggy li stavano osservando da un angolo.

 

Appena i due agenti dello Shield uscirono, Foggy si precipitò vicino a Matt.

- L'abbiamo appena conosciuta e già ci provi con lei chiedendole di uscire per un caffè? Sei incredibile.

Matt sorrise.

- Io la conosco da quando eravamo bambini, andavamo nello stesso orfanotrofio. Siamo stati molto legati, ma poi siamo stati separati e non ci siamo più rivisti da quando è stata affidata ad una famiglia.

- E' possibile che tu conosca tutte le ragazze carine?

Disse Foggy appoggiando la sua mano sulla spalla dell'amico.

Matt rise. Poi ad un tratto si ricordò di quello che aveva sentito stando vicino a Daisy (doveva ancora abituarsi a chiamarla con il suo nuovo nome). Gli aveva mandato strane vibrazioni. Il suo cuore aveva un battito regolare. Era troppo perfetto, probabilmente aveva imparato a regolarlo; ma le vibrazioni arrivavano da tutto il corpo. Un qualcosa che non aveva mai avvertito prima. I suoi sensi non avevano mai sbagliato. 

C'era un'altra persona in quella stanza che era irrequieta: Karen. Lo stava ancora guardando. Matt ormai aveva capito i sentimenti che la ragazza provava per lui. Sentiva i battiti del cuore quando erano vicini. Ma non aveva ancora detto niente perchè non sapeva cosa fare. Non voleva ferirla e non voleva ferire neanche Foggy, visto che il suo migliore amico provava qualcosa per Karen. Tutto questo lo aveva scoperto, anzi, percepito. Nessuno glielo aveva rivelato. 

Cercò di pensare ad altro per distrarsi, quei pensieri lo mettevano in agitazione. Pensò all'indomani, quando avrebbe preso il caffè con la sua amica d'infanzia. Quante cose si sarebbero detti. Lui le avrebbe raccontato dei suoi studi alla facoltà di legge e poi avrebbe voluto sapere da lei come era diventata un agente di un'agenzia governativa. In realtà avrebbe voluto sapere tutto quello che aveva fatto Daisy da quando si erano lasciati. La loro vita era sicuramente migliorata. 

Gli vennero in mente i sogni che facevano da bambini. Daisy sognava di diventare una ballerina, lui sognava di diventare un ninja. Gli veniva da ridere pensando a quanto vicino era andato a realizzare il suo sogno, in un certo senso. Ma era un sorriso amaro.

Giocavano ad inscenare spettacoli dove Daisy ballava e intanto diceva ad alta voce i passi che faceva visto che Matt non poteva vederli. Alla fine dello spettacolo Matt si alzava sempre in piedi ad applaudire. E poi era il suo turno di mostrare le sue doti da ninja. Al termine dell'esibizione la bambina proclamava Matt il miglior ninja che avesse mai visto, nessuno poteva sconfiggerlo. Aveva nostalgia di quei momenti, dove per qualche ora dimenticavano tutte le cose brutte che gli erano capitate e si comportavano da semplici bambini. Però non aveva nostalgia della sua infanzia. Preferiva di gran lunga quello che era venuto dopo. 

 

Daisy era sempre in ritardo. Per quanto ricordava non era mai arrivata in anticipo ad un appuntamento. Ma a lei sarebbe bastato arrivare puntuale. Si ritrovava sempre a correre per le strade, come stava facendo in quel momento, per arrivare al luogo dell'appuntamento. Era pure andata in macchina, ma non c'era parcheggio vicino al bar, così l'aveva dovuta posteggiare lontano. Ovviamente non era venuta con Lola, ma con un suv nero (senza il logo dello Shield, non voleva attirare l'attenzione). Aveva chiesto a Coulson se poteva prendere la sua amata corvette rossa, ma lui l'aveva solo fulminata con lo sguardo e lei aveva capito che non c'era niente da fare. Solo una volta l'aveva guidata, ma solo perchè a Coulson mancava una mano.

Intravide il bar dove doveva incontrare Matt e corse verso la porta. Si fermò un istante per riprendere fiato e rallentare i battiti cardiaci. Glielo aveva insegnato May. Quando si fu ripresa entrò e si diresse verso il tavolo dove l'avvocato era seduto, paziente. 

- Ciao Matt, scusa il ritardo!

Disse la ragazza sedendosi davanti al suo amico. 

- Ciao Sk.. Daisy. Tranquilla, non posso vedere l'ora. 

Matt sorrise e Daisy ricambiò. Era spiritoso come un tempo, le piaceva. 

Ci fu un momento di silenzio. Lei li voleva evitare, erano troppo imbarazzanti. Per fortuna lui parlò prima che lei trovasse qualcosa da dire.

- Allora, come ha fatto una promettente ballerina a diventare un agente dello..Shield?

Daisy sorrise. Se lo ricordava. Si ricordava del suo sogno che aveva da bambina.

- Beh. E' stata una strada difficile. Non mi sarei mai aspettata di arrivare a questo punto. 

Mentre parlava si chiedeva quanto avrebbe voluto rivelare a Matt di quello che le era successo fino a quel momento. Non era un estraneo, certo, ma non erano neanche legati come una volta. 

- E' una storia un po' lunga. 

- Io sono qui per questo. Per ascoltare le tue storie. 

Daisy rise. 

- Eh va bene. Quando sono andata via dall'orfanorofio, sono passata da una famiglia all'altra. Nessuna permanenza superiore ad un anno. Dopo cinque famiglie hanno deciso di tenermi in un collegio fino al compimento di 18 anni. Lì, all'insaputa dei superiori e degli insegnanti, ho imparato l'arte dell'hackeraggio e l'informatica è diventata tutto per me. Una volta uscita dal collegio ho fatto qualche lavoretto qua e là per guadagnare qualcosa e mi sono comprata un furgone che usavo anche come appartamento. In quel periodo ho conosciuto il mio ex ragazzo; un ribelle come me al tempo. Ci siamo messi insieme e abbiamo creato un sito dove cercavamo di svelare i segreti che il governo voleva tenere nascosti, compresi i segreti dello Shield. Mi accanii particolarmente contro lo Shield perchè avevo visto un uomo salvare una donna da un incendio buttandosi da una finestra, atterrando in strada e lasciando un solco enorme dovuto alla sua super forza. Pensavo che pubblicare post contro lo Shield fosse sicuro, che non mi avrebbero mai rintracciato, ma quell'organizzazione ha oggetti ad alta tecnologia che fanno paura. Così venne a prendermi direttamente nel mio furgone l'agente Coulson, che adesso è direttore.

Daisy non menzionò Grant Ward, il solo pensarci le provocava una stretta allo stomaco. Era ancora una ferita aperta. Si sarebbe mai rimarginata?

- Entrai nello Shield prima come "prigioniera" poi come "aiutante/consulente", fino ad arrivare ad essere un agente vero e proprio.

Aveva deciso che si sarebbe fermata lì a raccontare i fatti accaduti. Non c'era bisogno di fargli sapere altro in quel momento.

- Per fortuna Coulson decise di inserirmi nel suo team e nonostante le divergenze avute e i momenti difficili passati, ringrazio per questa opportunità che mi è stata data. Non so dove sarei adesso se Phil non mi avesse trovata e non voglio neanche immaginarlo. Con questa squadra mi sento come se fossi in famiglia.

Daisy sorrise ripensando a loro.

Matt aveva ascoltato tutto il racconto con attenzione, alcune volte sorrideva, altre faceva una faccia stupita, altre ancora faceva piccoli movimenti con la testa.

- Storia molto interessante.

Disse quando capì che la ragazza aveva finito di parlare.

- Eri una vera ribelle. Chissà perchè me lo aspettavo.

Rise.

- Comunque sono felice che tu abbia trovato persone che ti facciano stare bene.

- Grazie.

Disse Daisy davvero felice.

- Ma permettimi ancora una domanda, perchè Daisy?

Chiese Matt curioso.

Lei lo guardò. Questo poteva dirglielo, omettendo alcune cose. Sperò che non facesse ulteriori domande sull'argomento.

- Ho scoperto che è il mio vero nome. Daisy Johnson.

 

Matt avrebbe voluto chiederle come lo aveva scoperto, ma non lo fece; non era sicuro che Daisy avesse voglia di parlarne. La ragazza prese in mano il filo del discorso.

- E tu, come hai fatto a diventare da ninja ad avvocato?

Anche lei se lo ricordava. Il ragazzo fece un sorriso pieno di gioia.

- Beh, la mia storia è un po' più corta e più ordinaria della tua.

- Sarà interessante lo stesso, ne sono certa.

Daisy lo incoraggiò a parlare.

- Ok. Sono rimasto all'orfanotrofio fino ai 18 anni. Mi hanno fatto frequentare la scuola mentre ero lì. Ho iniziato anche a fare lavoretti per pagarmi il college. Sono andato a studiare legge e sono sempre riuscito a passare gli esami con il massimo dei voti, laureandomi con altrettanto.

Un po' di vanto ci stava, non poteva mai farlo con nessuno. Però lo diceva con ilarità e sperò che Daisy lo percepisse. La ragazza rise quando Matt si strofinò le nocche della mano destra sul cuore.

- All'università ho incontrato Foggy e siamo diventati molto amici, è come un fratello per me. All'ultimo anno abbiamo deciso di aprire uno studio legale insieme ed eccoci qui. Nelson e Murdock al vostro servizio.

Anche Daisy era stata come una sorella. Infatti, all'orfanotrofio, facevano credere ai bambini di essere veramente fratelli. Aveva desiderato di essere il fratello maggiore di qualcuno.

Daisy commentò.

- Hai avuto subito una direzione della tua vita a quanto pare, sono felice che tu faccia quello per cui hai lavorato tanto.

Matt sapeva che era sincera.

- Comunque si vede che tu e Foggy siete molto legati. E..Karen? Mi sembra di ricordare che sia questo il nome della ragazza che lavora con voi.

Matt pensò a cosa volesse sapere la ragazza. Confidò nel fatto che volesse chiedere come l'aveva conosciuta e come era arrivata a lavorare nello studio.

-  Karen è stata la nostra prima cliente.

- Davvero?

- Si, non avevamo clienti, lei non aveva soldi, così ci siamo venuti incontro. Ha iniziato a lavorare per noi per pagare il nostro servizio come suoi avvocati.

- Di che cosa era accusata? 

Daisy era curiosa e Matt se lo ricordava benissimo. Erano finiti nei guai un paio di volte per la sua curiosità quando erano piccoli. Voleva sempre scoprire di più di quello che le dicevano o di quello che vedeva. E Matt la seguiva sempre, perchè, anche se non voleva ammetterlo, era molto curioso anche lui. Era eccitante scoprire i segreti.

Matt le raccontò il caso con alcuni dettagli. Non tutti ovviamente, non voleva far menzione all'uomo in maschera nera che la gente di Hell's Kitchen aveva soprannominato Daredevil. Avrebbe sicuramente voluto sapere di più. E non è che non si fidasse di lei, ma lavorava per lo Shield, un'agenzia che si occupava di queste cose. Due persone che sapevano della sua identità segreta erano già troppe.

Daisy era affascinata da quel caso.

- Come mai hai scelto di studiare legge? 

Chiese la ragazza.

Matt non ci pensò neanche un secondo a quella risposta. Glielo avevano già chiesto e la risposta era sempre la stessa...più o meno.

- Per difendere i più deboli e fare giustizia.

"..con la legge" avrebbe aggiunto un tempo. Ora non era più sicuro di credere ancora a quelle parole, non del tutto.

Il telefono di Daisy emise uno squillò. Le era arrivato un messaggio. La ragazza lo lesse.

- Scusami Matt, ma devo tornare al lavoro.

- Non ti preoccupare, devo tornare anche in allo studio.

Daisy prese la mano di Matt.

- Adesso che ci siamo ritrovati dobbiamo continuare a sentirci.

- Assolutamente.

Si alzarono dal tavolo e si abbracciarono. Matt sentì che il cuore di Daisy era accelerato un pochino. Erano tutte e due emozionati. L'avvocato però sentì anche qualcos'altro. Di nuovo quelle vibrazioni emanate dalla ragazza. Che cos'erano?

 

Si sarebbero rivisti dopo qualche settimana in circostanze non tanto tranquille, ma ancora non lo sapevano.

  
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